Giuseppe De Nittis e la scuola napoletana di pittura   (Pagine 32 )      Fonte : Emporium - nr 233 Maggio 1914

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 328\tab ARTISTI CONTEMPORANEI \par se da principio ne attiv\'f2 le forze \'abiniziativa e ne allarg\'f2 l'orizzonte spirituale, fin\'ec, a lungo andare, col determinarne la rapida decadenza, sia col re\'acprimere ogni accentuato sviluppo di individuale originalit\'e0, sia col costringere ogni attivit\'e0 giova\'acnile, desiosa di rinnovazione, in un ristretto ambito di visioni estetiche e di ricerche tecniche e sia col non sapere correre ai ripari contro la deleteria influenza dello spagnolismo alla Forhinp. \par sia anche infrenata da doveri professionali, da con\'acsuetudini amichevoli e da esigenze pratiche, non dovesse sorgere fra di loro ed aggravarsi di anno in anno sempre pi\'f9. Ma lo strano cd il dramma\'actico \'e8 che di essa la palese rivelazione si ebbe, con l'efficacia persuasiva di uno sfogo a lungo represso, proprio allorquando il superstite dei due commemor\'f2 in pubblico il defunto compagno di propaganda e di dominazione artistica. \par \par O. DE NITTIS: ATTRAVERSO GI I APPENNINI. \par (Propr. Ca,a 10 ., \par Eppure il perfetto accordo di sentimenti e di azioni fra i due illustri pittori, il quale, durante circa un terzo di secolo, non parce presentare alcuna percettibile incrinatura, non era che appa\'acrente. Fu soltanto, per uno sforzo prodigioso di volont\'e0 da parte di entrambi, che dalla massa del pubblico, abituatosi a considerare i due valemmo- mini, nella loro continua colleganza, siccome una specie di bifronte deit\'e0 del partenopeo tempio dell'arte, non venne mai u\'e8 scoperto n\'e8 l'assiduo profondo ed insanabile dissidio psicolo\'acgico che nascondevasi dietro di esso. \par Troppo, invero, era il divario fra l'indole del\'acl'uno e quella dell'altro perch& una discrepanza, (Pot. t.osacco De Gioia; \par Curioso e prezioso documento umano ci appare, nella sua ingenua e quasi incosciente franchezza, il discorso commemorativi-) tenuto dal Morelli nel\'acI'aula magna dell'Accademia di archeologia di let\'actere e di belle arti di Napoli. Egli, Dure espri\'acmendo il suo affetto di vecchio e fedele ami en pcl Palizzi e pur rendendo reverente omaggio alla stia pittura, si sent\'ec trascinato, non certo da ran\'accore, da rivalit\'e0 o da altro sentimento meno che \par una \par irrefrenabile necessit\'e0 spirituale, ad esprimere una buona volta, prima di morire, schietto ed intero il pensiero suo e sopra tutto a differenziarsi spic\'accatamente da colui che i casi della vita e la pub \par intuito\tab nobile o meno che dignitoso, ma bens\'ec da \par 3 3 2\tab ARTISTI CONTEMPORANEI \par blica opinione gli avevano posto semprejallaccanto. Fu cos\'ec che, chiamato ad onorare, con la sua pa- rola autorevole, la memoria del Palizzi, egli, quasi senza accorgersene, fu indotto, non soltanto a opporre in maniera vittoriosa a quella di lui la propria personalit\'e0 di uomo e di artista, ma a fornire, ai ciitici futuri, con una lunga e gustosa \par \par NITTIS: IN ABITO DA BALLO. \par I . C revatix). \par serie di minute rivelazioni, di caratteristiche os- servazioni e di aneddoti significativi, gli elementi per un giudizio piuttosto severo sul fin troppo magnificalo ritrattista dei se mari e dei vitelli. \par Bonario ma burbero e di poche parole, punto orgoglioso ed affatto schivo di encomii e di onori, ma profondamente cosciente del non comune suo merito di pittore, non invidioso dei suoi confra- tetti d'arte, non geloso dei loro successi ed anzi disposto sempre ad aiutarli ed a favorirli del suo me- glio, sempre pero che non Io contraddicessero nelle sue idee e nei suoi propositi, Filippo Palizzi era convinto, nella sua laboriosit\'e0 instancabile e buio- craticamente torto iica, che tutta la verit\'e0 ed ogni salute per l'arte fossero riposte nel suo incrolla- bile credo realistico. Egli, adesso che sono in gran parte sbolliti gli entusiasmi suscitati, mentre viveva, dall'impressionante evidenza figurativa di alcuni dei suoi quadri, ci appare, pi\'f9 che altro, un ar- tefice coscienzioso e sapiente, la cui opera, anche nella stia parte migiiore, presenta pi\'f9 un'impor- tanza cronologica nella storia della pittura italiana del secolo decimonono che mi verace e vivo in- teresse estetico. \par Il suo verismo, di cui sarebbe ingiusto diniegare l'influenza benefica di contro all'ancora imperante arte accademica, ci si appalesa oggid\'ec alquanto gretto nella sua paziente meticolosit\'e0 analitica, la quale considerava uomini, bestie e cose indipen- dentemente da ogni trasfiguratrice influenza di luce e di atmosfera. una specie di verismo ogget- tivo e tutto di superficie, che tic ii IDi periterei dal definir e di carattere assai pi\'f9 tattile che ottico, rammentando che egli talvolta, secondo Morelli racconta, si provava a Lire il ritratto di questo o quello dei suoi amici senza guardarlo, col solo tatto dell'indice de Ha mano sinistra, !neutre che con la destra disegnava. \par Privo di ogni dote di fantasia e di sentimento e disadatto a vaste e complesse composizioni, egli riusc\'ec mediocre sempre che si prov\'f2 a sog- getti romanzeschi, corre l'Ettore Fieramosea, sto- rici, come L'episodio di Villuiranea nella bat- taglia di Custoza od ll ferimento del Principe Amedeo, o sac; i, come il San Giovanni, allonta- nandosi dalla modesta pittura di animali, che cos\'ec bene rispondeva alle sue tendenze estetiche ed alle sue abitudini di lavoro. Ed anche in essa, era bene Clic non si discostasse dall osservazione e poi dalla raffigioarione sulla tela di alcune categorie di animali domestici che aveva di continuo sotto gli Genia, perch\'e8 di quell'Arca di Noi., tanto de- cantata al suo primo presentarsi al pubblico, ora non ci sembra certo troppo severa la definizione di cartello per serraglio da fiere, datane dal Di Giacomo, e del non meno glorificato iltuore nel deserto non ci pare punto sacrilega la pratica tra- sformazione, fattane, alcuni anni fa, in affisso illustrato per annunciare non so pi\'f9 quale nuovo liquore o mirabolante prodotto farmaceutico. \par E nel ritrarre pecore, capre, cani e vitelli che si affermava in modo spiccato e persuasivo la ma- gistrale perizia tecnica e la rara efficacia evocativa del pennello di Palizei, ma io credo che i soli \par 340\tab A In ISTI CONTEMPORANEI \par \par \par I fli : UN l'UNII: A LONIMA.\tab 1/41- ot. Crevaux). \par \par Eppure Eardimentoso Pugliese e coloro che a lui si unirono nel libero e diretto studio della natura, presentano. anche senza che si possa ri- levare un'immediata derivazione ad un deciso proposito d'imitazione, pi\'f9 di un punto di con- tatto, sia nella ricerca dei motivi pittorici sia pel metodo impressionistico di lavoro all'aria aperta che Edoaido Dalbono argutamente definiva di cac- cia/ori al volo, col delizioso acquerellista Giacomo Gigante e cogli altri componenti di quel gruppo di amabili paesisti che il Vi Ilari denomin\'f2 Scuola di Posillipo, i cui meriti non comuni di sincera semplicit\'e0 d'ispirazione anima dal vero e di ele. game grazia di esecuzione dovranno essere assai pi\'f9 apprezzali dai posteri che dai contemporanei. \par I. \par Malgrado il suo carattere sbarazzino e malgrado le sue spavalde pose ribelli, l'espulsione dall'Istituto di belle arti, avvenuta nel giugno 1803, dovette abbruciare non poco all'amor proprio, ohremodo snsihi le, del giovane Barlettano, tanto pi\'f9 che aspre rampogue non gli mancarono di sicuro da parte del suo fratello e tutore. \par Il certo i, che, mentre nella mente andava ma- turando il proposito di pigliarsi una trionfale ri- vincita col partecipare, l'anno susseguente, al con-. corso pel pensionato di I irenze, egli abbandon\'f2, di punto in bianco, il piccolo studio preso in af- fitto nei vasti locali del vecchio convento delle Fosse del grano, i quali, sgombrati dai frati, erano stati invasi da una legione di pittori e di scultori, e si allontan\'f2 da Napoli per rifugiarsi, indispettito e scontroso, in alcune stanzette della parte pi\'f9 alta dell'abolito Palazzo Reale di Portici. \par L' indole sua gaia e spensierata e 1' indomabile sua ambizione artistica non tardarono per\'f2 a ottenere di nuovo il sopravvento. La calma rientr\'f2 a 1~) pn volta nell'animo suo esasperato ed eg!' fece ritorno, con rinnovata foga, al lavoro, che d'allora in poi, doveva essere per lui spantane ed indipendente al cospetto della natura cd in lti- mediato ed assiduo rapporto con essa, proprie cos\'ec come l'aveva sempre agognato e come rispon- \par GIUSEPPE DE NIl IIS\tab 311 \par deva alle esigenze della sua individuale visione d'arte. \par Durante mesi e mesi, anzi, per essere pi\'f9 pre\'accisi, durante il corso, quasi ininterrotto, di circa quattro anni, cio\'e8 dalla seconda met\'e0 del 1863 alla prima met\'e0 del 1867, egli, sia che si trovasse a Portici, sia a Napoli od a Barletta, a cui amava ritornare di trito iu tratto, usc\'ec, salvo che il mal tempo recisamente Io vietasse, ogni giorno, nelle prime ore del mattino, in dimessa tenuta di lavoro, portando ad armacollo una cassetta che, oltre a una piccola tavolozza, a qualche pennello ed a pochi tubetti di colore, conteneva cinque o sei tavolette per dipingervi su ad olio. \par Cos\'ec equipaggiato, girava in mezzo alla campa\'acgna, lungo la spiaggia del mare e su e gi\'f9 per le ripide pendici del Vesuvio e, appena trovava un cantuccio di paesaggio che gli andava a genio, un effetto di luce od un pattito di nuvole che lo colpiva od anche un gruppo di figure che lo in\'acteressava, egli accostavasi e tentava di fissare, con vivace prontezza di pennellata, su una delle sue tavolette lo spettacolo che aveva richiamato ('at\'actenzione dei suoi occhi e I' interesse della sua mente. \par Merc\'e8 questo quotidiano esercizio, in cui la per\'acseveranza veniva riscaldata da una bella fiamma di entusiasmo, Giuseppe de Nittis, non soltanto sor\'acpass\'f2 ben presto le oscitanze e le deficienze del primo noviziato di pittore ad olio, ma rassod\'f2 e in pari tempo svelti le sue qualit\'e0 tecniche e svi\'aclupp\'f2 sempre pi\'f9 le native sue attitudini di osser\'acvatore schietto spontaneo ed acuto del vero. \par Fu cos\'ec che, nella primavera del 186,1, egli, conscio dei progressi fatti in breve tempo, non si perit\'f2, bench\'e8 appena diciottenne, di mandare alla terza mostra della Societ\'e0 Promotrice di Belle .\\rti Salvator Rosa b due minuscole scene di paese, ad ambedue le quali impose per titolo i.'avauzarsi della tempesta. \par Accettate dalla Giuria, tua collocate in alto di una delle pareti della sala nella quale la Com\'acmissione ordinatrice usava riunire le opere che le sembravano di ordine inferiore, se non addirittura scadenti, quei due quadretti non erano, di sicuro, \par \par G. ni: NITTIS: LA e NATIONAL G.11.LIRV > A LONDRA. \par (Propr, del pitture P. Ptamcng - Pari \par 342\tab ARTISTI CONTEMPORANEI \par destinati n\'e8 a suscitare l'ammirazione del gran pubblico n\'e8 ad accaparrarsi i suffragi degli artisti, dei critici e degli amatori napoletani, di cui, con la loro delicata sobriet\'e0 di visione e di fattura, rivelante di gi\'e0 un originale temperamento di pit\'actore, essi contraddicevano le abitudini ottiche e le aspirazioni estetiche. \par A ricompensare ad usura il giovanetto pittore dell'indifferenza generale con cui era stato accolto il suo primo presentarsi in una pubblica esposi\'aczione, valse l'encomio pieno e caldo che gli venne da Adriano Cecioni, uno scultore toscano di ca\'acrattere alquanto bisbetico ed aggressivo. ma di gagliardo ingegno e di non comune acume critico, il quale, in quell'epoca, trovavasi a Napoli in qua\'aclit\'e0 di pensionato dell'Accademia di Firenze. \par Avendo posato a caso lo sguardo su di uno dei due paesaggetti del De Nittis d' intonazione grigia fine e delicata, il quale rappresentava una pianura divisa da un largo fiume ed attraversata in alto da uno stormo di uccelli su di un cielo tempora\'aclesco, il Cecioni venne subito attratto dall'aspetto onesto e modesto di esso, in pieno contrasto con la pittura sfacciata che trionfava tutt'intorno, tanto da fargli l'effetto, secondo quanto egli medesimo ebbe in seguito a scrivere, di una donna per bene in un luogo di perdizione. Dopo averlo guardato a lungo, si rivolse a coloro che gli stavano din\'actorno ed esclamo, con I'esagerazione che amava mettere tanto cella lode quanto nel biasimo: < Sono \par persuaso che in tutta [esposizione non vi \'e8 un \par quadro che valga altrettanto ! \par E quando, di l\'ec a poco, gli venne presentato l'autore, lusingato e commosso da tale inatteso scalzo di entusiasmo, egli aggiunse, alzando il tono della voce : Q Siate pure sicuro che un altro \par anno i primi a farvi gli elogi saranno quelli \par stessi che hanno posto il quadro fra gli scarti ! t \par Il vaticinio di successo contenuto in queste pa\'acrole, che erano state pronunciate con una certa en\'acfasi ma anche con accento di profonda convinzione,, si avverava, bench\'e8 non proprio nella forma indi\'accata dal Cecioni, nelle susseguenti due mostre della Promotrice partenopea del 1866 e del 1867. In esse il De Nittis espose quattro altri paesaggi, sei quali Parte sua dimostrava di aver fatto nuovi sensibili progressi, sia per ferma nitida ed elegante sicurezza di seguo sia per impressionistica efficacia \par \par \par D. DE NItTIS: CADANO DI LUNA.\tab (rot. Crevaue). \par GIUSEPPE DE NITTIS\tab 343 \par \par G. DE NETTI: RITRATTO DI EDMOND DE GONCOURT (PASTITI \par evocativa. Se dinanzi ad essi la sorda ostilit\'e0 da parte del maggior numero dei confratelli napole- tani, che lo sentivano troppo differente da loro per poterlo comprendere ed amare, non disarm\'f2, le simpatie degli intelligenti e dei buongustai in- cominciarono ad accendersi in suo favore, tanto che Vittorio Emanuele II o, piuttosto, colui che era incaricalo delle compre di Casa Reale, si indusse ad acquistarne due, Un casale dei dintorni di Napoli e Una traversata negli Appennini, per la pinacoteca del Palazzo di Capodimonte. \par Durante questo periodo di tempo, in cui il suo talento si svolse, si rafforz\'f2 ed acquist\'f2 un Ca rat- tere personale e durante il quale egli produsse pii: di un'opera interessante e che presentava gi\'e0 le delicate qualit\'e0 della sua prima maniera, che meglio ancora potrebbe definirsi sua maniera ita- liana. Giuseppe de Nittis ebbe due inseparabili compagni di lavoro e due fedeli amici in Fede- rico Possano ed in Marco de Gregorio. En- trambi, pure essendo di vani anni meno giovani, ne subirono l'ascendente, appena entrarono in af- fettuosa dimestichezza con lui, e ne riconobbero senza difficolt\'e0 la grande superiorit\'e0 artistica. \par Incoraggiati, incitati ed animati di argomenti teoretici dal Cecioni, che li incantava e li esaltava con la stia loquela fluida efficace e toscanamente precisa e forbita, i tre giovani osarono mettersi in aperta lotta con le tendenze e con le abitudini sovraneggianti nella societ\'e0 artistica napoletana sotto gli auspicii del romanticismo morelliano e del verismo palizziauo e formarono il prima) nu- cleo di quel gruppo di liberi rapidi e schietti os- servatori e riproduttori all'aria aperta delle scene della natura, a cui appartennero Raffaele Itelliazzi, Alceste Campriani, Munitine Leto, Camillo Amato e due o tre altri e che ebbe, di II a qualche anno, il battesimo di Scuola di Portici, trasformato poi sarcasticamente in Repubblica di Portici da Do- menico Mortili, il quale non fu mai u\'e8 benevolo u\'e8 indulgente verso coloro che non si piegavano volonterosi alla sua autocrazia. \par Assunto che ebbero l'atteggiamento di ribellione, i dissidenti, che in tempi pi\'f9 prossimi a noi si sarebbero chiamati secessionisti, non si lasciavano sfuggire mai l'occasione per proclamare il loro programma che si riassuineva nella dircazt impres- sione del vero e nella sapiente distruzione del co- \par 344\tab ARTISTI CONTEMPORANEI \par lore e per fare la loro propaganda demolitrice contro i due santoni della scuola pittorica napo\'acletana. \par Ecco De Nittis, con la stia parlantina napole\'actana colorita e mordace, proclamare che Morelli era un pittore sprularala e Glie i suoi guadi i, co' essi clrilli enl:trilli, sembravano voler fare la con\'accorrenza alla vetrina di Madonna Porca, celebre fornitrice delle eleganti signore napoletane di quei tenipi, che aveva un notissimo negozio di mode in via Chiaja. Poi soggiungere, passando a Palizzi, a cui egli proclamava essere di gran lunga supe\'acriori Giacinto Gigante e Gonsalvo Carelli : E Dori.. Filippo cite se crede ca pecchi. fa i pile d'e (rape con li perrrt1cI1i barbare ha trovalo 'a ,!rada d'a vero! 4 \par Cecioni si contenta di ridere ed applaudire, ma Marchetielln, ch\'e8 cos\'ec veniva confidenzialmente chiamato dagli amici Marco de Gregorio, si eccita e, facendo la voce grossa, esclama : Ma, perdici! \par la prepotenza di questi signori che si vogliono ,1 imporre ad ogni costo deve pure finire una n buona volta ! \par Mite e conciliativo, Rossano cerca d'intervenire, facendo osservare che un certo talento bisogna pure riconoscerlo a quei signori, ma De Nittis, \par De Gregorio e Cecioni gli danno stilla voce, di\'acchiarando che non si pu\'f2 e non si deve ricono\'acscere alcun talento, alcuna seriet\'e0 cd alcuna o\'acnest\'e0 a coloro che disdegnano [impressione dal vero per compiacersi nella mercantile virtuosit\'e0 del pennello. \par Egli, scrollando le spalle, tace, mentre il Dal\'acbono, che pure aveva viva simpatia cd affettuosa amicizia per De Nittis, conosciuto sui banchi del\'acl'Istituto di belle arti, e che frequentava i dissi\'acdenti, senza per\'f2 condividerne le idee, protesta vivamente, secondo conviene ad un entusiastico ammiratore di Morelli, e poi scappa via, indignato e scandalizzato da quelli che non potevano non sembrargli giudizii blasfeniatorii. \par Certo, accanto ad una parte di vero, in quei severi apprezzamenti su Morelli, su Palizzi e sui loro seguaci vi era molta parte di esagerazione e d'ingiustizia, per\'f2, pci giovani che s'iniziano all'arte e che si propongono di dirvi una parola nuova e sentono di poterla dire, certe esagerazioni e certe ingiustizie contro i loro predecessori sono, cos\'ec come la loro recisa e violenta intransigenza este\'actica, non soltanto inevitabili, unta necessarie e tal\'acvolta anche utili. \par VITTORIO PICA. \par \par (i. DE NITTIS: LA SENNA. \par rot. Crevaux). \par [M PORI UM \par VOL. XXXIX.\tab MAGGIO 1914\tab N. 233 \par \tab\tab\tab \par \par ARTISTI CONTEMPORANEI JIUSEPPE DE NITTIS \par E LA SCUOLA NAPOLETANA DI PITTURA. \par Fu durante questi quattro lustri che essa, non soltanto seppe trovare in s\'e8 l'energia di rinnovarsi a fondo, ma, tuerc\'e8 una serie copiosa e varia di opere di pregio non comune, riusc\'ec a mettersi alla testa del movimento di risveglio artistico, che, subi ti) dopo la politica affermazione unitaria, nasi andata deter- minando nelle maggiori citt\'e0 del nuovo regno. Potette cosi meritare di essere pro- clamata, senza alcun con\bullet trasto, l'iniziatrice vittoriosa di quella che in seguito veniva definita, sia pure con alquanta enfasi, la seconda rinascenza delle atti belle in Italia. \par Quasi tutti coloro che, in libri o in articoli di gioinale, hanno Uattato di siffatto periodo, svoltosi in- torno al dinonvirato dittato- riale di Filippo Palizzi e di Do meni co Morelli, ce ne hanno, pi\'f9 che altro, am. inanita una specie di aurea leggenda, per non avete forse saputo resistere abbastanza alla sug- geatione della celebrit\'e0 ancora troppo recente di uomini e di opere. Orbene, io credo che sia tempo alfine di darne la storia veridica, la quale, coi suoi contrasti di tendenze, di ambizioni e di inte- ressi, riuscir\'e0 ti i sicuro tuoi to pi\'f9 attraente ed anche pi\'f9 umanamente significativa. \par La stretta alleanza ira Palizzi e Morelli, nella \par quale, mentre l'uno portava l'autorit\'e0 degli anni \par e di una fama ben consolidata e quasi non pi\'f9 \par discussa, l'altro portava l'appoggio dell'entusiasmo \par ammirativosaputo accendere \par negli animi dei giovani \par L ventenni() che va dall'esposizione di Firenze del 1861 all'esposizione di Torino 1880 pu\'f2 considerarsi buon diritto come il periodo pi\'f9 fecondo e pi\'f9 brillante della tuo- \par dettiti scuola napoletana di pittura. \par \par \par \tab\bullet Unti delle maggiori Zlittat- 11 ve dell 'XI Esposizione Interna - ...sonale d'Atte tieWt Cilta Ve- nezia, che ha apetto leste le sue porte al pubblico, sara la mostra lettospettiva sit Giuseppe de NittiN, che, nato a Battei la il 23 febbraio iSan, moriva il lo agosto r8S4 Saint Cermaimen-Laye. Not ab- biamo creduto di faro cosa gra: ai lettori dell'Empor iutn, chie- dendo a Vittot io P it'a riliterCCS.Ifitt C gustosa primizia di uno dei pi\'f9 importanti capitoli della 1110110gla. ba sull'illustre pittore pugliese che egh pubblicher\'e0 pros;im.i,itente un'edizione tIlindrata di gran lusso. Il nostro collaboratore ci dara an\bullet che, dal giugno al dicembre del- l 'anno in corso, una 'cric. di profili di artisti italiani e stranieri, noi, ..ncora presentati ai noitt t lettini e clic nell'esposizione veneziana rilltIgt1110 Siigli altri per quantita e sopra tutto per qualit\'e0 di opere. \par GIUSEPPE \'bbE NITTIS.\tab \par 324\tab ARTIStI CON IEMPORANEI \par ebbe, a bella prima, conte incitamento e conte base il comune fermo proposito di combattere il manierisnto gretto e dottrinario degli accademici e di debellarne definiti vaniente 1' imperi\'b0, che, posto in pericolo dal crescere dei ribelli, evasi ridotto nell'Istituto di belle arti, come una citta\'acdella difficile ad espugnarsi. \par S'ingannerebbe a partito, per\'f2, colui il quale credesse che il contrasto fra gli ultimi stanchi se \par La verit\'e0 \'e8 che tanto fautore dell'irta di ,Vo\'e8 quanto l'autore del Onde Lata seppero fino dal\'acl'inizio della loro fortunata carriera, pure non evitando del tutto obbiezioui e censure da parte dei pi\'f9 rigidi custodi della tradizione classica, guadagnarsi le simpatie ed il favore delle vai categorie del cos\'ec detto gran pubblico e vennero incoraggiati dalla benevolenza efficace della Corte fico bunlca. \par \par rp. or.. NITTIS. II. VESUVIO IN I\'ecKt'/Ir,NI \par t'ropr. Conte CE. I.anckoron.ki . Vienna), \par stenitori della pittura corretta e di rilievo scultono e degli abusati soggetti greco-romani ed i cam\'acpioni baldanzosi del chiaroscuro, dei vivaci con\'actrasti cromatici e del diretto studio del vero as\'acsumesse a Napoli, in quel giro di anni, i1 pii nacc accanimento che present\'f2 in altri paesi di Europa. E cadrebbe in errore anche maggiore se pensasse che verso il Morelli e verso il Palizzi il mondo ufficiale, il quale pure per indole e per inveterata corrslletudine si compiace d'addimostrarsi reazio\'acnario, abbia fatto sfoggio, sia anche in proporzioni molto pi\'f9 discrete, di quell'ostilit\'e0 astiosa e sprez\bullet tante ciao, in Francia, dovettero sopportare prima un \par Delacroix e poi un IManct. \par D'altra parte, se entrambi riuscirono a penetrare nella rocca reazionaria non fu gi\'e0 per diritto di conquista ma per un abile e prudente accordo diplomatico. Un, infatti, Cesare Dalbono, che, nel maggio del 1868, assecondatido tin dasiderio mi\'acnisteriale ed in seguito a laboriose trattative, in\'acvit\'f2, nella sua qualit\'e0 di direttore, I)ontenico Morelli a fare parte del corpo insegnante, insieme col Perricci e col Tonta. II Morelli, persuaso senza dubbio di giovare alla propria causa, accett\'f2 e, siccome egli medesimo ha lasciato scritto, tatto lui, quanto i suoi amici e compagni di fede estetica si trovarono subito d'accordo con Augelini, Man\'acd velli, Smargiassi e Catalano, accademici tutti \par \par GIUSEPPE DE NITTIS\tab 325 \par \par ;IN : sin! PENDICI DEL vesuvio.\tab (Fut. Creva.lx). \par \par della pi\'f9 bell'acqua e che tutti avevano accolto i nuovi venuti con serena indifferenza, soddisfatti del pacifico accomodamento che permetteva loro di conservare le cattedre occupate gi\'e0 da parecchi anni nell'Istituto. \par Malgrado l'indulgenza grande con cui da qualche scrittore \'e8 stata giudicata una siffatta rapida intesa di uomini tanto diversi stir un comune programma didattico, essa, nel suo troppo disinvolto e spre- giudicato opportunismo, non pu\'f2 non sembrare ad ogni spirito imparziale alquanto strana ed ab- bastanza censurabile. \par Non era stato forse Saverio Altamura, l'autore di Maria cd i Cimbri, l'ampia tela che ebbe la sua ora di celebrit\'e0, ed tino dei pii, fedeli amici C dei phi affettuosi compagni d'arte di Morelli, a affermare, appena qualche anno prima, con sagace e recisa fermezza, che sarebbe assurdo il volere tentare l\'ec tanto agognata e tanto necessaria riforma del napoletano Istituto di belle arti, conservando, accanto ai nuovi professori, buona parte dell'antico corpo insegnante ? \par Per quanto severo sia il giudizio che possa e debba farsi di MI compromesso di Nude:ma fin \par \par G. D%\tab PRESSO IL CRATERE DEL VESUVIO. \par (For. \par GIUSEPPE DE NITTIS\tab 327 \par l'esempio ed il potere nobilmente suggestivo dei due maestri del pennello, i quali, merci: i nomi loro gloriosi, avevano saputo richiamare a Napoli, da ogni regione d'lia!ia, giovani allievi, ansiosi di ascoltarne la panda e desiosi di seguirne il con \par siglio. \par Un fato maligno pesava, per\'f2, sull'Istituto par \par tenopeo, talchi: in seguito a sorte ed lutti essate \par solidariet\'e0 dimettere anche lui, fu col Palizzi chia\'acmato, di li a poco, alla direzione del Museo d'arte industriale e col Palizzi ritorn\'f2, per volont\'e0 del ministro Pasquale Villari, nel IS9I, all'Istituto di belle arti. \par Collocati entrambi da varie successive genera\'aczioni di giovani entusiasti sull'altare della pi\'f9 fervida ammirazione ed incaricati di continuo e \par D. De NITTis: n. PRANZO A Posn.t.uro. \par (Fot. Fior\'ecttu). \par \par va- ...\tab a \par insidie interne, che la debolezza del Governo non seppe o tien volle sventare e reprimere, il Palizzi si vide costretto, per salvaguardia della propria dignit\'e0, a dare, nel febbraio del ISSI, le sue di\'acmissioni, che furono subito accettate. E in tale circostanza, va rilevato un particolare, che ci si presenta in pari tempo comico e triste: egli che, nella direzione dell'Istituto era stato chiamato a succedere ad un letterato con spiccate predilezioni pegli studii geografici, vi in surrogato, per la buaggine di un ministro, da un puro e semplice professore di geografia! \par Morelli, che aveva stimato doversi per amichevole \par ogni volta insieme dalla fiducia di governanti, di confratelli d'arte ed anche di semplici buongustai di pittura delle pi\'f9 delicate mansioni di carattere estetico e di ordine didattico, era inevitabile che tra il Palizzi ed il Morelli si andassero sempre piit rinsaldando, col volgere degli anni, i legami della primitiva alleanza occasionale. D'altronde, non riuscendo mai la testarda pertinacia dell'uno a predominare completamente aull'accorta sottigliezza diplomatica dell'altro o viceversa, non vi \'e8 punto da meravigliarci che si adattasseto ad eserci\'actare Sulla classe artistica napoletana un intperfo indiviso, ma non perci\'f2 meno autoritario. Fasso, \par \par }