{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}}
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\par NON E DIFFICILE classificare di prilno acchito Domenico Morelli tra i pittori d'im\'acmaginazione o " visionari ,,, come si diceva di
\par lui al suo tempo. Egli stesso si dichiarava "pill immagi\'acnoso che riflessivo \'84 nel determinare l'influenza che su di lui aveva avuto la mente " pitit riflessiva che imma\'acginosa \'84 di Filippo Palizzi 0 e sottolineava le difficolta incontrate nell'applicare per suo conto " l'analisi che questi faceva sulla propriety di tin colore, sulle coin\'acbinazioni d'un bianco sull'altro ,,, analisi che tuttavia serviva a educare it giovane Morelli " ad osservare e comprendere l'effetto e l'espressione \'84. 2)
\par Pia difficile e invece rendersi conto di come in questo contrasto tra " riflessivita \'84 e " immaginazione ,,, tra analisi razionale e voli fantastici, tra realismo e irrea\'aclismo, it lato immaginifico e irrealistico soverchiasse it suo opposto fino a gravare negativamente sull'arte del Morelli. Ma e forse piii difficile ancora rendersi conto di come ci6 avvenisse non tanto per soggettiva disposi\'ac zione del Morelli, che anti non pense mai di disgiun\'acgere, dopo l'apporto metodico di Filippo Palizzi, proprio impulso immaginifico dall'osservazione relativa\'acmente attenta delle cose e da un vivo senso della realta, ma perche era it suo stesso ambiente, la classe sociale della quale era entrato a far parte, insomma la frazione dominante della society italiana (e non soltanto italiana) di allora, che tendeva gia a perdere la visione d'insieme viva e attuale delle cose e a chiudersi nell'aneddoto, nella piccola curiosity, oppure nelle mitografie monu\'acmentali tardo romantiche ed estetizzanti a carattere pagano o cristiano dei vari Michetti, De Carolis, Sar\'actorio, D'Annunzio.
\par In realta (ed era fatale che cosi avvenisse) fu proprio per it suo sentimento vivo e alto delle cose che Morelli rimase impigliato nell'orbita nella quale aveva intra\'acpreso a muoversi e rispecchiO perci\'f4 puntualmente e fedelmente, con tutte le sue insufficienze e i suoi limiti, la parabola dei sentimenti e delle esigenze ideali degli
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\par uomini e della classe sociale che immediatamente to cir\'accondava, riflettendone in primo luogo la fondamentale contraddizione tra impulso progressivo in senso reali\'acstico, prima romantico e poi positivistico, e l'involuzione tardo romantica, pseudo-mistica e idealisteggiante.
\par A guardare anche sommariamente gli aspetti salienti della sua vita di artista e della sua personality in senso lato, emergono con chiarezza gli elementi che lasciano intravedere in Morelli la partecipazione intensa alla vita del suo tempo mettendone in luce di volta in volta it borghese, it patriota, l'interprete in vesti esotistiche dello storicismo positivistico ottocentesco, it precorritore di taluni motivi dell'estetica idealistica.
\par Bastera qui accennare, per quanto riguarda gli istinti borghesi di Morelli, alla sua non celata ripugnanza per i " contadini vivi ,,, che egli dichiarava schiettamente di " non amare ,,, mentre dichiarava invece di amarli dipinti negli studi del Palizzi, manifestando cosi un sentimento in tutto analogo, mutatis mutandis, a quello di quei nobili romani che, come osservava Salvator Rosa in una sua satira, acquistavano a caro prezzo i pezzenti dipinti dai " bamboccianti ,,, ma non avreb\'acbero dato un soldo per sollevare dalla loro miseria i pez\'aczenti vet:. Osserveremo per inciso che questa con\'acfessione di Morelli apre un impagabile spiraglio di luce su tutta la successive fioritura a sfondo sociale del nostro verismo ottocentesco.
\par Sul patriottismo dell'artista, a prescindere della ferita ricevuta nella rivolta napoletana del 1848, cui partecip\'e1 con La Vista, Altamura e altri, e dal rischio torso di venir fucilato, ricorderemo i sentiment risorgimentali di taluni suoi dipinti giovanili, come Gli Iconoclasti, in cui Ferdinando II di Borbone, visitando l'esposizione del 1855, aveva sospettosamente e ragionevolmente fiutato " nu penziero ,,.5)
\par Cie non gli impedi tuttavia, poco dopo, di ricevere dal Borbone la commissione di un importante gruppo di affreschi per it S. Francesco di Gaeta.
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\par Non so poi se oggi si ripeteranno i tentativi di ve\'acdere nella pittura a soggetto sacro del Morelli i docu\'acmenti di una sua pifi o meno sentita adesione a principi confessionali. Quello che e certo e che Morelli tenth a suo modo, allorche nel periodo tardo della sua vita si
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\par dedice con par ticolare insistenza ai soggetti religiosi, una singolare storicizzazione, nel campo delle immagini pittoriche, dei testi sacri, incoraggiatone tra l'altro dalle correnti di esotismo, tra moresco e levantino, che circolavano in Europa in seguito agli impulsi origi\'acnari ad esse impressi da Delacroix e poi dai Decamps, dai Fromentin, ecc. Basti citare in proposito i contatti con Ernesto Renan del 1879, la familiarity con it Rab\'acbino di Napoli, it suo studiarsi la carta della Palesti\'acna, it suo annotare e commentare la letteratura biblica.6) E difatti Cristi, Santi e devoti non furono piit, per Mo\'acrelli, figure idealizzate o personaggi ideali in vesti sacre, ma piuttosto asceti spiritati e turbe fanatiche e la\'accere, fluttuanti dentro un Oriente allucinato ma assai verosimile. Le Tentazioni di S. Antonio o it Cristo deriso, gli Ossessi, (che tanto piacquero a Verdi), La figlia di Jairo, costituiscono altrettanti esempi che mi paiono sufficienti al presente assunto. Cosicche si pub affermare con certezza che la storia sacra fu per it Morelli, almeno per qualche tempo, quella " leg\'acgenda cristiana ,,, dinanzi alla quale, per dirla col Cro\'acce, " non pub non commuoversi ogni animo gentile ,,,
\par anche se della interpretazione confessionale di essa non sia convinto o non creda. Tuttavia anche in questo caso quella pur singolare storicizzazione si trasform\'f6 pre\'acsto tra le mani di Morelli in compiacimento esotistico e presero it sopravvento le convenienze, it gusto per it miracolistico e ii misticismo cerebrale e tutto di su\'acperficie che affligge tante delle sue opere.
\par Infine Morelli aveva condotto al tempo degli Ico\'acnoclasti una lotta contro it " finito \'84 accademico e con\'actro quella " linea \'84 , che allora i giovani allievi ribelli non si capacitavano come si potesse adoperare per di\'acpingere " gli scogli, l'arena, l'acqua \'84.7)
\par Questa lotta Morelli l'aveva condotta in nome del colore e del non finito della " macchia \'84 , quale stru\'acmento per raggiungere una maggiore verita (in senso oggettivo) delle core. Ma it " colore \'84 e la " macchia \'84 si erano ormai tramutati, per it tardo Morelli, nella ri\'accerca dell'indefinito, dell'evanescente, e insomma in un mezzo per esprimere indefinibili e sfuggenti sentimenti interiori e soggettivi. Non e forse arduo vedere dunque in quella predilezione per l'abbozzo, in quel " mac\'acchiare \'84 sommario e rapido le luci, le ombre, i toni, e
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\par FIG. 7 - DOMENICO MORELLI: PAESAGGIO DI CAVA
\par persino i contorni nell'intento di rendere al mas\'acsimo lirico e commosso it fantasma poetico, l'esempio pratico ispiratore della originaria idea crociana dell'arte come espressione di sentimenti e intuizione lirica e,
\par quasi, manifestazione dell'ineffabile.8)
\par In questo contrastare di tendenze la metodica pa\'aclizziana non poteva che rimanere circoscritta entro l'ambito di un fatto puramente strumentale.
\par Per rendersi conto della suggestione esercitata da quella metodica, basti pensare che fin dal lontano 1845, per eseguire it tema di concorso accademico L'angelo" che conduce le anime nella barca, it Morelli ricorda che, affascinati dall'esempio palizziano, " per poter studiare dal vero it colore arancio della bella aurora , e it tremolar della marina passammo due notti di se\'acguito all'aria aperta, io e due carissimi compagni \'84.9) Tuttavia, proprio a cominciare dal 1855, allorche nella pittura del Morelli si e gia operato un salto qualita\'activo e la influenza del Palizzi diviene piil intensa e vi\'acsibile persino nella materia pittorica, tale influenza di\'acviene ancor piu decisamente strumentale e pub esser simboleggiata molto bene da due famosi interventi materiali del Palizzi nei quadri del Morelli, uno del 1855, anno in cui Palizzi aggiunge la scodella rotta negli Iconoclasti e uno del 1857, anno in cui dipinge la corona di alloro nel ritratto di Verdi.
\par Mentre dunque it verismo palizziano rimaneva nel campo della aneddotica e della generistica e si atte\'acneva ai suoi ascendenti da presepe napoletano sette\'accentesco, come stato rilevato, Io) it metodo palizziano rimaneva per Morelli puramente strumentale nei con\'acfronti del suo intento di " far grande \'84, e di battere la via della grossa lirica, non melodrammatica come si e detto, I') ma drammatica, che Morelli cercava nella sua pittura proprio quegli effetti e quelle visioni che melodramma non avrebbe mai potuto offrire.
\par In questo intento di far grande era ad un tempo it pregio e it difetto del Morelli. La sua stessa posizione di battaglia era per lui, prigioniero di un'orbita storica ben definita quale quella sopra accennata, la causa pri\'acma del suo costante allontanamento dalla realta, del suo verosimile mitografismo. Solo una rottura sia pure momentanea di questo cerchio magico di contrad\'acdizioni avrebbe potuto riportare Morelli, sia pure
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\par FIG. 8 - DOMENICO MORELLI: PAESAGGIO DI CAVA
\par per breve tempo, alla sua natura genuina di pittore e dare una volta tanto partita vinta al lato realistico e autentico che pure in lui sussisteva.
\par Gli otto paesaggi ad acquarello, che qui si presenta\'acno per la prima volta riprodotti, sono appunto una mo\'acmentanea rottura di quel cerchio magico, un tempora\'acneo abbandono di quell'orbita, un momento di pausa quasi fuori del tempo, voglio dire del tempo e della storia cui Morelli di regola apparteneva.
\par Questi paesaggi, di propriety della Galleria Nazio\'acnale d'Arte Moderna di Roma e non esposti per via della loro facile deteriorabilita sotto l'azione della luce, furono acquistati dallo Stato dopo laboriose trattative tra it 1904 e it 1905 assieme alle altre opere trovate nello studio del Morelli alla sua morte e furono ricor\'acdati con cenno specifico e come appartenenti al 1884 nella relazione della Giunta artistica appositamente nominata.
\par Poi rimasero in oblio, oscurati dalla fama delle opere maggiori e si ricorde soltanto la serie delle analoghe tavolette di paesaggio dipinte ad olio, in parte esposte attualmente nella Galleria d'Arte Moderna di Roma nelle " sale di consultazione \'84 e solitamente datate anch'esse al 1884.
\par La datazione all'84 trova forse una sua giustifica\'aczione esteriore nel soggiorno prolungato che fete Mo\'acrelli a Cava dei Tirreni (dove soleva recarsi seguendo l'esempio del Palizzi) appunto nel 1884 a causa del co\'aclera che si abbatt6 su Napoli. Tale data non pub pere essere accettata come assolutamente certa, perch6 se 6 indubbio, in seguito a riscontri fatti, che gli otto pae\'acsaggi sono tratti da locality nei din torni di Cava, tuna- via occorre tener presente che Morelli si red) cola a vil\'acleggiare per piit anni, e forse anche nel 1873, anno in cui sappiamo che era lontano da Napoli per sfuggire a una altra ondata di colera. Mentre perciO appare pift che probabile che l'esecuzione di almeno un certo numero dei go piccoli paesaggi a olio su tavola appartenenti alla Galleria d'Arte Moderna accompagnasse l'esecu\'aczione di opere come, tanto per citare qualche esem\'acpio, La buona novella, (1882) o Gesit nel deserto (1885) o Gli amori degli angeli nelle loro varie reda\'aczioni (1885-1893), opere ricche di sfondo paesistico montano e di quinte prospettiche, per le quali molti dei paesaggini di Cava potevano servire da studi pre\'acparatori, per questi acquerelli sorgono dubbi conside\'acrevoli su una possibile datazione agli anni tra it 188o e it 1890 e la sola analogia con le tavolette non basta a confermarla.
\par Infine accettando una simile datazione verrebbero implicitamente ad essere fissati i termini estetici in cui si muovono gli otto acquarelli e bisognerebbe percie interpretare anch'essi come una serie di esercizi pura\'acmente strumentali di preparazione per coinposizioni piu vaste.
\par Certo oggi, abituati come siamo al gusto del frammen\'acto e memori dell'Impressionismo, siamo forse portati d'istinto a scorgere in essi, piu di quanto non sia lecito, it lato (chiamamolo cosi per intenderci) " pittura pura \'84. Tuttavia al confronto con la maggiore parte dei
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\par piccoli oli della Galleria d'Arte Moderna e con altri consimili sparsi in collezioni private, questi acquerelli si presentano con una maggiore immediatezza e con una eccezionale freschezza, larghezza di tratto, viva\'accity di toni e ricchezza di motivi pittorici, tanto da farci pensare, per lo spirito con cui sono eseguiti, a consimili studi di paesaggio, tanto pia antichi, di un Henri de Valenciennes. Si guardino le luci e le ombre sulle pareti attraverso he arcatelle delle bianche case meridionali (fig. 4), si guardi la certezza della prospet\'activa aer a (figg. 3, 6), l'argentea chiarezza degli olivi sul tenero sfondo di verzura e di case (fig. 2). La " mac\'acchia definisce con sicurezza gli spazi e anche i lie\'acvissimi contorni appena accennati acquistano valore di tono. Fu dunque questo un momento singolare di abbandono dei consueti voli nel sublime e di attenzione
\par e\tab di amore per la bellezza pia modesta e terrena degli effetti di luce di un sole meridiano su un gruppo di case
\par o\tab di alberi. E l'indugiar dello sguardo del pittore sui piani ravvicinati delle case, degli alberi e dei monti, modo di inquadrare la visione solidamente eppure in una vibrazione costante di tocchi, impedisce defini\'activamente di pensare, per questi particolari paesaggi, alla funzione di puri e semplici studi preparatori.
\par In questi paesaggi, per quanto solo genericamente riconoscibili, mancano tratti " caratteristici \'84 , tratti che li individuino in modo spiccato dal punto di vista del folclore, e insomma delle curiosity locali. Anzi cie e accuratamente evitato, e in questi paesaggi cer\'accheremo invano it pino di Posillipo oil profilo di Capri. E questo e un punto a favore dell'intelligenza dell'artista, che conosceva troppo bene i limiti della scuola paesistica napoletana delle precedenti genera\'aczioni. Tuttavia, e ci\'f4 e ancora un altro punto in attivo, l'aria e quella, quello e it colore, quella e la luce dei luoghi festosa, calda, cordiale.
\par Forse per provocare in lui lo stato d'animo favorevole alla creazione di questi acquarelli influi sul Morelli l'esempio da poco cessato della " Repubblica di Porti\'acci \'84 (soprattutto del De Gregorio), che egli aveva avver\'acsato, ma che certo aveva sentito; '5) e assieme a quello, quale ulteriore riflesso dell'attivita dei " macchiaioli \'84 toscani, influi forse l'esempio di quell'ondata di veri e propri " primitivi \'84 della scuola napoletana della se\'acconda meta dell'Ottocento, che giA col primo Toma e poi col primo Mancini, col primo Boldini, con lo stes\'acso primo Dalbono e altri ancora, ebbe, se non erro, un suo particolare corso e dovra essere certo in un pros\'acsimo futuro meglio approfondita e studiata. Se cosi e stato (ed e la cosa pia probabile) la datazione di que\'acsti acquarelli dev'essere anticipata di almeno un de\'accennio e, se non portata addirittura al 1873, anno in cui Morelli era lontano da Napoli, come si e visto, e suggestionato dalla pressione su di lui esercitata dagli attacchi del Cecioni in nome di un pia autentico " rea\'aclismo \'84 in alleanza col De Gregorio, 13) essa dovra per\'aclomeno oscillare entro it decennio tra it '7o e l'80.
\par Sta di fatto, comunque, che nel lungo contrasto tra realty e mito, solitamente conchiuso nell'arte di Morelli con la vittoria del secondo, vinse per un momento, attraverso questi piccoli acquarelli, come a me pare, la bellezza della semplice e viva esistenza delle cose.
\par I) D. MORELLI-E. DALBONO, La scuola napoletana di pittura nel secolo XIX ed altri scritti d'arte, a cura di B. Croce, Bari 1915, pp. 31-32;
\par 2)\tab Ibidem, p. 25.
\par 3)\tab Ibidem, p. 25.
\par 4)\tab G. BRIGANTI, I bamboccianti, Roma 195o, p. 22 SS. " COS1 vivi mendichi afflitti e nudi / non trovan da coloro un sol danaro,/ che ne' dipinti poi spendon gli scudi \'84.
\par 5)\tab cfr. it racconto dell'episodio nella versione del Morelli e in quella pill dettagliata del Dalbono in La scuola napoletana di pittura ecc., op. cit. pp. 26-28 e 86-87. Per altre versioni cfr. P. Levi, D. M. nella vita e nell'arte, Roma-Torino 1906, pp. 65
\par e\tab ss.
\par 6)\tab P. LEVI, Op. Cit., pp. 146-147; MORELLI-DALBONO, op. cit.,
\par PP. 97-98.
\par 7)\tab D. MORELLI-E. DALBONO, Op. Cit., p. 14.
\par 8) cfr. per la famosa teoria della macchia esposta dal CROCE Problemi di estetica e contributi alla storia dell'estetica italiana,
\par Bari 1923, p. 238 ss. ristampato in La critica e la storia delle arti figurative, Bari 1934, P. 7o ss.
\par 9) D. MORELLI-E. DALBONO, op. cit., p. 15.
\par tc.) B. 1V10LAtou, La scultura nel Presepe napoletano del Sette\'accento, Napoli 1950, P. 14.
\par II) E. SOMARE, Storia dei pittori italiani dell'800, Milano 1928, II, p. 450.
\par 12)\tab P. LEVI, op. cit., P. 347. Gli otto acquarelli cui possono essere collegati 6 studi di piante, misurano tutti cm. 24 :\'8b 331/2.
\par 13)\tab A. CECIONI, Scritti e ricordi a cura di G. Uzielli, Firenze 1905, PP. 393-4-
\par '4) Particolarmente: nella fig. 4 e possibile riconoscere le pendici del Monte " Finestra ,,, dietro Cava; a fig. 3, appare nello sfondo it villaggio di Rotolo; nella fig. 5 it Castello, visto dalla " pianeta \'84 di Serra. Per queste e analoghe indicazioni ringrazio qui i pit\'actori Luigi Della Rocca e Matteo Apicella di Cava de: Tirreni.
\par is) cfr. su questo argomento, oltre gli scritti del CECIONI, F. NETT', Critica d'Arte, a cura di A. De Rinaldis, Bari 1938, p. 7o. s.
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