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\viewkind4\uc1\pard\fs24 "Dopo aver fatto in giovent\'f9 il giro delle teorie estetiche e corso la cavallina di molte pratiche e tecniche pittoriche, mi ritrovai un bel giorno (e fu nel riposo spirituale del
\par fronte durante la guerra) ad accorgermi che non c'\'e8 nulla di meglio che stare alla realt\'e0 del mondo visibile e rappresentarla nella sua ingenuit\'e0 poetica, secondo un criterio di
\par semplificazione e di scelta, che l'artista possiede naturalmente e che pu\'f2 dirsi l'elemento ideale e personale introdotto dal pittore nell'opera d'imitazione". Cos\'ec Soffici riassume
\par l'esperienza di tutta una vita in uno scritto apparso in Frontespizio (1). sotto un titolo che \'e8 gi\'e0 una dichiarazione ferma e incrollabile: "Punto fisso". Dalla formula "realismo
\par sintetico" egli \'e8 passato senza esitare alla definizione della pittura quale "arte di rappresentare il mondo com'\'e8" arrivando persino a limitare "nell'artista il diritto alla sintesi
\par (che \'e8 intervento di volont\'e0 stilistica) in favore della realt\'e0 nuda e cruda".
\par Da quasi vent'anni. Soffici continua ad approfondire questa antica concezione dell'arte, per s\'e8 e per gli altri, scrivendo e dipingendo, e vi si mantiene fedele "come all'unica tavola di
\par salvezza nell'immenso naufragio verso il quale tutta l'arte del nostro tempo sembra volersi avviare". Uscito dalla guerra un altr'uomo, Soffici spieg\'f2 l'evoluzione del suo pensiero in due
\par scritti pubblicati, nel marzo e nel settembre del 1920, in Rete mediterranea, rivista che ebbe piuttosto il carattere di cahier intime. Nel primo, "Dichiarazione preliminare", l'artista,
\par strappato bruscamente dal cerchio delle \'e9lites intellettali, descrive la profonda crisi spirituale, maturatasi di fronte al quotidiano pericolo della morte e a contatto della grande anima
\par del popolo ch'egli aveva, prima di allora, ignorato: nel secondo, "Apologia del futurismo", afferma l'importanza storica del movimento al quale aveva dato un largo contributo di opere
\par e d'idee, e con una critica serena e obbiettiva, mentre se ne allontana, ne difende contro i facili detrattori il valore culturale etico e politico. Raro esempio di onest\'e0, di dirittura
\par morale, che illumina, senza possibilit\'e0 di equivoci, la condotta rettilinea dell'uomo e dell'artista. A questo proposito val la pena di rileggere quanto di lui scrisse il Papini (2), cui
\par l'amicizia non vela la libert\'e0 del giudizio: "L'evoluzione di Soffici somiglia a quella spirale ascendente che agli occhi di Goethe raffigurava il progresso, una spirale che sempre va in
\par alto ma siccome nello stesso tempo s'avvolge e si gira pare, a chi la veda dal basso. quasi avesse due dimensioni sole, che torni ai medesimi punti.... Soffici ritorna alla sua concezione
\par di un'arte classicamente eterna e sacra ma ci torna arricchito di tuta la sapienza che gli viene dalla sua fase di scoperta rivoluzionaria. Nulla \'e8 stato inutile e tutto ritorna a posto,
\par ma pi\'f9 in alto, con pi\'f9 profonda certezza e in pi\'f9 sicura luce.... Partito da un ordine vecchio verso la libert\'e0 e magari l'anarchia, \'e8 tornato ora a un ordine nuovo che non \'e8 restauro del
\par vecchio ma quell'ordine perenne che ha bisogno ogni tanto di esser rilegittimato e ricostruito anche attraverso le ribellioni degli anarchici".
\par
\par Stabilite queste verit\'e0 fondamentali, occorre accostarsi all'opera di Soffici con umana simpatia e non partendo da errate premesse polemiche. Tale l'uomo, tale l'opera. Nella pace della
\par casa materna egli vive una vita di serena meditazione, di raccolta intimit\'e0, di continuo lavoro. Isolato e solitario. anche nelle avventurose vicende della giovinezza, Soffici doveva
\par fatalmente tornare alla sua casa di Poggio: l'esperienza del mondo conduce alla solitudine. Il ritorno di Soffici era naturale: come poteva negare se stesso? Ma la via seguita con coraggio
\par e con intelligenza doveva costare molte rinunce, molte sofferenze, nella dura conquista di una verit\'e0 spoglia d'ogni errore. di una verit\'e0 essenziale, che poteva sembrare troppo semplice
\par ed era invece troppo profonda. Per veder bene occorreva mettersi in una giusta lontananza: le passioni giovanili, l'entusiasmo per le idee nuove, le incendiarie ribellioni lo avevano tenuto
\par lontano dal punto ch'egli pi\'f9 tardi doveva raggiungere. Tutto da rifare, tutto da ricostruire sulle negazioni di un tempo. Abbandonata ogni fumisterie, di fronte al suo vero mondo, Soffici
\par doveva purificare la visione pittorica. liberarla d'ogni residuo di contaminazioni stilistiche, raggiungere una totale purezza espressiva. Vivere dentro la natura e vedere ogni cosa "sub
\par specie picturae". Cio\'e8 come "Ulta pittura in potenza" e quindi gi\'e0 una prima creazione del proprio spirito questa era la salvezza per un'anima che cercava la pace nella libera e spontanea
\par creazione dell'arte. Ma a questa libert\'e0 non si arriva senza la padronanza assoluta dei "mezzi della tecnica pittorica" cio\'e8 senza un esercizio costante dell'arte come fine e non come
\par applicazione di formule o di ricette.
\par Il mestiere non \'e8 che l'arte medesima: perch\'e8 chi non sa esprimersi coi modi propri dell'arte non \'e8 artista, un dilettante. E ci\'f2 vale per chi, come Soffici, faccia della pittura realistica.
\par come per chi segua le teorie dell'astrattismo internazionale. Pericolosa questione codesta, e fonte d'infiniti equivoci e di funeste accademie. Nel caso di Soffici anche le opere del
\par periodo futurista, non sono nudi schemi intellettuali, teoremi pittorici, campiture di piani senza profondit\'e0. La pittura della "conoscenza" si risolve in una impostazione di problemi
\par plastici e spaziali, che ogni pittore dovrebbe proporsi e non sconfina dai propri limiti. Nei chimismi pittorici di Soffici, l'unit\'e0 e il vigore plastico delle forme inventate sono il
\par carattere distintivo della visione dell'artista: tali si ritroveranno nelle forme imitate. Non c'\'e8 soluzione di continuit\'e0 tra le diverse maniere. Il pittore supera inconsciamente le sue
\par stesse formule estetiche.
\par Tra i paesaggi del 1907 e quelli del 1920 non c'\'e8 un abisso di oscurit\'e0. Il processo evolutivo del pensiero di Soffici, nel suo sviluppo logico verso la chiarezza, verso il ritrovamento di
\par se stesso e della pi\'f9 genuina fonte d'ispirazioe, sbocca nella sintesi del tanto rinnegato e disprezzato obiettivismo o "metodo e principio" dell'arte dai Greci in poi. Intesa la
\par tradizione conce continuit\'e0, come vivo fluire dell'attivit\'e0 creatrice, suprema esigenza dello spirito umano, l'artista si considera umilmente un anello della grande catena. Contrasta il
\par suo lucido spirito di toscano, il suo innato istinto all'ordine e al rigore obbiettivo del ragionamento, coi sofismi di cento estetiche capziose, relitti di tutte le tempeste polemiche di
\par questo primo Novecento. E reputa vicino l'annientamento dell'arte nel dada, nell'anarchia distruttiva, ultimo atto disperato di un'umanit\'e0 senza fede. Allora il "punto fisso" sar\'e0 anche
\par una difesa contro l'arbitrio, una protesta contro l'imbarbarimento della cultura; e non una posizione contro corrente, cio\'e8 anacronistica, antistorica, negatrice del libero moto della
\par fantasia creatrice. Soffici parlando per s\'e8, crede di esser utile anche agli altri: non si crea un'artificiosa missione di salvatore, essendogli ben nota l'ingratitudine degli uomini, ma
\par vuole accertarsi, con molte riprove, che posa i piedi sul sodo, che si attiene ad una realt\'e0 che non potrebbe esser diversa da quello che \'e8. Cos\'ec quand'egli guarda la "sua" terra toscana,
\par sembra che il suo volto diventi anche pi\'f9 serio, anche pi\'f9 severo, come se, pur avendone penetrato lo spirito e il colore e la struttura in tanti anni di aitante osservazione, egli ne
\par scopra all'improvviso nuove bellezze, nuove luci, nuovi valori formali, e tema di non riuscire domani a rappresentarli nell'unit\'e0 dell'opera d'arte.
\par Artista poco espansivo, duro con s\'e8 prima che con gli altri, Soffici contiene e domina ogni moto troppo vivo dell'anima, quando di fronte alla natura gi\'e0 intuisce e "vede" il quadro nelle
\par sue linee essenziali; e ci\'f2 per una sorta di pudore che \'e8 proprio dei solitari inclini al rigore degli alti pensieri e non alle facili effusioni del sentimento. Uomini di cotesto stampo,
\par poco concedendosi nella pratica quotidiana, si confessano soltanto mille opere.
\par Ma vano \'e8 cercarvi un abbandono totale; perch\'e8 il senso della misura, classica attitudine dello spirito riflessivo, annulla anche ogni accenno passionale, cio\'e8 ogni deformazione espressionista,
\par e mantiene queste pitture- dagli affreschi alle nature morte, in una uguale sobriet\'e0 di stile, secco e preciso come \'e8 l'uomo, inumane da quella piacevolezza che i critici definiscono
\par cordiale.
\par E' indubbio che alle pitture di Soffici non si possono rimproverare piatte intrusioni ornamentali o di elementi illustrativi: esse vogliono essere e sono visioni realistiche solidamente
\par costruite nello spazio, ordinate ed armoniche composizioni sostenute da una esatta prospettiva aerea, cio\'e8 ad un tempo ragione e sensibilit\'e0. Soffici cerca di scoprire nella natura e
\par d'isolare nel suo spirito quei motivi pittorici, che son gi\'e0 composti in unit\'e0, ma che si disperdono in una unit\'e0 superiore e ben pi\'f9 complessa della quale sono semplici elementi
\par architettonici. Isolarli entro limiti definiti e precisi, che non si possono cio\'e8 spostare, senza tradire la stessa necessit\'e0 dell'opera d'arte di essere a quel modo e non diversa,
\par significa gi\'e0 comporre mentalmente sur nature. Operazione che taluni ritengono impossibile, e che gi\'e0 riusc\'ec, per non dir d'altri, a Cezanne. Soffici, eliminando la pennellata
\par impressionista, si preoccupa di costruire, secondo gli detta l'innato senso plastico: ma l'impressionismo gli ha suggerito una particolare visione delle cose diversa da quella stabilita
\par da una lunga tradizione; la luce all'aria aperta non \'e8 la luce dello studio e tende a scomporre ogni forma con continue variazioni. Cos\'ec chi voglia andar oltre l'effimera apparizione, chi voglia superare la rapida annotazione coloristica, mirando a ricostruire l'attimo in una luce fissa ed eterna ed in una stabilit\'e0
\par di forme definite nella loro essenza e nel loro carattere, dovr\'e0 riconoscere i limiti di un troppo stretto "obbiettivismo". Le difficolt\'e0 paiono davvero insormontabili.
\par La forza e la precisione di disegno, cui accenna Soffici, per non rientrare in uno schema astratto, vanno intese nel senso cezanniano e cio\'e8: "Il colore e il disegno non sono distinti;
\par man mano che si dipinge si disegna; pi\'f9 il colore si armonizza, pi\'f9 si armonizza il disegno". Soltanto cos\'ec la sintesi risulta intensa ed efficace e potr\'e0 eccitare, per dirla col Borenson,
\par la nostra immaginazione tattile.
\par Anche a Soffici, come a Corot, interessano prima di tutto "le masse e il carattere d'un quadro": la precisione del disegno non \'e8 che il risultato di un esatto rapporto di toni. In questo
\par senso, se si ricordano certe definizioni del Cecioni e del Costa, Soffici si riallaccia anche ai macchiaiuoli e, attraverso C\'e9zanne, all'impressionismo. Linea diretta di discendenza: linea
\par logica di sviluppo e di direzione, che Soffici naturalmente doveva seguire. Ma passando dal paesaggio all'affresco, prevedibile ambizione in un toscano modellatosi sull'esempio dei padri
\par gloriosi. Soffici dovette trovarsi di fronte a nuove difficolt\'e0 da risolvere. La tecnica dell'affresco impone dei vincoli che non conobbero i maestri francesi del secolo scorso. E sei
\par quadri di figura lo avevano in certo modo preparato all'impianto d'un tipo di composizione buono per la pittura murale, non vi si adattava l'esperienza passata e tanto meno la sua
\par "maniera" di dipingere. Il fatto \'e8 che Soffici si dimostra pi\'f9 spontaneo e pi\'f9 genuino nella Natura tuona del 1932, dipinta ad affresco di getto, senza pentimenti, e nel modo pi\'f9 proprio
\par della tempera, piuttosto che nelle grandi composizioni. Ci\'f2 vale a dire che la freschezza dell'esecuzione \'e8 il risultato di una maggiore, anzi totale adattabilit\'e0 dell'artista all'oggetto
\par da rappresentare. Soffici in questo caso non forza i limiti della propria personalit\'e0. Ma come poteva bastare un saggio, un "divertimento" quasi, a un artista che si proponeva di riprendere
\par una pratica pittorica, ormai dimenticata, per raccontare al modo degli antichi?
\par Il ritorno all'affresco \'e8 pericoloso per tutti, conte \'e8 ogni ritorno, giustificato pi\'f9 dal ragionamento, che da una vera necessit\'e0 dello spirito, universalmente sentita. Al temperamento
\par realistico di Soffici non si pu\'f2 chiedere pi\'f9 di quanto pu\'f2 dare. Cos\'ec, nel Francesco d'Assisi mendicante la composizione sembra divisa in due parti distinte (la donna, il santo), che ne
\par rompono l'unit\'e0, malgrado la linea suggerita dalle due braccia protese, l'una a dare, l'altra a ricevere il pane. Manca il colloquio: rotto \'e8 il rapporto delle due figure coll'ambiente.
\par Ciascuna sembra dipinta come fine a s\'e8 stessa, anche se, specie la donna, con schiettezza e vigore di segno; ma lo studio realistico del particolare non pu\'f2 supplire all'assenza
\par dell'armonia compositiva. Lo stesso pu\'f2 dirsi della Processione in cui le due donne orami e la donna col cero sembrano dividersi per lasciare nel centro lo spazio libero per il forte
\par sfondo paesistico; ci\'f2 che potrebbe anche essere mia inconscia confessione.
\par Il contorno troppo inciso nell'intonaco isola anche di pi\'f9 queste figure, come ritagliate da una volont\'e0 implacabile di precisione e di sodezza plastica, in un ambiente nel quale non
\par circola l'aria. Studiate direttamente dal vero, una per una, queste figure, messe poi insieme, non riescano mai ad imporsi col rilievo delle creazioni perfette della fantasia, cio\'e8
\par rimangono frammeti realistici, che l'immaginazione dell'artista non \'e8 riuscita a ordinare e a ridurre all'unit\'e0. Soffici, come sempre, si \'e8 mantenuto coerente, nell'odio contro ogni
\par ornamento retorico, volto al line di una semplicit\'e0 narrativa, senza abbandoni. Ma a forza di eliminare si arriva allo schema, all'arido schema, che la ragione discute ma che non parla al
\par sentimento- tronca ogni possibilit\'e0 di sogno. non si colora di poesia. Gli affreschi di Soffici sono un tentativo di evasione: i suoi paesaggi una realt\'e0. nella quale si riflette un'anima
\par maschia e severa, chi ha i contorni nevi delle cose della sua terra, un anima senza conflitti, decisa negli odi e negli autori, rasserenata dalla solitudine e dalla meditazione. E i piaceri
\par della contemplazione son questi: questa la sua felicit\'e0:"Guardando spesso dalla mia finestra nella strada, vedo prospetti di campi, case, colline, cieli, e figure di uomini e donne, che se
\par io, per un miracolo di attuazione immediata, potessi ritrarli come li vedo: s'io potessi rendere al vero la fresca, angelica luce di certe aurore grigie e rosee, la luce drammatica di
\par certe giornate acquose, quella tranquilla, mesta di certi tramonti: e certi colori di vesti, di carni, e sagome e volumi di corpi spiccanti sul biancor della polvere, sulla tinta de' muri
\par o contro il vano buio degli usci: le opere che ne risulterebbero sarebbero tali da digradarne quelle dei pi\'f9 grand pittori d'ogni tempo" (I). La natura continuamente vista o sub specie
\par picturae: ma dalla intensa sensazione visiva alla rappresentazione dell'arte il processo \'e8 lungo e ostacolato dai dilemmi della coscienza autocritica e dalla stessa ricchezza di pensieri
\par nati dalla consuetudine speculativa, cosich\'e8 la felicit\'e0 si guasta per via, rendendosi conto l'artista dell'impossibilit\'e0 di realizzare un sogno troppo alto, l'illusione di creare un
\par equivalente della realt\'e0.
\par Bisogna integrare la figura di Soffici pittore con tutta la sua opera di scrittore e di poeta, per averne un'idea non unilaterale: pitture e scritti si completano. Ma la fonte d'ispirazione
\par unica. Nitidi i suoi pensieri, chiara la sua linea di condotta, "Uomo nella vita, pittore nella natura, scrittore nel vero e nella poesia (1)": tale \'e8 Ardengo Soffici, cittadino di Toscana
\par e d'Italia, cio\'e8 doppiamente italiano, che da trent'anni occupa un posto in primo piano nell'arte e nella cultura, denigrato esaltato combattuto, ma indifferente all'effimera fortuna come
\par al mutevole corso della popolarit\'e0, confidando egli soltanto nel valore universale delle idee sostenute con incrollabile certezza, perch\'e8 fondamentali al suo spirito e alla sua opera di
\par artista.
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