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\viewkind4\uc1\pard\fs24 ARTISTI CON TEMPORANEI: PIETRO FRAGIACOMO.
\par NON siamo oggidi pi\'f9 ai tempi in cui i paesisti erano in Italia con\'b0siderat i dai loro confratelli d'arte, specie dai vanagloriosi cultori della vacua e convenzionale pittura storica, prima
\par compassatamente classica e poi teatralmente ro\'acmantica, con disdegnoso compatimento.
\par Chi crederebbe che, ancora cinque lustri fa, la potenza della tradizione accademica serbavasi presso di noi tale che, nell'esposizione torinese del 1880, le ricompense maggiori erano riservate all'arte sto\'acrica, le minori alla pittura di genere ed il paesaggio
\par doveva accontentarsi delle ul\'actime, anche pi\'f9 ridotte? Ed in quei bisbetici congressi ar\'actistici, che, per un po' di tempo, furono di moda in Italia, in un accesso acuto della febbre di rettorica e di chiacchere vane che consuma le razze latine, nessuno osava far motto di tale antiquata e balorda classifica di premi, Una sola volta si lev\'f2 il Fontanesi per protestare con\'actro di essa e subito, siccome racconta il Calderini nel suo bel volume sul pittore reggino, gli fu tolta la parola, coi non so pi\'f9 quale futile pre\'actesto di consuetudini parla\'acmentari.
\par L'ora della riscossa doveva
\par pur sonare ed i paesisti gi\'e0 da qualche tempo prencl.onsi la rivincita : non v'\'e8, infatti, da dieci anni in qua, mostra d'arte in Italia, in cui il qua\'acranta, se non addirittura il cinquanta per cento delle opere di pittura non sia costituito da pae\'acsaggi. Non abusano forse i paesisti della loro vit\'actoria, a rischio di stancare l'improvvisa benevo\'aclenza a loro favore ?
\par Il crescente trasporto della classe artistica italiana per la pittura di paese non dovrebbe, in massima, che essere ben veduto ed incoraggiato dalla critica,
\par specie se di spiccate tendenze rnoderniste e reali stiche, giacch\'e8 \'e8 evidente che abbia molto maggiore pro babilit\'e0 di disseccarsi o d'inacidirsi la vena di coloro
\par che chieggono l' ispirazione alla storia od al romanzo di quella invece degli altri, che sono obbligati dall' indole particolare del genere che coltivano a tenersi di con
\par tinuo in contatto col vero, a stare in comunicazione di retta ed immediata con la natura. Troppo larga, per\'f2, \'e8 nel nostro paese la schiera di quei pittori, i quali soglionsi
\par mettere di fronte ad una scena di campagna o di mare, proprio come un obbiettivo fotografico, senza che i loro occhi siano colpiti da quella
\par profonda impressione e senza che il loro spirito provi quel fremito misterioso, che rivelano 1' intima comunione fra lo spettacolo contemplato e colui che lo contempla! Costoro, per un certo numero pi\'f9 o meno lungo di giorni, escono metodicamente ogni mattina da casa, con la scatola dei colori ad armacollo, piantano il cavalletto dinanzi ad un dato posto, prescelto non perch\'e8 li interessi o li commuova intensamente, ma soltanto perch\'e8 sembra
\par in uggia al pubblico la pittura di paese e che lo allontanano, un po' per volta, dalle mostre d'arte.
\par Quanta diversit\'e0 fra costoro ed i grandi maestri inglesi e francesi della prima met\'e0 del secolo scorso, i quali furono gl'iniziatori geniali, modesti, insor\'acpassati e forse insorpassabili del paesaggio moderno! E che cos\'ec i Bonington ed i Constable, come i Corot, i Rou_sean, i Daubigny e gli altri maestri di Fon\'actainebleau, pure studiando con cura amorevole e
\par adatto ad essere riprodotto in pittura e lavorano con pazienza da sgobboni, fiduciosi nell'acume chia\'acroveggente del loro sguardo e nell'agilit\'e0 esperta del loro pennello. In un secondo periodo, poi, chiusi nel loro studio, trasformano, secondo le tradizio\'acnalistiche pratiche del mestiere, il bozzetto stu\'acdiato dal vero in un quadro di paese, destinato, a parer loro, a furoreggiare nella prossima esposizione. S\'ec, il quadro, dopo la duplice manipolazione, vi \'e8, ma ci\'f2 che manca, ahim\'e8 ! \'e8 l'opera d'arte.
\par Sono questi burocratici della tavolozza, dei quali, dopo le prime prove, talvolta promettenti, della giovinezza, il cervello si \'e8 insugherito, l'occhio si \'e8 ottenebrato ed il lavoro della mano \'e8 diventato affatto meccanico, che minacciano di fare prendere
\par quasi religiosa le scene campestri e boschive che si presentavano ai loro occhi, vi infondevano qual\'accosa Cella loro anima ingenuamente e squisitamente poetica, che le trasfigurava, le esaltava ed attribuiva loro un fascino particolarissimo e differente secondo l'artista diverso che applicavasi a ritrarlo sulla tela. A tale famiglia di pittori-poeti appartengono, con una certa artificiosit\'e0 d' ispirazione e con una certa mollezza di tecnica, quegli squisiti virtuosi della tavolozza che sono gli odierni pittori scozzesi e ci\'f2 spiega il successo grande da essi ottenuto alle mostre di Monaco e di Venezia, e vi appartengono altres\'ec Antonio Fontanesi, l'evocatore sapiente e suggestivo dei vasti cieli nuvolosi, dei grandi alberi ingialliti dall'autunno, dei piccoli stagni alpestri, e
\par Giovanni Segantini, il glorificatore geniale delle grasse campagne solcate dall'aratro, dei laghi lom- bardi nelle ore soavemente melanconiche del cre- puscolo e delle alte cime coperte di neve.
\par Per fortuna, fra i nostri artisti viventi, non man- cano alcuni che sono degni davvero del titolo o- norifico di lirici del paesaggio per avere dimo-
\par strato, coi loro quadri. di comprendere che una scena di campagna o di mare, per apparire qual- cosa di pi\'f9 e di meglio di un'abile fotografia, debba esprimere un sentimento, sia di letizia sia di tri- stezza, a meno che non raggiunga l'abbagliante luminosit\'e0 di una tela di Monet, l' intensa ogge-t- tivit\'e0 rappresentativa di una tela di Carcanu o la grazia decorativa di una tela di Leistikow. Fra essi il triestino Pietro Fragiacomo occupa, per ge- nerale consenso, un posto d'onore. -,
\par Pietro Fragiacomo non \'e8 stato un precoce, giac-
\par ch\'e8 non Si \'e8 dedicato all'arte che a ventidue anni suonati ma, in compenso, egli, bench\'e8 quasi cin- quantenne, serba tuttora una vivacit\'e0 d' ispirazione ed una disinvolta facilit\'e0 di fattura del tutto gio- vanile.
\par Nato a Trieste il 14 agosto 1856 da genitori piranesi, si rec\'f2 ad otto anni, insieme con la fa- miglia, a Venezia, per non lasciarla pi\'f9 che soltanto a brevi intervalli, sicch\'e8 \'e8 a buon diritto che viene considerato generalmente come un figlio della no- bile e poetica citt\'e0 della laguna, che egli, del resto, ama come una seconda patria.
\par Giovanotto, dopo avere compiuto gli studi ele- mentari e tecnici, entr\'f2, per compiacere al padre suo, che aveva intenzione di fare di lui un mec-
\par canico, in una fabbrica di macchine di Freviso. Da principio ne frequent\'f2 come operaio le officine di fabbro e di tornitore e poi venne assunto come disegnatore, ma una questione insorta fra lui e il capo del suo ufficio si avveleni presto in modo
\par tale che egli fu obbligato ad abbandonare il posto ed a ritornarsene a Venezia in seno alla famiglia. Fu allora che, in attesa di trovare un altro impiego, si fece alunno dell'Accademia di belle arti, sia per avere un'occupazione, sia per l'amore vivissimo che aveva segretamente sempre nudrito per l'arte. Av- venne cos\'ec che un destino propizio l'avvi\'f2 per la strada che aveva sempre sognato di percorrere e che non doveva in seguito mai pi\'f9 abbandonare.
\par Malgrado l'indole sua mite ed arrendevole, il Fragiacomo non si senti soddisfatto dell' insegna- mento accademico e, poich\'e8 alla dolcezza del ca- rattere egli accoppia una non comune pertinacia di proposito, abbandon\'f2 dopo un anno la scuola
\par e si dette a studiare da solo con fervore grande.
\par Incoraggiato e consigliato da Giacomo Favretto, che si era interessato molto alle sue prime prove scolastiche ed aveva preso a benvolerlo, disegnando e dipingendo costantemente dal vero, vivendo in una continua altalena di speranze e di delusioni, progred\'ec in modo tale che nel 1880, dopo tre anni soltanto di studi, incominci\'f2 ad esporre. I primi quadri, non abbastanza significativi e securi, pas-
\par sartino, a dire il vero, inosservati, ma egli non si scoraggi\'f2 punto ed il successo pieno ed incontra\'acstato gli sorrise d'un tratto alla mostra nazionale di Venezia del 1887, in cui espose due paesaggi assai belli, Silenzio ed In laguna, e poi ancora ed in forma pi\'f9 spiccata ed evidente alla Triennale di Milano del 1891, alla quale aveva mandato altri due paesaggi, dei quali l'uno, D'inverno, fu acquistato per la Galleria d'arte moderna di Roma
\par ed all'altro, Pace, venne assegnato il premio Prin\'accipe Umberto.
\par Fu quella di Milano una vittoria trionfale, che mise l'allora trentacinquenne pittore triestino in piena luce, ma fu davvero meritata, perch\'e8 nelle opere da lui espostevi e che alla magistrale perizia tecnica univano il dono prezioso di far parlare l'ascosa anima delle cose, affermavasi una tempra d'artista oltremodo robusta ed originale, la quale ha saputo mantenersi tale in tutte le susseguenti esposizioni italiane e straniere, a cui si \'e8 presen\'actato, accaparrandosi insieme il favore del pubblico e quello della critica.
\par ll mare, qualche cantuccio di laguna, alcuni aspetti di Venezia, varie scene delle campagne e delle colline di quella Trieste, a cui, con tenerezza filiale, il pittore riede ogni anno per un mese o due : ecco le faccie della natura e dell'opera del\'acl'uomo che ritornano di continuo sotto i pennelli di Pietro Fragiacomo, il quale, cedendo ali' intima sognatrice mestizia dell'animo suo, ama raffigurarli
\par sotto le raffiche del vento o dietro i veli della nebbia e della pioggia, ingiallite e malmenate Bal\'acl' autunno precipitante nell' inverno o pallidamente illuiiiinate dal sole che scende all'orizzonte.
\par Questi temi di marinista e di paesista riappa\'aciono, sotto i pi\'f9 vaghi aspetti e con rara inten\'acsit\'e0 suggestiva, in Plenilunio, Campana della sera, Calma crepuscolare, Al vento, Alba, Quiete, Ritorno dalla pesca, Mare, Il sonno, Tramonto triste, Ri\'acposo, Glicinia, Stagno, Torrente, Le rondini e altre dieci o quindici sue tele, di cui grato \'e8 ri\'acmasto il ricordo a coloro clie hanno visitato le mostre artistiche di Venezia, di Firenze, di Roma,
\par di Torino, di Milano, di Berlino e di Monaco di quest'ultimo decennio.
\par Fra esse, particolarmente efficaci e significative mi sembrano Ultimo salato, in cui sulle molli onde del mare, accese di riflessi aureo-rossigni dal tra- monto, una nave da pesca, sollevata l'ancora ed aperte al vento le ampie vele, si distacca, col te- nero saluto dei nocchieri, dalla spiaggia ; Tristezza, diventata di recente propriet\'e0 del Museo artistico di Berlino, in cui a mezza-costa di una collina
\par scorgesi, nelle prime ore della sera, ' un'unica soli- taria casetta, dal tetto della quale elevasi una sot- tile colonna di fumo ; Silenzio, una minuscola tela d'intonazione finali-lente grigia, che, col suo argenteo effetto di luce lunare, filtrante tra le nubi per ri- percuotersi, nel sottostante specchio d'acqua, pu\'f2 proprio considerarsi come un piccolo gioiello pit- torico ; e finalmente ed in ispecie Piazza S. Marco, che pu\'f2 ammirarsi, insieme cogli altri tre prege- volissimi suoi quadri Tramonto triste, Le rondini ed Al vento, nella Galleria d'arte moderna di Ve- nezia ed in cui \'e8. evocata, con tanta squisita deli- catezza di pennello, la visione caratteristicamente fantasiosa della bellissima piazza dietro il velo bi- giastro d'una giornata piovosa, che non riesce a
\par mortificare del tutto gli aurei scintillii dei grandi mosaici dorati della facciata del grandioso tempio, che ne forma lo sfondo magnifico.
\par A Pietro Fragiacomo si pu\'f2 forse rimproverare di ripetere troppo di sovente e con una identit\'e0 di fattura troppo evidente alcuni effetti di mare increspati dal vento e solcati da barche di pesca a vele spiegate, di praterie irrugginite dall'autunno e bagnate dall'acqua frettolosa di qualche torren- tello o di crepuscolari luminosit\'e0 in sordina ; ma
\par un tale rimprovero non \'e8 forse frutto di quel de- siderio smodato ed alquanto peccaminoso di novit\'e0 ad ogni costo che caratterizza l'epoca nostra, la quale, sovreccitata dalla stampa e dalle esposizioni troppo frequenti, si stanca e si ristucca subito di qualsiasi intensa e savorosa manifestazione d'arte, e non fanno forse bene quei pittori, scultori, let- terati e musicisti, che, possedendo una vera indi- vidualit\'e0 estetica, non danno ascolto che alla loro intima ispirazione e non sforzatisi di artificiosa- mente cambiarsi di continuo, falsificando la loro indole schietta e geniale, per accontentare coloro che non sanno pii apprezzarli per ci\'f2 che sono e per ci\'f2 che realmente valgono ?
\par Un rimprovero che, in ogni modo, Pietro Fra-
\par giacomo non merita, bench\'e8 pi\'f9 di una volta gli .sia stato mosso, \'e8 di avere preso a prestito da Stevenson, Thaulow od altro illustre straniero quanto, da anni ed anni, egli attinge dal pi\'f9 intimo della pensosa e sensibilissima sua indole di paesista sen\'actimentale. Tutto al pi\'f9 si potr\'e0 concedere che la vista di ci\'f2 che \'e8 stato fatto all'estero, con vivo successo, da artisti a lui spiritualmente apparentati Io abbia indotto a rinvigorire alcune doti native ed a ripetere con maggiore frequenza e con pi\'f9 convinta sicurezza alcuni effetti di paesaggio, che rispondevano ad una segreta sua predilezione, ma .che, mentre in Italia trionfava la pittura oggettiva,
\par temeva potessero riuscire non molto graditi al_pub\'acblico o non sembrargli abbastanza sinceri.
\par Baster\'e0, del resto, per fare giustizia di accusa cos\'ec erronea, il ricordare che gi\'e0 in Pace, il pae\'acsaggio bellissimo esposto e premiato a Milano quattordici anni fa, si sentiva che il Fragiacomo contemplava la natura con commossa anima di poeta e prediligeva la mestizia dei siti solitari e delle ore vespertine. E nel 1891 i pittori scozzesi e scandinavi non soltanto erano affatto ignoti in Italia, ma erano ancora assai poco conosciuti e apprezzati fuori delle loro terre natali.
\par VITTORIO PICA.
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