{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}}
\viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 152
\par bocca de\} Canova , a mi venue dichiarato da per\'acsone gravissime che innanzi a me it visitarono. Fra le quali ricordo primamente ii nestro Accade\'acmico Onorario sig. Gott. Pezzi , che verso la meta, del settembre passato fu per due vol to richiesto di consiglio dal Canova . Egli lo trove, srnunto di carni e di forze; molestato da ardore di stomaco, che tratto tratto lo assaliva; soggetto con frequen. za a Ala tentimetao di universale lassezza, che si alleviava alquanto con Ia. masticazione di un bri\'acciolo di pane; e ridotto a tale intolleranza d' ogni alimento, da dover contentarsi die sole sostanze liquide, o .poco pit. Il ventre era operoso in pro\'acporzione.allo .scarso nutrimento giornaliero; e l'e\'acsame di quelle sue. regioni che Bono ocaupate dal- lo stomaco e dal fegatooia per forma o volume.di parti, na per dolore che. si destasse fn. premendo, non lava sospetto iche que' visceri fossero nem\'acmen di poco deviati dalia natural(' loro contestu\'acra. Le quali cpndizioni..del Canova s'afracciarono intere :anohe al .inostro Onorario sig. Consigliere Aglietti,.che, diclinando it .mese istesso di settem\'acbeerfu.eliamato a Possagno per :visithre ii Cano\'acva,. e. queste medechne le rinvenni. io pure allor\'aceke, con tutta ,lea diligenza the per me si poteva Fiaggiore,. esaminai 1' illustre amnialato in Vene\'aczia. Sennonche l'inutilita.degli asstinti timedj, e
\par sgraziato accidentei the' vet ritornar che faceva
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\par it Candva clai Peedazzi, it 'au\'b0 cavallo vincesse freno, e di plena corsa to trtsportasse per lungo tratto di via, avevano e nel fatto e nelle sue con. seguenze aggravata di motto la sua malattia. Per\'acduto d' ogni vigore, fuorch4 di quello della mente, e tratto dalla speransa di trovar sollievo nen' aria di Roma, egli parti di Possagno e si ridusse in Ye\'acnezia nella sera del .4 ottobre; ben loutano dal credere, cite net giro di pochi giorni la sua terra Ratak, bagnata da tante lagrime , to riavrebbe .di uuovo, ma per riceverlo net suo seno I
\par \bullet Non a clubbio , che la fatica del viaggio non averse vie phi logorate le sue deboli furze ma roil\'acpressione maggiore che allora si vedesse in lui, gli veuiva da un senso interne ripienezza, che im, pedivagli ii libera use del respiro, del movimentioi e quasi della parola, e fiteeva subito desiderare laquiete del letto. In cui appeni si corica, ed ebi, be preso alcun poco di brodo, che fu assalito da vomito;. per mezzo it quale, liberato to atomaco dalle sostanze che cosi gravemente l'opprimevano, si semi per modo alleviato, che gli parve di sor. gere a nuova vita. 1%. dalla consueta sua inappe\'actenza in fuori, e dal bisOgno del recere sempre\'accha assumesse alcuna soatanza, passel at tutto ma\'acle le seguenti giornate del 5 e del 6; ma in'quet\'acla del .7 a questi incomodi un .altro gravissimo aggiunse . che: fu ii singhioizo; per la vole
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\par aopravvegnenza, essendo per quel giorno lontano it suo medico ordinario sig. Consigliere io fui chiamato a vedere 1' infermo verso le ore sette della sera. Ivi, in unione all' Aglietti , allora allora rivenuto a Venezia, esaminammo l'ammalato. 11 singhiozzo frequente e profondo aggiungeva d'assai al suo generate abbattimento; niuna cosa poteva inghiottire, che non fosse ben tosto rifiutata dallo stomaco; dal quale, ne' due giorni antecedenti e in questo dei 7, caccia tre grandi catini di un liqui\'acdo denso, che mostrava it colore del cioccolate, e mandava acido 1' odore. I1 ventre, in questo giorno istesso, s' era aperto in mock( affatto sano. La faci\'acle esplorazione del veniricolo in persona al tutto consunta di carni, non lucid scoprire ne duirezza,
\par \bullet\tab tumidezza alcuna in quel viscere; clie anzi, do-
\par ye sta it pilofio, sentivasi un vano straordinario; e is parte cardiaca dello stomaco era tumida bensi , mna cedevole\bullet ovunque a indolente; it resto del yen\'actre abbassato e voto d' ogni sostanza. NO le con\'accusioni del singhiozzo, ne gli sforzi del vomito, ne la piu grave pressione sul fegato a sul ventri\'accolo suscitavano nell' inferrno alcuna molesta sent. sazione di stiratura.o di dolore. II polso era illeso; prontissimO 1' use delta mente, rapido it muovere delta braccia e della persona net letto; la favella libera afiatto; e, fuori it singhiozzo e atto del re- care, ognuno sariasi avvisato di vedere it Canova,
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\par sniunto bensi e.quasi ischeletrito, ma aano di core po come to era di spirito.
\par Credemmo percia, die it malore presente ve\bullet nisse da sensibility eccessiva dello stomaco, effetto naturale deli' abbattuta energia del viscere; e in questo, per le cdse che seguitarono, fu mostrata la yerita 'della nostra sentenza.- Credemmo ancora, che niuna lesione fosse avvenpta nel tessuto del. 1' organo infermo ; e in questo o la mancanza d' o. gni segue, iccertato, oil desiderio del meglio ci fe\'acce velo al giudizio. Si prescrisse l' use intern\'b0 del\'acracqua mefitica alla temperatura dello zero, e l'ap. plicazione del senape alla regione dello stomaco, sussegulta da quella della pomata d' Autenrieth.
\par ammalato passe, prima notte singhioz\'aczando, poscia dormi ad intervalli la somma di quattro ore. Lo stomaco non si mosse. Nella mat\'actina degli 8 sentivasi ristorato e quel giorno fu ?uono abbastanza Alla notte seguente, molesta pel continuo siughiozzo, successe la mattina dei 9, che to hi pel consueto rifiuto del ventricolo, due volte ripetuto. L'immollarnento del retto intestino, che per lui era sempre purgativo, non diede nig\'acsun prodotto. All'acqua mefitica si sostituirono ra. aqua semplice e it brodo di polio diacciati, e, I' os\bullet sido di bismutto, con oppio e lo zenzero verso mezzodl patl un' altra volta di vomit(); poscia pre\'ac, A. it brodo tiepido, che ,non rimanda. A sera kJ
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\par polveri di bismutto si ajternaronacon la magne\'acsia unite alto. zolfo ; ma nondimeno it ventre
\par se chins\'b0. Fu applicato' un vescicante at sommo di questa caviti. Il sonno, impedito dal continuo singhiozzo, rese travagliosa la notte segueute; du\'acrante la quale , le materie uscenti dal ventricolo furono men rere e dense delle prime; tuttavia, sul nascere del giorno i o, divenuto it singhiozzo pia raro .e meno profondo, 1' infermo pots alcun poco dormice. Indi appeti it brodo, e poscia it vino ap. petenza quest' ultima che mancava in lui find da due mesi, e la cui ricomparsa die animo all' infer\'acmo. CanOva era flare in quella mattina, che di so. if tre giorni precedevi 1' ultima della sua'vita ; e da que' suoi ocehi ingequi.traspariva la contentez\'acza del proprio stato, e la confidenza in quell che I'assisteviino. Ma in questi a' era gia facto grande iI dubbio, che una cagione organica, sottrattaii al- le ricerche della mano esploratrice, mantenesse immutata is malattia in oata ad ogni rimedio; e sentivano percid, che la compassion e it dolore erano 1' uniche possibili retribuzioni della tom ri\'acconoscenza ally fiducia dell' infermo.
\par Alle sei della sera it singhiozzo, che fu conti\'acnuo, rimAse vinlo da nuovo rimescolarii dello sto\'acmaco; dopo di che 1' ammalato s'addormentO, e dormI tranquillo wino ale disci. Io sedeva at suo letto allorcbe si deeta ; e mi dolse in vedere, che
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\par quel sonno nen lo averse in nulla ristorato. Chic- se e beva un bicchiere d' acqua diacciata , da cui disse di sentire immenso conforto. Poco dopo pre- se un po' di brodo; e tosto ricominciAl it singhioz, zo , che dura per tutta is notte. Net corso della finale e del giorno seguente, che fu quell\'b0 degli t t, si continua to stesso metodo di cura, rafforzato con l'aumento-delle consuete medicine; ma dal retto intestino, ripetutamente provocato ad azione, nut- Nitro usci Ohe poco liquido, non disci mile a quel\'acto che sorgeva dal ventricolo nei priori giorni, e che si conobbe stagnare its esso, e nen' ultima stre\'acmiti del colon. Perche ii veutre rimase immobile,
\par e\tab come applicato di contro lombi facendo cosi vie pia manifesta la impedita comunicazione fra to stomaco e gl' intestini. L' ammalato, ad un' ora
\par e\tab alle otto della sera, rimanchl nuovamente tutto quello ch'aveva inghiottito; e con questo si tolse it singhiozzo, ch' era stato assiduo, e venue all' in\'acfermo un' ora di sonno, dal quale si scosse confor\'actatissimo. Chiese 1' anodino; domanda strana in lui, che abborriva da ogni liquore spiritoso e ne bev\'ea Liu poco, e con piacere grandissimo. Nell' in\'acsieme pareva migliorato; ma hen diverso compa\'acriva a noi, chiedenti fin d' allora all' ab. Canova , che egregio dott. Pezzi ci fosse dato a compa\'acguo\tab prestare 1' assisteaza estrema ally ormai
\par giudicata malattia. Venue it Pezzi nella mattin?
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\par dei i 2 ; e vi giunse in tempo che I' inferno si mo atrava in migliore stato ch' ei non fosse ne' due giorni passati. La notte antecedente era stata wen trista delle altre. L'ammalato aveva preso due vol\'acte etere, tre r oppio, e seguitamente le polveri di bismutto. Singhiozzava ancora , ma pill lenta\'acFienie e lo stomaco s' era acquetato, e it venire per la prima volts si sentiva tumidetto, e non sen\bullet za qualche ronzio L' infermo era an\'accor pronto di spirito, bencha- assai debole; e un certo aspetto di calma, die regnava in lui, pareva presagire felice lo scioglimeuto della malattia. Va\'acne lusinghe ! Queste ridenti apparenze non era- no che le Warne scrutille d' una vita che si esti!). gue.
\par Canova dura tranquillo fino alie due pome\'acridiane; allora comincia ad agitarsi, e ad inclina\'acre alquanto al sopore. Articolava a stento le paro\'acle, e diceva d' essere sordo per eccesso di debo\'aclezza. Per sollevarsi da tanta oppressione , e con- ado che i primi istanti dopo it vorpitO erano per lui li pill tranquilli, tenta ripetutamente di reve\'acre; ma in vano ; le forze gli maricavano a questo, com' anche alla continuazione del singhiozzo, che indi ceas6. Verso le ore quattro si vide apirtissi mo suo rapido discadimento e fu allora che la confidente amicizia di Aglietti gli park) .di ultime disposizioni. L' uom pio e religioso non si turbo
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\par a . quest' annunzio, a solamente si dolse, che gli ye\'acnisse dato in coal breve avanzo di vita ,e allorchI si accostava 1' istante di assumere it sacro viatico, Ca- nova riprendev.a nuova lena, e la sua pieta gl' in\'acfondeva virtu straordinaria , che lo sostenne in quell' estremo offizio di religiose. Compiuto it qua- le, e dettata l'ultima sua volonta, parve a un trat\'acto che morisse ; ma quella subita decadeaza non fece che assopire a tempo a tempo li sensi ester. ni, lasciando al tutto aggiustati i polsi, e libera af\'acfatto e sana la respirazione. Ridotto a questo ter- mine, trascorrevano alcuni istanti, nei quali chi*. mato, non dava risposta; poscia un grande sospiro pareva lo destasse dal sonno; e allora , con fatica bensi, ma in tutta interezza di mente , era pronto ad ogni inchiesta. Cosi alternando fra,lo starsi de\'acsto e assopito, trascorie quasi intera la notte; con quest' ordine era, che gl' intervalli di letargo si allungavano ognora pit, e pig brevi facevansi gli altri, nei quali rispondeva con sempre maggiore
\par e verso la fine con minor colleganza dee. Li biografi del Canova raccolsero in parte le di lui parole in quest'ultima delle sue notti, e Del recto le udiremo force dallo storico della. sua vita , per\'acche meritevoli senza dubbio di rimanere eterne nella memoria dei posteri; per me sara sufficien-- to it ricordare queste sole, che alla Rift storia me\'acdica appartengono.\tab ebbero di quelli, ei disse
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\par una volta, i quali furono deal morti, perche si trovavano corn' io mi irovo ; eppure non eran morti. Park, ancora ; nic4e si, ma parlo .Ma in\'actanto, e benche con ogni maniera di medicamenti 81 mirasse a sostenere in lui la vita, questa si an\'acdava lentamente bensi, ma pur di continuo estin\'acguendo. Verso le ore quattro antemeridiane del giorno 13 pin non rispondeva a nessuna interro\'acgazione; e solo di quando in quando male artico
\par lava alcuni suoni indistinti, fra'quali s' udirono le parole anima bella e pura, the furono le estreme the uscissero dal suo labbro. Li suoi occhi, gie fatti insensibili alla luce, allargavano ognor pill la pa\'acpilla, e si 4ppannarono; e i polsi languidissimi, e la breve respirazione , e un rnedio calore animate erano li soli segni, the alle ore sei del mattino at\'actestassero in lui le reliquie della vita organica. Ma la sua faccia, cite fin' allora fu quella d' uomo mo\'acriente, s' ancla mano mano mutando, e si compo\'acse nell'atteggiamento d'un inspirato; e, come ben disse illustre Cicognara presente , la sua fronte pareva gravida di tutti li sublimi coucepimenti della sua vita. E tale si mantenne fino alle ore sette e minuti quarantatr\'ea. Allora la faccia ammu\'acti; la bocca si contorse alquanto in atto di soffe\'acrenza la testa, ch' era supina, si volse lentamente a sinistra, e poi lentamente si ricondusse nella sizione di prima ; e . . . . In quell' istante, o Signori,
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\par a' era 'spent\'b0\tab dei lumi, che rendevano Italia
\par splendentissima fra tutte le nazioni del mondo.
\par Sara opera degli storici di Canova it iiarrare partitamente , quali avvenimenti si succedessero Del corto intervallo, the tra la morte di lui si frap\'acpose, e it trasporto a Possagno de' suoi resti n3or\'actali ; e quest' opera non verra ommessa certamen\'acte da quell, die negli arini futuri parleranno di moi; perche nulla v' ha per mio avviso, che. con rnaggiore e piu aperta manifestazione conoscer fascia la natura vera dei tempi , quarto quelle a
\par zioni degli uomini, che dal loro sentiment\'b0 spon
\par taneamente proyengono. Per me, storico solamen\'acte delta morte di Canova, trascorro da questa al\'acresame del di lui cadavere, cli' io cOnainciai alle ore dodici meridiane del gioruo i4 ottobre. Del qual esame did) le parti soltanto, che a ben .ravvisa\'acre la malattia, che lo vinse sono necessarie essen\'acdo cite cilia lunga esposizione di quello si offerse alle wie ricerche in quest' opera doleritissima , fu da me presentata al sig. Cousigliere Protomedico.
\par Aglietti, dalla cui dottrina ben a ragione si atten\'ac.
\par de tale storia della rnalattia del Canova, die ag. giunga altezza dell' infermo, e. 1' universale desi\bullet derio.
\par petto del cadavere si vide appianato nella sna fascia anteriore destra, perche -le coste terza, quarta e quinta s' cram) depresse e come avvallate
\par 11
\par STORIA DELLA MALATTIA
\par PER LA QVALE BMA
\par ANTONIO CANOVA
\par ICIUTTA
\par DAL DOTT. PAOLO ZANNINI
\par \bullet ZGAZTILRIO CZNIULALIE I PERPITUO DILL' 4T131110 VIIMITO
\par RC. IC.
\par 162
\par in quel sito. 11 polmone del lato stesso stays at\'actaccato die parti circomposte per tutta inters la sua superficie; e it sinistro per quella che risguar\'acda it mediastino anteriore, ed un tr*tto pur ante\'acriore del torace. Ma la contestura di quest' orga\'acn;, e quella d'ogni altro dei visceri racchiusi nel petto, si rinvenne nellO stato di sans natura. Net venire ho stomaco apparve di grandezza pick cite baturale, di colore piii bianchiccio, e con he tona\'acche phi grosse del consueto; intima delle quali era affatto priva di rughe e distesa. Conteneva nit liquido, it quale s' era composto dalla corruzione delle sostanze ultimamente ingojate. Verso it pilo\'acro, cio\'ea a dire verso quel foratne destro dello sto\'acmaco, per it quale si passa dalla cavity di questo viscere a quella degl' intestini, he sue pareti s' an\'acdavano per gradi ingrossando; e questo phi nella parte superiore interns dell' imbuto pilorico, che tella esterna ed inferiore. Il piloro si rinvenne in tale costrizione, che it suo lame aveva ii dia metro di poco oltre ad una lines. Tentando d' introdur\'acre l'estremiti del dito mignolo in quel fora, si provava alto spingerlo avauti una resistenza, che tuttavia rimaneva graduatamente vinta da leggiera forza e allora it dito sentivasi tat' all' intorno co\'acstretto dall' audio pilorico, nell' atto stesso che questo cedeva e si dilatava. Continuando a cao\'ac&are innanzi it dito mignolo, e poscia 1' indite ,
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\par forame si amplia fin\'b0 at diametro di presso a quat. tro linee; giant\'b0 al qual termine, non. cesse avanti, perchI la callosity scirrosa dell' anello non concedeva ulteriore allargamento. La quale callous sita si trovs3 maggiore e ragguardevole nella meta Ali questo anello, che guarda ed a congiunta at fe\'acgato; minore ed anzi minima liar altra meta op\'acpostai In quella eraoo manifesto le quality di co- lore, consistenza e tessuto, che sono proprie de. gli scirri del condotto alimentare in questa la so\'acfa durezza attestava la continuazione per la me\'ac. &lima di quel processo morboso.
\par Li cultori dell'arte salutare mi concedano a questo luogo di dire a quelli fra gli Accademici, the mai non videro le parti interne del nostro cor\'acpo, die v'hanno net fegato dug canal, destinati al trasporto della bile; uno de' quail viene dalla vescica del fiele, altro dalr intima Bosun= del viscere; e tutti e due si riuniscono in uno, ii qua- le- mette foce nel primp degl' intestine a poca di- stanza dal piloro. Ora questa foce nel Canova era chiusa da un gross\'b0 calcolo , per it quale veniva impedita ails bile is sua discesa nell' intestino. E quel condotto cotnune conteneva tre altri calcoli, e un po' di bile densa, viscida, Loa di colore giallo abiadato. Della qual bile ye n' era pure net con\'acdotto proprip del fegato,, che anch'\bullet esso con. teneva ua ealcolo, e cosi nell' altro condotto della vescica
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\par del fiele; la quale s' era al tutto srormata , e con- versa in un ricettacolo avente le parch biancliic\'accie, grosse e consistenti ; e dalla sus fascia
\par no, ricoperta da uno strato di hula coagulabile i\'acspessita, sorgevano multe firnbrie fioccose delta tin\'acs stessa net vano di (Tuella cavity. E questa cavi
\par ty
\par si trove) per intern riempiuta da sette calcoli di varia grandrzza ; 11 fegato d' altronde era moo, e solarnente d' assai pia tenero elle non soglia. Fi\'acnalmente gl' intestini tenui si videro voti d' ogni tostanza, e soltanto nei crassi, e particolarmente verso I' estremit\'e3 der 'colon e it princlpio del rec\'acto, stagnava alquanto (I' un liquid() denso e nera\'acstro, simile a quello cite veniva dallo stomaco
\par 1' inferrno nei primi giorut del suo deeubito in Ve\'acnezia. Ommetto it rimanente di quell' esame ana\'actomico; perch\'ea n\'ea si tega con graude affinit\'e2 alla nialattia patita dal Canova, tai; vuolsi citneutare di troppo la tolleranza vOstra, o Signori, non assueti certamente ally tristezza di queste malinconiche descrizioni.
\par Fu detto da taluno , e ripetuto e scritto da altri die la malattia is quale tolse di vita it Ca- nova, fosse uno scirro del piloro . Ma questa sofa condizione morbosa non bast per certo all' nopo di produrre tanta sventura; perch\'ea n\'ea I' intern a\'acnello fabric\'b0 era compreso dallo scirro, he it suo 'forame chiuso per modo da impedire it passage\'b0
\par X65
\par a quel.poco alimento, che la di lui temperata'abi\'ac,tudine aveva reso sufficiente al mantenimento is vita. Concorse certamente alla mar opera lo sta\'acto patologico del fegato, ossia di que' suoi condot, ti e ricettacoli, a' quali a affidato it trasporto non solo, ma la compiuta composizione della bile. E non v' ha supposizione alcuna nel credere, cite un'anti\'acca infiarnmazione della cistifellea fosse la prima fra le cagioni, che nel progresso del tempo perdette\'acro it grand' uorno; perch gli effetti evidenti e cer\'actissimi di quell' infiammazione stavano espressi cosi nella forma a cui s' era ridotta la vescica del fiele, come nella presenza di quells cotale modifi\'accazione della liufa, che da niun' altra sorgente ha origine, fuorche dal morboso processo in che Coll\bullet siste la itufiammazione. Ma fu questa anteriore al- la formazione dei calcoli, o nacque piuttosto
\par irritamento di essi sulle tonache della cistifellea ? Io non credo., che lo sciogliere questa quistione importi gran latto allo intendere con pin d'evi\'acdenza le malattie del Canova; dire, tuttavia che, nella sei'ie di queste , io pongo per prima la in\'acfiantmazione. della vescica epatica , e per seconda la prodazione dei calcoli. E mi mantiene in que\'acsta credenza it considerare, con quanta facility possano ingen'erarsi quelle concrezioni rnorbose, al\'aclorche morbosa s' a fatta la composizione della bi\'acle, per. le mutate qualiti dei ricettacoli che la
\par I I
\par 166
\par contengono; e it riflettere in oltre, cbe unti aka delle Malattie sostenute dal Qt nova negli anni ad\'acdietro-dia segno di probabile preseuza dei Weal epatici, .e questa accadde negli ultimi anni della. sua vita , per grande spazio Iasciandosi addietro clue& altre, che dimostravano la gia abbattuta goria delle forte sae digestive. E si ricord agora, die allorquando i calcoli dispersi pei comical bi\'acliar', a chiudenti, come nel case presentee; -la foce comune di questi\'84 song ire, causa di una malattia o del fegato inter\'b0, o di qualche-sua parte; la bile, gia fatta nera ed acre per to stageatnento, rieunpie e (listen& que' canals , e del sua colore intride la aostanza del viscere, e ne tinge pure it parti che gli stump vicine. Ma nulla di questa, Si osservil nel Canova ; che anzi scarsissima fu in lui la quan\'actill del fiele, sbiadato era it colore, a libera da ()gni tiuta biliosa la coutestura del fegato). Vuolsi credere adunque, che la malattia delta cistifellea precedesse la formazione. del e che da que. sti ricevesse bensi aumento e gravezza, origin. non
\par Dopo 1' infiarnmazione del ricettacoli biliosi,
\par e la- conseguente formazione dei catcoli, io pogo
\par per terza fra le malattie del Canova la perdtita e
\par nergia del suck stowaco; la quale si MINIUM bato
\par piii facilmetite , quantoch\'e9 Hawn che di molto
\par aveva dotate le sue membra , sembril men
\par i67
\par gencirosa o equa allorchat contesseva le membrane di quel viscera, che in lui fu seinpre debole e qua. si inferwo. La quale debolezza Diu\'b0 altro accidents poteva rendere maggiore, come la scemata attuositi della bile suite prime, e poscia la sua totale man- mina : ad ognuna delle quail cagioni si denno acrivere le digestioni vitiate, le facili languidesze, gli ardori dello stomaco, ii mat sostenuto benche breve digiuno, e tutti in somma que'segni di len\'acta e quasi inoperosa facolta digestiva, che trovara\'acro spiegazione evidente nella disteusione passive del ventricolo, nelle mutate quality delle sue ton*. ghe, e Bella mancauza crogni ruga della villosa, cbe furono dimostre esame anatomic\'b0. Indi la eccedeute sensibilita di quel viscere, indi I' in\'actolleranza dell' alimento, e iY vomito frequente.
\par A sostenere it quale s'aggiunse per quarta la sopravvegnenza di quella malattia deli' ultima e\'acstremitii dello stomaco , che per legge quasi co. &tante di nitura, accompagna o consegue le lun. ghe sofferenze di questo viscere intendo la (alio\'acsita scirrosa del piloro. La quale vedemmo che nil grave era in se stessa, ne affatto comprendeva 1' intorno di quel forame, pi to chiudeva c tutto; it she a quanta dire, che non bastava a togliere paasaggio deli' aliment\'b0 dal ventricolo agr
\par e con cicl a troucare i giomi di Catiava. Pere in lui la parte maggiore del chiudimento. del piloro
\par 168
\par veniva dalla costrizione delle sue fibre circolari; eostrizione allatto connaturale a quel sito, e che per savio ordinamento di natura non concede la via all' aliment\'b0, se, compiuta la digestione, le for\'acze del to stomaco rion lo cacciano verso gl' intesti\'acni, viwendo la resistenza del piloro sanamente corrugato. Ma questa resistenza vuolsi viticere; al
\par necessaria 1' azione del ventricolo; e questa azione, per le ragioni dette pity sopra, maneava nel Canova. Egli adunque mori, non gii percba it pi\'acloro, fatto in parte scirroso, soffermasse la sostanza alimentare nello stomacoi ma bensi perche taceva in questo la vigoria di que' movimenti, ai quail natura commise l'offizio di oltre sospingere li prci\'acdotti della prima digestione lo vi chiedo perdo\'acno, o Signori,,di questo lungo intertenervi nelle aride discussioni d.ell'anatomia patologica ; ma hello it saper sodarnente tutu) ci6 che concerne ai grand'uomini, e la morte di Canova fu tale av\'acvenimento per 1' Italia, che ben si merits h cura d' ogni minuta disamina.
\par Sarebbe opera perduta lo scorrere in vista la serie di que' sintorni, che si osservarouo nel Ca no\'acva durantegli ultimi giorni del viver suo; percha 1' unions di essi non furono gii ima- malattia die abbia carattere proprio e si discerna da ogn' al\'actra ; ma furono li risultati del generals e graduato discadimento della vita si animale che organica,
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\par conseguenza indeclinable del rn6ncamento in lui d' ogni maniera di nutrizione. 11 (pal genere di lento. rnorire, non recato a Coma impeto di su. bita malattia , ma prodotto dalle mancate condi. sioni che sono at vivere necessarie, manteneva lui un intim\'b0 sentimento di poter risorgere dally prostrazione preset' te, e ritornare a salute; del die fanno fede certissima le sue \bullet parole che ho notate pia copra. E ben pareva gli stesse quells sperm\'acza; perche n\'ea it polso si commosse giammai , 114
\par altera la respirazione, ne pat' dolore di sorte Luna; ne, bench privi di vigore, vedevasi impe. diti quegli usi esterni delta vita, che alto stato di salute si addicono. Ma lentamente da lui si clipar\'activano le forze scemava lentamente. attivita del principio vitale; lentamente si avviava seuza av\'acvedersi al sepoicro; e si estingueva appuato come una face la quale
\par 0) \bullet \bullet \bullet 6 \bullet al manor dell' alimento \'84 Lambe gli aridi.stami, e di pallore
\par Veste i1 suo lume ognor piu scarso e lento; E guizza irresolitta, e par che amore
\par ,, Di vita la richiami, infin che scioglie
\par ,, L' ultimo volo, e sfavillaado muore ".
\par E fu in vicinariza a quest' ultimo finire della, vita, che .pparve aul volto di Canova quell'aria
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\par d' inspirato, e uscirono dal suo labbrO quelle soa\'acvi parole, che abusate dalla malizia e da tvilissima adulazione, diveunero argomento di dileggio al te\'acstimoni della sua morte, o istromento di calunnia alla memoria dei trapassati. Non fu illusione la no\'acstra , ne religioso rispettO alla &mai del Giusto che moriva vedemmo degli occhi, e ammiranamo lungo tratto sulla faccia di Canova tale un' espres\'acsione di altissimo concetto, alla quale Is mente non giunge, ne giungerebbe Za mano stem di lui, operatrice di tanti prodigi. Ma, veneratori d' una potenza sovrumana , nulla di sovrumano abbiam creduto in quell' atto ; perche ad ispiegarlo ci ha\'acda it considerare, .che allorquando lo spirito ani\'acn3atore del corpo ritrae per gradi it suo impero dalle membra, le piit mobili fra queste , gia price della potenza vitale, ma non ancora d'ogni organi\'acca virttl, corrono senza governo alcuno di volonti, a que' movimenti, nei quali da spesso le con-- dussero le lunghe e ripetute consuetudini della vita. Fra le quali consuetudini niuna era pia familiare el Canova , che quella di comporre it suo volto nell'atteggiamento della sublime invenzione; come fra i suoni che, lui vivente, s' articolavano dal suo labbro, quegli erano Ii pia frequenti, che dalle in\'acgenue quality d' un' anima illibafa procedono. Che se it Canova, in luogo di superare gli scultori illustri di multi secoli passati, avease con l' opere
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\par del senno e della mano, vista e ammutita la fama di tutti gli eroi coronati delle antiche e moderne eta; e gli atti e i detti di quel suo morire lentissi\'acID 0 ricordato avrebbero it tumulto delle battaglie,
\par e\tab le gravi parole del comando. Perch\'ea le usate a\'acbitudini, e non lo Kato presente dell' animo signi\'acficavano que' suoni e que' segni, non consentiti
\par inteiletto; per niuna via di commercio la mente di Canova poteva ai;rirsi al mondo esteriore ;
\par e\tab fra essere pensante e le membra che lo vesti\'acvano , era gia segnato irrevocabilmente l'eterno confine della morte. Dalle quail veritit per voi si argomenti, o Signori, a quanto fragile sostegno si affidasse l'inverecondo confronto, che un recente lodatore del Canova avvisO di porre fra le estrerne parole del grande Artista, e le parole estreme del suo contemporaneo.
\par Cosi partiva it Canova ; e seco recava in par- tend\'b0 l'amore di tutti, it pianto deli' Italia, e am. n2irazione deli' uni verso,
\par FFERTIMENTO
\par DELL'AUTORE,
\par o scritto questa Memoria con einten\'aczione che fosse letta solamente nell' 4teneo Ve\'acneto ; Society la quale si compone di letterati per la part e.maggiore, per la =snore di scienziati, e di medici e di chirurghi per la minima. Indi ho usato di tali rnodi e parole, che per quanto ho po\'actato sono lontani dally parole e dai modi, i quali s' adoperano d' ordinario nelle scritture di medi\'acco argomento ; e mi guardai ancora da quelle pp- sate discussioni d' anatornia e di medicina , nelle quali, per la gravity del soggetto, m' avrei lasciato condurre, ove scritto avessi pei soli studiosi
\par arse salutare. Onorata poscia questa Memoria dell' approvazio. ne dell' Ateneo, ho sentito che mi correva it debito di non mutarla , allorch\'ea , ce\'acdendo alle domande del sig. Missiaglia , permisi che venisse stampata ; e mi parve tanto pia con\'acveniente acquetarmi in questa determinazione , quanto pia ferma e in me la certezza , che li de\'acsideri dei medici saranno a pieno adempiu\'aca dally Dissertazione , la quale it mio illustre precettore ed amico. Consieere 4GLIETTI sty
\par io
\par theditando intorno alla malatiia e morte del af
\par Nordi, di cui era it medico ordinario in Venezia.
\par Ad altro non mirano queste dichiarazioni,
\par the a rendere ragione della quality propria della
\par Memoria prese. nte ; sopra la quale devo con magi
\par sior efficacia invocare la pubMica indulgenza ,
\par quando considero, oh' essa ha iY pericoloso onore
\par accompagnare nellaluce delle stampe.lo scrim)
\par
\par LEITA ALL' ATENEO VENETO
\par ,NELLA SEDUTA ORDINARIA EEL GIORNO XII
\par DI GIUGNO MDCCCXXIII.
\par Quantunque la malattia che imprendo a narrare sia grave di molti insegnamenti ai cultori delle scienze anatomico-patologiche; e bencha 11 singolari fenomeni mostrati dall' uomo vivente, e le non meno singolari apparenze che si videro nel cadavere rendano giusto in essi ogni pia sentito desiderio di conoscerla ; tuttavia ben altra corn\'actnozione che di solo desiderio si diffonde per 1' a.. nimo d' ognuno, allorche si addita 1' uomo immbr\'actale che ne fu vittima infelice ; percb.e tutto vien meno di fronte al nome sli Canova, ii quale suona ovunque grandissimo c9s1 nella scoria dei portend umani, come in quella delle umane virtA. All' om\'acbra di questo nome, che I' amore a la riverenza di not tutti accarezza ed onora , io ardird parlarvi ii freddo linguaggio dell' infermita e della morte, e quello piii austero ancora della sparuta Anatoinia, di continuo avvolgeritesi tra ii lezzo dei cadaveri, tulle cui viscere ricerca assidua, ma ben di rado discopre le segrete e sfuggenti origini della vita e
\par 148
\par della morte. Cosi 1' o6casione io v' offro, o Signori, di rendere novello omaggio alla memoria per not care ed acerba dell' illustre trapassato e stars nel.
\par udire con tollerinza le tristi parole di questa storia, die imperizia del narratore rendera forse piu fastidiose e moleste al gentile aiiimo vostro.
\par ?oche e poverissime furono le notizie the si ebbero da Roma intorno le malattie or gravi ed ora ieggiere, alle quali soggiacque it Canova durante ii suo soggiorno di oltre a quaraneanni in quells cit
\par Sappiamo solarnente , che fino da' tempi suoi giovanili egli pat.iva con frequenza di moleste sen\'acsazioni dello stomaco alle quali col succedersi degli anni, s' unirono di quando a quando Ii segni di ritardata e difUcile digestione, e di conseguente raccolta di sostanze non tollerate da quel viscere, e Chiedenti use ripetuto. di medicine purgative; die per ben due vohe sofferse tale malattia , non ben si disse se del ventricolo o del legato, intorno a cui erano opposti ii pareri de' medici, ma la qua- le, dopo aver ridotto a gran pericolo l'amrnalato, fu Uinta in un subito con 1'uso della china, e che per\'actia si voile fosse una febbre perniciosa. Queste no\'actizie, che si ottennero da chi vide it Canova infer\'acmo in Roma , nulls &con\'b0 di ; e ci lasciano percid at tutto ignari della forma e del procedi mento di (pale infiammazioni d'alcune parti del Septa) Belle quail la sezione del di lui cadavere
\par 149
\par attestd luminosamente la gia antita e certissima esistenza.
\par La lunga e assidua fatica, ache it Canova so. stenne allorche scolpiva it panneggiamento delta Mansuetucline nel monumento a papa Ganganelli, e le giubbe dei Leoni in quello a papa Rezzonico, fu tale, che per 1' use immoderato del trapano ap. poggiato.d'incontro alla parete destra del torace
\par abbassO le costole di quel lato, che depresse masero per,tuttala sua vita ; tanto\tab dannoso ai
\par giovani , mi diceva ii Canova additabdomi quella parte appianata del suo petto, i1 non avere chi fin (lane prime saviamente li guidi nelle meccaniche
\par dell' arte. Vuolsi credere che\tab quel tempo si
\par compisse del tutto, o almeno avease -principio la unione preternaturale , che nell' esame anatomicto di lull vidi legare la superficie anteriore del destro polmone alta corrispoudeute Caccia interna del pet. to; unione non aveute alcuno del caratteri the
\par adesioni infiammatorie si addicono, e la quale com. pariva prodotta da mutuo e forte contatto di queue parti; ripetuto e protratto a piA lunghi periodi,che Degli usi ordinal della vita non addivenga. E
\par credere ancora, che I' abbassamento della destra meta del diaframma, cacciata- alto ingiA mile am, pie e trattenute inspirazioni, the accompagnano nu lavoro di forza, e reso maggiore dal'? impedito.al. iargamento anteriore di quel lato del petto, valesse
\par 15o
\par a comprimere per guise it sottoposto fegato, e con qu'esto la porzione destra o pilorica dello stomaco, che perturbate ne andassero le loro funzioni, e norata attivia loro naturale. Fatto sta , che fino da que' tempi.; ne' quali Canova aveva appena ol\'actrepassata I' eta di trent' anti, ei send afAeVbiito vigor\'b0 dello stomaco , e men atto questo viscera alla digestione d'ogni maniera di sostanie per lo che dovette net aeguito trascegliere le OA facili ad essere mutate dalle forte digestive, ed astener\'acsi dalle altre; ajutato in questo dall' osservazione,
\par dalla naturale sua temperanza. Con to quale av\'acvedutezza Del vivere sostenuta , non ha dubbib , dalla vigoria dell' eta spoor giovanile, e da quella
\par un temperamento che natura gli aveva conce. duto robustissimo, egli pot4 trascorrere molt' an. ni, senza che li germi deli' incurabile infermita ale allora si posero nel fegato a nello stoniaco di lui, dessero li mali frutti, che pur si vedono crescere oolleciti nel comune degli uomini. E benchI 1' a\'acmore dell'arte da lui professata, a quell' impeto di creazione ale tutte invade le potenze degli eccel\'acsi ingegni, non gli permettessero sempre di aste\'acnersi'da ogni fatica di corpo, e d' alfidarla agli ar. tisti del quail fin d' allora la sua fortuna comincia a popolare la di lui officina tuttavia it morboso processo, che mirava a sformare que' due visceri principali, conduccvasi in modi pii mite, e
\par 151
\par con pia tardy legge d'accreseimento, the per con
\par non soglia omaggio, a dir come, die la na\'actura stessa pareva si compiacesse di rendere alla aobria vita e innocents di quell' esempio cl' ogni temperata virti.
\par Trascorro dagli anni del quali parlo,. che fu\'acrono tra ii 1787 e ii itioo, per venire a quello the sari lagrimato mai sempre nella storia dells Arti, perche fu \bullet ' ultimo deli' immortale ilcultore. Questa lacuna , non consentita certamente dalla continua presenza d' una malattia organica , sari degnamente riernpiuta da quelli, a' quali era com\'acmessa la salute del Canova in Roma; altro io sapendo di quel tempo, fuorchtl.cia \bullet ch' egli stesso djcevami nei giorni delta sua malattia in Venezia. Ed e, che per grave paterna d'aniwo, che lo sopraggiunse alcuni anal addietro,.egli si send preso da intensi dolori di venire, da lui tenuti co\'acme effetti di \\colica intestinale ; che, poco stantei patl d' itterizia; e che d' allora. in poi ii suo ian\'acguore di stomaco era crescinto, e domandava phi severo e dilicato regime di vita . Li familiari del Canova diranno quali. furono le cagioni 'che anga, stiarono l'uOmo piissiuio, e se fry queste debba annoverarsi ii sant\'b0 ma ,inadempluto desiderio d' innalzare net Vaticano l'augusto colosso della. Religione; perc10 io a cia solawente bo fermato di starmi., che o vidi co' utiei occhi, o udii Oalla
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