Pillole d'Arte

 
   

 
(Fonte : Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova - 1821)

AMORE E PSICHE

Gruppo in marmo


NeLL'Erebo, come altrove, essendo le Donne assai gelose della loro avvenenza, come di quel tesoro, per cui gli uomini concedono loro illimitato l'omaggio, l'incarico, che Venere diede a Psiche d'ottenerle da Proserpina una particella della sua bellezza, fu il pių scabroso di quanti l'ira, e la gelosia della madre d'Amore avessero imposti a quella sofferente fanciulla. Ma Cupido, che attento veglia sempre sul travaglioso destino della sua dolce amica, ispirolle tutto ciō, che fare doveva, ad uscir con onore da quella difficile ambasciata; se non che nč uomo, nč Dio potendo mai prevedere tanta malizia dal canto di Venere, e curiositā tanta da quello di Psiche, egli non la ammonė di rispettare l'ordine del malizioso, che Proserpina le avrebbe dato, di rimettere alla madre sua senz'aprirlo il vasello contenente la bellezza.

Psiche, uscita appena dal cupo regno di Plutone, postasi a sedere sopra uno scoglio, su cui il gentil Canova le stese un morbido tappeto, aprė il fatal vasello, onde usci, anzi che la bellezza, un pestifero vapore, che la fece cader tramortita. Vedesi a lei vicino il violato vaso, caduto a terra, aperto, e rovesciato. Amore vola in suo soccorso, la scuote, e la richiama alla vita. Coglie lo Scultore il momento appunto, in cui la bella Psiche riavutasi, per veder donde nasca il fremito, che sente d'intorno a sč, e sopra il suo capo specialmente (fremito prodotto dall'agitar dell'ali frettolose d'Amore) getta all'indietro la sua bella testa, da cui scendono a ricche ciocche inanellati i capelli.

Ella pressente, ella vede Amore; il quale posto un ginocchio a terra dietro di lei, ed incurvatosi alquanto sopra il suo volto e rimirandola le fa dolce fascia con la mano sinistra al colmo seno, e con la destra sostegno alla testa vezzosa. Egli si mostra nella dolce, e soave attitudine di chi richiede un bacio, che non gli fu altra volta negato. Essa, non meno lieta nell' accordarglielo, ch' ei nel richiederlo, alza sorridendo le belle sue braccia, e prendendo con le mani la testa d'Amore, cerca di meglio accostarne le labbra alle sue labbra.

Certamente le vergini Grazie, e gl'innocenti Amori assistettero qui tutti al nostro Canova dal primo all'ultimo tocco del suo divino scarpello; e tale e tanta č la dolcezza, che nel cuore t'infondono questi due cari fanciulli cosė mirabilmente, e vezzosamente aggruppati, che il giorno, in cui tu vagheggi questo bel gruppo, senti di amare di pių tutto ciō, che ti č caro.