{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}}
\viewkind4\uc1\pard\fs24 Se per un meraviglioso processo di conservazione, un uomo potesse vivere dei secoli, Giacomo Grosso rappresenterebbe pi\'f9 d'ogni altro
\par gli artisti del cinquecento in questo nostro decimonono acrimonioso e grave. Nessun artista fu pi\'f9 discusso di lui, e avversato e criticato apertamente o nascostamente,
\par e ammirato con iperboliche lodi. Intorno a Grosso pare che nulla debba rimanere nei limiti ordinari.
\par Tutto deve trasmodare, forse per la stessa indole sua irrequieta e sovrabbondante, molto certo pel suo sfavillante ingegno e per la fecondit\'e0 del suo pennello
\par che produce con una vena inesauribile un'infinit\'e0 di opere, nelle quali egli imprime quella sua grande vigoria di coloritore per cui la sua fama vola fra noi come attraverso i monti.
\par Infatti egli e premiato in Italia, a Vienna, a Monaco, a Parigi, e non una volta sola, e che egli ne risenta compiacenza \'e8 cosa presumibile,
\par pure nessuno pu\'f2 asserirlo, tanta \'e8 la sua instmdiance per tutto ci\'f2 che lo riguarda.
\par " insouciance di forma "dicono i maligni, non di sostanza. Grosso sente altamente la sua personalit\'e0. E non potrebbe essere diversamente. Egli, fiero come l'uomo forte di Ibsen, " sta
\par solo ,.. Cio\'e8 deve tutto a se stesso. Ed io chiedo: se, guadagnando la vita come l'ha guadagnata lui, non sentisse altamente di se, che individuo sarebbe egli mai? non ha potuto misurare giorno
\par per giorno, ora per ora le sue forze, che crescevano centuplicate nella lotta quotidiana per la conquista del nome? ed in questa lotta, misurando se stesso, non deve essersi sentito
\par ingigantire la stima per il suo talento vittorioso ? lo no n intendo certe false modestie, certe vereconde menzogne che nascondono smisurate ambizioni. Ammiro assai pi\'f9 chi ha il coraggio di
\par riconoscere il proprio valore, e se Grosso sente altamente di se, ha ben ragione di andar fiero di quanto ha compiuto fin qui.
\par Ed una prova che la sua personalit\'e0 \'e8 invadente sta in ci\'f2, che \'e8 impossibile sdoppiare l'artista dalle sue opere. E una compenetrazione pi\'f9 forte che in qualunque altro, perch\'e9
\par nei suoi lavori egli ha messo tutto s\'e8 stesso, o meglio tutta la parte migliore di s\'e8. \'c8 nato di famiglia povera, ed era destinato alla carriera sacerdotale, ma il misticismo non
\par annebbi\'f2 un minuto solo quel suo cervello in ribollimento. lo credo non abbia indossato la veste che per posare da chierichetto quand' era ragazzo per un amico pittore.
\par " I suoi parenti gli fecero percorrere i cinque corsi elementari. Giunto alle ginnasiali, volendo troncarla definitivamente con l'avvenire che gli preparavano, si fece mandar via dalla scuola e
\par manifest\'f2 la sua vocazione per la pittura. Una pensione assegnatagli dal Comune di Cambiano, suo paese, lo mise in grado di recarsi a Torino a frequentare l'Accademia Albertina, dove comp\'ec gli studi alla scuola del
\par Professor Gastaldi.
\par Di tutti gli allievi dell'Accademia, egli solo riusc\'ec a guadagnare tutti i premi del corso superiore di pittura, compreso il gran premio triennale conferitogli per una tela che ha per
\par soggetto Maddalena ai piedi di Ges\'f9 crocifisso. Un lavoro di grandi intendimenti pittorici, ma punto cristiano nel sentimento. Ed ecco il segreto! La pensione gli manc\'f2 di punto in bianco,
\par e, se volle continuare, gli tocc\'f2 vivere del pennello. In quella terribile lotta fra il bisogno di studiare e quello di produrre, tempr\'f2 le sue forze, e fece la mano pratica, lesta, ubbidiente
\par alla sua volont\'e0. Trov\'f2 una fonte di lucro nella riproduzione di ritratti fotografici, che gli venivano pagati duecento lire l'uno; e in quel lavoro materiale, acquist\'f2 esperienza nei chiaroscuro \'84.
\par Cos\'ec Alessandro Stella. Freddo e appetito furono i compagni inseparabili della sua adolescenza, ma dal freddo e dagli stiramenti del ventricolo egli aveva uno stimolo continuo a progredire, a lavorare, a
\par vincere. Tempera adamantina, risultato d'una buona salute e di una indomabile volont\'e0, ecco ci\'f2 che da natura sorti Giacomo Grosso.
\par E la buona salute gli regala l'attivita, e l'attivit\'e0 la fortuna, e tutte insieme gli danno quel suo carattere gaio, spumeggiante, pieno di risorse, di trovate, inesauribile, simpatico,
\par carattere d'uomo antico a cui non giungono le musonerie nevrotiche della generazione attuale. Ed egli, dal trespolo sul quale sedeva a tratteggiare i ritratti che lo provvedevano di pane e di tetto,
\par aveva gi\'e0 il miraggio del futuro. Mai vi fu uomo pi\'f9 sicuro di s\'e8. Quasi dotato di una doppia vista, egli preconizza il suo avvenire.
\par Si vede pittore di principi e principesse, e beniamino dell'aristocrazia; si vede cavaliere e professore in quella scuola dove studia, s'indovina discusso e tormentato eia critiche assurde
\par e partigiane, ed egli si accinge a realizzare e a sopportare tutto ci\'f2.
\par Passo per passo si avvera nella sua vita tutto mondo artistico ed e una rivelazione. La cella delle pazze, composizione ardita, tutta basata sulla sobriet\'e0 melanconica di tre tinte e sull'effetto dei chiaroscuri, ha una potenza suggestiv di drammaticit\'e0 che soggioga.
\par Nel gruppo principale, il disordine scomposto della lotta feroce fra le persecutrici e la per
\par
\par
\par
\par menale memoria artistica, la costituzione pitto-\tab uno sfarzo, una pompa grandiosa, intorno alla
\par rica di tutti i quadri che hanno fermato la sua\tab\tab bruna figura dell'attrice.
\par attenzione a Milano, a Venezia, a Roma, a Na-\tab\tab E sciorina velluti, rasi e sete e damaschi e
\par poli. in tutte le altre citt\'ect visitate nei suoi in-\tab veli e piume, e incornicia d'oro lo specchio, la
\par telligenti pellegrinaggi artistici.\tab\tab\tab consolle su cui essa posa il braccio e sparge
\par Parlategli della scuola francese, e vi raccon-\tab\tab rose thea, a disegni, sul tappeto, fresche, fra
\par terza la storia del colore, attraverso le opere\tab\tab le roani dell'attrice, che in quella fulgente tela
\par dei grandi maestri di quella nazione.\tab\tab\tab si disegna tutta nella grazia leggiadra della sua
\par Si pu\'f2 (lire (li quanto di significativo si \'e8\tab\tab fine femnainilita\'ec, lievemente procace.
\par tutto e tentato nell'arte del dipingere da cii-\tab\tab I critici in Italia brontolano (lavanti a questa
\par quant'anni a questa parte, Grosso, dal punto\tab\tab sinfonia assordante di tinte fulgide ; all'estero
\par di vista tecnico, non ignori nulla ,,.\tab\tab\tab si premia con medaglia d'oro.
\par Infatti egli tenta tutti i generi. A fianco a\tab\tab Poi viene La Fe\'bbnnre, un'altra tela squisita-
\par quella gran tela che lo mise subito in piena \tab\tab mente armonica. Un' imponenza di donna for-
\par luce in principio della sua carriera egli dipinge\tab (uosa, circonfusa di una bianchezza d'avorio
\par un S-rrag/io eli bestie croci e paesaggi cir- \tab\tab nelle vesti, nell'ambiente, ferma, in una posa
\par confusi degli ultimi barlumi del crepuscolo ve-\tab\tab jeratica come una sfinge antica.
\par spertino sul pendio dei monti, o rende la su-\tab\tab Le linee del viso simmetriche suggeriscono
\par perita bellezza del Canal Grande di Venezia.\tab\tab :all'artista la posa egualmente simmetrica delle
\par Poi si d\'e0 ai quadri di genere e colla sua ra-\tab\tab braccia e i fiori che adornano il vestito conti
\par pidita\'ec ne dipinge un numero infinito.\tab\tab\tab mano il ritmo.
\par Una tela graziosa \'e8 Cortesia Cianstrale, do-\tab\tab Da questa germile si sprigiona un acuto senso
\par ve contrastano le tonache fratesche con le ele-\tab\tab di inafferrabile misteriosa simpatia; una simpatia
\par Banti vesti femminili, in una luce diffusa scen-\tab fatta tutta d'ammirazione per la plasticit\'e0 cii
\par dente dall'alto nel chiostro tranquillo ; e Le\tab\tab quella bellezza scultoria.
\par Or fanelle, simpatico quadro, interessante per\tab\tab l; un'emanazione cicli' eterno femminino, a
\par l'effetto ottenuto con parsimonia di colori in\tab\tab cui le donne stesse non resistono.
\par un semplicissimo ambiente.\tab\tab\tab\tab Certo non C figura che parla all'anima, non
\par La matura irrequieta di Giacomo Grosso non \'e8 spirituale la donna che siede davanti a voi ;
\par gli permette peri, di continuare per una via.\tab\tab nel suo viso non bri]Ja quell'intellettualit\'e0 che
\par Sa aggruppare le figure e dar loro movimento \tab\tab della donna fa alle volte una potente fascinatrice
\par immaginando un'azione come pochi sanno, ma \tab\tab irresistibile. E una donna bella, che sa di esser
\par gli brilla davanti una nuova forma d'arte ; il ri-\tab bella e insensibilmctite atteggia le latbbra ad
\par tratto che non sia semplicemente ritratto ; il ri-\tab un'ombra di sorriso soddisfatto, sicura di essere
\par tratto che sia quadro.\tab\tab\tab\tab\tab una vincitrice nella posa quasi di conquista in
\par F, comincia la serie splendida delle sue figure\tab\tab cui l'ha dipinta il pittore.
\par femminili, incorniciandole sullo sfondo di pae-\tab\tab Il qual pittore, sempre un poco biricchino,
\par saggi all'aria aperta, o incastonandole nell'uni-\tab non mette il titolo in italiano La donna, ma si
\par formit\'e0 di Lina tinta sola, passata per tutta la\tab serve di una lingua straniera e scrive sotto La
\par gamma, dai toni forti, f\'ecnu ai pi\'f9 tenui.\tab\tab lemme. Che s'arrabattino ad intendere se \'e8
\par A Milano nel 1894 trionfa colla sua figura donna o femmina. Egli ha dipinto senza preoc
\par c-ri;ria. La mitezza del colore neutro fa spie- \tab cupazioni una splendida figura femminile pen-
\par care la spirituale testina che guarda e sorride,\tab sardo alla forata e lascia, a chi sente la me-
\par Dall'orlo della veste spunta un piedino breve,\tab\tab lanconia eli voler precisare le cose, l'incarico eli
\par sottile, un piedino mobile come battesse una\tab\tab metter i punti sugli i.
\par solfa impaziente.\tab\tab\tab\tab\tab Grosso non si perde in idealismi, non ne ha
\par La donna \'e8 in una posa languida, non statica,\tab\tab l'intuizione.
\par in aspettativa forse di qualcuno in ritardo.\tab\tab I.a sua natura esuberante,. la vivacit\'e0 della#.
\par Nel ritratto di Virginia Revter egli adopera\tab\tab sua indole e la visione continua del bello sotto
\par arditamente tutta bt gamma del giallo e ne fa\tab\tab forma plastica, non gli permettono di sottilizzare, di perdersi in nebulosit\'e0 di sogni. Egli, come il Saint-Reuve, potrebbe scrivere qual
\par motto della sua vita c della sua carriera : Le vrai le vrai seni! E perci\'f2 che si compiace delle nudit\'e0; \'e8 per questo ch'egli accarezza col suo pennello ardito e sicuro le carni rosee e vellutate dei corpi
\par femminili, compiacendosi di renderle nella loro forma pi\'f9 squisita e le moltiplica nelle sue tele
\par bara scoperchiata di un Don Giovanni che in vita le aveva tradite. La -lezione che pu\'f2 uscire da quella tela non e avvertita, od e in seconcia linea. Prima di tutto \'e8 lo scandalo. A
\par Venezia si suscitano fiere diatribe a cui tengono bordone i giornali della penisola e contro il pittore, il Patriarca apre una crociata di cui la stessa Eminenza Sua si la vessillifero.
\par L'artista aveva immaginata una composizione con una passione per cui lo dicono imitatore anche di Hans Mackart.
\par Egli lascia dire, forte di s\'e8 stesso ed ogni anno prepara una di queste tele che mettono a soqquadro tutte le truderies, sconvolgono tutti i bigottismi, ma che non tornano nello
\par studio dell'artista. Fanno gridare allo scandalo unicamente perch\'e9 Grosso sa dar loro il fascino irresistibile della bellezza. Col Supremo Convegno si fa nemici i cattolici, perch\'e8 profana la chiesa con la scena scan
\par dalosa delle donne cancaneggianti sopra una che aveva il torto solo di essere molto, troppo decorativa. Non pensava del resto ad offendere nessuno, non avrebbe mai creduto di mancare
\par di rispetto a chicchessia. Gli aveva sorriso un'originale idea, una redde-rationem che gli offriva il modo di dipingere diversi nudi femminili artisticamente aggruppati ; diversi per et\'e0 e per differenza di tinte
\par e vi riusciva. A Grosso si attribuisce ogni azione fatta con preconcetto, perch\'e9 il suo successo incontrastato non riesce gradito a tutti. Non vogliono ammettere che sta proprio nel
\par suo carattere un intimo impulso di conquista e di vittoria, e che qualunque cosa esca dal suo pennello fecondo, ha sempre l'impronta della bravura che s'impone, che rumoreggia, perch\'e8 \'e8
\par un riflesso di s\'e8 stesso, de' suoi gusti bizzarri, ma grandiosi. I suoi ritratti hanno una pance vigoria ditocco che rammenta quelli del suo amico, e un poco suo maestro, Cesare Tallone. Meno
\par semplice del Tallone, ha il gusto della magnificenza ed il suo pennello carezza i rasi, i velluti, le pelliccia, nel dipingere i quali ha una bravura insuperabile di grande artista.
\par Il ritratto nero - diremo cos\'ec \emdash esposto a Firenze e premiato col\'e0 ed a Parigi, \'e8 uno de' suoi pi\'f9 belli, dove ha potuto mostrare in una tinta negativa, tutte le risorse della sua tavolozza potente.
\par Un altro ritratto magnifico \'e8 quello del Ducad'Aosta, in piedi, in grandezza naturale con uno sfondo intonato e splendido, su cui stacca il principe con una decisione sapiente di tocco.
\par La Duchessa Elena d'Orl\'e9ans gli offr\'ec occasione di fare uno de' suoi quadri prediletti in una tinta sola. La fulgida, bellissima principessa \emdash la prima di sangue reale che posi in uno studio d'artista
\par indossa una toilette di velluto mauve, un colore aristocratico, tenue, tendente all'argeriteo, tutto ricamato dei gigli leggittimisti della casa di Francia. Sulla chioma bionda il giglio si posa
\par regalmente come diadema ; la veste ha un superbo partito di pieghe veramente magistrale e quantunque la Principessa non sieda in trono, ma semplicemente sopra un divano, con la devine veine avec sa faille \'e9lancee, son visage
\par duello che la vulcanica mente giovanile va architettando.
\par Appena ha qualche cosa pi\'f9 di ci\'f2 che basta a sfamare s\'e8 stesso, giovanetto ancora, provvede e mantiene il padre suo, e da allora, come benedizione al dovere compiuto, cominciano i
\par suoi successi. Si sposa quasi imberbe, e nella donna che ama trova una dolce compagna che gli fa benedire il giorno in cui la fece sua. E nel 1884 esordisce con un quadro che mette sossopra il
\par seguitata; non pazza certamente, ribelle forse. In fondo, il gruppo delle pietose a cui la tirannia ciel castigo mette terrore e fra i due, fredda, impassibile come un Dio Termine, la
\par Madre AIhadessa, inaccessibile a'sensi di piet\'e0. "Tent\'f2 la mente poderosa di Giacomo Grosso, uno dei tanti drammi che si svolgono nel mistero dei conventi e che lo spessore delle
\par muraglie rinchiude nel suo silenzio di tomba, e le figure balzarono vive dal suo pennello e il dramma si svolse sulla tela condotto con grande maestria, con arte provetta e non principiante.
\par Si dice che una facolt\'e0 di Grosso sia quella di lavorare d'impeto e stendere sulla tela a tutta prima l'intera composizione e da ci\'f2 gli viene l'unit\'e0 delle sue opere per cui sono tanto ammirate.
\par Oggi \'e8 da Carulus Dt:rand, domani da Bonnat, un altro giorno da qualche altro Egli sorride con quel suo fine sorriso sarcastico, nella malizia degli occhi grigi scintillanti
\par d'argutezza e lascia dire crollando le spalle, contento come una pasqua se i critici si accapigliano per il titolo eli un suo guadi o, o se gli Con la Cella delle Pazze, Grosso fu balzato
\par ad un tratto fra coloro che non aspettano a lungo la fama. Da allora non vi \'e8 nulla ch' egli non tenti, e, piaccia o dispiaccia, il suo nome non \'e8 mai taciuto.
\par Ogni volta che una Mostra Artistica s'indice, le sue tele vengono cercate con assidua cura fra le prime. I critici gli attribuiscono fiareulele artistiche, derivazioni da questo o da quello.
\par danno sulla voce perch\'e8 non riescono a dedurre quali strane fantasie corrono mattana per la sua testa.
\par Al dire di Alessandro Stella, Grosso " ha una coltura insuperabile ; non vi \'e8 mistero di tavolozza ch'egli non abbia tentato od intuito nell'opera Ilei contemporanei, dei moderni e de
\par gli antichi, che ne' suoi frequenti viaggi artistici lire potuto vedere. Sa la pittura italiana a perfezione, ma la sa da pittore, ricordando, in grazia della sua teno
\par long de /Ille de rai, lei qu'il en tasse an fond
\par des le endes.
\par Per\'f2 Grosso deve preferire le linee accentuate. forti. non le vaporose. Questo ritratto della Duchessa d'Aosta cede in fattura a quello della Contessa Robilant Francesetti, alla cui
\par freschezza giunonica fa degna cornice la veste in un contrasto delizioso di bianco, rosa e verde muschio. Chi sa quanto quest'armonia primaverile di tinte avr\'e0 accarezzato l'occhio del pittore ?
\par Il ritratto \'e8 bellissimo e tale che ognuno desidererebbe averlo sempre sott' occhio, come una nota allegra di salute prospera. Ma poi chi pu\'f2 rendere il numero delle dame che posarono nello studio dell'artista, in
\par quello studio dove egli accumula insieme agli oggetti preziosi che gli parlano dell' arte del passato, tante opere belle che gli amici gli regalano?
\par Superbo questo studio del Grosso ed \'e8 una moda andarvi a posare e con tutto ci\'f2 l'artista si mantiene semplice, senza piaggierie, sempre scherzevole, sempre allegro.
\par Immaginoso, instancabile, \'e8 tino de' pi\'f9 simpatici e piacevoli giovani che si possono incontrare, malgrado una certa trascuratezza di iiiodi tutta sua particolare. Non a torto lo dissi eguale all'uomo forte
\par ci'Ibsen. Per sua confessione, so che crucci egli ne ha nella sua vita, eppure nessuno indovina ci\'f2 che pu\'f2 momentaneamente turbarlo, perch\'e8 le ore nere custodisce tutte per s\'e8 gelosamente.
\par Non \'e8 abbastanza ch'egli soffra ? il dolore che non dovrebbe far parte del retaggio umano non occorre propagarlo : \'e8 la gioia clic deve prorompere.
\par Cos\'ec egli non porta mai in processione la faccia scura e nell'affanno sia solo. i; un cruccio grosso gli procur\'f2 il parroco di S. Gioachino di Torino, che gli scalpell\'f2 vandalicamente un affresco, la quarta stazione
\par della Via Crucis, l'incontro di Gesti colle Marie, ch'io con esiterei a dirlo il pi\'f9 splendido, pi\'f9 superbo lavoro di Grosso.
\par E qui ricorro alla descrizione che ne fece Ferrettini e che \'e8 efficacissima, tale da farmi rivedere l'accurata composizione in tutta la commovente bellezza sua.
\par " .A sinistra un gruppo di donne : forse Mariav Cl\'e9ola, Giovanna di Klitiza, Salom\'e9 : certo Maria di Magdala volgente a noi il viso, in cui l'angoscia non turba la dolce e tenera bellezza.
\par Distaccata dal gruppo, sola, severamente prof\'eclantesi sul fondo, la madre. Il dolore l'ha come impietrata : semplice, stretta nella succinta veste, essa guarda, e gli occhi non danno
\par pi\'f9 lagrime. Guarda laggi\'f9, dove, dietro una sinuosit\'e0 di terreno, gi\'e0 appaiono un pezzo di croce ed il capo del figlio clic sale il Golgota fra l'inconscia e tumultuante folla. Davanti ad
\par essa si stende il piano rossiccio, arido, desolato su cui spiccano le bianche case di Gerusalemme lontana. Sulla citt\'e0 una grossa nube nerastra, come spinta dal vento, si stende tetramente :
\par una profonda tristezza incombe sulla scena dolorosa e solenne nella severa e grandiosa semplicit\'e0 delle linee. Lo stesso sole, illuminando il piano, taciturno cd infinito, mentre le ligure sono in om
\par bra, sembra infondere mestizia alla scena. Non, infatti, lenocinii eli tavolozza turbanti la melanconia dell'insieme; le ligure risaltano, modellino per sola forza di chiaroscuro ,,.
\par I+, quest'opera bella, in cui l'artista aveva tra sfusa tutta la sua ambizione in una cura sapiente cd amorosa, ora \'e8 distrutta. Chi sa arai per quali ristrettezze di idealit\'e0
\par cristiana ? Chi sa forse non sia un tardo riflesso impostosi alla coscienza del sacerdote del rumore suscitato d\bullet il Supremo Convegno?
\par L deplorabile assai questo fatto che priva il pubblico di un'opera d'arte dalla quale il sentimento religioso aveva un'elevatezza di fede, non una distorsione dai pensieri divini.
\par Oh Dio! nel nome tuo gli uomini commettono errori madornali. quest'anno Grosso ha dipinto un San Girolamo. nn pezzo di pillura solida in cui lo studio del nudo \'e8 reso con grandissima perizia.
\par L uno studio ad imitazione del Ribera, senza la tetraggine, senza le sue scarnificazioni potenti, sapienti e spaventose, per cui anche in questo quadro Grosso ha messo s\'e8 stesso, la
\par sua personalit\'e0, la sua forza bella e indomabile in quella figura di vecchio ancora robusta malgrado le mortificazioni dell'ascetismo.. Un'altra volta ancora, l'artista si lascia comandare dal
\par l'indole e in luogo della distruzione, inette la vigoria.
\par La mente di Giacomo Grosso \'e8 concettosa e turbinosa. Non si ferma alle opere del pennello, si espande in tutto ci\'f2 che pu\'f2 dar vita alle sue fantasie. Ne fitnno fede i carnovali torinesi, le feste
\par ch'egli organizza ed a cui \'e8 chiamato a prefastidio codesto di cui si avvelenano anche i migliori. Ma Grosso o non lo avverte, o seguita incurante per la sua via, trionfando nei lieti colori
\par della sua tavolozza pi\'f9 ricca che aristocratica, vivace pi\'f9 che gentile.
\par "I'riontando nelle belle bocche aperte al sorriso della giovinezza, fiori sanguinanti nei visi siedere l'elemento artistico, le sedute stesse che sempre si tengono nel suo studio, dove egli sa
\par dare anche feste magnifiche, degne di un gran signore. Egli \'e8 sempre in moto : non per la smania di mostrarsi, per il bisogno di sfogare quell'attivit\'e0 prodigiosa che fa di lui un individuo ec
\par cezionale in mezzo a tutta una generazione fiacca e svogliata, dominata dai nervi, intorpidita, acrimoniosa, per cui tutto ci\'f2 che brilla di luce propria e di propria virt\'f9, riesce importunamente fastidioso.
\par leggiadri. "Trionfando nelle vesti seriche, nelle carni palpitanti, nella verit\'e0 delle figure che si animano sotto il bacio del suo pennello. Trionfando nella realt\'e0 che domina tutta la
\par sua opera artistica e nella quale come segno poderoso egli lascia la sua impronta personale. Per lui non nebulosit\'e0 di fantasmi, non idealismi malaticci, non sensazioni nevrotiche ; corpi, non ombre.
\par Per cui affreschi dove uomini erculei fanno balzar i pesanti martelli sulle incudini risonanti; tele su cui vivono donne ben complesse, sorridenti, belle e forti anche nella vendetta spietata. Paesaggi innondati da luci d'oro di soli
\par che tramontano, e scene pietose temperate dal sereno pennello dell'artista. Il quale percorre la sua via con la sicurezza balda dell'avvenire, in cui vivr\'e0 il suo nome e vivranno i suoi quadri nella dolce malia della
\par bellezza e cadr\'e0 l'opera di alcuni critici oggi astiosi di una conquista rapida di fortuna, in tempi nei quali il famoso ciuffo della donna calva, ondeggia inafferrato e sparpagliato al vento.
\par Cancellate le passioni, sommerso il passato, Giacomo Grosso vivr\'e0 nell'orgoglio del suo paese di cui egli sente gi\'e0 come un susurrar di osanna gloriosi che lo accompagnano e che
\par egli accoglie con emozione, senza per\'f2 che questa turbi il suo temperamento ben equilibrato e lo trasporti oltre i limiti di quella sana gioia che lo fa uomo antico tramandato fino a noi
\par per un processo misterioso di conservazione.
\par MARA ANTELLING
\par
\par
\par
\par }
|