Michele Cascella - Opere 1907-1987   (Pagine 16 )      Fonte : Buenos Aires 2000 - Museo Nacional de Bellas Artes

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}} \viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 MUSED NACIONAL DE BELLAS ARTES \par MICHELE CASCELLA \par Opere 1907/1987 \par Mostra: Michele Cascella. Opere 1907/1987 \par Luogo: Buenos Aires, Museo Nacional de Bellas Artes Inaugurazione: 4 ottobre 2000, ore 18,30 \par Durata: dal 5 ottobre al 5 novembre 2000 \par Orario: Martedi/Domenica dalle 9 aIle 18,00 \par Catalogo: Torcular, Milano \par COMUNICATO STAMPA \par Dopo essere stata ospitata, all'interno del progetto Arte italiana nel mondo promosso dalla Torcular, presso it Museu Nacional de Belas Artes di Rio de Janeiro e al Memorial da America Latina, Galeria Marta Traba di San Paolo, si a inauqurata 4 ottobre alle ore 18,30, presso it Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires la mostra di dipinti di Michele Cascella - Opere 1907/1987. \par Questa mostra, realizzata grazie alla partecipazione dei Ministeri degli Esteri di Argentina ed Italia, presenta, attraverso settanta opere eseguite fra 1907 e 1987, l'intero iter creativo dell'Artista. Si tratta di un ritorno perche proprio in Sudamerica, durante gli anni '10, Michele Cascella, con il fratello Tommaso, ha iniziato ad allestire le sue prime mostre personali fuori dai confini nazionali segnando l'avvio di una felice avventura artistica che lo avrebbe condotto a lavorare ed esporre in varie parti del mondo. \par "lo racconto. E che altro dovrebbe, se no, fare un artista? L'artista racconta. Sempre. E guai all'artista che non racconta. Mah? E' poi artista chi non sappia raccontare? Oggi i raffinati dicono tutto it contrario; ma io -che come 6 noto- sono un primitivo, io non ci credo e credo anzi che l'artista, che it poeta insomma, deve raccontare. Altrimenti non 6 un artista, a un sordomuto. \par I motivi propri dell'ambiente, gli stati d'animo, le particolari osservazioni e persino i suoni e gli odori, si tramutano e danno un'atmosfera che oggi -mi sembra- a tutto colore, colore e luce." \par Cosi scriveva Michele Cascella circa quarant'anni fa nel pieno del fervente dibattito artistico del tempo, opponendosi alle avanguardie ed enunciando la poetica cui rimasto fedele per tutta la sua lunga, esaltante, feconda esperienza artistica. La sua pittura si distingue infatti per la gioiosa vitality che comunica e per la sempre felice semplicith espressiva che tocca tutte le corde dei sentiments. Ed 6 il colore -un colore solare, intriso di luce, puro- che si fa portatore sulla tela, con candida naturalezza, di questa carica vitale. Fu il padre Basilio, durante l'apprendistato nei primi anni del secolo, ad insegnare a Michele Cascella a "pittare" l'aria, a prendere la natura come continuo modello, a tradurre sulla tela ogni "piccola sensazione" della realty naturale. \par Nato a Ortona (Chieti) nel 1892, Cascella iniziO difatti giovanissimo a dipingere e giA nel 1907 espose a Milano presso la Famiglia Artistica. II pastello, che seppe utilizzare con incredibili ed inimitabili virtuosismi, fu la sua tecnica preferita di questa stagione formativa, anche se, fin da ragazzo, sperimentO tutte le tecniche \par "Notizie di Cascella in Sud America" \par Fabio Magalhaes \par Trascorsi 87 anni, il Sudamerica ha il privilegio di ospitare nuovamente un'esposizione dell'italiano Michele Cascella. Molte cose sono cambiate negli ormai quasi nove decenni che separano la prima mostra a Sao Paulo e Buenos Aires, nel 1913, da questa di oggi. E sufficiente che si dica che queste due citta sono cresciute in modo colossale in questo intervallo di tempo. Dai circa 239 mila abitanti degli anni Dieci, Sao Paulo 6 passata ai 9,8 milioni attuali, mentre Buenos Aires ha praticamente triplicato la sua popolazione, stimata oggi in 3 milioni. Soprattutto 6 lo sguardo a non essere pit) lo stesso. E culturalmente pit) adulto e, per quel che riguarda Michele Cascella, favorito dalla mediazione del tempo. \par II XX secolo ha consacrato Michele Cascella come uno dei maggiori paesaggisti italiani. L'artista ha avuto una vita proficua e ci ha lasciato un'opera immensa. Iniziata l'attivita artistica insieme al fratello Tommaso, Sotto il severo orientamento paterno, ancora bambino - a soli 14 anni - aveva gia risvegliato l'interesse della critica e del pubblico per la qualita dei suoi lavori (pastelli e dipinti). Con la stessa pervicacia ha continuato fino alla fine di una lunga esistenza. Michele 6 morto nel 1989, pochi giorni prima di compiere 97 anni. \par Egli ed il fratello stupirono Parigi nel 1909 quando vi esposero per la prima volta, dopo avere conquistato importanti citta italiane, fra cui Roma e Milano. Oltre alla padronanza tecnica e all'eccellenza dell'arte mostrata dai due adolescent' - Michele aveva allora 16 anni - fu l'estrema dedicazione di Basilio, padre dei prodigi, a richiamare l'attenzione della stampa francese. A questo proposito, Giuseppe Bonini, nella sua cronologia della vita e dell'opera di Michele Cascella, sottolinea in particolar modo il testo di Amilcare Cipriani, pubblicato su "L'Humanite" il 6 aprile di quello stesso anno: \par "Grande pittore egli stesso ha sacrificato quel che nessun uomo sacrifica, la gloria, per votarsi anima e corpo aIl'educazione dei due fanciulli e i due fanciulli-prodigio hanno superlativamente risposto agli sforzi giganteschi e possenti del padre titano. Egli 6 guida, consigliere, amico... egli 6 stato professore severo, avendo la forza di sfidare il loro dispiacere, stracciando senza pieta i disegni mediocri, quando tornavano dalla boscaglia, dalla foresta, dalla montagna, dal mare, dalla campagna, dai pascoli". Cosi scriveva il critico. Quattro anni dopo la consacrazione \par a Parigi, Tommaso e Michele Cascella si decisero ad andare ancora pit) lontano. Organizzarono due esposizioni in Sudamerica, una a Sao Paulo, l'altra a Buenos Aires. A quei tempi, siamo nel 1913, erano pochi gli artisti disposti ad attraversare l'oceano, impiegando giorni e giorni in un lento viaggio per mare, per esporre in un continente cosi lontano. Probabilmente fu lo spirito d'avventura a spingere Tommaso ad affrontare il mare immenso (Michele non partecipO al viaggio) allo scopo di presentare in Brasile ed in Argentina pastelli e dipinti, suoi e del fratello. Certamente, perO, furono le buone prospettive di vendita a motivare e dare forza all'impresa. Infatti erano gia arrivate in Sudamerica notizie sul valore dell'arte della giovane coppia di fratelli e loro suo apprezzamento da parte del mercato europeo. \par L 'esposizione di Sdo Paulo, 1913. \par "Di successo" 6 l'espressione che meglio riassume la ripercussione della mostra dei Cascella a Sao Paulo, che ebbe gran rilievo di stampa, dal vernissage fino alla chiusura. II "Correio Paulistano", quotidiano di grande diffusione agli inizi del XX secolo, diede molto risalto all'apertura ufficiale della mostra, che si ebbe il 14 aprile 1913, elencando i cittadini illustri che vi presero parte. \par "Alla presenza del Dott. Oscar Rodrigues Alves, segretario alla Presidenza, del sig. Altino Arantes, segretario agli Intern', di vari senatori, deputati, giornalisti, artist' e di numerosi invitati, 6 stata inaugurata ieri, alle quattro e mezza del pomeriggio, l'esposizione di pittura dei fratelli Tommaso e Michele Cascella, piacevolmente ospitata nel Salone della Rua Sao Bento 85", cosi si apriva la corrispondenza del "Correio Paulistano". "Novantadue sono i lavori esposti e, fra questi, pochi stonano nell'armonia generale dell'opera, davvero artistica, che 6 stata apprezzata in recensioni piene di elogi, talvolta entusiastici, di grandi giornali in Italia e a Parigi, fra gli altri il 'Figaro', 'Le Temps', il 'Galois', il 'Journal des Debats', il 'New York Herald' (edizione francese), per non dire delle pit) importanti pubblicazioni dell'intelletto artistico d'Europa." \par Secondo il quotidiano paulistano, si era in presenza di un'esposizione originale e interessante, sia \par per la sicurezza raggiunta nella difficile tecnica del pastello (quasi tutte le opere erano pastelli), sia - soprattutto - per la forma suggestiva e poetica assunta dalle creazioni dei due giovani abruzzesi, 'ingenui pastorelli che la natura capricciosa di quelle aspre regioni ha trasformato in artisti veil, senza la mediazione, che oggi si comincia a discutere e a contestare come regola a tutti indispensabile, dei corsi e della formazione accademica'. \par II prestigioso Salone della Rua Sao Bento era molto richiesto. Era diventato un importante ritrovo di politici, aristocratici e intellettuali. A dire il vero, non sempre I'arte era cola l'argomento principale, per6 attirava quelli che oggi chiameremmo 'formatori di opinione', persone in grado di consacrare o condannare all'ostracismo anche i talenti pit) promettenti. Situato proprio al centro di una metropoli ancora provinciale, ma che si dava un tono da grande citta per via del teatro dell'opera appena inaugurato, il Teatro Municipal, e con nuove imprese urbane come ('Avenida Paulista, costruita per venire incontro alle esigenze di una borghesia che faceva fortuna grazie allo sviluppo straordinario dell'economia del caff6, il Salone della Rua Sao Bento veniva ad essere, per lo meno dal punto di vista sociale, uno spazio vibrante. \par L'esposizione dei Cascella fu inaugurata subito dopo la chiusura di un'altra importante mostra, quella di Lasar Segall, pittore e incisore nato nella citta russa di Vilnius, che si sarebbe stabilito definitivamente a Sao Paulo nel 1932. II vernissage fu il 12 aprile 1913. Bisogna sottolineare che Tommaso visitO la mostra di Segall, come riportato da Vera d'Horta Beccari nel suo libro 'Lasar Segall e o Modernismo Paulista'. \par Non solo l'inaugurazione ufficiale ma anche il vernissage fu di grande successo e vi partecip6 ('elite di Sao Paulo. 'Molto frequentata e interessante l'esposizione dei fratelli Cascella in Rua Sao Bento 85', scrive il 'Correio Paulistano'. 'Fra i numerosi visitatori abbiamo notato il Dott. Freitas Valle, Gyro de Freitas Valle, Antonio de Vergueiro Guimaraes, Daniel Ribeiro de Moraes Silva, A. Villares Barbosa, ..." Segue un elenco numeroso di personality, fra cui il senatore della Repubblica, Jose de Freitas Valle, uno degli uomini pit) influenti di Sao Paulo e gran protettore delle arti. \par Freitas Valle organizzava settimanalmente serate artistiche nella sua residenza, conosciuta come Vila Kyrial. Da lui dipendevano il successo o l'insuccesso delle esposizioni in programma. II successo dei Cascella a Sao Paulo ci suggerisce che il Dott. Freitas Valle li appoggi6 con entusiasmo. \par Anche dopo l'apertura ufficiale, la mostra dei Cascella suscit6 gran richiamo, e l'affluenza di \par pubblico al Salone fu considerevole. I giornali dell'epoca riportano la presenza di intellettuali, artisti e di persone legate all'universo culturale della citta. II 'Correio Paulistano' elenca le presenze pit) illustri in una nota di sabato 19 aprile: 'L esposizione dei pittori Cascella 6 sempre molto visitata. leri sono stati li fra gli altri, i signori Dott. Freitas Valle (che probabilmente approfondi ci6 che vide la prima volta), il Dott. Roberto Moreira, il Dott. SimOes Pinto, Carlo Cuoco, Angelo H. Bonfanti, Joao Guglielmo Netto, il Dott. Antonio Piccarolo, il pittore Torquato Bassi, il pittore U. Della Latta, il pittore Nicola di Corsi, il Dott. Alceu Prestes, lo scultore G. Staraca, il pittore Nic Fabricatore, Gelasio Pimenta, A. Cant0 e famiglia, Cyro Freitas Valle, Mme. Luba Kiabin, ii Dott. Joao Pires Germano, Mme. Emma de Corsi, Mme. Giulia Fabricatore, Mme. Fanny Mindlin, Mme. Clelia Serva, Mme. Victoria Serva Pimenta, il Dott. E. H. Mindlin, il Dott. Alberto Bozzoni, Mme. Leonor Supplicy-Bozzoni, il professor Feliz de Otero, ecc ecc.' \par Anche la critica fu favorevole ai Cascella. Nell'edizione del 13 aprile del quotidiano di maggior prestigio e influenza fra la stampa paulista, '0 Estado de Sao Paulo', si legge: \par 'Dalla rapida visita che abbiamo fatto alla sala ne abbiamo ricavato l'impressione che i lavori dei fratelli Cascella siano fra i pit) originali presentati ultimamente. Entrambi molto giovani, hanno ricevuto dal padre, artista di valore, tutta la loro \par educazione artistica. Nelle loro opere, per lo pit) pastelli, si evidenzia soprattutto una nota di accentuato sentimento poetico, sia per la scelta degli argomenti, che per il modo di trattarli. Sono entrambi padroni della tecnica a pastello e, talvolta, raggiungono una raffinatezza d'esecuzione veramente notevole. Certo, un critico rigoroso potrebbe additare alcuni scivoloni o pecche di disegno, ma 6 fuor di dubbio che l'impressione data dall'insieme 6 quasi sempre favorevole ai due artisti di talento per l'armonia complessiva dei loro quadri. Vi e, inoltre, nei loro mezzi di espressione cosi caratteristici, cosi personali, una spontaneity cui fanno ammenda, cosi ci pare, le qualita e forse i difetti che l'assenza di un'educazione artistica regolare potrebbe determinare. Certamente ci6 conferisce all'opera dei fratelli Cascella un incanto speciale e un'originalita che non 6 torturata ne ricercata. Quei loro quadri pieni di sentimento e di poesia sembrano usciti dalle mani dei due artisti come le acque sgorgano dalle sorgenti.' II testo non 6 firmato, cosa comune nella stampa brasiliana degli anni Dieci, ma fu sicuramente scritto da Nestor Rangel Pestana, all'epoca responsabile della critica d'arte di quel giornale. \par Al tempo stesso, la mostra ebbe un successo di vendite che probabilmente rispose alle attese dei fratelli e, chi lo sa, magari anche dell'esigente Basilio, padre degli artisti. "II Sig. Thomaz (sic) Cascella si 6 molto congratulato per il successo dell'esposizione, dove sono gia stati acquistati \par alcuni quadri', riporta I'edizione del '0 Estado de Sao Paulo' del 15 aprile mentre, nello stesso giorno, it 'Correio Paulistano' annunciava e prometteva: 'Ten sono stati venduti vari quadri, la cui lista verra pubblicata domani'. Effettivamente, it quotidiano riport6 it giorno seguente i titoli dei lavori acquistati, \par senza per6 far menzione del nome completo degli acquirenti, limitandosi a fornirne le iniziali. Due pastelli su carta dei fratelli Cascella - uno di Michele e l'altro di Tommaso - furono acquistati dalla Pinacoteca do Estado de Sao Paulo, delle cui collezioni fanno ancora oggi parte. Quello di Michele rivela molta padronanza tecnica, pur obbedendo ancora alle regole accademiche. Anche cosi, 6 possibile intravedere in quest'opera un trattamento cromatico pit) libero, d'influenza impressionista. II paesaggio 6 luminoso e ci da la sensazione dell'atmosfera, dell'aria libera. Jose \par Mindlin, noto imprenditore paulista, avvocato e bibliofilo, mi ha mostrato un pastello acquistato da suo padre, Ephim Henrique Mindlin, nel corso di quella stessa esposizione del 1913, in cui compr6 anche un bel pastello di Tommaso. E un lavoro dalle caratteristiche precipuamente moderne. La composizione 6 ancora accademica ma i colon, lavorati come grandi macchie di gialli, rosa e azzurri, denotano fin d'allora aspetti fauvisti. \par La storia dell'arte brasiliana non fa menzione del Cascella a Sao Paulo, in quel 1913. Si limita all'esposizione di Segall, forse per l'importanza ed it significato che quell'artista avrebbe avuto qualche anno dopo per la pittura brasiliana. Agli occhi dell'epoca, per6, la mostra dei Cascella ebbe maggiore successo, vendette di pit) e le recensioni furono pit) entusiastiche. E ben vero che i fratelli, come ci suggerisce la critica, presentarono opere pit) accademiche ma, senz'ombra di dubbio, portarono a Sao Pau'o anche creazioni (come it pastello che fa parte della Collezione Mindlin) che avevano risentito delle idee moderniste che muovevano ('Europa in quel primo decennio del XX secolo \par Chiusa l'esposizione, Tommaso parti dal porto di Santos diretto a Buenos Aires che, diversamente dall'ancor timida citta di Sao Paulo, era in quegli anni la grande metropoli del Sudamerica, rivaleggiando sotto tutti gli aspetti con le grandi citta europee. II 14 settembre, nella capitale argentina, it 'Giornale d'Italia', 'il pit) diffuso tra i giornali stranieri dell'America del Sud', dedica un'intera pagina ai 'fratelli Cascella in America', ma it testo si riferisce quasi completa mente al successo dell'esposizione paulista. '... hanno esposto una serie di pastelli e di quadri ad olio a Sao Paulo del Brasile ottenendo un magnifico successo. E stata come una mostra d'avanguardia per ('America del Sud.' \par Gli ambienti artistici di Sao Paulo e Buenos Aires si allontaneranno definitivamente dall'accademismo solamente negli anni Venti ma, sicuramente, l'esposizione dei fratelli Cascella contribui, fin dal 1913, al rinnovamento del gusto estetico, seminando qualche seme modernista tra Sao Paulo e Buenos Aires. \par L' esposizione di Buenos Aires, 1948. \par Michele Cascella avrebbe visitato per la prima volta it Sudamerica solamente nel 1948, invitato dalla OrganizaciOn Cultural Italo Sudamericana (Ocisa). L'istituzione ne richiedeva la presenza all'inaugurazione di tre sue esposizioni nel continents: una a Buenos Aires, alla Galeria Van Riel (nel mese d'agosto); un'altra a Montevideo, nella Galeria Berro; e la terza, nel mese di settembre, presso la Renon Galeria de Arte nella citta argentina di Rosario. La mostra alla Galeria Van Riel riuniva 37 quadri ad olio e a tempera. \par II critico M. Mezzera, del giornale di Buenos Aires 'Estrela de Italia', elogiO enfaticamente l'esposizione: "II segreto di questo artista sta nella geniale visione della impostazione del quadro e nella forza di sincerity e d'emozione che it pittore-poeta pone nella ricreazione della natura in linee e colori, avvolgendo le cose rappresentate in un'atmosfera che da al quadro un valore permanente ed universals.' E ancora: 'Cascella \par Si avvicina nelle sue interpretazioni a una Specie di instrumentazione musicale di colore, creando un felicissimo connubio pittura-musica-poesia. Talvolta aumenta questa sua 'sonority' in un improvviso che pu6 arrivare fino a quell'esplosione di colori purl che costituisce la marcia trionfale della grandissima tela Anno Santo in San Pietro, dove bianchi ed azzurri, gialli e vermigli si fondono in una mirabile prospettiva interna del massimo tempio della cristianita, come se fossero le note degli archi, dei bronzi e dei tamburi di un'immensa invisibile orchestra.' \par Non ebbe altrettanta eco la mostra uruguaiana. La critica pubblicata dal quotidiano 'El Dia' di Montevideo it 18 di agosto fu poco favorevole alle opere di Michele esposte alla Galeria Berro. In ogni caso, l'artista cominciava ad imporsi sul mercato americano, come gia era accaduto in Europa. \par In quello stesso 1948 Michele espose per la prima volta alla The Mid 20th Gallery, a Los Angeles. Per questa mostra, la prima realizzata negli Stati Uniti dall'artista, Michele fu presentato in catalogo nientemeno che da Giorgio de Chinico. La buona accoglienza da parte della critica americana apri la strada ad un dialogo, che divenne poi una costante, fra Michele e le istituzioni ed i collezionisti degli \par Stati Uniti. \par Per tutto ci6, rivisitare l'opera di Michele Cascella in quest'anno 2000 6 davvero un privilegio. E I'occasione per tributare un omaggio ad un'opera it cui valore, nel panorama della produzione artistica del XX secolo, 6 ormai riconosciuto. E pur vero che, in alcuni momenti, quest'opera poderosa e ricca di espressione si 6 lasciata offuscare da quella febbre delle avanguardie - alcune delle quali francamente irrilevanti - che si 6 impadronita del gruppo 'Novecento'. Oggi per6, per fortuna, 6 possibile fare ammenda all'equivoco affermando: la pittura di Michele non ha alcun debito verso quella dei grandi del secolo. \par "Cascella e it grande pubblico" \par Vittorio Sgarbi \par Mai un pitto re era considerato un "bu on artista" e non un artigiano, se prima non aveva ricevuto adeguati rico noscimenti da parte di chi l'arte la guardava e magari la fin anziava. \par Con l'Ottocento, con l'era romantica, le cos e son o cambiate. L'artigiano a diventato artista, ha affermato gli inviolabili diritti del suo innato, fiber\'b0, inconfutabile genio creativo. L'artista romantico non vuole pi6 assoggettarsi ai gusti del pubblico; a piuttosto i1 pubblico the deve assoggettarsi al suo genio, che deve sub irne la gran dezza. \par Michele Cascella invece ha semp re creduto che i1 maggior referente della sua arte dovesse essere il gran de pubblico. Una scelta lontana dagli "altri Cascella", irnportanti artist', ass ai pill aggiornati \par lull perfettamente in linea con il con cetto dell'arte "solo per addetti ai lavori". \par Non mi sembra per\'b0 che Fatteggiarnento di Michele Cascella possa ritenersi un seg no di regressione rispetto al tempi in cui ha vissuto.AI contrario, Cascella ha interpretato l'arte second\'b0 un a valenza sociale assolutamente evo luta, rispettosa del mutamenti material' ed ideologic' avvenuti nel ventesimo secolo. Cascella credeva insomnia che nell'era della civilta di massa, nell'era della civilta Belle immagini, nell'era della civilta democratica, Fartista averse Fobbligo di rivolgersi alla "gente", di offrire ad essa parametri artistici in cui identificarsi. \par L 'Ab Rizzo artistico che l'esordiente Cascella si e trovato di fronte non poteva che essere quello onorato e famoso di Francesco Paolo Michell', ovvero la via locale alla pittura modernista italiana ed euro pea, il tardo Verismo come epopea viscerale di una terra e della sue tradizioni, i1 folclore come spirito di un popolo an cora incontaminato dal "MO rho" del pro gresso, i1 colore puro come impareggiabile veicolo emotivo della vita vissuta. Sarah be potuto essere un "seguace di Michetti" a vita, Michele Cascella, i1 tranquillo ep igo no di un artista destinato a dettare leg ge per lung o tempo nell'arte della sua regione, l'ennesimo cantore di una retorica legata ai luoghi d'origine che gli avrebbe garantito una sicura rend ita. E invece l'ancora giovane Cascella ha sceltostrade pih scomode e coraggiose, percorsi pih avventurosi e avvincenti, decidendo di conoscere la pittura francese non attraverso le meditazioni di Mich etti o di altri, me vedendola direttamente a Parigi in anni epici, fond amentali per gliSVill1F)pi dell'arte contemporanea. N ell'an no in cui Marin etti pubblica su "Le Figaro" il Manifesto del F uturis mo, nell'anno in eta Picasso compie a Horta de Ebro it pass o \par Dedica di Urnberto Boccioni a Michele Cascella. \par \par 1914. Dedica di Gabriele dAnnunzio a Michele Cascella. \par \par A_ It, (de tot,: (a4,,./4 \par trot a1,(4,22,t4 de_ \par 524 \par hosQ_ ;Mt \par MAL& )1,4 \par decisivo verso la svolta cubista, nell'anno in Ctli Matisse realizza un capolavoro epocale come La dense, it 1909, Cascella es pone una sua opera al Salon d'Autornne, cos a quasi incredibile per un artista cosi giovane e an che "straniero". E gia questo un dato di straordinaria importanza nella storia dei rapporti fra l'arte italiana e fade francese di quegli anni crucial', (venuti a cosi particolare interesse nelle tenderize odierne deglistudiosi), che non mi pare abbia mai avuto la rilevanza the meritereb be. Dal precoce contatto parigino a derivata un a fedelta storica di Cascella ai termini linguistic' scant riti dal Post-Impressionism\'b0, certo pit) indulgente nei confront' della lezione originaria di Monet e di quanto non lo fosse con le successive tenderize "iperscientifiche", \par es pressioniste o arcaico-primitiviste. Allo stesso mod o q uel Post-Impressionismo davvero letterale non consisteva tanto nell'adozione passim di moduli formal' ormai radicati nei gust' della migliore borghesia internazionale e in qualche mod o immunizzati da nuovi rorisperimentali, (second o la linea the era stata di altri "francesizzati" come De Nittis e in parte di Zandomenegh), quanto nel naturale approdo di tutta una stagione del p aes agg is mo italiano alla fonte prima della s Ira evoluzione ottocentesca. I Palizzi, la Scuola di Staggia, it circolo di Bellosguardo, i Macchiaioli, la Scuola di Resina, Fontanesi, i Division is ti lornbardi, lo stesso Michettisi erano sforzati per oltre cinquant'anni di individuare un commie paesaggio italiano moderno suIla base delle intense sollecitazioni formal' che provenivano d'Oltralpe. Cascella sintetizza esublima quest\'b0 yen ere di es perienze ritornando al \par ovvio dei versant' di confronto, quello co n la plttura "madre" francese, e provando a lib erare in tal modo la cifra stilistica nazionale da quegli accent' vernacolari che troppo la condizionavano. Questa "internazionalizzazione" della matrice italiana viene perseguita da Cascella attraverso \par un'op era di riduzione dello stile a tematiche costanti e a caratteristiche formal' uniformi, nel tentativo di raggiungere un'arte\tab mod erna ma anche di agevole comprensione. \par Ed 6 difficile sottrarsi al fascino di Michele Cascella, un pittore intelligente e moderato, dotato di una seducente invenzione e di un sapient e mestiere; a difficile sottrarsi al fascino dei SU oi quad ri azzurri e Infiniti, perch \'e9 lui insiste su divers' luoghi\tab uni della nostra psicologia e della nostra cultura. \par Cedo no i vediamo cid chesappiamo, ma la forza dell'arte 6 la co nservazione dello stupore nel quotidiano, della capacita di meraviglia e not restiamo stupiti di fronte ai risultati di Cascella. Guardiamo e troviamo un mondo che in qualche O10 (10 ci appartiene. CIO che preme a Cascella 6 \par evo care, allud ere a un intern mond o con limpid' frammenti di visione, smuovere stratificazioni di pensieri ed emozioni sepolte, o fors e mai a not appartenute, ma che egli ci fa credere nostre. Ouesto e II potere diseduzione, di incantamento delle immagini: chesi radicano dentro di not come s e ci fossero sempre state. Scale, muraglie, fortezze, mura contro un cielo azzurrissimo sul mare, sono in reatta architetture del pensiero utili per definire 1.1O 0 s pazio mentale, come purl elementi compositivi. Nulla di pittoresco, di romantico, di suggestivo, nelsenso del colore locale, vie in Cascella. E certamente nulla di angoscioso. Coaguli pu Kris colari di luce-colore compong ono serrati piani \par Vernice di una rnostra di Michele Cascella a Eleiveriy Hills. \par 1960. \par \par Tornrnaso. Andrea. Gioachino (in oiedi). Michele e Pietro Cascella. \par \par granulosi nei quail si determina la forma, tutta giocata in superficie per poter favorire anche la semplificazione dell'emozione percettiva: le opere di Cascella non hanno bisogno di letture lunghe e particoiareggiate, si danno immediatamente per quello the sono, concentrando la loro ricchezza comunicativa, it loro "effetto" in pochi attimi. \par artistiche. Durante la prima guerra mondiale, ritrasse alcuni scenari di vita militare al fronte e diverse di queste prove sono attualmente conservate al Museo del Risorgimento e Raccolte Storiche di Milano. \par Fu comunque nel periodo compreso fra i due eventi bellici mondiali che la sua attivith artistica raggiunse quella notoriety ancora oggi cosi viva. Nel 1924 espose per la prima volta alla Biennale di Venezia e Parigi, Londra, Bruxelles ospitarono in successione sue mostre e sue opere vennero acquistate dal Museo Luxenbourg e dal Jeu de Paume di Parigi e dal Victoria and Albert Museum di Londra. A partire dal 1933 collaborO con it "Corriere della Sera" con una serie di disegni al tratto di locality italiane e quattro anni dopo vinse la medaglia d'oro all'Exposition Universelle di Parigi. \par Nell'immediato secondo dopoguerra Cascella intensificO le personali all'estero: Buenos Aires, Montevideo ed altre cittA sudamericane conobbero la sua opera, esposta durante gli anni '50 e '60 con periodicity anche a Parigi. Intanto presero corpo quei contatti con gli Stati Uniti che costrinsero l'artista, a partire dal 1959, ad alternare lunghi soggiorni in terra californiana, dove era rappresentato dalla Galleria Juarez, a periodi di permanenza in Europa. II suo evidente e meritato successo fu contrassegnato da un progressivo distacco dalla vita artistica nazionale che lo portO ad una situazione di netto, ma felice isolamento. \par La mostra proseguir\'e2 poi per Montevideo e Buenos Aires, dove verr\'e1 ospitata presso i rispettivi Musei di Belle Arti, Santiago del Cile, Caracas, CittA del Messico ed altre importanti capitali sudamericane. \par II catalogo, trilingue (portoghese, italiano e spagnolo) 6 edito dalla Torcular e contiene saggi di Fabio Magalh\'e4es, Maurizio Fagiolo dell'Arco e Vittorio Sgarbi e repertori bibliografici e catalogo delle opere esposte a cura di Giuseppe Bonini. \par "Un altro italien de Paris" \par Maurizio Fagiolo dell'Arco \par Dimenticare Cascella. Forse 6 it giusto esercizio mentale per tentare di ritrovare it valore della pittura d'un artista che ha avuto all'occhio infallibile dei critici d'arte un grande torto: avere successo. Ci pensano loro, gli storici dell'arte, a disprezzare quotidianamente quella sua pittura di paesaggi secondo loro provincials, quella sua vita che conoscono soltanto per gli ultimi quarant'anni, proprio come (fatte le dovute proporzioni), quando ero giovane, si screditava Giorgio de Chirico perche avevano dimenticato I'accavallarsi epico dei 51101 periodi di pittura fino ai cinquant'anni di eta (1). Come storico dell'arte, ho sempre sentito it dovere di ricostruire la vera storia di un pittore. E Michele Cascella una sua storia peculiare e assoluta, ce I'ha: come tanti (tutti?) i pittori italiani. Ha avuto illuminazioni e lampi di genio. Come 6 accaduto a altri artisti (penso a Sciltian) (2) , una sorta di maledizione si 6 accanita su un pittore divenuto sconosciuto perche troppo noto. Vorrei in questo testo ricostruire it periodo parigino di Michele Cascella a cavallo del 1930. Un momento motto intenso, fatto di quadri felici (oscillanti tra Utrillo e de Pisis) e mostre memorabili (nelle stesse gallerie degli Italiens de Paris), acquisti dello Stato francese e presenza net Musee Jeu-de-Paume aperto net gennaio 1933. \par "Isolato di qualitA" \par I primi quarant'anni \par "Come tutti i solitari e gli isolati di qualit\'e1, della propria solitudine e del proprio isolamento si 6 fatto un punto d'onore e di riferimento anche per tutto it proprio lavoro di pittore". Cosi park) Paolo Volponi, mio amico di scorribande in cerca di quadri barocchi e amante di Giorgio de Chirico (possedeva un suo capo-lavoro bOckliniano) (3). \par Cascella 6 un isolato per le sue origini? E vero, nasce a Ortona (1892), ma penso che pochi artisti come lui si sono sforzati di lasciare it proprio campanile alla ricerca dell'Europa. Milano e Londra, Parigi e New York: poche citt\'e1 gli sono estranee. Esordisce net 1907 a Milano alla "Famiglia Artistica" in via San Raffaele, dove espone accanto al fratello Tommaso: sono figli d'arte perche it padre Basilio 6 un artista (tra verismo e liberty) non trascurabile. La mostra 6 notata da Vittorio Pica (e che cosa non ha notato it grande Pica?) che gli dedica un articolo su "11 Secolo". \par In prima pagina. \par E anche appoggiato (o fa finta di esserlo) dal divino Gabriele, e come D'Annunzio, cerca la gloria a Parigi dove espone nel 1909, sempre insieme al fratello Tommaso. Una recensione memorabile appare su "L'Humanite" (4) in occasione della mostra presso la Galerie Druet, rue Royale: Michele ha sedici anni. \par L 'anno seguente espone anche al Salon d'Automne, ma senza sbarcare alla Gare de Lyon. Parigi 6 una terra promessa in quegli anni. Lo ripeto da tempo, fino alla nausea, e ho voluto dimostrare questa tesi, almeno per it periodo intorno al 1930, in una mostra recente (Les italiens de Paris). (5) Ma gi\'e1 nel primo decennio, nei bar di Montmartre e di Montparnasse, si pu6 sentire it linguaggio toscano (Modigliani, Severini, Paresce) accavallarsi al marchigiano (Licini) e al lombardo (Dudreville, Bucci, Bernasconi). \par Michele pubblica a Pescara tra it 1912 e it periodo di guerra alcune litografie sulla rivista di grande formato "L'Illustrazione Abruzzese" (poi "La Grande Illustrazione"), dove viene a trovarsi accanto a Gino Severini e Gaetano Previati, oltre che a molti letterati (Sibilla Aleramo, Camillo Sbarbaro, Grazia Deledda). Conosce anche Marinetti e Boccioni, oltre a Margherita Sarfatti. Alla fine della guerra si trasferisce a Milano. Vive per un breve periodo in una soffitta insieme a Clemente Rebora; conosce i Dioscuri nati a Volos e Atene. De Chirico gli serber\'e1 amicizia per quasi mezzo secolo. \par Un episodio poco ricordato 6I?esposizione a Roma (10 aprile 1919) nella ormai mitica galleria di Anton Giulio Bragaglia, inaugurata dalla clamorosa personale di Giacomo Balla (4 ottobre 1918) e dove si 6 tenuta in gennaio la memorabile mostra metafisica (un fiasco) di Giorgio de Chirico. Cascella espone 56 lavori: notati da molti sono i fiori dipinti al fronte. (6) Scrive Cipriano Efisio Oppo: "Cascella si serve dell'inchiostro di china, si accovaccia in posa buddistica, e sulla tavola di legno odorosa, appunta ben tirata la sua carta Fabriano, e incomincia con una penna Perry it suo delicato lavoro di contorno di fusti, delle erbe, dei bersaglieri nudi". \par "In questi quadri c'6 una grande festa cromatica": 6 Arturo Lancellotti a annotare questa sorta di \par \par \par progetto per it futuro. Vittorio Emanuele Ilvisita la mostra 113 rnaggio: pare che isuoi riservati colloqui col pittore vertessero sul none del paese dipinto e sul nuttier\'b0 degli abitanti... \par tvichele C.:scellaritrdto da Giorgio de Chirico a Roma.1950 \par \par Locandina della mostra ala Galerie Georges Petit di Parigi. 1930 \par ..)TOSITION KR EL \par SC .E 411..A?:-4 \par R I Idtliii4E, \par % \par Rt zE:siton gin* .mss \par \par RY oisv Mitt . 10E, \par .Une grande \par Mostre parigine 1020-1032 \par cavallo del 1930, Michele Cascella lo possiarno in contrare a diverse riprese a Parigi: stanziale o di passaggio. II critico del giornale "Paris Midi", G. J. Gros (29 gennaio 1931), nota la "grand e fede" di questo abruzzese non a rico ra quaranterthe chesi \'b0 ricongiunto a quel variegate microcosm\'b0 di sradicati felicissirni. De Chirico e Savinio, Toni e De Pisis, Severini, Carnpigli e Paresce, ma anche i futuristi, a volte presenti alle inaugurazioni delle mostre di Cascella (Prampolini, Fillia). Negli an ni Venti, Parigi rap p res enta per gli artisti un a meta di p ell eg rinagg io oltre che un luogo di in con tri. "Come Atene ai tempi di Pericle", assicura Giorgio de Chirico. 72.000 artisti e 1.200 associazioni che li rap presentano: quest\'b0 un rilevamento statistico di Enrico Pram polini alla fine del 1931. Testimonia Antonio Baldini: \par "Gli stess i parigin i vivo no in una spaventata ammirazione d elle tanti pall di citta che non arriveranno mai a c onos ce re. Son mill e chilometri di svilupp o stradale; come dire the it groviglio delle strade parigine, una volta tutto sgomitolato, porterebbe da Parigi a Rome. (7) \par 1030, 1- 15 ma rzo, \par Galerie Georges Petit. \par Cascella espone 28 quadri in quella \par galleria che ha visto molte mostre di italiani e ospitera il 16 giugno 1932 una importante retrospettiva di Picasso. (8) L'introduzione nel catalogo di Cascella 6 firmata da un autorevole critico d'arte, Vincenzo Costantini: \par "Ne en 1892 dans les Abruzzes, fils et fr\'e9re de peintres, Michel Cascella est un des artistes les plus ardents de la nouvelle ecole italienne qui s'intitule "strapaese", c'est-a-dire ultra regionaliste. A travers la forme, il cherche a nous montrer tout ce que la terre italienne contient d'intime et de spirituel. \par L '616gie, le mysticisme, ('humour, le pathetique, la poesie sont les sentiments qu'il esprime dans ses paysages impregnes de tendresse native, dans ses figures animees d'une verve joyeuse. Deja tr\'eas apprecie en Italie, a Londres, a New-York, Michel Cascella vient exposer a Paris quelques-unes de ses oeuvres recentes et nous ne doutons pas qu'il trouve parmi nous l'accueil sympathique que merite son interessant effort". \par Diverse, le recensioni nei giornali francesi e italiani. Segnalo la corrispondenza di Camillo (non 6 indicato il cognome) ne "II Piccolo della sera" di Trieste (13 marzo), oltre al trafiletto nel "Corriere della Sera" (2 marzo): \par "Non c'\'e9 nessuna stranezza "d'avanguardia", nessun "enigma futuristico", nessuna "Babele cubistica"; ma un'arte bella, fresca, pura, dominata da un impeto selvaggio d'ispirazione, e servita da una tecnica magistrale. Un pubblico assai numeroso ed eletto, fin dal primo giorno visitO la magnifica esposizione nella rinomata Galerie Georges Petit, e non lesin6 la lode pit) sincera, pit) entusiastica, al giovane e valorosissimo pittore abruzzese. La critica - cosa assi rara - fece coro, nella lode, col pubblico. Ars\'eane Alexandre scrive testualmente nel "Figaro": Michele Cascella ci allontana dalle banali orgie di colore di tanti pittori d'Italia. Egli mette una grande profondita negli aspetti commoventi, impregnati d'una vena di malinconia". \par "Un'arte dominata da un fresco e quasi selvaggio impeto d'ispirazione e servita da una tecnica squisita, che pur non vuole essere mai fine a se stessa. Ecco la novita che il pubblico 6 stato lieto di scoprire nell'arte del Cascella. Gia in questa prima giornata la mostra 6 stata visitata da un pubblico assai numeroso ed eletto, nel quale erano rappresentati largamente l'aristocrazia del nome e quella dell'arte. Abbiamo notato: il conte Manzoni, l'ambasciatore del Brasile Souza Dantas, donna Maria D'Annunzio principessa di Montenevoso, la principessa di Mesagne, la contessa Troth, il comm. Ballerini, Camillo Antona Traversi, Lionello Fiumi e fra gli artisti oltre i critici d'arte Andrea Doderet e Giorgio Oudard, i pittori Maliavin, Prampolini e Fillia." \par Lionello Fiumi scrive un articolo per "L'Ambrosiano" che si vede rifiutare, insieme a un articolo sulla mostra di Tozzi a Parigi, accennando in una lettera aperta a una probabile gelosia del titolare per la critica d'arte Carlo Carra. (9) Un suo lungo articolo appare invece ne "I'Adriatico" di Pescara: \par "E Parigi dove c'\'e9 posto per tutti, dove il tradizionalista pit) ortodosso pu6 trovare il suo pubblico non meno del rivoluzionario pit) incomposto, Parigi ha dato una foglia d'alloro anche a Cascella. I giornali ne hanno parlato. Gli amatori hanno indugiato con piacere davanti a quegli acquerelli e quelle guazze dove con pochi toni fondamentali e con svelta tenerezza velata d'umorismo, l'artista fa rivivere paesaggi di questa nostra Italia." \par Una lunga relazione sulla mostra si legge sul "Corriere della Sera" ("Corriere parigino" 20 marzo). Parla del ritorno di Cascella da Londra e dei quadri dipinti nelle brume anglosassoni, ricorda la difficolta del pittore nello spiegare a una signora il valore del termine "strapaese" che appare nell'introduzione di Costantini. Un'altra relazione si deve a Maurizio Zazzetta, corrispondente parigino del "Giornale dell'Abruzzo e Molise" (Roma 8 maggio): \par "Una ricerca minuziosa ed intelligente del soggetto da ritrarre, una severa e positiva volonta di comprimere l'esuberanza del pennello nei limiti del vero, il desiderio onesto di non mutare la posizione reale delle cose, di non inventar nulla di pit) bello di ci6 che si vede [...]. Cascella tutto ha visto e tutto ha riportato sulla tela con fedelta indiscutibile. Le sagome notissime dei principali monumenti cittadini, pur servendo di sfondo obbligatorio per talune tele, risaltano immacolate o solenni, pur acquistando nell'assieme una cert'aria di spigliatezza nuova [...]. \par II successo 6 stato dunque assicurato sia per l'Esposizione test6 chiusasi, sia per quella che dovra portare ancora una volta agli onori della ribalta artistica il giovane pittore abruzzese nel prossimo mese di novembre." \par II successo parigino rivaluta le quotazioni di Michele Cascella in Italia. II 27 aprile espone a Torino (Galleria Codeb6), il 5 maggio 6 presente all'inaugurazione della Biennale di Venezia dove ha un curioso incidente con l'autorevole Ugo Ojetti. (10) Espone sette opere in tre diverse sale: Ugo Ojetti dichiara sul Corrierone, giusta vendetta, che si tratta di composizioni "aride e vuote". \par \par Veduta di Psigi. 1332. \par 1931, 19(?) gent* 10 - 10 febbraio, Galerie 23 \par In rue de la Bo etie, (love han no \par esposto nell'inverno 1929-1930 "Les Peintres Futuristes italiens" guidati da Gino Severini, Cascella presenta un gruppo di dipinti appropriatarnentesegnalati dalla critica. Scrive it gran (le Andre Salmon : (11) \par "Nous avions deka vu de ses oeuvres. II est, comme le Bit excellemment notre bon doyen M.Arsene Alexandre, "v\'e8ridique et po\'e8tique". Uri e de ses to iles s'intitule "Souvenir de Paris". Elle nest pas la moms "veridique" et c'est assez 'wino er du temp\'earament de cet artiste d 'avenir". \par Arsene Alexandre, !Influent\'b0 arbitro delle arti parigine, ricordato da Salmon, ha scritto sul "Figaro": "Deja, a la Galerie Georges Petit ran Bernier, dans une petite salle ecartee pourtant, les es prits perspicaces et enthousiastes avaient denichn et admire cet art sobre a la fois et passion \'e9, sobre Be couleur, proton (1 d'imp ression, et, pour (lire les mots qui le resument, pontique dans sa v\'earit\'ea, vrai dans sa po\'easie. Aujourd'hui it presente a la Galerie 23 tout un ensemble plus important de paysages qui permettent de voir que ces eloges et ce pro nostic Wont pas d'exagere. Le sentiment de recueillement melange a inquietude qui le caract\'earise et qui pourtant se nuance d'affectueuse sympathie et s'exp rime en un dessin soup le et spontane, it donne aux motifs les plus (livers cet accent de pen\'eatrante sympathie. Ce peintre est en meme temps un poete des apparences et des valeurs. Ce sont en effet, les precieux dons l'emploi des valeurs qui du point de vue technique donnent a ses paysages leur eloquence materielle immediate. Leur eloquence sentimentale ne tarde pas a &imposer dune maniere plus insin \'abante e plus durable, car c'est le sentiment qui a le premier inspire l'amour du motif choisi, la meditation contemplative de ces rues humbles et likes. En merne temps de cette terre italienne qui ne pourra jamais connaitre l'infortune de se moderniser completement it \'e8voque a chaque instant l'esprit antique le plus venerable. Cela ne I'empeche pas (le rendre, par les m\'e9rnes moyens les aspects les plus fourmillant des villes modern es comme Milan et mettle certains souvenirs ou notations de Paris." \par Da segnalare anch e la nota di Paul Fierens, un altro auto revole arbitro della Parigi artistica, the recensisce la mostra accanto a (lena di Filippo de Pisis "Au Quatre Chemins." (12) \par Si segnala anch e la recensione di G. J. Gros ("Paris-Midi" 29 gen naio): "Une Italie grave, un peu triste. Couleur terne et dessins par contre assez nerveux". \par "Certains paysages de Paris et de Londres prennent mettle a travers leurs grisailles cette atmosph\'e9re limpide des Brands ciels italiens. On nest Bien le poete que Bu pays cr6 Ion vient au monde. Michele Cascella peint le miracle avec humilte et les paysages avec une ferveur p\'ean\'eatrante. Une grand e serenite est a la base de son talent si placidement ordonne, de son observation si volontairement simple." \par Uri risultato non secondario della mostra e l'acquisto da parte del governo francese di un quadro da destinare al MuseeJetr-de-Paurne: "L'Etat vier de faire preuve d'un gout fort delicat", nota un cronista. (13) \par \par Vedula di Parigi. 1330. \par 1932, 27 giugno-25 Fagg\'b0, Galerie Bemhoin? Jenne. \par In quest\'b0 spazio frequentato anche da altri Italiens de Paris, Cascella es pone vedute di Parigi e di Roma. Una interessante recensione \'e9 di Pierre Berth elot the rip roduce it quadro Roma via Aurelia the verr\'b0 acquistato in mostra dallo Stato. (14) \par "L'atmosph\'e9re meridionale, pour trop d'artistes, nest qu'un terrible conflit de teintes ass ez cites lut tant sous 'Implacable lurni\'eare d'un soleil d \'eachaine, et b eau coup croiraient forfaire s'ils ne peignaient tine Provence 01.1 tine Italie truculente et bigarree. Peintre italien peignant en Italie, Cascella donna, Ian Bernier, la merle lecon et y revient cette armee. Aucune teinte ne swum en fanfare pour detruire l'harmonie, tax precieuse, de ces pays ages aux ciels alourd is d'eau, au s ol eptiise ou trop riche. II p\'e9se sour le tout tine esp\'eace de lassitude extr\'eamement prenante". \par Una ntiova piccola consacrazione \'e9 r acq uisto di tin quadro da parte dello Stato francese, per it Musee du Luxembourg. (15) \par 1033, fine gennaio, Muse. e du Jen-de-PaHine \par Si \'b0tally ura neiJ ardins des Tuileries it Muse\'b0 des \'c9 coles \'c9trang 'Ores. Una rispettabileseziorte \'e9 riservata all'arte italiana. La mostra '22 artistes Italiens Modernes" chesi \'e9 ten uta nella precedente primavera nella Galerie Georges Bernheim \'ea stata in certo sense l'occasione: l'industriale De Angell Frua, dietro sollecitazione di Vittorio E. Barbaro U X e con l'assenso del direttore del museo, Andre Dezarrois, acquista presso la mostra dodici quadri. Da notare i Gladiator' di de Chirico, la natura morta classica di Severini, una nervosa natura morta di de Pisis, la Primavera di Tozzi (poi sostituita con Solitude). E un momento importante della penetrazione deg li italiani a Parigi, come si leg'ge negli articoli di Mario Toni ("II Secolo XIX", Genova gennaio; "Popolo di Brescia" 2 febbraio). (IS) E proprio Tozzi a notare the lop era esposta di Michele Cascella era gra in possesso dello Stato francese. \par Un codicillo 1937, tin epilog\'b0 1949 \par Michele Cascella partecipa anche \par alla Exposition Universelle del 1937 (quella di G IA ern ica e della fo Warta col mercuric) di Calder): ottiene la medaglia d'oro per un quadro raffigurante Capri. \par Cascella torna a esporre a Parigi nella Galerie Allard nel magyio 1949. In quella stessa galleria, tre anni prima, erano stati presentati una ventina di quadri di Giorgio de Chirico dipinti da Oscar Dominguez, co ntro i quali it metafisico ha vibratamente protestato (sara l'inizio della vicenda del falsi dechirichiani destinata a diventare una leggenda). I giornali di Parigi e\tab segnalano ilsuccesso \par oltralpe di un pittore the si avvia ai sessantanni. \par \par Vedula di Parigi. 1932 \par "Pittore del paradiso perduto" \par Una Parigi tra Utrillo e de Pisis \par Tra it 1929 e it 1932, Michele \par Cascella d eve aver dip into molto pie di quells dozzina di quadri registrati da Giuseppe Bonin' nel Catalo go generale (17) Sicuramente sono molte le vedute parigine mancanti all'appello: le immagino riapparire una alla volta in questo mezzo secolo nelle holge dell'H ()lel Drouot e probabilrnente rientrare subito (per la loro gradevolezza) in altre case trances'. \par La prima immagine (fermata Parigi 1929) riprende un via le alberato. N el 1930 troviamo un prirnissimo piano della Tour Eiffel, un Souvenir de Paris che in quadra la Place de la Concorde (esposto a Londra nel 1931 e pub blicato anche in Italia), (1 8 ) una visione intitolata Paris a midi. N el 1931, ricordo it vasto paesaggio con la cupola degli Invalides s Ul fondo (un soggetto ripreso anche da Giorgio de Chirico) e due vibrantivedute della Senna con Notre Dame SUI fond o. N el 1932, ricordo it vasto panorama con la Madeleine e due vedute piu attente alla natura: it Bois de Boulogne e i giardini di Versailles. E ancora, una veduta con Notre Dame all'orizzonte.Tutto qui. \par II suo metodo di lavoro e la sua idea del paesaggio di Parigi, si possono leg gere in un giornale dell'epoca: (19) "Dap prima Parigi lo ha sbalordito. Prop rio non riusciva a raccapezzarcisi. Pere ha deco di levarsi all'ora in CU' molt' parigini vanno a letto. "Milano - dice mi ha insegnato che i grand' centri rivelano it loro vero volto soltanto nelle prime ore del giorno"?. Ed ha preso a dipingere Parigi con una sensibility immediata e precisa, che almeno in parte potrebbe essere spiegata come questione di latitudine. Sp esso gli artisti rneridionali, venendo al Nord, "vedono" rneglio degli artisti nati e vissuti nel paesaggio che diping ono". \par La pittura a accu rata e, allo stesso tempo, sfarfallante. Un gradevole in crocio tra Maurice Utrillo e Filippo de Pisis (che lo co nobbe e parle anche della SU a pittura). Un incontro, come ha (lotto alla perfezione Arsene Alexandre nieridique et poetiquel tra il vero e la poesia: it "rniracolo dipinto con umilta". \par Come conclusione (provvisoria) vorrei ricordare qualche parola di un suo antic\'b0, che gli fa anche un ritratto n el 1950, Giorgio de Chirico (20): \par In the present decadence of painting, landscape has degenerated into a melancholy kind of pseudorealism or into the decorative spirit of the Galeries Lafayette. [...] Fortunately there are artists who feel the duty of sincerity and honesty in art. There are not many of these artists but their number increases and will continue to increase, and to these are entrusted the rebirth and the salvation of painting, and these artists are Italian. Michele Cascella is one of these [...]. In fact, a landscape is extremely difficult, and the realization of a tree, the aerial perspective, the form and anatomy of hills and mountains, are as difficult as the form and anatomy of the human figure. Michele Cascella knows this difficulty and for this has studied landscape with love and attention and has obtained a poetic realism which emanates from his well-studied and well-painted canvases. [...] Michele Cascella is one of the few artists who awake in us the nostalgia of a lost paradise." \par NOTE \par 1 La ricostruzione storica di questo testo si basa in gran parte sul mio archivio, oltre che sull'archivio di Michele Cascella riordinato da Giuseppe Bonini (autore anche d'un meritorio Catalogo generate), messo a mia disposizione da Pier Paolo Cimatti. Questo lavoro e dedicato a Aifredo Paglione, arnica abruzzese, che mi ha fatto conoscere un diverso Cascella. \par 2 Rimando per Sciltian al catalogo della mostra di Milano, Rotonda della Besana 1980. Ricordo che un critico malignetto (E Vincitorio) scrisse su 'L'Espresso': 'Sciltian espone a Milano presentato da Maurizio Fagiolo: Tamquam potuit pecunia'... \par 3 Peril testo di Paolo Volponi si rimanda a: P Levi - P Volponi, Michele Cascella ottant' anni di pittura, Giorgio Mondadori & Associati, Milano, 1981. \par 4 A. Cipriani, Lea Cascella, "L'Humanite Paris 6 aprile 1909. \par 5 Lea Italiens de Paris. De Chirico e gli atti a Parigi nel 19.30, a cura di M. Fagiolo dell'Arco, C. 1988. Gian Ferrari, Brescia Palazzo Martinengo, 18 luglio-22 novembre 1998, Skira Ginevra Milano \par 6 Si rimanda a M. Verdone, F. Pagnotta, M. Bidetti, La Casa d'Arte Bragaglia, 1918-1930, Buizoni, Roma 1992. Thale molte recensioni, alla mostra di Cascella, indico: C. E. Oppo in 'U Idea Nazionale', 17 aprile 1919. 0. Vergani in 'Messaggero della Domenica', 20 aprile 1919. Anonimo, II Re visita la mostra Cascella in c 'L'Idea Nazionale', 3 maggio 1919. A. Lancellotti in 'Corriere d'Italia', 4 maggio 1919. A. G. Bragaglia in 'Cronache d'Attualit5', 5 maggio 1919. \par 7 Per tutti i testi citati, rimando alla mia introduzione nel catalogo Lea Italiens de Paris (vedi nota 5). \par 8 Per la grande retrospettiva di Picasso, recensita anche da Savinio, rimando a Les Italiens de Paris, p. 82. \par 9 La lettera aperta di Lionello Fiumi appare sul 'Giornale d'Abruzzo e Mouse', Roma 20 aprile. \par 10 La cronaca della vicenda Ojetti 6 riportata nel giornale '11 solco fascista', Reggio Emilia 6 maggio. Rimando anche alla biografla diP Levi nel catalogo generale a cura di G. Bonini. \par 111Itesto di A. Salmon 6 nalla sua rubrica 'Les Arts' in 'Gringoire' (30 gennaio). \par 12 'Le Journal des dehats' 26 febbraio. \par 13 La notizia 6 in un giornale parigino non identificato, ed e registrata anche in Italia (A. B. in giornale non identificato 9 febbraio). \par 14 P Berthelot, in 'Beaux-Arts' 25 luglio. \par 15 II quadro acquistato 6 Rome via Aurelia. La notizia e registrata in 'L 'Ambrosiano' Milano 9 luglio; 'Tevere' Roma 9 luglio; 'Tribuna' Roma 14 luglio. \par 16 Altre recensioni: Lo Duca ('La rassegna dell'istruzione artistica', Urbino), e A. Dezarrois ('Paris-Midi' 17 febbraio). \par 17 Nel Catalogo generate pp.176-182 si possono trovare pubblicati un quadro datato 1929, quattro del 1930, quattro del 1931, cinque del 1932. \par 18 'L'Italia Letteraria' Roma 26 aprile 1931. \par 19 'Corriere della Sera' Milano 20 marzo 1930. \par 20 Michete Cascella in The Mid-20th Gallery. Los Angeles 9 settembre-1 ottobre 1948'. La galleria fa seguire al testo di de Chirico una appropriata precisazione: non sottoscrive i suoi attacchi al modernismo e a Cezanne in particolare. \par \par }