{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}}
\viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 Michele Cascella
\par "Michele Cascella, Avventura Biografica e Critica"
\par Giuseppe Bonini
\par 1892-1907.
\par "Sono Hato a Ortona in provincia di Chieti it 7 settembre 1892. Mio padre Basilio era pure di Ortona, come i suoi genitori. Suo padre era sarto da donna.
\par Mia madre, Concetta Palmeri\'b0, era di Guardiagrele, paese che adoro, frequente soggetto delle mie pitture, alle falde della Majella. Era figlia di un veterinario motto popolare in tutti i dintorni. La nostra era una famiglia numerosa, tipicamente italiana: eravamo tre fratelli e quattro sorelle. Vivevano con not anche it nonno paterno e due sorelle nubili di mio padre"
\par "Fui un pessimo scolaro. Ero in quinta elementare, quando mio padre si senti dire dal mio insegnante - devo ripeterlo, perch\'ea si tratta di una delle pochissime pietre miliari della mia carriera artistica -: "E' un ragazzo che non ascolta, a sempre nelle nuvole!". L'anno seguente it professore di disegno, V.A., mi umilie in plena aula, dichiarando: "Miche, to set 'nu ciuccie, non sal tenere la matita in man\'b0, non imparerai mai a disegnare! Vergognati, figlio di Basilio!".
\par Di 11 a poco, abbandonai la scuola per scarso rendimento in tutte le materie, specialmente in disegno. Frequentavo la prima tecnica. Mia madre, profondamente religiosa, pia e semplice, dati i miei insuccessi scotastici, confidando net mio aspetto allora angelico e net mio carattere docile, desider\'f6 per me un avvenire ecclesiastico. Mio Padre, a quei tempi ancora mangiapreti, decise diversamente: mi voile, e mi fece, pittore.
\par "Incominciai a frequentare it laboratorio cromolitografico di mio Padre. Riempivo con l'inchiostro grafico Lorilleux le vesti dei Santi e i fondi sulle pietre.
\par Dovevo poi copiare i disegni del Leonardo, del Pisanello o del Botticelli, the mio Padre sceglieva come modelli; e poi Dovevo copiare tante e tante volte grandi occhi, grandi nasi, grandi bocche che mio Padre disegnava espressamente per me, affinche mi esercitassi"
\par Ero fiero e felice dell'assistenza e della guida paterna; cominciavo ad afferrare it senso vero delle sue lezioni, it suo modo di vivere e fare Parte" Copiavo un frutto, un fiore, una farfalla e le caricature di Leonardo, capivo che it mio lavoro aveva un suo fine estremamente logico, the aderiva perfettamente at metodo educativo e formativo di mio Padre" Prendevo dimestichezza con gli arnesi del mestiere, mi ambientavo in quel laboratorio"
\par Senza the ne io ne mio fratello Tommaso ce ne rendessimo completamente conto, le nostre giornate si svolgevano secondo un ordine ben prestabitito, per gradi, equilibrato della sapiente regia di mio Padre, con ineguagliabile naturalezza simile, ad un commento musicale di sfondo, per Pannonia perfetta con l'esigenza delle persone, delle core, Pam biente, la natura, it china tutto." (In: M. Cascella, Forza zio Mec, Milano, 1969, pp. 17-20).
\par Alcune lettere del tempo, inedite, non solo rendono testimonianza del fatto che la "scuola" del padre ai figli non s'interrompe neppure durante i periodi di reciproca lontananza, ma documentano anche, e con precisione definita, i contorni del genere e della portata di tale insegnamento.
\par Basilio fornisce infatti ai figli delle indicazioni didatticamente dettagliate, puntuali, quasi normative; suggerisce, corregge, incoraggia. Il dato veramente importante che emerge dally lettura di questi scritti, rappresentandone la costante, rimane comunque l'attenzione per it vero.
\par "Mio padre - ricorda Michele a distanza di decenni - "sentiva", adorava le bellezze del paesaggio e della natura soprattutto, le "vedeva" con tutto se stesso, ma non sempre era in grado di interpretarle. E to sapeva. "E come per compensare questa sua lacuna, ci aveva iniziati, Tommaso e me, fin dall'inizio, a lavorare all'aperto, "dal vero", a vedere, ad afferrare, ad interpretare it linguaggio della natura." (in: Op. cit. 1969, p. 66).
\par Appare, per\'b0, molto pin probabile che Poperare en plein air, l'avviare i figli alto studio della natura, rientri, per padre Basilio, semplicemente in un programma di tavoro necessario alla formazione di ogni artista, at pad dell'esecuzione di copie
\par dai Maestri del Rinascimento e dell'apprendimento di tutte le tecniche, dal pastello alla litografia, dall'acquerello all'olio.
\par Solo che questa iniziale lezione d'ordine naturalistic\'b0 finira per strutturare l'intero immaginario cascelliano, trovando net tempo differenti formulazioni linguistiche.
\par
\par 1934.
\par Agli inizi dell'ann. o la GaBe\bullet a Civica d'Arte Nloderna di Torino a cquisisce Sera a Montecatini Alto (lette\bullet a de117 gexmaio).
\par L'artista soaaiorna in Libia per qualche tempo ere xitraealcuni angoli caratte\bullet istici. Alum" dei disegnti ottenuti illustrano una serie di articoli di Salvatore Aponte, pubblicati sul 'Corriere della Sera' sotto il titolo Viaggo alla sogia del Sahara. E' presente, in seguito alio. II Mostn Internazionale d'Arte Coloniale di Napoli, con Castello di Illsu\bullet ata, Nomad' a Nalut e Cortile a Ga dames, e al Pa didione
\par per l'Arte Nloderna dell'Esposizione Universale e Inte\bullet nazionale di Bruxelles.
\par Sette sue opere sono espos-tenella ventinovesima sala della X LK Biennale di Venezia eprecisamente: An no Santo. Canonizzazione di Andrea Ube\bullet to Fournet, Ann o Santo. Corpus Domini (venduto per 3.500 lire), Pasqua nell'Anno Santo (riprodotto n el catalogo della mostra, tay. 35), Pang. La Maddalena, Pang. Quartie\bullet e Maube\bullet , Pari. Piazza della Sorbona, Parigi. Notre Dante (acquistato dalla Signora Raimondi Zencovich per 1.000 lire).
\par 1935-1937.
\par 'Fra oli, acque\bullet eth, disegni -=iota Vincenzo Bucci sul ' Corriere della Sera' dell'll dicembre -, son pin di nova.nta le op ere the Michele Cascella d chiama a veder ealla Galeria Pesaro, e quasi tutte sullo stesso terra: 'Mezzogorno d'Italia'
\par Il suaae\bullet imento di p ercorrerei n esti soleggati paesi xne\bullet idionali per esaltarne in un ciclo pittorico la bellezza glielo diede S. A. la Principessa di Piemonte, fornendogli anche, con la preziosa espexienza turistica e col suo gusto artistico, qualche consiglio circa l'itinerario da seguire. Cascella si mise in canunino ed ecco il risultato del lunge pelleginaggo: qu esti quadri xnolto van fra loro, come van o
\par da Amalfi alla Sila, l'incanto dei luoghi, ma concord' nella unity quasi ciclica del soggetto e nella pe\bullet sonale interpretazione del pittore'.
\par Con La cectosa di Capri, Primavera in collina e Viale Torino, ritroviamo Cascella fit gli esp ositori della II Quadriennale di Roma, maitre l'ann o seguente l'artista ('xiscintillante' lo chiama Ugo Ojetti sal 'Corxiere della S era') 6 di nuovo in El enale, uguahnente con tre op ere.
\par Non son o melte le notizie relative all'attivita di Cascella nella seconda meta deg" awn Trento.. E non siamo in gado di stabilire se questa carenza di infonnazioni sia imputabile ad rota dispersione di materiali oppure ad una sua nun ore presertza sulla scena artistica. Siamo, comunque, a conoscenza della medaglia d'oro ottenuta all' Exp osition Unive\bullet selle di Pang ne11937, the segue la mostra della fine dell'anno precedentealla Gallexia Pesaro di Milano, nella qualeaveva esposto un consistente nucl eo di xnaioliche realizzate a Doccia, presso la inanifattura Richard-Ginori. E sappiamo pure the dalla maiolica passa poi alla scenogafia in occasione della messy in scena, a Torino, d ell' op era Utica Nlarghe\bullet ita da Certain, diretta da Franco Capuana ed interpretata da Augusta Oltrabella: 'Sono state molto apprezzate - strive 'La Stampa' del 1\'b0 germaio 1937 - le scene ideate dal pittore Michele
\par Cascella, ade\bullet enti alla spirito dell'op era, evocanti la sobriety dell'architettura e del pa esaggo toscano, e tali da diffon dere un'atinosfera delicata da Ugo Se\bullet afm. Lo stesso Cascella aveca diseptato gli artistici fig-mini'. Alla Nlostra Autunnale della Permanente di Milano l'artista esp one 'un quadro ispirato all'incontro puglistico Carnera-Paolino svoltosi ne11933 a Roma in Piazza di Spagna alla presertza del Duce' , riporta 'La Gazzetta dello Sport' del 27-28 novembre 1937.
\par 1938.
\par Cascella partecipa alla XXI Biennale di Venezia. Comincia a frequentare con assiduity Portofino, che diverr\'e1 fra i suoi soggetti preferiti. Nella splendida locality ligure trascorreril gli anni della Seconda Guerra Mondiale per poi rifugiarsi a Garessio, in Piemonte, all'arrivo delle truppe tedesche.
\par 1939.
\par E' presente con tre tempere (Alto Adige, Castel Sant'Angelo e Foro Traiano) alla Quadriennale di Roma.
\par 1940.
\par Tiene alla Galleria di Roma una retrospettiva, i cui riunisce una cinquantina di opere the vanno dal 1908 al 1940. Nel breve saggio introduttivo al catalogo the accompagna la rassegna, Renato Simoni, da uomo di teatro qual e, legge it percorso cascelliano come progressivo avvicinamento ad una dimensione teatrale e spiega l'origine di questo processo in chiave mitica:\tab suo incontro spirituale con it teatro
\par avvenuto tra gli incanti del paesaggio. Agli occhi di Michelone, da principio, esso fu un elemento
\par silenzioso nel centro di una affascinante visione.\tab teatro di Sabratha' com'era appena esumato
\par dall'immenso cimitero di sabbia, nel primo abbagliamento del sole, di contro all'azzurro dens\'b0 del
\par mare, sotto l'azzurro trionfale del cielo, \'e9 una meravigliosa solitudine. L'artista\tab fermato ad
\par osservarla e a interpretarla con passione di pittore, e non sapeva the, mentre i suoi bevevano quella luce e la sua commozione scopriva it segreto accordo dei poderosi ruderi imperiali con it palpito gonfio dell'acqua e it vibrante splendore dell'aria, egli respirava, non la malinconia delle rovine, ma quel segreto auto di incantagione the viene da ogni cosh del teatro, vetusta o novella, diroccata o nascente: e tremavano in lui quel presentiment\'b0 di trasfigurazione, quell'ansia di una superrealta magica, composta di tutte le realty, di un volto della vita in cento volti si assommino, cento anime si riflettono, e ogni idea pigli forma corporea'.
\par Prende corpo in questi anni la tendenza di Cascella ad allestire mostre in cui dipinti di stagioni trascorse costituiscono, nel percorso espositivo, la premessa a lavori recenti. Questa scelta risponde alla volonta dell'artista di evidenziare la continuity del proprio lavoro pittorico in funzione polemics nei confronti dei fermenti d'avanguardia the alimentano it dibattito artistico durante it nostro second\'b0 dopoguerra, ma sta anche ad indicare una face di riflessione e i ricerca in cui Cascella sem bra ripensare le proprie origini. Giit intorno al 1937 aveva realizzato alcuni oli di soggetto mitologico, the, per quanto differenti nel ductus pittorico e nell'impianto compositivo, parevano richiamarsi a certe prove paterne. Ora dedica un'intera esposizione alla Pescara dannunziana, che muove da Milano, organizzata da Gian Ferrari press\'b0 it Circolo Filologico, e si trasferisce successivamente a Napoli, nelle sale del Circolo Artistic\'b0. Nell'autopresentazione in catalogo, l'artista ricorda che, quando dipinse primo paesaggio intorno a Pescara, non aveva ancora letto una pagina del poeta 'ma d'Annunzio era nell'aria come it calore e it colore delle stagioni; vivere nelle pietre del campanile di S. Cetteo, sotto Parc\'b0 di Portanuova, davanti all'arsenale fra i cannoni in disarm\'b0 e he nenie dei pescatori".
\par Risale, infatti, al 1908-1910 it periodo in cui Cascella divore (Fun fiato he opere dannunziane, da Canto novo a Terra vergine, alle Novelle della Pescara. Del resto it rapport\'b0 fra i Cascella e d'Annunzio, per chi non lo sapesse, era di antics data. Il padre Basilio aveva a suo tempo eseguito un ritratto della madre del poeta, rimasto fino gli anni Quaranta nella stanza da letto di casa d'Annunzio a Pescara.
\par 1941-1946.
\par Il Minister\'b0 della Marina incarica Cascella ed altri dodici artisti, su segnalazione del Sindacato delle Belle Arti, di eseguire una serie di opere sulla vita di bordo. Analog\'b0 invito proviene dal Minister\'b0 dell'Aeronautica. Espone i risultati di questo lavoro in un'apposita sezione della Biennale di Venezia dell'anno seguente, ottenendo per questa sua partecipazione un premio di 5.000 lire. A questa edizione della manifestazione veneziana Cascella viene invitato con una sala personale, la 46, dove espone 13 opere, datate fra it 1937 e 1942: Mattutino, Ciliegio fiorito, La casa di Faffi, Pescatore di Portofino, Il castello di Portofino, Sirena, Voci del vent\'b0, Naiade, Omaggio a Portofino, Donna di Portofino, Terrazzo Portofino, Giardino abbandonato e Portofino invernale.
\par La guerra non interromperattivita di Cascella che documenta i suoi spostamenti ritraendo i paesaggi delle locality i cui viene a trovarsi come un antico viaggiatore. I1 nucleo pin consistente di dipinti \'e9 comunque dedicato Portofino e ai suoi dintorni. Rare pere son\'b0 quelle vedute d'insieme della baia che, in seguito, diventeranno tanto note da costituire, quasi, una cifra di riconoscimento. L'artista preferisce soffermarsi sui dettagli, su un angolo di giardino, su di un tratto di costa, su una casa in riva
\par at mare. In particolare indaga, con senso analitico e con conseguenti stratificazioni di memoria, to spazio the circonda It suo studio, la cosiddetta Casa di Faffi, dal none del suo cane, come se intendesse stabilire un rapporto con le cose della quotidianit\'e0 e volesse restituirci, attraverso la pittura, tempi della sua presa di possesso di questa magica realty. Nell'introduzione della monografia edita da Hoepli proprio net 1942 G.B. Angioletti, dopo aver tratteggiato it carattere bonario dell'artista ed averlo collegato alla sua ecordialissima pittura', accenna per l'appunto, a Portofino: 'Ho veduto Cascella net suo mondo prediletto, a Portofino, dove tutto e predisposto per magnificare la prodigality della natura: le acque turchine, le rocce, le piante; tutto folto, fitto e profondo, tutto intenso e tutto bello. Pericoloso paesaggio, gremito di tentazioni the porterebbero alla rovina qualsiasi pittore in versa di ascetismo. Ma Cascella non teme la bellezza numerosa, moltiplicata, anzi se ne bea; e li, a Portofino, egli si deve sentire un poco come it direttore di una gigantesca orchestra, che prova un piacere quasi
\par fisico a dirigere la massa dei musicanti, a equilibrare gli elementi pin disparati, a fonderli i un'armonia capace di sopportare anche gli 'insieme' pin tempestosi. Guardate una delle sue tele dipinte in quel paradiso della Liguria: Cascella non tralascia nulla, proprio come un direttore non lascia ozioso uno solo degli strumenti di cui pile) disporre. Certo bisogna abituarsi, far l'occhio a questi quadri come si fa l'orecchio alla musica, e allora si capirit come ricreare la natura sia it piacere pin grande di questo pittore. E pin la natura e fastosa e smagliante, e pin Cascella Patna; non per nulla egli a nato nella terra di Gabriele'.
\par Nel 1943 l'artista prende parte alla Quadriennale di Roma con Folio Mattutino lunare, e due anni dopo, allestisce una personale alla Galleria Dedalo di Milano, inaugurandone cosi l'attivit\'e1: 'Fra i 36 pezzi - rileva it cronista del 'Corriere Lombardo' - la maggioranza, a cominciare da quel Paese del 1925, volutamente intitolato cascelliano, sono, e vero\tab maniera di Cascella', cioe disegni a penna,
\par colorati ad acquerello con un po' di guazzo, ma vi sono anche molte cose, indubbiamente pin ardite per l'epoca in cui furono dipinte, che un occhio non eccessivamente esperto potrebbe attribuire ad altri pittori; a Rosai per esempio (Soldati russi, 1915), a Lilloni (Ginestre, 1908; Primavera, 1909) o anche a Semeghini (Bambina di Schio, 1918), se questi pittori non fossero storicamente piu recenti. E vi sono anche cose di Cascella non pin del Cascella grafico degli anni dal '25 at '35, come Lo scoglio delle sirene (1937) o Naiade a Capri (1937).
\par Il perche di tutto cie sta, come it pittore ci confessa, net proposito stesso della mostra, che non soltanto retrospettivo, ma anche polemico e di rivendicazione. Cascella vuole dimostrare 'di aver percorso senza volerlo', soprattutto agli inizi della sua abbastanza ostacolata carniera artistica, doe all'epoca in cui veniva sistematicamente rifiutato delle Biennali di Venezia, 'non pochi pittori ultimissimi, per quanto niguarda l'impostazione, per to meno, se non la soluzione, di certi problemi di atmosfera, di colore e i tonalit\'e2'.'
\par 1947.
\par Nel catalogo della mostra alla Galleria Michelangelo di Firenze compare un testo abbastanza polemic\'b0 dello stesso Cascella: 'Mi pare the proprio Gauguin dicesse the non ha importanza se un pittore debba fare Parte per Parte o per piacere at pubblico purche sia sempre ante. (Non credo di appartenere a nessuno di questi casi perch& vivo dell'arte mia, the 'mia'.) Si considera da molti anni, per esempio, sorpassato un Gaetano Previati, e si esalta con un crescendo provinciale qualsiasi pittore the sit assimilare un mond\'b0 alla Modigliani mettiamo, senza misura in un senso o nell'altro. Si niconoscono ancora per reali valoni solo quelli che ostentano quell'alfabeto pittonicistico internazionale aggiornato di mode progressiste.
\par Ma quali sono le ragioni dell'arte the infine la pittura deve raggiungere o deve raccontarci' Esistono ancora linee di 'demarcazione"
\par Net caso mio, credo e spero che un sentiment\'b0 umano guidi la mia volontit, la quale a sua volta ignara di questa segreta ragione, Si applica con la religiosa passione di un artiere a rendere l'opera propnia senza preoccupazioni particolani e intellettive; dopo tante espenienze non credo di dover ninunziare (- nessuno to to chiede-) a qualcosa per essere pin vicino a forme deificanti o per ascoltare 11 verbo di quatche convinto iniziato che crede di sublimate la pittura contemporanea (come se le ragioni mercantili non fossero palest), ninunziare a qualche cosa che ho appreso col mio lavoro in tanti anni senza che mi sia passato per la testa la faccenda del modern\'b0 o del sorpassato.
\par Il mio mond\'b0 intenione a mio, to difendo ed ho 11 coraggio della sinceritil senza camuffare difetti o lacune; anzi sento di dover superane ben altre difficolt\'e0, e non 6 detto che\tab sia divers\'b0 se a volte
\par l'esterno appane mutat\'b0. La difficoltit e di niuscire a pantare un linguaggio comune a tutti norm ale e
\par semplice, anche se questo richiede una dedizione ben maggiore a quella necessaria per rendere un particolare stato di narcisismo.
\par Oggi la mia pittura puO piacere o non piacere e solo il tempo potty giudicare".
\par 1948.
\par L'OCISA (OrganizaciOn Cultural Italo-Sudamericana) riunisce ventiquattro opere - scelte fra gli oli e le tempere -, di Michele Cascella in occasione di una mostra che viene trasferita da Buenos Aires a Montevideo.
\par L'evento pin significativo dell'annata rimane comunque la personale alla The Mid 20th Gallery di Los Angeles e non solo perch& segna l'inizio di quel rapporto con il mercato statunitense che trovera ulteriori e costanti conferme nel corso degli anni '60, ma anche perch\'ea la presentazione al catalogo \'e9 di Giorgio de Chirico. E non diamo rilievo a questo solo per l'altisonanza della firma. La questione
\par altra e Vii individuata nelle motivazioni the portano a questo momentaneo connubio fra due artisti the gia si conoscono fin dalla fine degli anni '10.
\par Se ripensiamo alle bellicose autopresentazioni di Cascella e le poniamo a confronto con le affermazioni di de Chirico, ritroviamo i due, per quanto linguisticamente lontani e animati da ragioni differenti, sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda l'opposizione a certo esasperato avanguardismo e la conseguente difesa del 'mestiere'. Scrive infatti it 'pictor optimus': 'Nell'attuale decadenza della pittura it paesaggio e degenerato in una specie di malinconico pseudorealismo o in decorativismo da Gaieties Lafayette.
\par In Francia quello the ha dato la stura ai brutti paesaggi (brutti di soggetto e di fattura) e stato Cezanne. Lui per\'b0, it cosiddetto 'maestro' di Aix, che in fatto di maestria non possedeva nemmeno le nozioni di un apprendista, lui per\'b0, lui Cezanne era si un pittore incapace e impotente ma anche un uomo onesto, i disonesti sono stati quelli che hanno 'lanciato' la sua pittura.
\par C\'eazanne era un uomo onesto, bench\'e9 pittore impotente ma contrariamente a quello che sono oggi tanti 'geni' della famigerata 'Ecole de Paris', oltre che ad essere degli incapaci e degli impotenti, hanno anche creato una specie di 'gangsterismo artistico di cui non si hanno precedent) nella storia della pittura'. Unica preoccupazione \'e9 il prezzo dei loro quadri; sostenere quel prezzo ad ogni costo, ricorrendo ai mezzi pin disonesti e pin immorali, potere carpire dei soldi al prossimo dandogli in
\par cam bio delle pseudo pitture che non valgono nemmeno la tela sulla quale sono state dipinte, ecco qual \'e9 la loro meta ideale.
\par Per fortuna ci sono degli artisti; ma il loro numero aumenta ad aumentera sempre e ad essi e affidata la rinascita e la salvezza della pittura e questi artisti sono italiani. Michele Cascella \'e9 uno di questi. Non si \'ea mai imbrancato nella schiera dei cezanniani, di quelli the si dedicano pin volentieri al paesaggio che alla figura, perch& pensano che sia pin facile dipingere un paesaggio che una figura. Invece it paesaggio \'e9 difficilissimo e la realizzazione d'un albero, la prospettiva aerea, le forme e l'anatomia dei colli e dei monti, sono cose altrettanto difficili quanto la forma e l'anatomia d'una figura umana.
\par Michele Cascella conosce queste difficolta e per questo studia i suoi paesi con tanto amore e tanta attenzione e riesce ad ottenere quel poetico realismo che emana da ogni paesaggio ben studiato e ben dipinto.
\par Isabella Far, in un bellissimo saggio intitolato Paesaggi e pubblicato nel volume Commedie dell'arte moderna, dice che quando un pittore riesce dipingendo a realizzare un pezzo di natura, e in quella realizzazione si sente come il ricordo lontano d'un paradiso perduto, e come la nostalgia di ritrovarlo. Michele Cascella a uno di quei pochi artisti che risvegliano in nos la nostalgia del 'paradiso perduto'.'
\par 1949-1953.
\par Alla mostra tenuta alla Galleria Allard di Parigi it Ministero dell'Educazione francese acquista Firenze. Santa Maria Novella per la somma di 12.000 franchi.
\par Due anni dopo Cascella, che ormai si dedica alla pittura ad olio con maggior decisione e con stesure dense di materia, vibranti di colore e percorse di Luce, espone alla sala 12 della Quadriennale di Roma Cortina invernale e Il bar della posta a Cortina.
\par Nel succedersi, con ritmo incalzante, delle varie attivita espositive, Cascella ritrova nei soggiorni a Portofino alcuni dei suoi momenti pittoricamente pin felici.
\par Nel 1953 l'artista approda alla Galleria Cairola di Milano. L'importanza di questa rassegna risiede nella sua capacity di rappresentare, attraverso oltre cento opere, Pinter\'b0 percorso cascelliano. Essa
\par costituisce pertanto la necessaria premessa dell'antologica di Lugano dell'anno seguente ed offre destro ad Agnoldomenico Pica per riassumere (in 'La Patria' del 31 gennaio) la 'carriera di un
\par pittore': 'Nell'aria trasparente del Ricordo primaverile del 1907, nei cielo della Majella (1907), sopra le grigie case di Ortona a mare (1913), sopra le sartie dei Velieri a Casamicciola (1914) alitano le Novelle della Pescara di d'Annunzio e s'ode, ossessionante la cantilena di Aligi.
\par Ancora nei Gigli d'A1a (1917), come nei molti fiori fra l'undici e it dodici, si addolciscono e si ammalano, fra decadenza e simbolismo, gli echi da Gozzano e dal Bossi, e perfino da Enrico Butti e da Nino Oxilia. Ma nei '15 la bianca Cattedrale di Aquileia e come la primavera di questa lunga eta, come la primavera o come it prim\'b0 meriggio. L'abruzzese dal mare e salito sulle Alpi: per la Val Lagarina, a Schio, sut Montello, sutt'Attissimo trascorrono i voti e le canzoni di d'Annunzio, la 'Sagra' di Vittorio Locchi, l'epica grandiose e popolaresca di Giulio Barni-Camber, la poesia di Carlo Stuparich, le divinazioni di Scipio Slataper. Sui cieli grigi di neve, sulle prode rocciose, sui pallidi clivi fra i pascoli, sui ghiacciai rosati, sopra le valli verdi, sopra la vita e sopra la morte e passata la stagione tricolore. Poi, sceso dalle Alpi, salutate le Ragazze di Schio e smesso it grigioverde, l'abruzzese non Imaginifico' ma buon facitore di immagini, inizia la sua tunga avventura di ittustratore d'Itatia.
\par E' andato dappertutto. Ha ragione Carrieri: 11 treno, la corriera, la topotino, la bicictetta non arrivano dove arriva Cascella. La scuola del padre, a Michele, e di sotido verismo, di disegno non accademico ma minuzioso e puntigtioso, It realism\'b0 ottocentesco, sapiente ed esteriore, vi comanda.
\par Le esperienze di un divisionismo riflesso (Vigneto d'autunno, 1909; Villa de Riseis a Pescara, 1910; Ciliegi fioriti, 1910) sem bran\'b0 sfociare in pruriti simbolistici, tra Bistolfi, t'uttimo Segantini, Mentessi, la Secessione viennese, Ktiiut e la scuola di Monaco (Giaggioti, 1912) e infine in quet periodo, che forse e pittoricamente it pin felice di Cascella, che corrisponde alla sua prima maturity e alla guerra del '15. Il simbolismo gratuito e sdolcinato, 11 divisionismo floreale, lasciano 11 posto a un impegno di maggiore serietit, a una pin semplice chiarezza, a una stesura asciutta, ma spesso emotiva e tatora caprice di sintesi audaci' Tatuni richiami a una pin riposata e asciutta tavotozza, come netta Bambina in bianco del 1918, the potrebbero indicare un certo risentimento di tatune finezze di Degas, sono presto sommersi da una accesa violenza, da una sorta di estuosa pressura, the perfino Si tradisce netta eccessiva grossezza della materia pittorica compiacentesi di colanti spessori. Su questa strada Cascella \'ea destinato a riconfluire in una sorta di tardo e affocato impressionismo the nei momenta migliori e pin pieni (Milano, corso Vittorio Emanuele, 1951) rifara nuovamente esplosiva la foga di un Mancini.
\par A fiasco di questa produzione (enorme produzione) che secondo not non puO essere ignorata ma \'ea certo discutibile, esiste e si sviluppa via via un altro pin sommesso e, a nostro parere, pin valid\'b0 Cascella: \'ea l'infaticabile disegnatore di ditty e paesi, l'interprete commosso di architetture solenni e di antiche muraglie, it litografo esatto, preciso e pure estroso. Cascella e forse partito da un'atmosfera pregna delle suggestioni di Benvenuto, di Sartori, di Duitio Cambetotti e perfino di Discovoli (Paese nativo, 1922; Sera a Guardiagrele, 1923; La Via Appia, 1924) nei tempo degli Albi e delle Cartelle di Vittorio Pica e della milanese 'Bottega di poesia', per giungere a conclusioni pin disinvolte, pin mordenti, pin delicate, pin sue.
\par La sapienza del taglio e it senso acuto dell'architettura, nelle visioni romane, nei disegni torinesi (Piazza Castello, 1932), nelle litografie milanesi e parigine, nelle penne colorate di Porto Venere e di Versaglia, devono essere riconosciuti all'attivo di questo ineguale ma complesso pittore, che, o ci sbagliamo, proprio per queste sue litografie e per questi suoi disegni, ha una posizione indipendente e non ignorabile, anche se non classificabile, nell'arte italiana d'oggi'.
\par Della mostra scrivono anche, fra gli altri, It vecchio amico Titta Rosa, che esalta dell'artista l'istinto, 'la sua sensibility immediata, la sua visione ingenua delle dose', e G.L. Luzzato it quale, invece, pone l'accento sulla vitality delle immagini cascelliane: " dai difetti di lui scaturiscono la quality, l'inafferrabile spirare di vita, it senso di moto del mare, it riflesso di Luce solare d'ogni giorno e
\par brivido dell'aria nei cielo sopra le case e sopra le piante' non c'\'e9 monotonia e non c'e stanchezza: la sorgente continua a scaturire'.
\par Vincenzo Costantini, sui 'Corriere Lombardo' del 15-16 tugtio, ritorna a distanza di anni, su di una questione nodale per una corretta analisi del linguaggio pittorico di Cascella, quella, oggi purtroppo poco presa in esame, dei suoi rapporti con le culture primitive e che it critico fa risalire, a torto, all'insegnamento paterno: 'Questo stile nei Cascella si manifesta specialmente negli acquerelli toccati a penna che assumono un aspetto diverso dai suoi quadri ad olio; nei quali l'eccitazione dei colori affretta it pennello, accelera la tensione sensitiva sicch\'ea in questa specie di esaltazione ottica viene sopraffatto it raccolto sentimento elegiaco.
\par Della manie\bullet a\tab Cascella, se non fu addirittura un precursore, In per\'b0 un tempista i cui
\par impulsi d'ingenuo fanciullo vibrar ono fled' s-tessi awn in cal il 'primitivismo' at di nada' Se Cascella in quel tempo avesse vissuto a Paris, og,S godrebbeanch'egli una fama internazionale". E conclude con una sorta di profezia: " II Cascella 'pittoricista' nei quadri ad olio, vedra satire in fama il Castella dei patetici acquerelli'.
\par 1954.
\par Si inaugura la prima, vela antoloSca di Cascella presso un'istituzione pubblica. Ad ospitarla eil Museo Caccia di Villa Clan, a Lugano, sono in mostra ben 240 opere, dal Vecchio martian del 1908 al recentissimo Aprilemilanese, eil catalogo contieneun nuovo inter-vent\'b0 di Vincenzo Costantini. La rassegna ottieneuna vasta eco, sia sulla stampa\tab the 91 (Luella italiana. Fra queste vane voci,
\par time appassionate e per al cuni aspetti rip etitive, si apre un viva ce dibattito a dis-tanza fra Marziano
\par Bernardi e Renzo Biasion. Il primo (in 'La Stampa' del 27\tab analizzando alcune delle opere in
\par mostra ed wanzando una sexie di a ccostamenti frail Nostro ed alcuni dei miSiori rappresentanti di questo secolo artistico, ritrova in certa pittura cascelliana 'dei guizzi e delle virgole tonali alla D e Pisis'. Poco clop\'b0 (in 'OgS', del 2 settembre) Biasion ribatte: 'AI De Pisis (Cascella) a state talvolta avvicinato, con assai disinvoltura, perch6i due temperament sono molto diversi: net pittore ferrarese
\par la gazia\tab pittorico a fusa col senso di tun raffinata decadenza, mentre nell'abruzzese tutto
\par sano e cordiale, di un gusto paesano anzich\'e9intellettualmente complicato e inquiet\'b0. Soltanto il linguaacio a talvolta sirnilare, ma quello rientra nelle forme espressivericorrenti nei secoli, delle quail ciascuno 6 lib 8'0 di servirsi per esprimere medio se stesso: le virgole, i punt e le rapide s-tesure non furono certo inventate da De Pisis, anche se portate da lui ai pin allusivi
\par Eppure, i due artist sono entrambi melanconici, e cat motivi cascellianl, in particolare di flori o nature morte, ham\'b0 dei punti di tangenza con De Pisis, ma, oltre the con il fe\bullet rarese, meSio allora andreb bet. o indagati i rapport fra Cascella e la cultura europ ea dei anni Vaal e Tr enta, soprattutto con quella dei R\'e9alismes e d ell' E c ole de Paris. Non si possono, infatti, non ric ono sc ere n ella sua op at delle assonanze europee, the edi sa tuttavia medlar e e rip ortare nella dimensione originaria, magari riducendole ad un tonalismo di sapore litografico, come e il caso delle vedute urbane.
\par Buona pane delle opere esposte a Lugano, con altre, pa' un totale di circa Lc0 p ezzi, vanno a comporre la mostra allestita, con Leonor Fini, al Musee d'Art et d' Histoire di Ginevra e poi trasfe\bullet ita al Palace di Losanna.
\par
\par "La casa dove sono nato il 7.9.1892". Disegno di Michele
\par Cascella eseguito net 1971.
\par Pieghevole dedicato a Michele Cascella in occasions di
\par una sua rnostra a Rosario (Argentina). 1948
\par
\par 0.C. I. S. A.
\par te...1146\bullet CAS. 11,011CMNI,
\par MICHELE CASCELtA
\par "PITTORI d' ITALIA"
\par an was ot maw ye
\par 111110/4
\par c Orb.
\par 1955.
\par Tiene un'importante personale alla Galleria Gussoni di Milano, di cui rende illuminante e sagace testimonianza l'intervento di Raffaele Carrieri su 'Epoca' del 25 dicembre: 'Le personali di Michele Cascella sono frequenti. Non passa stagione senza una mostra di Cascella. Un impegno. Un rendiconto puntuale. Un indice di luoghi e paesi attraversati. Nel catalogo che precede le sue molteplici esposizioni sono segnati i percorsi estivi e invernali. Se Cascella ha fatto i bagni a Capri, in inverno esporrit a Milano vedute di Capri. L'ho incontrato in agosto a Sant'Angeto d'Ischia ed ecco in dicembre' le piazzette, gti scogti, it panorama di Sant'Angeto. Potremmo persino riconoscerci a cavatto dett'asino the torna da Forio o seduti copra it muretto the costeggia it piccolo porto. Cascella quello che vede to fa vedere. S'impegna a non privarci di un solo luogo the ha visto prima o dopo di noi. In questo appuntamento annuate non manta mai. Tatvotta at resoconto estivo Si aggiunge un viaggio att'estero. C\'ea Ischia, c'6 Portofino, c'\'e9 Pescara ma anche Parigi. Cascella ha avuto sempre un debole per Parigi. Ricordo la sua prima mostra da George Petit' In pochi mesa di permanenza aveva dipinto pin Parigi di De Nittis. I quadri non erano del tutto asciugati la sera dell'inaugurazione Dobbiamo fare punto perch& le frequenze delle personali di Cascella a Parigi ci sopraffanno. Oltre ai dipinti a olio e ai guazzi, 'Intrepid\'b0 e tenace abruzzese accumula disegni e Tito. Nel '49 Fornasetti pubbticava a Milano, preceduta da un testo di Orio Vergani, una cartella di litografie: Paesaggi parigini. Nelle dieci tavole v'erano le piazze pin celebri di Parigi: tutte riconoscibili, tutte da attraversare. Se avevamo appeso it cappello su uno dei rami di Piazza Furstenberg', to ritrovavamo senza difficoltit alto stesso ramo.
\par Fra le molte tele che Cascella espone attualmente', quattordici sono di soggetto parigino, e quasi tutte dipinte net '53. L'anno prossimo troveremo quelle del '54, e via di seguito. Ancora i caff6 di Saint Germain des Pr\'e8s e it via-vai di Place Pigalle Ancora una primavera lung\'b0 i quais della Senna' Negli itinerari parigini di Cascella non ci sono sorpreSe: i luoghi che attraversiamo fanno parte del giro turistico, e nette guide autorizzate son\'b0 segnati da un doppio asterisco. Chi oserebbe fare it giro di Montmartre senza fermarsi per quatche second\'b0 at Lapin Asit; e a Saint Germain des Pr\'eas at Caf\'e9 aux deux Magots
\par Il tuogo comune non scoraggia certo Cascella come non ha scoraggiato generazioni di pittori. Quante volte Utrillo ha dipinto le stesse viuzze a serpentine del Sacro Cuore' Una intern vita dedicata alle facciate, alle pietre di Montmartre. La modestia della scelta del soggetto spesso pue essere una qualifica. Cascella si fida del suo occhio cerulo come di una banca. Riscuote ogni giorno t'occorrente. Lo fa circolare. Non lesina. Non emette contanti falsi. Ne riveste con la stagnola d'oro i marenghi di cioccolato. Dipinge quello che vede, come to vede. Le sue vedute di Parigi potrebbero essere prive di indicazioni stradati e di titoti: ma una strada, un giardino, una piazza di Parigi la riconoscerebbero tutti senza 11 minim\'b0 sforzo. Cosa ci serba per it prossimo anno Michele Cascella Certamente un paio di mostre con tanti altri luoghi da visitare: Capri, Portofino, Londra, Parigi' A meno che non cam bi itinerario'.
\par Le uttime affermazioni di Carrieri assumono la forma di indiretta risposta alle reserve avanzate in precedenza da Capri a proposito della produzione vedutistica di Cascella, it quale aveva esposto proprio a Parigi net maggio di questo stesso 1955. E, con lettera datata 6 settem bre, to Stato francese gli aveva comunicato di avere acquistato un'attra sua opera, t'acqueretto Piazzota di Padova, per 25.000 franchi. Durante Palm\'b0, t'artista disegna i costumi per La moglie saggia di Carlo Goldoni, messa in scena at Teatro Sant'Erasmo per la regia di Carlo Lari.
\par 1956.
\par La cittil di Ortona dedica a Tommaso e Michele Cascella una 'mostra celebrativa' e 11 conferimento di una medagtia d'oro. La presentazione at catalog\'b0 6 di Tommaso Rosario Grills e sono esposte -'nella vetrina', precisa l'opuscolo- anche opere di Basilio e Giovacchino.
\par 1958.
\par In occasione della mostra alla Galerie Weil di avenue Matignon, viene edits una monografia dedicata all'artista ed introdotta da Georges Pillement, at tempo uno dei pin accreditati critici parigini, it quale attribuisce a Cascella la funzione di alternativa all'imperante ante di Bernard Buffet. Pillement prende
\par posizione, in modo chiaro e puntuale, fin dagli inizi: 'Si, occorre un certo coraggio per restare figurativi, e ancor di pin - at colmo della testardaggine - per ostinarsi come Michele Cascella a esaltare la gioia di vivere, la Luce, colore, gli alberi in fiore, mentre successo a Bernard Buffet che sottolinea gli aspetti miserabili della vita. Il trionfo della pittura di Bernard Buffet segna una grande rivoluzione nel gusto dei collezionisti. Gli amatori d'arte del secolo passato, le cui scelte cadevano sugli impressionisti o sui pittori detti 'pompiers', appendevano alle loro pareti dipinti gradevoli da vedere. E certo vi \'e9 un abisso tra ammettere un quadro a un'esposizione e comprarlo per appended\'b0 ai muri di casa.
\par 'Oggi non \'ea pin cosi, per to meno per quarto riguarda questi appassionati che, abituati ai volti mostruosi di Picasso, s'inorgogtiscono a esporre nei loro satotti una dette donne mascoline di Bernard Buffet, quelle che vi guardano con la loro aria ebete, i seni penduli, le gambe magre, fra una brocca d'acqua e un catino.
\par Non voglio mettere in discussione talento di Buffet e tanto meno quello di Picasso, mi accontento sottanto di segnalare quella certa tendenza at compiacimento tetro. Come gli anacoreti amavano contemplare un teschio perche ricordava loro che tutto e vanit\'e2, t'appassionato d'arte borghese appende atte pareti del suo satotto iicco ed elegante questo richiamo a un'armonia sordida, quella stessa forse atta quate domani sari. condannato. A quest'arte tetra e disperata, amara e desotata, vi sono fortunamente degli artists, e Cascetta \'e9 fra questi, che oppongono un'arte tutta di Luce e di freschezza, di strade wive e colorate, di prati verdeggianti e fioriti. Mentre Buffet \'ea pittore degli interni sordidi, dei fiori secchi, delle putride nature morte, si puO affermare che Cascella e pittore della gioia e della scoperta.
\par 'Eccoci dunque lontani dall'arte crudele e distruttrice d'un Picasso, da quella disincantata e am ara d'un Buffet. It Cascella e, all'opposto, fatto di fervore e di tenerezza, di raccoglimento e di speranza, di un talento pieno d'ottimismo e di fiducia nella vita'.
\par Nel prosieguo del discorso, Pillement sposta i termini di confronto, pin proficuamente, verso Utrillo: 'Di lui si potrebbe dire: Cascella, ovvero la gioia di dipingere. Se ''ho contrapposto a Buffet, \'ea a Utrillo che potrei invece meglio, accomunarlo. Essi hanno in comune quell'amore dei paesaggi urbani, le case dal muri patinati dal tempo, sbrecciati, verdognoti di umidita, paesaggi dipinti con amore e con una certa nostalgia. Entrambi hanno saputo rendere quello che vi \'ea di pin straziante e di raccotto net luoghi pin modesti. E' questa tenerezza che valorizza i paesaggi di Utrillo, non solo quelli di Montmartre, ma anche quelli che ha dipinto in campagna e quelli che ricostruiva a partire dalle cartoline quando dipingeva le chiese di paese su piazze 'imitate da alberi magri e circondate da case banali.
\par Ma ''universo di Cascella \'ea diverso da quello di Utrillo. Quest'ultimo a un universo di solitudine. Le sue strade, se non sono completamente deserte, sono animate da qualche figura goffa di solito in numero dispari - ignoro It motivo di questa scetta. L'universo di Cascetta \'e9 at contrario un mondo pieno di vita, di stancio e d'ottimismo. Le sue strade sono ricche di personaggi che non vi passano per caso ma che vi vivono. Il porto di Portofino, quando to rappresenta in una domenica d'estate, e bruticante di fotta. I suoi negozi sotto i portici, le sue piazze di Spagna e la Trinita dei Monti di Roma, le sue piazze e gli incroci di Parigi, sono animati da personaggi vivi che danno ai luoghi che rappresenta la loro abituale animazione.
\par 'Cascella \'ea diventato, in effetti, it pittore di Portofino, come Utrillo to \'ea di Montmartre'
\par ERDSIEIONERCHIM D\bullet ARTE CASCELLA
\par TOBIN\'b0
\par -
\par "440- Itaith
\par Nr.
\par
\par Invtlo alla rnostra personale a Torino. 1908
\par
\par RIENNALE 1)1 ENEMA
\par ....... ...it. .
\par "1.\bullet\tab ..... \bullet \bullet\bullet \bullet\bullet ?,1\bullet I
\par Invtto alla Biennale di Venezia a Michele Cascella. 1934.
\par 1959-1961.
\par 'Dai quadri di citta the non solo amo, ma the conosco an che molto\tab sexiveil 'New York Herald
\par Tribune' del 12 dicembre-, miaspetto molto. A un pittore, catturarel'inunagine di New York o di Pant non basta. Ma ci sono anche eitta che io conosco p oco anche se le ricordo con t tilde piacere, e quadri the le xitraggono faxmo poco pin ch e xichiamare questi ricordi. Sono un sempliciotto. Mi accaduto l'altro giorno alla Chase Gallery p er i quadri di Michele Cascella, in particolare su Portofino e Spoleto, ivi esposti. Essi possono, probabilmente, essere citati per it loro essere pittoreschi in mo do ovvio, pa\bullet la loro mancanza di oxiginalita. Ma quello cheho visto exan o i gozzi dondolanti attraccati al molo di Portofino, la gente the sosta in chiacchere otiose, spx-uzzi di sole colorati come confetti, il Duomo di Spoleto. Ed ero felice the Cascella abbia l'abilita tecnica eil sentimento per ricreare, per me, queste scale cosi come le ricordo'.
\par E' questa la prima, ma non l'unica, testimonianza dell'arrivo net' States di Cascella, the seen de all'Hotel Plaza, lo stesso di Scott Fitzgerald, e bei presto si mette al lavoro per andarealla scoperta del nuovo universo. Pe lui la pittura 6, infatti, una pratica quotidiana, un mestiere da svolgere otti
\par orno, percher cia scull dipinto contiene tutte le esp erienze accumulate nelle op ere precedenti, tufattivita the si confonde con la sua stessa esistaiza. Ma, soprattutto, per lui dipingere vuol dire confrontarsi continuameite con il mondo, appropriarsi della realta, cotiere ti afflati pin segeti dell'universo. P questo si immerge, pieno di cuxiosita, nel paesaggio dinamico e frenetic\'b0 di New York, i quel paesaggio pieno di luci e di vita, completamente differente dallerealta. finora esperite dall'artista. II quale, ttuito sul suolo statunitense, non si ferma all'espexienza nuovaiorchese, ma si spinge verso l'interno, fino a tungere sulla costa oppos-ta, sulle rive dell'Oceano Pacifico. A San Francisco, presso i salon della Maxwell Galleries, inaugura nel febbraio del 7960 una p ersonale con veduteitaliane, di Parigi, di New York e della stessa citta the ospita la rassetia.
\par Per CODVErSO, con il titolo Prima mostra del Nuovo Mondo, Cascella presenta una serie di vedute e paesaggi deti States alla Galleria Gussoni di Milano.
\par 1965.
\par Du\bullet ante una sua permanatza a Ortona dedica una tela all'Apostolo San Tommaso, le cuireliquie sono conservate nella Cattedrale del paeseabruzzese, e la consetia al Sindaco, it quale, a sua voila, dona dipinto a Sua Santita Paolo VI.
\par 1966.
\par La grande mostra retrospettiva (65 opere, dal 1907 at 1966) the Andre Weil dedica a Cascella per i suoi '50 ans de penture', e presentata in catalogo da Jehanne Bietry-Salinger, la quale, giusto l'anno prima, aveva curato una monografia dell'artista uscita negli States. Il suo testo ripropone, dunque, alcuni dei temi gi\'e1 affrontati in quella circostanza e tende ad eliminare alcuni luoghi comuni the circondano la pittura cascelliana: 'Alcuni, scegliendo la facile strada del giudizio gratificante, diranno the e un impressionista. Si tratta per() di un'affermazione the, sebbene lusinghiera, non affronta la questione.\tab innegabile the certi suoi paesaggi rim parentino a Dunoyer de Segonzac. Le sue scene di
\par strada, la maniera con la quale sa banalizzare con poesia un vecchio fabbricato, to avvicinano a Utrillo. E' anche simile, soprattutto nelle anse dei porti mediterranei, a Raoul Dufy, benche it disegno di Cascella risulti pin positivo con i colori espressi in toni pin chiari pur restando ben sfumati. Confessa lui steso la sua appartenenza at gruppo sanguigno di questi pittori. Dice di sentirsi compreso e sereno in mezzo a loro. Quasi in un soffio vi dir\'e1, come si trattasse di una confessione di fede: 'La mia pittura, the si ostina a esprimersi in una lingua the e la mia, m'attontana sempre pin dai cotteghi contemporanei the fanno della modernity un mezzo e un fine'. Cascella conosce 11 suo posto. Ammette, senza fatsi pudori, the esprimersi con mezzi sem plici, rispettare la natural, ricordarsi gli aspetti tecnici pur restando padrone della propria espressivitit, permette att'artista di conservare intatta la sorgente dett'emozione e quella della creativity. E' cosi the la pittura comunica con la gente d'oggi e restera in relazione con quella di domani'.
\par Sul finire dell'anno la Gatteria Verrocchio di Pescara riunisce in una rassegna Cascella'. In mostra non vi sono per() solo Basilio, Tommaso e Michele, come un tempo, ma anche opere dei due figli di Tommaso, gli scultori Pietro e Andrea.
\par 1967-1968.
\par La retrospettiva allestita da Weil viene trasferita a Milano ed ospitata alla Galleria Levi. Leonardo Borgese (in: 'Corriere della Sera', 14 febbraio 1967) trova nelle opere esposte motivi per riproporre l'imm agine di un 'Cascella pittore pastorale': 'Michele Cascella appartiene fisicamente alla stessa razza the Gabriele d'Annunzio, ha la stessa scultoria, classica forma della testa, ha to stesso taglio d'occhi antico e come sperso nel nulla, ha la stessa naturale e monumentale maniera di porgere, e ha una simile sorta di ironia e di eleganza mista perfino a ingenuity' (Gli era assai facile, quindi, imitare it poeta con scherzo perfetto, fra it miele e it pepe, con un gusto arcaico e paesano di pan pepato; e, d'altronde, sono pure famose tante imitazioni in pin the volentieri it nostro pittore offre e ripete inter pocula). Ma inoltre appare non dissimile anche uno speciale, nativo, originario mondo.
\par A differenza di d'Annunzio, Michele Cascella non \'e9 pet-6 mai uscito dall'originario mondo pastorale, dal mondo dei Palizzi, diciamo, e soprattutto di Micheal. Pin o meno, ogni Cascella deriva da Francesco Paolo Micheal; quantunque it capostipite, Basilio, fosse tutealtro the chins\'b0 ad amicizie e verso it Nord e it Sud. D'Annunzio divenne it sensuale, l'eroico, it retorico, l'immaginifico, it superuomo,l'ardito, l'imperialista, it fascista. Mentre Michele rimase - e rimane sempre' - dentro un'aria semplicemente naturate, se non si puO seguitare addirittura a chiamarla abruzzese".
\par 1969-1974.
\par L'editore Garzanti pubblica Forza zio Mec, un volumetto autobiografico scritto da Cascella durante i suoi soggiorni statunitensi. It libro esce in coincidenza con un'altra notevole rassegna organizzata dally Galleria Levi: 'Sono ben 145 opere - segnala Dino Buzzati sut 'Corriere della Sera' del 28 novem bre - tra pastelli, acquerelli, tempere e oli, the non si stanno tutti nella pur vastissima galleria', cosi the ne verr\'e1 fatta una rotazione. Pin una trentina di disegni giovanili, esposti nell'altra piccola galleria adiacente. Sessant'anni di lavoro, perch& si comincia dal 1907. Ed \'ea qui, per i disegni e i quadretti di ragazzo, the la modestia accenna a venire meno. 'Guarda 'sti fiori, the ne\tab eppure Morandi non
\par esisteva ancora E questo dico, se portasse la firma di Klee". Ce it gusto, Pada dell'epoca, eppure si vede a poco a poco spuntare it personalissimo stile; ed ecco, del 1923, una penna-acquerello ormai tipicamente cascelliana, con quei tratti mossi e vibranti the fanno da telaio at colore, e the si ritrovano anche negli ultimi dipinti.
\par E' cosi nota, soprattutto a Milano, la pittura di Michele Cascella the si pue dire entrata addirittura nel nostro costume. Ma, guardando i quadri fatti negli ultimi tempi in Francia e i California, ho capito per la prima votta una cosa: si tratti di una strada di Monterey o dett'avenue dell'Opera, si sente the pittore non solo ha visto e assimilato le apparenze visibili del luogo, ma ci a vissuto. Possono esserci
\par La falnidia Cascella si at nel frattanpo trasfexita, a pock atm' dalla nascita di Michele, da Ortona a Pescara, in una casa di Corso klanthone proprio di fronteall'abitazione di Gabriele d'Annunzio. Di conseguenza i luoen descritti dal poeta nelle Novelle della Pescara diventando anchei primi soaaetti aifrontati dal 00.mile Michele. E si tratta soprattutto di pastelli, ovvero di op ere isp irate al vero, ma ottatute con una tecnica tipicamente simb olis-ta, di ope\bullet e in cui il linguagOo del IlOSI\bullet O \\re\bullet gn\'b0 ottocentesco, in particolare napoletano, si confonde con ce\bullet to gafismo di matxice giapponesizzante. "..I pastelli - affe\bullet ma an cora una volta Cascella nel suo volume autobiogafico - hanno sempre ese\bullet citato 91 di me un fascino particolare, quasi un potere suggestivo. tbIi hanno pin volte indotto, non so hate dire, a sognare, ad uscire dalla realty, p raaaiungereuno stato di Ultima a strazione non meta con creta e vera. "(In: Op. cit., 1969, p. S9).
\par Del recto, scorrendo le sue prove giovanili, si co die inurtediatamente questo asp etto nelle messe in quadro, the il pin delle voltenegano ogni spazialita di tip o naturalistic\'b0 p evidennare, al contrario, la Iona strutturante del color e mediante Erich e preziosita enervosi arab eschi dalle ma Oche atmosfere.
\par Quando Basilio ritiene giant\'b0 il momenta dell'esordio dei fidi sulla seem artistica, modifica anche il suo ruolo, da Maestro di b ottega a organizzatore e sostenitore dell'attivita di Michele e Tonunaso, riuscatdo ad allestireuna Toro prima rassegna, proprio sal futire del 3907, non in Abruzzo, come sarebbe ovvio asp ettarsi, bensi a Milano, presso la Famidia Artistica. Basilio ha chiara conoscenza delle ristrettezze culturali della provincia e deside\bullet a inse\bullet ire i figli in un contesto pin stimolante, pin ricco di fermenti e di possibility
\par La "Domenica del Corriere" dell'1-8 dicanbre dedica all'avvatimento artistico un se\bullet vizio Must-Tato: ".I loro pastelli" sono opere deliziose di freschezza, ritmi delicati e armoniosi di quel gandeinno di gazia e di h ellezza the l'Abruzzo; di quell' inno affascinante che in ebriO i colon a dolescenti di
\par Gab riele D'Annunzio, di Francescopaolo Michetti, di Paolo Tosti, di quel Braga, mago della melodia".La fioritura continua".
\par Purtroppo non ci e giunto altro materiale documentario, se non vago nicordo di klichele a pr op osito di un articolo di Vittorio Pica, e non abbiamo pertanto dettadiate notizie n6 sui contenuti della mostra, 116 sulla dim ensione delle attenzioni ad essa dedicate dalla cxitica.
\par Michele partecipa con sei pastelli dedicati alla Nlajella alla Esposizione di Primavera della Pe\bullet manatte di Nfilano.
\par
\par
\par Comets Casceira, rata a Palmeri\'b0, madre di Michele, in
\par un disegno a inchiostro su carte (cm 30x20). 1919
\par Disegno eseguito da Michele Cascella all'eta di 13 anni.
\par 1905 ca.
\par paesagO. dipinti stupendamette ma soltanto come puro fatto pittorico, senza questa partecipazione personale. La quale coxtfexisce alla visione tut particolare incanto che si p u\'b0 clef-mire int-in-kite_
\par Tutto cio avviene g.aziealla me\bullet avidiosa natural ezza dell'uomo e dell'artista Michele Cascella,
\par quale ha tato e Ora per it vas-to mondo ma non si cantata ne si mimetizza in alcun modo, non posa a co sloop olita, ma fa it minimo sforzo per imparare la lingua del posto o per attenuarel'accento abruzzese Insonuna p sempre rigor osamente lui".
\par E l'artista continua a lavorare con rinnoIata exte\bullet Oa e per it suo ottantesimo compleanno Francavilla al Mare di dedica tut 'omagOol all'inte\bullet no del Prenio Michetti.
\par La rassegna viene quin di trasfe\bullet ita alla Galleria Levi e, pa\bullet la circostanza, U Comune di Milano assepta a Cascella una medadia d'oro di b enemerenza. In coincidextza con la mostra esceU volume L'estasi d elle cose, titolo mutuato da tut verso di Clanente Rebora e correlato al senso del saaaio di Alberico Sala, ricco di fecondi richiami al mondo letterario nello svolge\bullet si della biogafia de Maestro
\par 1975-1976.
\par Escenel 1975 Taccuino di tut pittore, cheraccodiealtrericordanze cascethane e contiene venti disegni oriOnali. Si apreU Museo Basilio Cascella nell'antica sede dello stab ilimento litografico, a Pescara, con opere del cap ostipite, dei figli Tonunaso, Gioxacchino e Michele, dei nip oti Pietro e Andrea.
\par L' Artista Qtbenala cittadinanza onoraria di Portofino.
\par 1977-1980.
\par Maitre si succedono periodicamente le p e\bullet sonali di Ca scella, la monografia curata da Paolo Levi, per i tipi di Giulio Bolaffi Editore, ridisegna, attrave\bullet so tut centinaio d'immaOrti, it continuum e gli scarti del ling-uagOo cascelliano, dalle prove giovanili ai dipinti contemporanei.
\par Nel corso dello stesso anno si inaugura ad Ortona la Pinacoteca Comunale intitolata a Nlichele Cascella. Nel 1978, con l'esposizione di oltre cento opere al Castello Sforzesco di Vigevano, prende avvio la sta Oone delle gaud' antologiche dedicate all'artista. Due anni dopo, infatti, l'Accadania d'Arte 'D. Scalabrino' di Montecatini Terme eiassepta it pr Enna 'Vita d'artista 19W', allestendo nel contanpo un 'Omag0.\'b0 a Michele Cascella' con centodue suoi lavori.
\par Nel 1980 gli viene confe\bullet ita dal Comune di Milano la medaglia di benene\bullet etza.
\par 1981.
\par L' Esposizione alla Galleria Civica di Campione d'Italia, introdotta da un partecipato testo di Liana Bortolon, segue l'antoloOca niilanese di Palazzo Reale, the segna la de -mitreconsacrazione di Cascella.
\par Alberico Sala salve nella prenessa al catalogo: 'La voce di Michele Cascella (l'a ccento abx-uzzese, the neppu\bullet e D'Annunzio aveca smar\bullet ito, riagalla) min iporta in matte alcuni ve\bullet si: 'Se incomincio it foglio biaxial (la neve a ltutgo desiata e oa noiosa) scxive\bullet\'b0 tutto Vann\'b0. Comp rometto it sortileOu". La notte di transito, fra it vecchio e it nuovo anno, Nfichele Cascella l'ha colmata di esplosioni di colon, mil\'b0
\par spazio di tut quadro festoso: Fioritura alp estre, una nevicata, i fiori nitidi e leggeni, una nub e atterrata sal ve\bullet de rappreso, fia acque sgelate, soffioni di pallido oro, the it vento di sseminea, maturi per i
\par
\par
\par Oue dipagni di Michele Cawdla pubblioati dal "Corriere della
\par Sera". 1933
\par declivi.
\par 'Si sari subito tentati di verificare sulla tela la data di stesura, per la freschezza e la vigoria, it nitore dell'immagine, la forza del colore. Questa estrema prova afferma l'incorrotta fedelta di Michele Cascella alle radici della sua ante, alle prime indicazioni the suo padre, artista sensibile, gli aveva confidato ancora ragazzo. Non sono teorie estetiche (Cascella ne incontrera ad abundantiam per la sua strada, in tutte le peregrinazioni, Europa e altrove) ma costituiscono, soprattutto oggi, davanti all'ampia messe di lavoro di Cascella, l'unica lente persuasive per comprendere correttamente it suo itinerario, e valutarne le scelte e gli esiti.
\par 'A patto, naturalmente, the intervenga nell'operazione, abbastanza prodigiosa, la personality dell'artista con la capacity di cogliere e fissare la presenza poetica del momento. E' la corrispondenza di quell'estasi delle cose the intitolava un mio soggetto della fine degli anni Sessanta, e the avevo mutuato da Clemente Rebora, uno dei grandi amid di Cascella degli anni milanesi, quando nel cielo ambrosia no brillava la costellazione futuristica, con Marinetti, Russolo, Carry, soprattutto Umberto Boccioni.
\par 'Quetta di Clemente Rebora, it grande poeta religioso lom bard\'b0, e una delle amicizie e frequentazioni che rendono folto e profondo it mond\'b0 culturale di Michele Cascella, poeti, critici, giornalisti, filosofi come Antonio Banfi; alcune, abbastanza sorprendenti. Nella lirica Quassii, di Rebora, si isolano dati assai prossimi al far pittura di Cascella, al suo sentimento del paesaggio' Insomnia, trovandosi vicino agli sperimentatori, Michele Cascella\tab costantemente, ispirato ai poeti, cercando di sorprendere
\par quell'estasi delle cose cosi bene analizzata dal suo amico Rebora; da non confondere con la panicitit, o con l'ebrezza alcionia dell'immaginifico Gabriele, genio della sua terra. Se mai, e possibile rintracciare assonanze frail primo D'annunzio, quello delle novelle, e certi pastelli cascelliani del 1913, come Foce della Pescara: 11 traboccolo Trinity, calico di fromento, salpe alla volta della Dalmazia, verso sera. Navigo lungo il flume tranquillo, fra le paranze di Ortona ancorate in fila' Passando quindi pianamente la foce angusta, usd1 nel mare".
\par Vi Si riscontrano la stessa precisione, quella nitida semplicita. (nell'immaginazione, anzi, manta ogni compiacimento lessicale), che Cascella non avrebbe phi abbandonato'.
\par 1982-1984.
\par Oltre che per le mostre retrospettive di Genova, Roma, Ferrara, l'anno \'ea da ricordare per l'uscita di un sostanzioso volume, edito da Etrusculudens e volto all'analisi di un genere usualmente poco considerato degli esegeti di Cascella: it ritratto. Eppure, dai teneri volti delle sorelle alle Ragazze di Schio, alle dolci immagini della figlia Annussi, l'artista ha sempre rappresentato le persone a lui vicine con la stessa volonta di possesso e di rivelarne l'intima essenza che dimostra di avere quando dipinge un paesaggio o una veduta urbana.
\par E' questo anche il discorso proposto, pagina dopo pagina, da Adriano Spat\'b0la nel saggio che accompagna le opere riprodotte nella monografia. Citando Jung, Propp, Bachelard, Barthes e Levi- Strauss, il critico, muovendo dai quadri di figura e rileggendoli all'interno dell'intera produzione dell'artista, compie infatti una delle pin lucide ed intelligenti disamine della pittura cascelliana.
\par 1985-1988.
\par La mostra antologica di Roma, presso le sale di Castel Sant'Angelo, costituisce un momento importante per l'analisi critica dell'opera dell'artista. E' con questa manifestazione infatti che si inizia la catalogazione delle opere del Maestro e si cerca, per la prima volta, di formulare una documentata cronologia della sua vicenda artistica attraverso i reperti bibliografici.
\par Intanto la pittura di Cascella, tutta ormai condotta sul filo della memoria, declina sempre pin verso esiti che rinviano ad un mond\'b0 onirico, a forme decisamente primitivistiche, quasi simbolicamente arcaiche.
\par E' Paolo Levi, da tempo attento interprete dell'opera cascelliana, a rilegare e motivare, nel catalogo di una delle tante antologiche (Montecarlo, 1988), questa estrema stagione con la complessa storia cascelliana: 'It suo gusto per il frammento, per la natura morta dalle tinte barocche, per gli improvvisi squarci di cielo e di mare, ci dice molto sulle ragioni di una simile oscillazione tra antico e nuovo, tra identity e divenire: it soggetto e per Cascella quasi un pretesto per poter esercitare la propria sensibility che cola, di fronte alla temporalita della natura, pue conservare la percezione del tempo, del mutamento. Questa sensibility esuberante, a tratti quasi febbrile, si traduce nella corposita dei colori e nell'impetuositit del tratto che sono elementi distintivi dell'arte di Cascella; la sua e una pittura
\par d'azione, ricca di una dimensione gestuale pin the segnica e dunque anche la sua temporalitil esula dalla tela per vivere interamente nell'atto, un atto the non ha nulla degli automatismi delle avanguardie, ma a un autocontrollo, coscienza del contorno. L'opera di Cascella \'e9 inscindibile da questo rapporto intimo the intrattiene con l'emozione, con l'istante irripetibile di cui e documento. E questo istante \'e9 ante, miracolosa coincidenza di abilitit e intuizione, di sapienza e fantasia. Michele Cascella sem bra abbia la capacitil di riprodurre a piacere tali evanescenti equilibri, e questo e it suo grande traguardo, come artists e come uomo'.
\par 1989.
\par Muore a Milano it 29 agosto.
\par 1908.
\par "Il pubblico torinese accorre - scrive "l'Illustrazione italiana" - numeroso in alcune sale anguste e oscure sopra it Caffe Ligure in faccia alla stazione di Porta Nuova, adattate per la circostanza, ove i ragazzi pittori Tommaso e Michele Cascella, incoraggiati dal successo ottenuto a Milano nell'inverno scorso alla Famiglia Artistica, espongono 84 studi ad olio e a pastello che destano generale meraviglia ed ammirazione."
\par 1909-1914.
\par "Due piccoli prodigi" Tommaso e Michele Cascella hanno appena inaugurato at 20 di rue Royale, presso Druet, una mostra dei Toro lavori plena d'interesse." Nell'informare i lettori di "Le Temps" del 10 aprile 1909, Thiebault-Sisson sem bra far eco alle nostre analisi di poco sopra: "Ci sono nelle Toro interpretazioni della natura degli impressionisti doni di visionari, e i loro paesaggi tormentati di piano o di montagna, di mare o di terre desolate e selvagge, evocano i ricordi combinati di Gustave Dore e dei nostri primi simbolisti."
\par In una recensione apparsa su "L'Humanite" del 6 aprile\'84/kmilcare Cipriani rivela la presenza in mostra di ben "157 quadri che rivaleggiano in bellezza e che hanno l'impronta del genio", e pone l'accento sull'importanza del padre per la formazione dei due artisti: "Grande pittore egli stesso, ha sacrificato quel che nessun uomo sacrifica, la gloria, per votarsi anima e corpo all'educazione di due fanciulli e i due fanciulli-prodigio hanno superlativamente risposto agli sforzi giganteschi e possenti del padre titano. Egli e guida, consigliere, alnico" egli e stato professore severo, avendo la forza di sfidare it Toro dispiacere, stracciando senza pieta i disegni mediocri, quando tornavano della boscaglia, dalla foresta, della montagna, dal mare, dalla campagna, dai bagni, dai pascoli".
\par Michele espone Palm\'b0 seguente all'importante Salon d'Automne, dove le opere di Metzinger, Gleizes e Le Fauconnier figurano, anche se casualmente, una accanto all'altra, cosicche pubblico e critica finiscono per accorgersi delle Toro affinity linguistiche e, quindi, del diffondersi dell'esperienza cubists. Certo it Cubismo, the e un movimento di rigore cartesiano, non pile interessare it giovane Cascella, artisticamente legato at valore dell'emozione. Inoltre, non abbiamo notizie relative ad una sua eventuate andata a Parigi, Ile per questa occasione, ne per la precedente, e non sappiamo come giustificare le origini di certe su conoscenze della pittura francese di fine secolo cosi evidenti in diversi suoi paesaggi. I rapporti con Milano, sempre pin frequenti tanto the allestisce, ancora con Tommaso, un'altra rassegna alla Famiglia Artistica, possono essere allora la chiave di volta per interpretare questa sua stagione. Anche se fondamentalmente legato alla tradizione, ad una concezione dell'arte come impegnativo tavoro di bottega, Michele \'e9 pin attento del fratello alle esperienze che to circondano. Questo discorso contrasts apertamente con tutta quella critica che, per ignoranza o per superficiality, vuole Cascella isolato net borgo natio e intento a imparare it iuestiere alla sofa scuola del padre. Si dimentica, net sostenere questa tesi, che Basilio aveva a suo tempo compiuto atcuni viaggi a Parigi e vissuto per tunghi periodi a Milano stringendo anche amicizia con Medardo Rosso. Se, come sappiamo, it padre assume un ruolo determinante nette scelte del figlio, non si comprende per quale ragione egli non abbia dovuto fornirgti pure questo genere di aperture.
\par Tra it 1909 e it 1910 Michele realizza, quindi non a caso, alcune prove di sapore tardo-divisionista, ispirandosi chiaramente a modetli di ambito milanese, senza subirne perO gli influssi di segno sociale. In particolare, impiega It linguaggio divisionista net dipinti a olio, ora realizzati con maggiore frequenza, guardando soprattutto a un ambito famitiare, anzich\'ea at paesaggio, e distribuendo pennellate brevi e corpose che strutturano votumi, segnano spessori materiel e una certa continuita cromatica fra le stesure delle figure dipinte e quelle dello sfondo. Recensendo net 1911 la mostra di Tommaso e Michele at Teatro Nazionale di Roma sulle pagine della rivista "Zeischrift fur Bildende Kunst", Curt Bauer mette in rilievo soprattutto la forza cotoristica delle opere: "Non ho mai visto nessuno trattare it bianco con cosi delicate sfumature e tanta forza come Michele. I suoi paesaggi sotto la neve sono delle vere e proprie sinfonie sut bianco. Si crede di vedere sottanto del bianco, ma guardando megtio ci si accorge che a questo bianco si mescota tutta una gamma di colon: rosso, verde, giallo, azzurro, grigio. Dapprim a t'osservatore immagina una squallida monotonia, ma p01 si accorge che, quando pin si affonda nella desotazione della montagna, ci si trova davanti a un saggio di infinite
\par xariazioni".
\par Durante i suoi sogOorni a Milano Michele conosce Bo ccioni e Marinetti, ma l'ideolo0a futurista anch' essa lontana dal mondo cascelliano trattandosi di una ideolo0a urbana, legata doe. alla civilta industriale, maitre Cascella Cancan inune\bullet so in una profonda consonanza con la natures.
\par Nel 1912 a press to con tre op ere (Ritorno dalle Onestre, Sera sul Pescara e Il mattino) alla Mostra di pitture a pastello a cqueforti e monotipo e con altxi tre pastelli (Primavera, Fanciulla the comp one le rose e Primavera) alla Mostra =male di Belle Arti. Entramb e le manifes-tazioni si tengono presso il Palazzo della Pexinanente di Milano.
\par Dal "Giornale d'Italia" del 14 settembre 3913, pubblicato a Buenos Aires, apprendiamo the Michele e Tonunaso "hanno esposto una se\bullet ie di pastelli e quadri ad olio a San Paulo del Brasile ottenendo un magnifica successo. E' stata una mostra d'avanguardia per l'Amexica del Sud, avaido i du e artisti intenzione di recarsianchenella Repubb Ilea Argentina". Luigi Autumn', estaksore dell'articolo, per evidenziarel'importanza attxibuita all' event\'b0, ricorda the "lo stesso Presidente dello stato di San Paulo, il\tab Altino Arantes, il deputato dottor Freitas Valle, il direttore del Oornale 'L' Es-ta do de
\par San Paulo' dottor Nestor Pestana e tutte le notabilita. della fiorente Repubblica diede\bullet o una pram di simpatia verso 1' Italia nell'onorare questi due figli the ham\'b0 p ox-tato oltre Ocean\'b0 l'eterno sorxi so innumerevole dell'arte nostra". Sappiamo the all'inaugurazione della most a presenzie il solo Tonunaso, ma non siamo a conoscenza se effetthamente l'esposizione sia poi stata allestita anch e in Argentina.
\par Recenti tic er ch e di Fabio Magalh5. es hanno pox-tato ad individuare chelo spazio espositivo della rassegna paulista si trovava in x-ua Saobento SS e chenel corso della manifestazione, accompagnata da numerosi articoli della stampa brasiliana, furono vendute una trentina di opere, due dale quali, una di Michele ed una di Tonunaso, vernier\'b0 a cqui state dalla lo cale Pinacoteca do Estado.
\par 1915-1918.
\par Michele Cascella parte per il fronte, dove ottiene il permesso di disepare e dipingere. Non ripr\tab e
\par pat solo scene legate all'evento bac\'b0, ma aggiunge queste al suo consueto rep\bullet torio. Certo schizza con colpi sicuri ritratti di soldati in txincea, a volte\tab dipinge i monti innevati con file ne\bullet e di
\par militari anonimi, comp one i notissimi e bellissimi Soldati russi. Ma, ugualmente, c \'b0die tranquilli angoli di paesaggio, ciascuno des quali rappresenta una pagina di diaxio dei suoi spos-ta.menti bingo i toilful bell' ci, rPnlizza dipinti di Boni con calliaafia orientaleaciante, magari aggiungendovi il ve\bullet de fazzoletto des militari, oppure traccia, nell'ultimo anno di guerra, a Still\'b0, malinconiche figure di ragazze sole.
\par Alcune delle opere con rappresentazioni della Prima Guerra Mondiale sono attualmente consenate al
\par
\par
\par ROMP 1h\tab\'b0Ag2.0 10-25
\par f5ooSItiont\tab t Et Airs
\par TomPAA10\tab LII.A1
\par TEATRO AA: cP:iti:
\par \bullet
\par \bullet iNVITC)
\par In\bullet Ato pu una most ra personale di tAchele e Tomrreso Czecella
\par a Roma. 1911
\par Tommaso e Michele Caorella (con Carlo Morgarid centro). in
\par occadone della prima reOftra personale a Torino. 1903
\par Muse\'b0 del Risorgimento e Civiche Raccolte Storiche di Milano.
\par 1919-1924.
\par Nel 1922 presenta Rincontro autunnale, l'anno seguente Paese d'Abruzzo e due anni dopo Spiaggia di Ortona a Mare, alle Esposizioni Nazionali d'Arte organizzate della Accademia di Brera ed allestite presso it Palazzo della Permanente di Milano. In questa difficile fase postbellica, durante la quale Michele decide di prendere definitive residenza a Milano, e it 1924 a segnare un momento particolare nella sua vicenda artistica: dopo aver superato per la prima volta it giudizio della giuria, un suo acquerello, Il convento di Guardiagrele, viene ammesso alla Biennale di Venezia ed esposto in una sala del Padiglione centrale, nella "mostra degli acquerellisti". Da un comunicato dell'ufficio vendite dell'Ente veneziano, l'opera risulta venduta, nel corso della manifestazione, ad un anonimo collezionista per la somma di millesettecento lire. E' it momento in cui l'esposizione veneziana assegna, fra tanti altri oggi poco ricordati artisti, sale personali a Spadini, Casorati, Oppi e Vateri; in cui viene allestita la rassegna dei Sei pittori italiani del '900 presentata da Margherita Sarfatti; in cui si tengono, presso it padiglione francese, mostre di Degas, Renoir, Rodin e Signac, con la presenza di dipinti di Bernard, Bonnard, Marquet e Vallonton.
\par Una riproduzione dell'opera presentata da Cascella a Venezia, e della quale non e rim asta altra traccia, compare sul numero di novembre dello stesso 1924 della rivista 'Le Arti Decorative'. Essa illustra un articolo dell'amico Titta Rosa, it quale, dopo avere evidenziato come l'artista si trovi nel 'suo periodo fake', affronta, in sintonia con it carattere del periodic\'b0, soprattutto l'attivita di ceramists di Cascella, senza tuttavia rinunciare a prendere in esame la sua produzione di dipinti. Della 'scrittura' pittorica cascelliana parla Vincenzo Bucci, recensendo, sulle pagine del 'Corriere della Sera' (10 febbraio 1924) la personale allestita presso le sale della rivista\tab da parecchio tempo it
\par giovine pittore abruzzese andava coltivando un suo genere di disegni contornati a penny e tinteggiati con tenui colori ad acquerello, che rispecchiavano in forme caratteristiche it suo gusto leggiadramente decorativo e la schietta ingenuity del suo sentire. Comincie da soldato, negli anni di guerra. Servendosi dei mezzi rudimentali che gli uffici del suo reparto gli fornivano - carta burocratica e inchiostri colorati - egli componeva vaghi intrecci di fiori, con uno spirit\'b0 minuzioso e gentile da pittura floreale giapponese. In questo genere it Cascella ha poi sempre persistito, raffinando la tecnica, allargando i soggetti dai fiori ai paesaggi; e i disegni che ora espone sono appunto di paese. Vedute di Merano, della Valle di Schio, e in maggior numero vedute d'Abruzzo, popolate spesso di macchiette, rese con un senso quasi primitivo - ma esente da esagerazioni di maniera - delle cose e della natura. Una vaga poesia da presepe, anima scene campestri, i villaggi inerpicati sulla montagna, gli episodi pastorali e agresti che danno ai suoi paesaggi minuti e descrittivi non so che grazioso sapore fanciullesco. E l'occhio si posa volentieri su questi disegni, condotti con tanto amore e con tanta freschezza di sentimento'.
\par Nel corso dello stesso 1924 ottiene una sala alla Mostra di guerra, allestita alla Villa Reale di Monza e dedicata agli artisti che hanno dipinto o disegnato avvenimenti della Prima Guerra Mondiale.
\par 1925-1926.
\par 'L'esposizione che Michele Cascella ha aperto sere addietro nelle sale della 'Galleria Pesaro' non mancherit di suscitare un forte interesse nel pubblico, sia perch& riassume magnificamente
\par decennale del pittore abruzzese, sia perch& questa manifestazione pue con buona ragione considerarsi la very e prima affermazione della sua distinta individuality artistica.' Cosi inizia la recensione di Carlo Carry su 'L'Ambrosiano' del 28 dicembre.
\par Dopo aver posto l'accento sul fatto che Michele si presenta da solo a questo appuntamento alla Galleria Pesaro - ma 'per ognuno viene it momento di muoversi per se stesso' - Carry cerca di definire caratteri specifici del temperamento dell'artista'.
\par 'Dal naturalismo aneddotico, per esempio, e piuttosto leggero d'una volta, dove le forme prendevano soltanto sentimentalmente gli aspetti delle cose e tutto naufragava in una descrizione meticolosa, si passa at periodo pin recente, improntato ad un vigore tonale dove it tormento di dominare la realty \'e9 pin evidente.
\par Vi e qui una serie di esperienze che la critica intelligente e disinteressata dew chiarire at pubblico desioso di comprendere ed equamente apprezzare.
\par 'L'essersi egli indugiato pet-6 con particolare preferenza sugli aspetti del suo Abruzzo, none da attribuirsi ad una scelta volontaria. Cie dipende dall'aver it Cascella seguito con occhio e con intelletto
\par la vita quale gli si andava svolgendo intorno da fanciullo. Era l'invito che gli porgeva it destino.
\par quale destino, avendogli mess\'b0 d'attorno un paesaggio meraviglioso, egli sentiva the doveva indagarlo come meglio poteva con gli strumenti d'arte the la passione e 11 caso gli avevano posts alla mano.
\par 'E' un sentimentale Forse. Quello the e certo gli e the Michele Cascella per molto tempo pose a base della sua pittura la dolcezza e la soavita. Ma egli non pun essere confuso con gli esteti e i decadenti.
\par lendo essere pin precisi ci si potrebbe esprimere cosi: Michele Cascella ha un'indole romantica che tende a un ordine che \'ea prevalentemente, se non essenzialmente naturalistico.
\par A tal proposito non sari neanche fuori luogo aggiungere che la pittura di Michele Cascella, che sempre stata libera e spontanea, ora testa di racchiudere un impeto brio) che ci a concesso di gustare raramente nelle sue esposizioni che in questi giorni andiamo visitando.
\par 'In questo suo nuovo orientamento Michele Cascella rimane se stesso e non ha niente a che fare con quei pittori, i quali dalle pin deplorevoli formule accademiche si precipitarono d'un balzo nel pin sfrenato libertinaggio avanguardista. Michele Cascella non poteva sfuggire alle nuove necessity estetiche che consistono soprattutto nella certezza che per fare della buona pittura bisogna prima di ogni cosa sentire la corposita e la robustezza della materia tonale. Anch'egli doveva non poco sentirsi a disagio con le visioni evanescenti del suo primiero impressionism\'b0 sentimentale, che doveva sentire che per la strada del suo generico primitivism\'b0 descrittivo e aneddotico d'un tempo, non c'era gran che da scoprire. Egli \'ea ormai, alla guisa di tutti gli artisti d'oggi, consapevoli delle nuove direttive dello spirito dell'epoca che va maturando, avido di certezze. Ed \'e9 questa coerenza, intima, valutabile in tanta apparente diversity, che coordina gli elementi vitali d'un tempo con le forme delle sue pin recenti pitture.'
\par Dopo questo intervento Carry, che difende strenuamente in questo periodo it lavoro di Cascella, ritenendo le opzioni linguistiche primitiviste dell'abruzzese, sostenute da continui riferimenti alla tradizione, un punto di comunanza con il proprio discorso pittorico, Carry, dicevamo, introduce la prima monogr afi a dedicat a a Michele.
\par Appare curioso come egli esordisca insistendo su di una verita estremamente ancora attuale, ovvero che 'per molti (Cascella) a un pittore mal capito, al punto che su di lui la stessa critica italiana ha, si pun ben dirlo, una conoscenza del tutto o in gran parte errata'. Dopo aver sottolineato che nostri critici d'arte sono in verita come quegli uomini che pensano una volta per sempre ai problemi dell'intelletto e formulato un concetto su di un artista ad esso si mantengono stretti per tutta la vita', Carry ritrova, nel 'caso di Michele Cascella', un 'motivo per insorgere contro un modo o un sistema 'profondamente nocivo agli interessi stessi dell'arte' volendo definire it valore pittorico di un artista occorre cercarlo nelle sue opere e non, come s'usa oggidi, in quelle superstizioni teoretiche che, simili a fantocci trascendentali, nulla dicono, nulla aggiungono e nulla tolgono alla sostanza dei fatti'.
\par La caratteristica di Cascella, secondo Carry, consiste nel riuscire 'a infondere alle sue pitture un sentimento poetico che anche chi none artista di professione ha certamente vissuto e goduto dentro suo spirito nei momenti della contemplazione. Percie si potrebbe dire che tutto lo sforzo e tutto torment\'b0 del nostro artista vanno ricercati in questo senso e in questa direzione'. Inoltre 'Michele Cascella dipinge quasi sempre dal vero e questo va notato, vuoi perche oggi \'e9 di moda esularsi della natura, vuoi perch& it metodo, differentemente da quanto si crede, non \'ea il pin facile e soltanto chi sicuro delle sue intuizioni pue tentarlo con qualche reale profitto'. Ma l'artista, nelle sue opere, non si limita a rappresentare 11 vero: 'Fra i molti suoi dipinti, in non pochi son\'b0 rivelati gli aspetti fantastici che assume la realty nei momenti pin squisiti e pin tipici del pathos estetico: e cie perch& 11 pittore cerca d'infondere ai motivi naturalistici tutta quella vita genuinamente vissuta dentro al suo animo, alla guisa dei nostri pittori primitivi. Per cui, se la caratteristica delle sue opere sembra a primo acchito 11 senso della natura oggettiva, la Toro espressione intima vuole essere di un ordine essenzialmente soggettivo e lirico'.
\par Sulla mostra alla Galleria Pesaro, allora fra i piu importanti luoghi espositivi di Milano, interviene anche Raffaello Giolli (in 'La Sera', 5 gennaio 1926), il quale concorda con Carry nel riconoscere alle pitture di Cascella una maggiore solidity strutturale, ma ne individua un'altra matrice: 'Ha imparato anch'egli la lezione che si usa dire Cezanne, e che e la lezione della gravity, la pin importante lezione - della gravity nella liberty - della coscienza moderna. N\'ea questo suo atteggiamento e contraddittorio spiritualmente col prim\'b0, anche se ve ne sembrano contrastanti le espressioni pittoriche, perch& quella linen sottile e questo tono costruttivo son per Cascella sempre nella stessa funzione: di rendersi una coscienza della forma. Soltanto it suo ragionare d'oggi e pin saldo e pin vivo. I suoi grandi quadri ora esposti sono i suoi pin robusti e interessanti esami di coscienza'.
\par All' edizione del 1926 della Siennale di Venezia, culturalmente pin ricca della precedente consida\bullet ndo la Mostra dei Futuxisti e le rassegie, allestitenei vari pa die' on', di S chiele, Kokoschka, Dix, En sor, Pe\bullet meke, Dufy, Matisse e Utrillo, Castello. esp one tre op ere gli acquerelli Gran Sasso e Mattutino, nella sala n. 22 dove sono presenti dipinti di Donghi, Costetti e Cadorin, e Veduta di Guardiagele, nella sala 28 (xiprodotto nel catalogo della mostra, tay. 132).
\par Una lette\bullet a dell' Istituzione veneziana, datata 26 Oug-no 1926, ixtfonna l'artista the Mattutino a stato acquistato da 'S. M. il Re'.
\par 1927.
\par Nell'aprilel'artista allestiste una personalealla Galle\bullet ia Bra gaglia e Vincenzo Costantini definisce (in 'Roma Fascist', 9 aprile 1927) la sua pittuna an ora isquisitaxnentere0onale' ed imp ossibile da decifre, con it fratello Tonunaso, adi 'Amici dell'Arte' di Piacenza, citta nella qualerealizza cinque
\par op ere lungo le rive del Po. 'Qualche vendita di opere a gia stata conclusa - salve il quotidian\'b0 locale
\par ' Lib alas - specie p e\bullet quadri di Michele Castello., come L'ulivo per la Galle\bullet ia d'Arte Ric ci-0 ddi e La sera a Guar diagrele al Commie di Piacenza; opere significative per espressione e alto senso di poesia'. II suo dipinto Pineta a Pescara presentato all'Esposizione Nazionale d'Arte del 1927, viaie acquistato per L.18.000 dall'AmministrazioneProvinciale di Milano.
\par 1928-1930.
\par Este la seconda monografia dedicata a Cascella. Nella prefazione Titta Rosa tractia tin partecipato e scanzonato ritratto\tab maitre Vincenzo Costantini, nel suo testo introduttivo, siallinea su
\par tut\'b0 dei due versanti, contrapposti, in cui appare divisa la critica degli anti Venti a proposito di Castella, incerta In i richiami all'antichita euna lettura dell'artista quale interprete della modernita, fra tin sinter\'b0 e ingenue primitivism\'b0 el'individuazione di tin solido implant\'b0 stivtturalein grado di confox-tare la semplicita dell' espressione: one: '11,lichele Castello. distalde' dalla tradizione contemporanea in quanta la sua arte si esprime in virtu della pura ispirazione. La sua pittuna ha infatti tutti i caratteri dello stato d'animo prop ai primitivi: ingenuita dell'interpretazione, dal the derma Pimp ossib Oita
\par dell'artis-ta ad \'b0pi appr \'b0Condiment\'b0 descxittivo;\tab poverta female; l'assenza
\par dell'investigazi one; il modo di lavorare con freschezza d'impeto e senza preconcetti e sforzi cerebrali; la gentilezza e delicatezza della colorazione; la capacity di porsi al cospetto della natura con semplicita sottomessa.
\par Tali \\inn artistiche, condotte sul text en o morale, hanno tutte le carattexistiche propriealle tendextze mistiche, tipicheappunto al tempo dei pximitivi. E se al Cascella manta quella rappresentazione religiosa the invete fu perennemente svolta, per condizioni storiche, dai maestri del Trecento, come questi egli ha la sixteenth. e direi la castita intrinseca nella mate\bullet ia pittorica, nel suo speciale stile- se di stile si put') parlare - iH quel suo modo quasi infantile di compr en dere la natura'.
\par L'artista partecipa alla Biatnale di Venezia con l'op at Nfilano. Viale Pranuda, oltre the con tre acquerelli non altnmenti indicati, ma the, forseug-ualmente, rappresentano vedutemilanesi, essendo la citt\'e0 lombarda tra i soggetti prefexiti dall'artista a questa data.
\par XVII. Esposit
\par SALE \bullet I S1\tab IOSAI I
\par DAR1 MINI./IA 10104111
\par , arbi4i;elenLatuolt.1
\par ?
\par 48\tab &L.--
\par .244.es
\par Tessera di riconoscirnento di Michele Cascella per la
\par 8iennale di Venezia. 1930
\par
\par Tr\tab ? rts....akt\bullet
\par
\par A
\par i twit\'b0 per un'esposizione di Tornrnaso e Michele Cascella.
\par 1907
\par IIl una intervista rilasciata a 'La Fiera Letteraria', Cascella iuotiva questo suo nuovo interesse per la dimensione urbana: 'To dipingo col prim\'b0 sole, quando la gente mattiniera va at lavoro. La mattina ml place; c'\'e9 nell'aria un'altra vibrazione, un altro colore. Anche le cose hanno un altro carattere. Allora si vede pin lontano; le prospettive sono pin nitide, pin definite' Gli aspetti della citta moderna, e specialmente di questa Milano the \'ea ormai la mia patria d'elezione, mi attraevano da molto tempo, ma ml sono provato a dipingerli solo da qualche anno. E di Milano non ml piacciano solo le grandi arterie col loro ordinato tumulto di traffico, ma anche certe vie e certe piazze dove pare the la modernity si riposi e si metta a sognare'
\par Quando feci questo quadro (Via Orefici) non sapevo da che parte cominciare. Sto a guardar la folla, le carrozze, i tram dall'alto di un balcone. Mi sentivo addosso una febbre, quasi uno sgomento. Mi capita sempre cosi quando mi trovo dinanzi a una cosa difficile. Allora fo appello alle forze istintive, comincio a disegnare i piani, ml richiamo costantemente a un centro, a un punto fermo, fin quando da quel
\par centro non ho scoperto tutto 11 movimento. Allora diventa un piacere popolar la Lela di figure, sorprendere it bagliore d'un colore, un bianco, un rosso, un giallo. Questo\tab avvenuto specialmente
\par con questo quadro, in cui avevo davanti un movimento che si rinnovava di continuo. Vedi quel
\par E' it punto fermo del quadro'.
\par E di seguito l'artista precisa: 'Io non ho predilezioni. Mi place tutto cie che mi da un'emozione viva, un campo di papaveri, un vecchio olivo contorto e la grande citty, i suoi ingorghi, le sue autostrade. Non ho preconcetti, ne di scuole ne di tecniche. E la pittura mi fascia indifferente. Dietro gli aspetti delle cose io vado cercando la vita di un sentimento che le possa vivificare dall'intimo. Quando ho trovato, dipingo: acquerelli, pastelli e quadri a olio. Se ti devo dire una cosa a cui tendo \'ea questa: arrivare a una fusione della pittura e dell'acquerello. I quadri milanesi questo vorrebbero realizzare'.
\par Presenta alcune di queste opere, con altre delle consuete tematiche, alla Galleria Pesaro nel febbraio del 1929, assieme at padre Basilio the espone, invece, un gruppo di maioliche, e alla Galleria Valle di Genova nel marzo successivo.
\par La mostra alla Beaux Arts Gallery di Londra, inaugurata dall'Ambasciatore italiano, come precisano le cronache del tempo, costituisce l'inizio di una presenza del Nostro sutto scenario internazionate, presenza che trova ulteriori riscontri net corso dett'anno successivo, il 1930, con la personale di Parigi. Cascella si adopera sempre pin all'acquerello e la tecnica gli consente di strutturare l'immagine con i soli tratti linguistici di un disegno a china ridotto all'essenzialita e di affidare, invece, at colore l'evocazione lirica delle vedute di locality italiane che divengono it suo nuovo leit-motiv.
\par Ventotto dipinti di questo genere compongono per l'appunto la mostra parigina da George Petit. Il successo in campo europeo si ripercuote anche sulfa sua partecipazione alla XVII Biennale di
\par Venezia, dove viene invitato ad esporre sei opere: Ritratto di Sabatino Lopez, nella sala 4 (acquistato nel 1932 alla Galleria Milano dalla Society degli Autori), Apparizione nell'aranceto, Carrara, Forte del Marini, Pietrasanta e Milano. Porta Romana, invece, nella sala 35. La nota e viotenta discussione con Ugo Ojetti, i1 giorno dell'inaugurazione, procura a Cascella, oltre ad una notte in guarding e at pagamento del danni arrecati, anche da parte della direzione della Biennale, 'Una sospensione dall'ingresso per la durata di un mese'.
\par Buona parte dei quotidiani riportano l'episodio con un campionario di titoli che va dall"Incresciosa scenata' at 'Disgustoso incidente'.
\par Un articolo, uscito sulla 'Gazzetta del Popolo' del 16 aprile per la personale alla Galleria Codebe di Torino, riconduce comunque la discussione\tab culturale di Cascella, che '\'ea rimasto un pittore
\par di fisionomia tipicainente ottocentesca e italiana: e se in certe tele urbane pue ricordare certe spigliatezze macchiettistiche e certe ariose giustapposizioni alla Leto, per l'accortezza e per la grazia con le quali interprets l'ora, it tempo e la stagione dei quadri dipinti sul Verbano e nei dintorni di Siena e di Venezia, seinbra parente di qualche Lombardo fainoso'.
\par 1931-1933.
\par In occasione della mostra alla Galleria 23 di Parigi, to Stato francese acquista l'opera Abruzzi. L'alba at convento per la somm a di 2.500 franchi, destinandola at Musee Jeu-de-Paume, allora riservato ai dipinti di scuola pittorica straniera appartenenti alla Galleria Nazionale del Luxenbourg. Una lettera del 31 ottobre 1962, firmata dal Conservateur du Musee National d'Art Moderne, Bernard Dorival, conferma la presenza dell'opera presso le collezioni di questa istituzione museale.
\par Tra i ventotto dipinti che compongono la personale alla Bastford Gallery di Londra, l'architetto Alfred C. Bossom sceglie, ed acquista, tre opere, facendo dono dell'acquerello L'entrata at villaggio at
\par Victoria and Albert Museum e degli altri due non identificati, at Fascio di Londra. La stampa, sia italiana the inglese, dedica largo spazio all'avvenimento, ma quasi tutti gli interventi non oltrepassano i confini della Pura cronaca. Lo stesso discorso vale per la rassegna alla Galerie de la Tolson d'Or di Bruxelles e dobbiamo, di conseguenza conferm are quanto sostenuto, gi\'e0 qualche anno prima, da Carry: a un evidente successo delle esposizioni di Cascella non corrisponde un'altrettanto lucida e attenta analisi critica del suo lavoro. Del recto, neppure conosciamo da alcuna fonte quali siano le frequentazioni di Cascella durante questi soggiorni a Parigi, Londra e Bruxelles, quali mostre abbia potuto visitare e quali artisti lo abbiano, eventualmente, interessato.
\par Il Minister\'b0 belga delle Scienze e delle Arti, intanto, gli comunica, con lettera datata 4 giugno 1931, l'acquisto dell'opera Sera a Montecatini per la comma di 7.000 franchi. La felice annata, durante la quale l'artista partecipa alla I Quadriennale di Roma, con Paese antico e Caserm a borbonica a Pescara, si conclude con l'ottantina di quadri esposti nelle sale della Camerata degli Artisti di Roma. La rassegna si pone, in un certo senso, come un consuntivo degli ultimi anni di attivitii dell'artista, sia per la varieta dei soggetti the delle tecniche impiegate.
\par Il quadro L'autostrada, esposto nella mostra alla 'Camerata', entry a far parte, ancora per donazione di Bossom, della Galleria Mussolini, l'attuale Galleria Comunale Arte Modena di Roma.
\par Sulla contrapposizione fra pittura ad olio ed acquerello, sollevata da diversi critici, ritorna Patin\'b0 seguente Ernesto N. Rogers parlando della mostra alla Galleria Milano: 'Occorre subito avvertire Cascella pittore a lontano da Cascella acquerellista almeno quanto un mediocre acquerellista e lontano dal secondo. Questo si dice non per mettere nell'intimo dell'artista un dissidio e far si the la mono destra s'inimichi la sinistra, ma perch& abbiamo visto 11 solito pubblico far d'ogni sorta un fascio come fosse tutto di fiori di serra e s'e raccolto qualche erbaggio fra i petali profumati. Gli acquerelli di Cascella sono, se si vuole, manierati, ma se si osservi ciascuno nell'ambito della propria cornice e della propria aura di ispirazione, non si puel non ammirare it segno impressionisticamente espressivo, la delicata intonazione, come di tramonto autunnale di certi paesaggi e l'acume con cui e colto, nelle vedute, it carattere dominante L'ambiente, dunque, e colto, l'aneddoto e narrato con piacevolezza, con spontanea sintesi da uno spirit\'b0 attento e intelligente the fonde con Sapienza it segno incisivo della penny alla fluidity trasparente dei colori'. Carry su 'L'Ambrosiano' sostiene che Cascella 'appartiene per cosi dire al tipo degli artisti erranti, i quali hanno piu degli altri vivo il bisogno della variety dei motivi paesistici per accendersi. Viaggiatore di buona gamba, 11 Cascella ama infatti ritrarre la vita delle citty e dei villaggi nei suoi vats aspetti. Ne segue che l'improvvisazione e spesso la parte essenziale di questi lavori, it cui merito maggiore va appunto ricercato negli elementi di immediatezza rappresentativa'.
\par Nel frattempo, Roma. Via Aurelia va ad arricchire, per 500 franchi, le raccolte della Galleria Nazionale del Luxenbourg. Quest'opera appartiene ad una serie di vedute, dedicate agli aspetti contemporanei della Roma archeologica e realizzate fra il 1931 e il 1932, che Cascella espone sia alla Galerie Bernheim Jenne di Parigi, sia alla Biennale di Venezia, dove \'ea presente, su invito, con cinque acquerelli nella sala 23: Foro Traiano, Foro Traiano piovoso, Via Appia (venduto ad un non meglio identificato Avvocato Pozzi), S. Pietro (riprodotto nel catalogo della mostra, tay. 15, e acquistato dally Signora Alice Garret per 2.500 lire) e Via del Foro Traiano ('venduto at Barone on. Sardi', secondo una lettera del 13 luglio).
\par Ugo Ojetti scrive sul 'Corriere della Sera' che 'Michele Cascella, nei suoi grandiosi acquerelli roman? e pin scritto ed attento, ma non pin espressivo', mentre 'L'Ambrosiano' pubblica una riproduzione di Foro Traiano accanto a opere di De Pisis, Severini, Salietti, Magnelli.
\par E' comunque proprio questa continua produzione di vedute che sollecita it direttore del 'Corriere della Sera', Aldo Borelli, ad invitare, nel 1933, l'artista a fornire la sua collaborazione al giornale con disegni di note locality italiane per un compenso mensile di trecento lire. Poco prima, per restituire Questo clima di ricerca, la 'Gazzetta del Popolo' aveva puntualmente e in modo efficace, intitolato la recensione della mostra alla Galleria Guglielmi di Torino Michele Cascella vedutista. L'estensore dell'articolo rimpiangeva felici o meno felici errori giovanili' delle opere cascelliane di un tempo e la loro 'quasi vernacola ingenuitiV, ma ritrovava segreto dell'arte di Cascella' nella sua capacit\'e1 di trasfigurare il reale al punto che 'le cittA pin note e le spiagge piu frequentate, le vediamo come se le visitassimo per la prima volta'.
\par Nell'autunno dello stesso 1933 e presente con sei opere alla Esposizione Sociale della Societa per le Belle Anti ed Esposizione Permanente di Milano.
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