Il mondo di Zandomeneghi   (Pagine 33 )      Fonte : www.lungomarecastiglioncello.it/macchiaioli/Macchiaioli_testoind.htm

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}} \viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 \par t est.- -H - -- a' \par 'otae'dr '77deel'e Manarlast5' rett'c'DnaTcn'Witsq= esumdsmou118591.1 dsudnal C6 susmaskosalutterszzalesueopereps6d sorstrusts else d6661,668o asr chess Couunds Ss6noond add:sumo...se \par stuomod Faslo Galan, truss god., egle sonspaveatesel.umente aqua. me 6 dm, two,. addsassapuds cogrne hat ss p reda class, do tosIsepredsdollanutura ,1155,55sesorula \par rep,. mol. stn. sulle quuL egd haus. satorsaude AM, \par RacIme una Mee qudle qmood m dyad. smolt fennel, ales, clso Surto. \par ded6sosunepstlondorrni6565.65658 sude loss unaneo6soldsdos possustomtde All alto de un porno ds gsugns del 1856, \par Caff6I5Lehelappols,Ssgmasosseaddosna rusono sverne dus comp,. al Mc. ds \par P66srn\tab unavoltasuletsulla \par qu fusons sa.und da mum de foss.. \par ?nc..nmeamnaMebber.- \par ====: \par \par FEDERICO ZANDONIENECI-11\tab IL MONDO DI ZANDOIvIENECHI \par 14 \par Vito D'Ancona \par copia dalla \par Pala di San Zaccaria di Paolo Veronese \par (olio su tela, cm 60x33, collezione privata) \par 12 Cfr. Delie vice de' pill eccel\'aclenti Pittori, Scultori et Architet\'actori scritte da M. Giorgio Vasari Pittore et Architetto Aretino, par\'acte III, volume II, Firenze 1568, p. 815. Si vedano anche, sul\'acl'argomento le riflessioni di Dario Durbe nel bel saggio premesso alla mostra di Los Angeles del 1986 e tradotto per it catalogo I Macchiaioli e 1A\'acmerica, Pirella, Genova 1992. \par 13 Si vela la "Cronologia au\'actobiografica" di Signorini, in ENRICO SOMARE, Signorini, LE- same, Milano 1926, p. 268. \par H Ivi, p. 257. \par 15 Quest aspetti sono stati recentemente ripercorsi dalla mostra alla Galleria degli Uffi\'aczi I giarclini Belle regine, it rnito di Firenze nell'ambiente preraffaelli\'acta e nella cultura americana fra Ottocento e Novecento, a cura M. Ciacci, E. Colle, C. Gobbi Sica e R. Monti, Sillabe, Livorno 2004. \par Telemaco Signorini Calle a Venezia \par (1856, collezione privata) \par \par 1i tic 1c ii i allo sLudio oLodicu degli chi maestri, la ricerca di un percorso emc: \par tonale che doveva confortare la sua idea ella"macchia", quale egli veniva dentro di \par elaborando. Colto e sagace, it Signorini ercava forse conferme sulle potenzialita di uel colorire alla prima e dal vero che Gior\'acto Vasari denominava "macchiare", attri\'aciuendo quella pratica a Tiziano. A proposi\'ac) di un dipinto di Tiziano raffigurante Per \par o e Andromeda, Vasari scriveva come que\'acLa opera e altre della maturity del Vecellio )ssero \'abcondotte di colpi, tirate via di gros\'acs), e con macchie di maniera, che da presso on si possono vedere, e di lontano appari\'accono perfette\'bb12. In realty la pratica del mac\'acchiare in quanto stadio intermedio di esecu zione pittorica era ben nota anche ai giova nissimi pittori del Gaffe Michelangiolo che si erano gia cimentati nel genere aulico e con\'actinuavano a farlo. Quello che Signorini ac\'acquisisce durante it soggiorno a Venezia del '56 e la duplice certezza che la macchia pos\'acsa essere lo strumento per ottenere una pre\'acsa efficace e rapida sulla realty contempora \par iea e che quest'ultima debba essere il solo re\'ac)ertorio del pittore moderno. E fortemente entita da Telemaco la necessity di aprire un Iuovo dialogo con la natura e la realty della ita contemporanea, seguendo quell'intima istanza di verity e di sincerity che la filosofia positivists veniva affermando come qualita precipua dell'artista modemo. Sappiamo del resto come Telemaco si fosse appassionato sin dal 1855 alla lettura di Proudhon13 e come it contatto con quelli che egli definisce altro\'acve \'abmaestri macchiaioli dell'antichita\'bb14, pro\'acducesse una vera e propria"metamorfosi"del giovane artista alla luce di quelle che egli qua- Utica come vere e proprie \'abrivelazioni artist- (-he\'bb. Si capisce dunque come da tutto questo lerivi un punto di vista diverso di osservare la )ittura dei grandi maestri del passato; diver- o certamente da quello dell'amico di Signo\'acrini, l'inglese Federico Leighton (anch'egli a !enezia dove aveva portato a termine il gran- le quadro La processione della Madonna di Ci\'acinabue). Non la ricostruzione "in vitro" di un )assato idealizzato e ricostruito con fare imi\'acativo, tendenza che sari propria della scuo \par preraffaellitals, bensi it recupero analogico [i quello stesso passato col"sentimento uma\'aciio" del presente, atteggiamento caratteriz\'acante il rapporto fondamentale instaurato dai Macchiaioli con la pittura del Rinascimento. \par \par IL MONDO DI ZANDOMENECHI\tab FRANCESCA DINI \par \par Probabilmente a quest'altezza del suo percorso, Signorini gia valutava come la grandezza dei grandi maestri della pittura veneziana traesse forza dal fatto che quegli insigni artefici \'abnon dimenticarono mai un istante l'immensa scena del mondo nel qua- le vivevano e da questo essi attinsero la loro sublime energia\'bb, alimentando illusione nel riguardante di trovarsi \'abcontinuamente \par in mezzo ai convitati della cena di Paolo\'bb16. \par In che misura e soprattutto in che modo quella secolare tradizione artistica andasse incidendo sul percorso della moderna pit\'actura europea veniva rilevato da Martelli in questi termini: \par \'ab...al giorno d'oggi vediamo trionfare la pittura francese nel mondo comecche quella \par i cui artisti hanno abbracciata piu. che altrove la massima di un accurata ricerca dei grandi principii fondamentali dell'arte stessa. Essi riassumendo la tradizioneVeneziana e Fiam\'acminga si spingono per legge di progresso ad affrontare qualunque soggetto, portando nel\'acl'esecuzione dei loro lavori tutta quella copia maggiore che possono d'ogni genere di sa\'acpere. Onde tanto nel darci lo spettacolo del- la Morte di Giulio Cesare (Gerome), quanto nel ritomo di una frotta di curati barcollanti dal vino (Courbet) traluce l'immenso studio \par e it grande amore del vero\'bb17. \par Signorini ricordava di aver conosciuto e frequentato in quel soggiorno veneziano proprio Pietro Selvatico, artefice della rifor\'acma della locale Accademia; e ancora it poe\'acta Aleardo Aleardi che, professore all'Acca\'acdemia di Belle Arti di Firenze dal 1863, al\'accuni anni piu. tardi sara autore di uno scrit \par to su Paolo Veronese definito - in evidente \par sintonia con il punto di vista dei suoi amici \par macchiaioli - come \'abil primo che si sentis \par se il coraggio di presentare le sue figure al\'acl'aria aperta, davanti la faccia del sole mo\'acdellando con la luce... \'bb18. \par Nacquero allora quelle tremule vedute architettoniche della citta ai not ben note per essere it punto di partenza della vicen\'acda dei Macchiaioli. II Ponte della Pazienza mostra la viva luce del giomo irrompere sul\'acla scena, come da uno squarcio apertosi in un finto cielo di tela e irrorare di se la scura abside gotica della veneziana Chiesa dei Carmini che s'innalza tremante di plastico vigore contro it cielo. \par Guide L.iocco iiik2vava vene \par ziani di Signorini una interpretazione \'abin\'actellettuale\'bb del segno, raffinata \'abattraverso un ripensamento di natura letteraria\'bb19 che gli appariva quanto di pit' diverso dalla vo\'aclonta di un Guglielmo Ciardi di dare attra\'acverso il segno grafico l'intuizione del colore. Quel che e certo e rilevato dall'illustre stu\'acdioso e it debito di Ciardi e di Zandomene\'acghi nei confronti di Telemaco e del nascen\'acte movimento macchiaiolo. E questa una vi\'accenda piu. volte ripercorsa, ma che forse me\'acrita di essere riconsiderata dal punto di vista \par di un artista veneziano, naturalizzato "mac \par chiaiolo" come Federico Zandomeneghi. \par Proprio nel 1856 egli s'iscrive all'Acca\'acdemia di Venezia presieduta ancora da Pie\'actro Selvatico, per accedere, tre anni pit' tar- di, all'insegnamento di Michelangelo Gri\'acgoletti, robusto ritrattista di impostazione romantica, capace tuttavia di una buona presa sulla realta anche psicologica dei suoi personaggi. \par In che misura questi awenimenti e i con\'accetti nuovi sottesi all'operato di Signorini possano aver esercitato una qualche in\'ac lemaco Signorini Ponte della Pazienza \par 1856, collezione privata) \par 16 Cfr. DIEGO IVIARTELLI, Ante che sia, in " Gazzettino delle Ar\'acti del disegno", anno I, n\'b0 17, Firenze 11 maggio 1867, p. 130. \par 17 Ivi, pp. 130-131. \par 18 Cfr. ALEARDO ALEARDI, Sill- \par 10 ingegno di Paolo Caliari, in At- ti della Reale Accademia di Belle Ara di Venezia, Venezia 1872. \par 19 Cfr. GUIDO PEROCCO, Gu \par glielmo Ciardi e i macchiaioli to\'acscani in Guglielmo Ciardi, cata\'aclogo della mostra a cura di L. Menegazzi, Treviso 1977, p. 41. \par 15 \par FEDERICO ZANDONIENECI-11\tab IL MONDO DI ZANDOIvIENECHI \par Telemaco Signorini \par Via della strada ferrata a Venezia \par (1859 ca., collezione privata) \par 20 Cfr. F. DINT, cit., 1989, pp. 551-552. \par 21 Cfr. ANNA TONIOLO, Un pit- tore veneziano dell'800. Federico Zandomeneghi, in "Gazzettino illustrato", anno XIV, n\'b0 33, Ve\'acnezia 19 agosto 1934. \par \par fluenza immediata sulla formazione del p giovane Federico e dunque misurabile nei termini del vivificante apporto ideologico che it caposcuola macchiaiolo dette all'am\'acbiente artistico veneziano. Firenze riscopre Venezia e i "maestri macchiaioli dell'anti\'acchita" e cosi facendo rafforza le proprie con\'acvinzioni estetiche, radicando it proprio cam\'acmino progressista nella grande tradizione dei colorist' veneziani del Quattrocento e del Cinquecento; d'altro canto Venezia sco\'acpre Firenze e it suo primato nel cammino che, convogliando le giovani leve delle di\'acverse scuole pittoriche dell'Italia pre-unita\'acria e dunque anche veneziana, conduce al\'acl'affermazione del Realismo come espres\'acsione artistica della neonata nazione italiana. \par \'abMa di tutte le citta d'Ita.lia\'bb scriveva Fe\'acderico nel 1877 \'abe a Firenze che va l'onore di aver iniziato la pit sana delle rivoluzioni artistiche. In mezzo a tutto it chiasso che facevano i nomi degli innovatori Napoleta.- ni e IVIilanesi, un certo numero di artisti gio\'acvani e sconosciuti, quasi tutti Fiorentini, pre\'acvedendo che l'arte di Morelli, di Pagliano e di Bertini e dei Toro imitator' non avrebbe portato che a una scuola di brillanti decora\'acori, si proposero di seguire ii cammino in\'acI.icato dagli antichi maestri Belle scuole ita\'aclane e di conseguire, tramite cia, un altro copo, quello del realismo. Essi furono per uell'epoca cib che sono gli impressionisti -ancesi d'oggi... >>20. \par Sbaglieremmo dunque se aprissimo le iostre considerazioni sull'attivita italiana di 'andomeneghi, che ebbe inizio documen\'acatamene nel 1862 a Firenze, prescindendo I.ai fatti sin qui narrati, fatti ai quali ii gio\'acane non prese attivamente parte per moti\'aci di eta, ma che pure costituiscono it suo inprescindibile background culturale. \par La valutazione di tali premesse e quanto nai importante per un artista come Zando\'acneneghi, portato non tanto ad un rapporto 3tintuale con la creazione artistica, quanto ad Inteporre ad essa i filtri della propria consa\'ac)evolezza culturale, del proprio essere artista \par mente prima che di mano. Questa valuta\'acione agevolera credo la nostra riflessione ul rapporto di Federico con i Macchiaioli e ci onsentira di dare it giusto peso alla sofferta mutazione" dell'artista nei primi anni del oggiomo parigino, essa permettera di com\'acprendere pit' in profondita it senso di classi\'acca compostezza che pervade le opere pit" ti\'acpiche dell'artista, nelle quali la solidita della costruzione e resa ancor pit" seducente dal caldo cromatismo veneziano, sempre poeti\'accamente risolutivo e avvincente. \par Gil anni itailani di Zandomeneghi \par Potremmo far iniziare l'avventura artisti\'acca di Federico dal momento della sua roc\'accambolesca evasione da Venezia, del '62 e romanticamente immaginare la sua aitante figura di spalle come it viandante del celebre quadro di Friederich, pervasa dal fremito di una emozione mentre si allontana dalla punta della Salute a bordo di un bragozzo chioggiotto che spiegate le vele lo conduce alla volta di Comacchio e alla liberta. L'epi\'acsodio e narrato da Anna Toniolo21, nipote di Federico, la quale attinge evidentemente ad una tradizione familiare, essendo verosimil\'acmente it nonno Giuseppe Toniolo quel co\'acgnato che, membro del Comitato segreto, \par agevolb la fuga del pittore - emigrato e clan \par 16 \par IL MONDO DI ZANDOMENEGHI\tab FRANCESCA DINT \par destino - da Venezia. Gli anni che vanno dal '56 al '62 sono quell' della formazione arti\'acstica di Federico, prima all'Accadernia di Ve\'acnezia, poi dal '59 a quella milanese di Brera, formazione che, come per molti giovani del- la sua generazione si accompagna ad un cre\'acscente coinvolgimento negli ideali e nelle vicende risorgimentali e dunque all'impe\'acgno patriottico e militare. Lasciata Venezia per motivi politici sin dal '59, Federico fu quasi certamente al raduno di Modena22 do\'acve si trovarono documentatamene Signori\'acni, Gustavo Uzielli, Odoardo Borrani, Adria\'acno Cecioni e anche Diego Martelli la cui presenza era ricordata molti anni piu tardi dal garibaldino veneziano Giuseppe Zolli, amico di Zandomeneghi e suo compagno d'armi23. \'abVenne it '59... e dal '59 fu una ri\'acvoluzione di redenzione patria e di arte...\'bb scrive Fattori nei suoi appunti autobiografi\'acci, sintetizzando con efficacia quel clima mi\'acst\'b0 di aspirazioni civili e patriottiche e di rin\'acnovamento artistico e culturale che animb gli avventori del fiorentino Caffe IVIichelan\'acgiolo. Ora i personaggi citati, artist, lettera\'acti e comprimari del movimento macchiaiolo si ritrovarono al raduno di Modena e gli in\'acdizi pervenutici sono sufficienti a far ipotiz\'aczare che 11 Zandomeneghi possa aver avuto \par i primi contatti con i futuri compagni di stra\'acda. Ma al di la dei rapporti personali che forse si verificarono, forse no, l'esperienza rnllitare e patriottica produsse una pit' ma\'actura consapevolezza in tutti questi giovani e come un collante agi unificando prima o do\'acpo le loro vite in una comunione di ideali ar\'actistici e di aspirazioni civili che e elemento imprescindibile della vicenda macchiaiola. \par Senza scendere nei particolari della par\'actecipazione di Zandomeneghi alle vicende risorgimentali che sono oggetto in questo catalogo del saggio di Cosimo Ceccuti, dob\'acbiamo perb ribadire che la condivisione di tali esperienze e dei valori ideali che le han\'acno promosse sono la solida base (quasi un patto di sangue) su cui Federico costruisce suoi rapporti umani e artistici durante la permanenza a Firenze, citta che lo accoglie a partire dal '62. La memoria del Caffe Mi\'acchelangiolo riaffiora in una tarda lettera a Vittorio Pica: \par \'abEro giovanissimo e mi ricordo di aver veduto una sera a Firenze al caffe Miche\'ac langelo, Morelli che, per me, aveva molto talento, e di avergli sentito dire che Paolo Veronese doveva indicare agli italiani gio\'acvani la pittura dell'avvenire; e sta bene; ma egli cosa fece? Alla fine della sua carriera confuse le camelote di Tiepolo coll'arte sa \par na del Veronese\'bb24. \par In realty quando Federico fa ingresso al IVlichelangiolo ha ventuno anni ed e it piu giovane tra i progressisti. Per questo motivo, forse, Beppe Abbati piu vecchio di sei anni, lo affianca sin dai primi moment, e i due la\'acvorano insieme al Bargello e in Santa Maria Novella gia dalla primavera del 1863. Come e stato evidenziato da Piero Dini25, le fami\'acglie Abbati e Zandomeneghi erano in ottimi rapporti dall'epoca degli studi di Beppe al\'acl'Accademia di Venezia ove egli aveva avu\'acto come compagno it fratello maggiore di Federico, Gioacchino. Abbati risiedeva a Fi\'acrenze dal dicembre 1860 e si era fatto ap\'acprezzare non solo all'interno del gruppo dei Macchiaioli, ma anche nei circuit piu. uffi\'acciali della society artistica italiana, avendo conseguito un riconoscimento pubblico al\'acl'esposizione nazionale del '61 per i suoi quadri d'interno. Abbiamo da tempo matu\'acrato it convincimento che gli esordi artistici di Federico siano stati favoriti proprio dalla vicinanza di Abbati; it quale, disorientato dal premio ricevuto (e ricusato), aveva me\'acditato di abbandonare quanto di conven\'aczionale persisteva nel suo modo di dipinge\'acre, ragion per cui, scrive Martelli: \'abinvece di profittare della posizione conquistata di in\'acternista celebrato egli pensb meglio di co\'acminciare a studiare all'aperto, inquantoch6 l'abitudine di copiare ambienti chiusi murati li negava quella elasticity di forme e di mo\'acdi che viene dallo studio di cose animate e vive...>>26. Di questa intima volonta di rin\'acnovarsi propria dell'Abbati si avvantaggi\'e0 certamente it piu giovane Zandomeneghi che lavora - non sappiamo bene con quali esiti - nei luoghi cari all'ispirazione abba\'actiana, Santa Maria Novella, Palazzo Preto\'acrio, San Miniato al Monte e dunque presu\'acmibilmente in compagnia del napoletano. Ma Abbati ha iniziato a frequentare Casti\'acglioncello e i dintorni di Firenze che vedo\'acno operosi anche Silvestro Lega, Odoardo Borrani e Signorini, ragion per cui la sua produzione si viene arricchendo delle nuo \par 17 \par 22 Lo fa ritenere probabile un passo delle lettera ai genitori. Cfr. F. DINI, cit., p. 448. \par 23 Cfr. GIUSEPPE Zoni, La compagnia Medici e la difesa del vascello: ricordo per i120 settem\'acbre 1895, Montegiorgio 1895. \par 29 Si vela l'epistolario di Zandomeneghi, in F. DINT, cit., 1989, p. 545. \par 25 Cfr. PIERO DINT, Giuseppe Abbati, Allemancli, Torino 1987, pp. 21-22. \par 26 Cfr. DIEGO MARTELLI, Giu\'acseppe Abbati, in Serial d'arte di Diego Martelli, a cura di A. Bo\'acschetto, Sansoni, Firenze 1952, p. 217. \par \tab \par \tab leelawn\tab e Fedeneoeseree.gemsegelnetteebte, \par le=u7sjetIrledlrnl. ;.'trr\'b0,7,-Lme=1,-,p'71`22',\tab dev,e, \par ne\tab da due,areeeeeeompateenentelseete,, \par 'net't =72121,'''"= daunIZrznaputt,eamm=rtl. \par eemeeeTeresaleferieleasserter.Balettum\tab tle red. opere del per., AMID tl, \par -rne ''Pae '=5(7ere =ree'fuln="' \par e Met, reerenolb del vole/atee nel mordodahlarn pee veee velearnooraFeeneeepateeDernel \par ===e7Peatrnar \par 1863) orasernlaletteraelDoenee le mese 'Comae merea.e \par C.257,FL.,\tab\tab\tab degleartIstmarn(giugne1869)edel\'ac.*,e 21=a...dee, \par FtirPer.= MX: \par ?steure da gem., keeene lelalarna \par reltsta melee, aver \par rarnnollernerernena non \par 2===== \par '.=aLtla=t7e1-28:4) \par ereelenteoCarrelloreetoWeluee, \par IL MONDO DI ZANDOMENEGHI\tab FRANCESCA DINT \par v'e aria\'bb e gli faceva prevedere un roseo fu\'acturo per il nostro pittore; per quanto la si\'actuazione emotiva sia sostanzialmente di- versa nelle due opere, dove alla malinconia abbatiana e al silenzio che accende lo spun- to poetico ed evocativo, Zandomeneghi so\'acstituisce it dato narrativo, accendendo it dia\'aclogo tra le due figure \'ableggiadramente toc\'accate\'bb - rilevava un critico dell'epoca - \'abpit' \par cia pittore figurinista che da prospettico\'bb28. \par La splendida tavola di "La lettrice" e la phi raffinata e intensa interpretazione che Zandomeneghi ci abbia lasciato della sere\'acna e solare atmosfera di Castiglioncello. Nel raffigurare Teresa Fabbrini, compagna di Diego Martelli, it pittore abbandona ogni velleita ritrattistica, attratto e affascinato dal candido riverbero di luce che la sagoma della giovane donna emana, immersa nel tepore della calda giornata di Primavera. Lassorto profilo di Teresa, ravvisabile nel raffronto con una fotografia Alinari di quel\'aclo stesso anno, riconduce al clima di affetti che caratterizzb le riunioni di amid alla Vil\'acla Martelli nel corso degli anni Sessanta e anche oltre, quando Teresa e Diego furono \par i generosi ospiti di pittori, letterati e uomi\'acni di cultura, attratti dalla bellezza primiti\'acva dello scenario naturale di Castiglioncel\'aclo e dalla colta e piacevole compagnia che lo animava. L'effetto di luminosity calda e diffusa e ottenuto per mezzo degli ocra e dei bianchi, colori che, modulati da un gio - co di mezze tinte, modellano le pieghe cor\'acpose della veste di Teresa. Al di la del muro, oltre it cancelletto, uno spicchio di verzura, forse l'orto di casa Martelli e, al di la di un alto parapetto, uno scorcio di mare azzurro che lascia intuire l'insolita bellezza di quel primitivo paesaggio particolarmente amato da Borrani, da Sernesi. Se fosse dato di af\'acfacciarsi alla quinta di muro, scorgeremmo oltre it leccio svettante, la bella insenatura di Castiglioncello dipinta da Raffaello Serne\'acsi nella sua straordinaria "Marina" e la lu\'acminosity tersa, sorgiva di quelle smaltate tarsie di colore, nonche it loro armonioso incastonarsi inseguendo in profondita dolce degradare della costa. Se solo cono\'acscessimo altre opere di Zandomeneghi re\'aclative a questo primo soggiorno nella pro\'acpriety Martelli che ebbe luogo nel maggio 1865, potremmo meglio valutare it grado di \par attrazione che quella natura forte e assola\'acta esercitb sul Nostro. Ma " La lettrice" ri\'acmane l'unica testimonianza a not pervenu\'acta fin'oggi del coinvolgimento del venezia\'acno nelle ricerche poetiche della "scuola di Castiglioncello". Del resto nelle tarde lette\'acre a Diego Martelli, scritte da Parigi negli ul\'actimi due decenni del secolo, it ricordo di Castiglioncello e sempre associato al ben piu lungo soggiorno del 1873-1874, ragion per cui dobbiamo credere che l'incalzare degli avvenimenti risorgimentali impedis\'acsero con lo scoppio della Terza Guerra d'In\'acdipendenza e it conseguente rientro del Nostro nella citta natale finalmente libera\'acta, it reiterarsi delle visite alla propriety Mar\'actelli. Eppure " La lettrice", quadro cosi ma\'acgicamente situato nella luce di Castiglion\'accello, cosi perfettamente collocato nella geografia dei luoghi e degli affetti the li ani\'acmavano nei moment " aurei" della storia dei Ivlacchiaioli, ci suggerisce ulteriori elemen\'acti di riflessione che allontanano la nostra mente da questi luoghi e ci rammentano che altrove ma con finality poetiche consi\'acmili, Silvestro Lega aveva dipinto due anni prima l'amata Virginia in una ampia veste chiara, con analogo effetto di pieghe tra\'acsparenti e in ombra che entrambi i pittori forse derivarono per suggestione dallo stu\'acdio dei bianchi di cui era particolarmente infervorato Abbati. Nel dipinto di Zando\'acmeneghi come nella"Educazione al lavoro" di Lega, la figura grandeggia con la regale semplicita di una"Annunciata" di Piero del- la Francesca, semplicita accentuata dal sen\'acso di politezza, espresso con la massima es\'acsenzialita del mezzo pittorico, facendo ri\'accorso alla quanta neoquattrocentesca del disegno. Dunque Federico frequentb Pia\'acgentina (forse pit' di Castiglioncello) e in tal senso va interpretato it passo della tarda lettera a Vittorio Pica in cui dichiara: \'abVissi a Milano e poi a Firenze dove passai i piu begli anni della mia giovinezza e fu in que\'acsta citta che cominciai a dipingere vicino a Cabianca, Signorini, Abbati, Sernesi... quanti morti!\'bb29. Che it rapporto con Lega fosse ad un certo momento divenuto im\'acportante lo rivelano fra le righe, le missive indirizzate a Signorini da Venezia tra il 1869 e il 1870 e ancor piu lo rivela it dipinto "Gli innamorati", datato 1866 e nato a evidenza \par 19 \par 28 Cfr. Gazzetta di Venezia, 12 settembre 1865. \par 29 La lettera, datata 11 marzo 1908 6 stata resa nota cia Lam\'acberto Vitali (Lettere dei Mac\'acchiaiali, Milano 1953, pp. 325\'ac326). Si vela inoltre F. DINT, cit., 1989, p. 527. \par 0 \par z \par C,4 \par 0 \par 0 \par G. . I I 1-\bullet 7 ico cio V 0" A 2\tab g ON\tab 0) 0 t e c'ed 3.'\tab a,' col\tab 4)\tab t- .4' CI) ._cccd \bullet I \par co 8\tab 5, 8 \tab 0.\tab 0\tab\bullet -\bullet 00\tab C0\tab ca ,N \par a <0 \par ti 6 \par -8 8\tab 2 :.=. 0, = c 0 o \par co .\tab _ \'9b. b > a a,\tab o \tab\bullet d. t3 \tab -cc \par E \tab\bullet 6 \bullet z co % -,S) ..8 o o\tab c E .0 ,a,' 0 co-\tab oi\tab 7>of . -0c1 1 "...- ;. ig \'b07- I i C' ,...,o) 0 0 \par 0-.0o0clrIco\tab b3 .0 0a .t., ._.7,5 0, _ a 0\tab a, :.z. 0 ...:: 0 .> :2 \tab a." - 0) c" > 7* \par 6 (so\tab 0 - . 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Ii primo quello di scoprire e riscoprire ii valore spirazione e di legame del nostro territorio con uno dei movimenti pittorici pi\'fc im\'acportanti non solo d'Italia ma dell' Europa; un territorio che aveva saputo ospitare e ispirare alcuni degli artisti piu grandi del movimento dei Macchiaioli, che qui aveva\'acno prodotto opere sublimi, che da qui ave\'acvano trovato volonta e interesse per spo\'acstarsi successivamente a Parigi, come se Ca\'acstiglioncello avesse rappresentato il punto di equivalenza Italian\'b0 con una Parigi capi\'actale europea della pittura irnpressionista. \par Laltro obiettivo era quello di radicare nel territorio, prima attraverso la costituzione del Centro per Arte Diego Martelli, poi at\'actraverso queste proposte annuali, un'offer\'acta di attrazione per un turismo qualificato, per una presenza importante e di richiamo per il nostro territorio. \par La mostra di Zandomeneghi sicuramen\'acte conferma il conseguimento del primo scopo, perche e l'ulteriore testimonianza della presenza di un grande artista di origi\'acne veneta, che nelle nostre terre trova acco\'acglienza e ispirazione, che da qua vola a Pa\'acrigi dove affina, migliora, amplia cib che ha costruito nella propria capacita e grandezza anche con la presenza ed il soggiorno a Ca\'acstiglioncello. \par Circa il secondo, sicuramente sara rag\'acgiunto, se la storia Belle esperienze passate ha un significato ed un valore. \par Zandomeneghi rappresenta quindi un tassello importante del percorso di arte pro\'acposto, un'offerta prelibata per i cultori di un importante periodo pittorico non solo ita\'acliano, l'interprete raffinato della figura fem\'acminile, dipinta con attenzione e amore nei vari momenti di vita quotidiana. \par Una mostra che costituisce non gia un punto di arrivo, ma un trampolino verso nuove scelte importanti e significative, che questa Amministrazione effettuera anche negli anni futuri. \par 5 \par ALESSANDRO NENCI Sindaco di Rosignano Marittimo \par Catalogo delle opere \par L'ordine delle schede in catalogo segue fandamento delle opere in mostra \par Sezione I \par 53 \par GLI ANNI ITALIANI \par Esule dalla citta natale, Venezia, dominio asburgico, Federico Zanclomeneghi si stabilisce a Firenze nel corso del 1862, all'eta di ventuno anni. \par Prende subito parte alla vita artistica del Caffe Miche\'aclangiolo schieranclosi con la gioventil progressista e le\'acgandosi in particolar modo a Beppe Abbati e a Diego Martelli. \par L'intesa con i Macchiaioli 6 prima di tutto umana e pa\'actriottica, favorita dai comuni ideali politici e libertari. \par Non meno importante 6 la conclivisione di quella linea di ricerca che porta i toscani a interessarsi, su istigazione di Domenico Morelli e dietro l'esempio di Eugene Delacroix, alla grande pittura veneta del Cinquecento e a Paolo Vero\'acnese in particolare, cercando, nel raffronto analogico con i "maestri rnacchiaioli dell'antichita", conforto alle proprie primarie esigenze in materia di colore e di luce. \par Rampollo di quella tradizione secolare, il veneziano Zandomeneghi si lascia guidare nei suoi esordi toscani dal piL anziano Abbati e i due lavorano insieme al Bargello e in Santa Maria Novella, ritraendo gli edifici monumenta\'acli fiorentini con nuovi, naturalistici effetti di luce e di at\'acmosfera. Ben presto Federico \'e8 irretito clall'afflato lirico che anima le scuole di Castiglioncello e di Piagentina, complici i rapporti di stima con Raffaello Sernesi, con Telemaco Signorini e con Silvestro Lega. \par Ma la partecipazione alle vicende del "decennio au\'acreo" della macchia ("La lettrice", "I fidanzati") viene bru\'actalmente interrotta dall'incalzare degli avvenimenti belli\'acci, poich6 Zandomeneghi \'e8 chiamato dalla Terza Guerra d'Indipendenza alla liberazione di Venezia. \par II rientro nella citta natale nell'autunno 1866 6 politi\'accamente vittorioso quanto artisticamente rischioso: Ve\'acnezia 6 rirnasta immobile e sostanzialmente estranea al\'acla"rivoluzione" dei Macchiaioli, tanto che spettera proprio a Zanclomeneghi vivificarla clei nuovi fermenti. \par Le enormi lacune e le dispersioni sono a oggi l'ostaco\'aclo maggiore per una piL corretta valutazione critica del de\'ac cennio di attivita italiana di Federico: a fronte di un cen\'acsimento di meno di cinquanta opere, condotto attraverso i cataloghi Belle promotrici e i giornali del tempo, la meta di esse rimangono sconosciute, mentre mold dei quadri noti attraverso pubblicazioni della prima meta del Nove\'accento, sono tornati a essere irreperibili perch6 di ignota ubicazione. Per questa ragione abbiamo creduto utile ri\'accontestualizzare il decennio di attivita italiana di Zando\'acmeneghi intercalando ad essa celeberrimi dipinti di Gio\'acvanni Patton, di Giuseppe Abbati, di Raffaello Sernesi,di Silvestro Lega, indispensabili per valutare il perfetto inse\'acrimento di Federico all'interno Belle scuole di Castiglion\'accello e Piagentina; inoltre viene proposta per la prima volta lopportunit\'e0 del confronto tra una Belle opere impegnative di Zanclomeneghi, Impressioni di Roma e grande quadro di Michele Cammarano Incoraggiamento al vizio, esemplare espressione di quel "realismo integra\'acle" che orienta la produzione di Zandomeneghi in quegli stessi anni (come nel disperso Cli spazzaturai). Seguono le opere veneziane, l'inedita Popolana con scia]le rosso, Paul de Kock e ancora Preparativi per la processione, In chiesa nelle quali riaffiorano i temi claustrali un tempo can a Beppe Abbati, reinventati tuttavia con fare pid narrativo e la cro\'acmia brillante nei rossi, nei viola e nei blu, che cliverra tipi\'acca degli anni francesi. Attraverso l'accostarnento tra il no- to Bastimento alio scab o e un significativo dipinto di Gu\'acglielmo Ciardi della stessa epoca, si offre to spunto per una riflessione sul ruolo di tramite che Zandomeneghi rivesti tra la compagine macchiaiola e la scuola veneta di Ciardi, di Norio, di Favretto. \par Zandomeneghi trascorre i primi sei mesi del 1874 a Castiglioncello, nella villa Martelli, dove matura il pro\'acgetto di recarsi a Parigi, il centro del mondo artistico nel quale imperava il Naturalismo di Jules Breton, di Jules Ba\'acstien-Lepage, di Carolus-Duran e dove fa notizia la par\'actecipazione del gia allora celeberrimo De Nittis alla mostra di un drappello di artisti d'avanguardia, presso it foto\'acgrafo Nadar. \par (F.D.) \par FEDERICO ZANDOMENECI-II\tab IL MONDO DI ZANDOMENECI-II \par 54 \par 1. \par La lettrice (1865) \par Olio su tela, cm 38x30 Collezione privata \par Zandomeneghi dipinse con tutta probability questo pic\'accolo capolavoro nella primavera del 1865, a Castiglioncel\'aclo, mentre era ospite nella tenuta dell'amico Diego IVIartelli, critico d'arte e sostenitore dei Macchiaioli. Identificabile con La lettura, che fu esposto l'anno seguente alla Promo- trice di Venezia, it quadro ritrae verosimilmente, sulla base di un confronto fotografico suggerito da Piero Dini, la corri\'acpagna di Martelli, Teresa Fabbrini. La donna, tuttavia, com\'acpare in veste di occasionale protagonista, di pretesto per un'incantata contemplazione pittorica. Siamo, infatti, per l'artista veneto, al culmine della sua partecipazione al sen\'actimento della "macchia", intesa come ricerca di un rinno\'acvamento formale profondo rispetto a contenuti gia cars al- la tradizione romantica. Tale ricerca era iniziata circa tre anni prima, a Firenze, grazie ai rapporti presto intercorsi fra it veneziano e alcuni protagonist del vivace clima artistico locale. Fra questi proprio IVIartelli, e altri interpreti della "rivoluzione macchiaiola" come Giuseppe Abbati e Odoar\'acdo Borrani. \par La figura femminile contemporanea, dunque, affet\'actuosamente inquadrata e collocata in atteggiamento ca\'acsuale sullo sfondo di un paesaggio familiare, gia nucleo dell'universo circolare e in se risolto che la Restaurazione aveva promosso, diveniva ora, in primo luogo, lo spunto per una riflessione sui valor' sostanziali della composi\'aczione. Ecco infatti che la donna, intenta alla lettura, si ac\'accampa assorta e monumentale al centro della tela, e non cerca alcun dialogo con lo spettatore, al quale, anzi, vol\'acge quasi la schiena. Piramide luminosa, tuttavia, nella sua ampia veste chiara, essa e it quadro, in quanto ne deter- mina tanto l'architettura fatta di semplici rapporti volu\'acmetrici, che la dominante cromatica dei giallo-ocra at\'actraverso i quail l'artista ci trasmette l'incanto dell'assola\'acta primavera maremmana, mentre it cielo si fa ancor terso e arioso per it contrasto con la macchia solare del\'ac l'ombrellino e con la lama turchina del mare all' orizzon\'acte. Pochi ma essenziali come it motivo del quadro, questi rapporti di colore sono sollecitati dall'incidenza della lu\'acce che tutto scandisce e discerne, e che, al di la del possi\'acbile rimando - date per giunta le origini comuni - ad un grande interprete della luce del primo Rinascimento co\'acme Domenico Veneziano, ha, nella sua inoppugnabile funzione critica, una potenzialita espressiva analoga a quella apprezzabile nei quadri di Abbati e Borrani. I qua- ti parte loro, svolgevano appunto it principio umani\'acstico della razionalita in serrata indagine positiva. Eppu\'acre Zandomeneghi, proprio come un altro illustre ospite, in quegli anni, di Castiglioncello, Raffaello Sernesi, fin d'o\'acra rivela una nota lirica personale, che suona cristallina nell'ampio respiro atmosferico dell'insieme, o si smorza nella percezione intensa dei caldi riflessi di sole; e infine, come in Silvestro Lega, trova eco nella presenza discreta ma centrale della figura femminile. \par BIBLIOGRAFIA \par E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 3; Dal Caffe Michelan\'acgelo al Cattle della Nouvelle Athene. I Macchiaioli tra Firenze e Parigi, catalogo della mostra (Montecatini Terme) a cura di P. Dini, Torino 1986, n. 46, tay. XI; P. Dini, Giuseppe Abbati, Torino 1987, n. 131, p. 294; F. Dini, Federico Zandomeneghi, 1989, n. 5, p. 392, tay. III; I Macchiaioli e la Scuola di Castiglioncello, catalogo della mostra (Ca\'acstiglioncello) a cura di P: Dini, Torino 1990, n 40, p. 181; I Mac\'acchiaioli e l'America, catalogo della mostra (Genova) a cura di D. Durbe, P. Dini, F. Dini, Genova 1992, n. 25, tay. XIX; Dai Mac\'acchiaioli agli Impressionisti, catalogo della mostra (Livorno) a cura di F. Dini e E. Spalletti, Firenze 1996, n. 1.23; S. Bietoletti, I Mac\'acchiaioli, Firenze 2001, p. 233; I Macchiaioli. Opere e protagonisti di una rivoluzione artistica (1861-1869), catalogo della mostra (Castiglion\'accello) a cura di F. Dini, Firenze 2002, n. 29; I Macchiaioli prima del\'acl'Impressionismo, catalogo della mostra (Padova) a cura di F. Maz\'aczocca e C. Sisi,Venezia 2003, n. 81. \par P\tab z1IJJE \par \par FEDERICO ZANDOMENEGHI\tab DI ZANDOMENECHI \par 2. \par Raffaello Sernesi, Marina a Castiglioncello, (1864) \par 56 \par Olio su tela, cm 27,6x82 Collezione privata \par Sernesi uipinse questa Lela probabiiineiii nel 1864, durante un soggiorno presso l'amico niego Martell', nella sua tenuta di Castiglion \par I lo, e dunque in piena effusione del movi\'aciiento macchiaiolo. Il mondo che gli si manife\'acsta nella gloria suprema dell'ora meridiana di una giornata straordinariamente limpida, in quello spaccato mirabile che era allora l'incontaminata Ma\'acremma toscana, e di una purezza cristallina, quasi fosse stato posto sotto una lente e analizzato con metodica at\'actenzione in ogni suo dettaglio. Conseguenza o meno di una ritrovata fede nell'Assoluto (C. Del Bravo, La luce Sernesi, in "Artista" 1997, pp. 146-159), lo sguardo dell' arti\'acsta ha una spazialita lucida e serena, che esalta la metodo\'aclogia positivista degli anni trascorsi svuotandola di ogni in\'actento che non sia quello di manifestare una superiore ar\'acmonia. Unica protagonista di questa predella"laica", che ha per contenuto la divinity della Natura, infatti, e la luce, che invade la costa assolata dal primo piano alberato all'infini\'ac ui deli uiizzoi iLe, e che accende coiiLrasLu fra\tab vaLical \par della costa e la profondita turchina del mare, rendendo su\'acperflua ogni presenza umana, ridotta non a caso ai minimi termini del personaggino contro la palizzata, sulla destra. Ne altro sembra importante, se non la percezione della cal\'acda, distillata atmosfera che si sprigiona dalla contempla\'aczione della Bellezza. \par BIBLIOGRAFIA \par I Macchiaioli, catalogo della mostra (Firenze) a cura di D. Durbe e S. Pinto, Firenze 1976, n. 85, p. 143; G. Daddi, Raffaello Sernesi, Oggiono-Lecco 1977, tay. XXVI, pp. 132-133; I Macchiaioli e la Scuola di Castiglioncello, catalogo della mostra (Castiglioncello) a cura di P. Dini e F. Dini, Firenze 1990, n. 27, pp. 174-175; Dai Mac\'acchiaioli agli Impressionisti, catalogo della mostra (Livorno) a cura di F. Dini, E. Spalletti, Firenze 1996, S. Bietoletti, 1 Macchiaioli, Fi\'acrenze 2001, pp. 200-201; I Macchiaioli. Opere e protagonists di una ri\'acvoluzione artistica (1861/1869), catalogo della mostra (Castiglion\'accello) a cura di F. Dini, Firenze 2002, n. 24. \par \par GLI ANN! ITALIAN! \par 57 \par \par \par \par FEDERICO ZANDOlvIENECHI\tab IL MONDO DI ZANDOMENECHI \par 4. \par Gil innamorati, 1866 \par 60 \par Olio su tavola, cm 38x30 \par Firmato in basso a destra: "F. Z." e clatato 1866 Istituto Matteucci, Viareggio \par Una gentile aura romantica spira in questo quadro, raf\'acfigurante una coppia affacciata da un'altana, da identificarsi presumibilmente con .11 tramonto, esposto nello stesso an- no dell'esecuzione, it 1866, alla Promotrice di Venezia, e ciunque verosimile pendant de La iettrice (cfr. cat. n. 1), con la quale fece parte della collezione dei nipoti dell'artista, i Toniolo. Di quel capolavoro, infatti, Gil innamorati costitui\'acsce una sorta di variante tematica: se la donna intenta alla lettura che si ripara all'ombra di un parasole sullo sfondo della marina di Castiglioncello e quella amata dall'amico Diego Martelli, Teresa Fabbrini, qui l'affettivita nel legame fra i due personaggi (forse ancora Teresa, ma in compagnia di Diego?) \'e9 esplicita - sebbene al calore del riverbero pri\'acmaverile siano subentrati una luminosity pi\'fc ambigua, da crepuscolo invernale, e all'abito chiaro e leggero quelli pe\'acsanti, consoni al clima mutato. Proprio come ne La lettuce, d'altra parte, i due negano ogni contatto fuori del loro mondo, e voltano addirittura la schiena a chi guarda it qua\'acdro. Lapparente casualita della posa e ii suo rifiuto di un dialogo con to spettatore contribuiscono tuttavia a con\'accentrare l'attenzione sul problema del colore, e quindi sul\'acl'atmosfera. Le figure infatti emergono dalla penombra e Si stagliano contro ii rifulgere di un cielo dorato, tinto dai ri\'ac verberi del sole calante; ci\'f4 che conta e in primo luogo l'effetto di controluce, come spesso avviene in opere coeve di Giuseppe Abbati, ad esempio, al quale infatti Zando\'acmeneghi era molto vicino in questi anni toscani. Ma la quant\'e0 del tono cromatico, vibrante di grigi-argento e in\'actrisa dei porpora accesi dalla luminosita occidua, sa di ri\'acflessioni puntuali su Tiziano e Tintoretto. Riflessioni tanto pill significative in quanto svolte ancora in un ambito di cultura "macchiaiola", espressione, quindi, di un'attenta analisi della composizione nei suoi valori fondamentali e primari. Se infatti per i toscani la razionalita. del momento positivista trovava riscontro nel Quattrocento idealizzato della loro tradizione, fin da ora il veneziano si mostrava in\'accline a stemperare ii rigore costruttivo di quell'insegna\'acmento nell'emotivita pin libera del colore caro alla-sua"tra\'acdizione. \par BIBLIOGRAFIA \par E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 2; Zandomeneghi. veneziano a Par igi, catalogo della mostra (Venezia) Milano 1988, n. 2, p. 90; F. aril, Federico Zandomeneghi, 1989, n. 9, p. 394, tay. IV; S. Bietoletti, IMacchiaioli, Firenze 2001, p. 233. \par \par \par FEDERICO ZANDOlvIENECHI\tab IL MONDO DI ZANDOMENECHI \par 5. \par Diego Martelli alto scrittoio, 1870 \par 62 \par Olio su tela, cm 61x40,5 \par Siglato e clatato in basso a destra:"Z.F. Firenze '70" Galleria d'arte modema di Palazzo Pitt, Firenze \par Come plausibilmente dimostrato (F. Din'. 1989, P. 399), Zandomeneghi dipinse questo ritratto dell'amico Diego Martell' frail dicembre del 1869 cii gennaio del 1870, du\'acrante un breve soggiorno fiorentino, attestato fra l'altro an\'acche dall'iscrizione apposta in calce al quadro stesso. Ii cri\'actico dei Macchiaioli e rappresentato in un'attitudine che doveva essergli consueta: secluto al proprio tavolo da la\'acvoro, mentre scrive, magari uno de' suoi proverbial' com\'acment' sull'arte contemporanea. La contemporaneita, del resto, e carattere saliente di questo quadro singolare, rea\'aclizzato dal pittore veneto con piglio disinvolto e anti\'acconformista, ma caratterizzato, all'impatto, da un sapore antico. Colto nell'intimita del suo studio come da un uscio semi aperto, nella sua veste da camera grigio chiaro orna\'acta di alamari rossi, una berretta in capo per via del freddo invernale che la stufa a legna accesa sullo sfondo lascia in- Wire, circondato da scartoffie e libri ordinatamente dispo\'acsti, Martell' non rivolge to sguardo verso to spettatore, ma neppure verso un punto ideale fuori dal quadro, come nella tradizione pit" aulica del genere. E isolato, invece, concentrato sulla sua occupazione, quasi non si fosse ac\'accorto di essere oggetto dell'interesse pittorico dell'amico. Esempi di analoga spontaneita nella costruzione del ri\'actratto, volutamente non ideale e dove it protagonista e calato nel suo mondo quotidiano, non sono rah in ambi\'acto impressionista (basti pensare al Ritratto di Emile Zola presentato da Manet al Salon parigino del 1868) e traggo\'acno immediata ispirazione dal realismo teorizzato da Cour\'acbet, non ignoto neppure all'italiano. Solo pochi anni pri\'acma, d'altra parte, circa nel 1865, anche Giovanni Boldini aveva ritratto l'amico Martelli con la brillante estempora\'acneita della sua pittura: accovacciato per terra, nell'angolo di uno studio d'artista, to sguardo francamente rivolto al- lo spettatore. Tipico di Zandomeneghi e invece il procedi\'acmento secondo ii quale il soggetto si nega a ogni dialogo, consentendo all'artista di concentrarsi sul significato for- male del quadro. CiO che risalta, dunque, ancor pit' del\'acl'attualita della scena, e la scelta di un tradizionalissimo impianto prospettico e disegnativo, in grado di arginare ampie zone cromatiche nella luminosity diffusa, di cui Si ignora la fonte. Leffetto \'e8 armonico, d'intonazione neo\'acquattrocentesca, con un'attenzione al particolare quasi fiamminga nella definizione del lucido calamaio nero, ad esempio, o nel disporsi irregolarmente ordinato dei fogli bianchi riflessi sul piano scuro del tavolo. Infatti, pur non ignorando, anche per it tema, illustri esernpi fiorentini, San Gerolarno di Botticelli), Zandomeneghi sembra aver meditato piuttosto sui capolavori della sua tradizione d'o\'acrigine, da Bellini a Antonello, nei quali il dettaglio, benche accuratamente individuato, partecipa del tutto circostan\'acte per via di sottili trapassi atmosferici. Ecco dunque che alto scatto razionale del segno, portato di una tradizione che per i Macchiaioli si era tradotta in certezza di analisi, egli contrappone una propria lentezza contemplativa, frut\'acto di analoghe, ma personalissime riflessioni. La straordi\'acnaria qualita del dipinto e prova dell'equilibrio raggiunto ormai dall'artista, in grado di rnediare e rielaborare coe\'acrentemente la metodica"rivoluzionaria"insita nella"mac\'acchia". E in effetti, qualche decennio pit" tardi, nel pieno di una discussione sul significato dello "stile" in pittura che ri\'acportava in auge i recenti trascorsi della cultura figurativa toscana, proprio questo quadro affascinb senz'altro un ar\'actista come il livornese Oscar Ghiglia, che to citO puntual\'acmente nel suo Ritratto di (Igo Ojetti (1909-1910), ossia del suo referente critico per eccellenza, cib che Martelli era sta\'acto per Zandomeneghi. \par BIBLIOGRAFIA \par E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 11; Zandomeneghi. Lin veneziano a Parigi, catalogo della mostra (Venezia) Milano 1988, n. 10, p. 97; F. Dini, Federico Zandomeneghi, 1989, n. 23, p. 399, tay. VIII \par \par FEDERICO ZANDOlvIENECHI\tab IL MONDO DI ZANDOMENECHI \par 6. \par Signora nel parco, (1 871) \par 64 \par Olio su tela, cm 70x47 \par Firmato in basso a sinistra: "F. Zandomeneghi" Collezione privata \par Ii quack() presenta l'immagine di una donna seduta su un muricciolo, di profilo, contro to sfondo di un paesaggio alberato. Come spesso in Zandomeneghi la figura umana, pur essendo centrale, e defilata e non cerca un dialogo con to spettatore. Cib che colpisce, piuttosto, a conferma del\'acl'interesse non sporadico dell'artista per la grande tradi\'aczione cinquecentesca della pittura veneta, e l'intensita del colore, smorzato ma al tempo stesso acceso dall'ora ve\'acspertina. Ii cielo infatti ha una tinta lattiginosa che tuttavia nelle fronde scure dei cipressi, come nella chioma femmi\'acnile, s'intride della luce del sole calante. Un'atmosfera ti\'aczianesca, quando scalda il rosso della mantellina scivolata dalle spalle in grembo alla fanciulla, pervade la composi\'aczione, partecipando la donna e il paesaggio circostante, dal prato fiorito all'ampia veduta di colline verdeggianti, di un vivid\'b0 sentimento della natura. \'abLa tela\'bb, inoltre, come scrisse Camillo Boito commentando l'opera quando venne esposta alla Accademia di Venezia nel 1871, al di la del soggetto giudicato grossolano per non essere la ritrattata di una bellezza ideale, \'abera dipinta sprezzantemente e insie\'ac me stentatamente, e come a bioccoli o a fiocchi\'bb, in modo quasi \'abspiacente\'bb: una scelta che a sua volta potrebbe es- sere intesa quale recupero consapevole, alla luce della 'mac\'acchia', di effetti pittorici alla Tintoretto. Proprio da questo in\'acsieme non armonico, del resto, secondo to scrittore, porta\'acvoce di una concezione "scapigliata" che ammetteva una certa dose di brutality in funzione espressiva, scaturiva la quanta della scelta pittorica di Zandomeneghi. \'abIn quel dipinto sgarbato e goffamente eseguito\'bb, precisava infatti Boito, era dato percepire sensazioni impalpabili quali le \'abvaghe impressioni del crepuscolo della sera\'bb. Esso posse\'acdeva dunque, insito nel colore e nella forma ancor pi\'fc che nel soggetto, o meglio al di la di questo, \'abil grande merito dell'arte, l'espressione del vero\'bb. \par BIBLIOGRAFIA \par E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 20; F. Dini, Federico Zandomeneghi, 1989, n. 25, p. 400, tay. IX; I Macchiaioli. Opere e protagonisti di una rivoluzione artistica (1861-1869), catalogo della mostra (Castiglioncello) a cura di F. Dini, Firenze 2002, n. 74. \par VALERIA TESI \par Respor2sabile del Servizi e delle Attivita Cultural] del Comune di Rosignano Marittimo \par Ii quarto appuntamento che ii Comune di Rosignano Marittimo, attraverso ii Centro per l'arte Diego Martelli, rivolge alla pittura macchiaiola, al suo legame con Castiglion\'accello, ai suoi stretti rapport con i contem\'acporanei fermenti figurativi nazionali e eu\'acropei e dedicato a Federico Zandomeneghi. \par La mostra, curata da Francesca Dini, una delle maggiori studiose ed estimatrici del\'acl'artista, ripercorre in maniera inedita, at\'actraverso settanta opere del pittore e altri sceltissimi e significativi clip intl macchiaio\'acli e impressionist, provenienti da impor\'actanti raccolte pubbliche e private, il partico\'aclare itinerario artistic() che condusse Fede\'acrico Zandomeneghi, figlio cl'arte, dalla for\'acmazione in ambiente veneziano, alla con\'acdivisione delle contemporanee ricerche to\'acscane, all'interesse per le tematiche natura\'aclistiche, alla significativa partecipazione, unico tra gli Italiani, alle esposizioni parigi\'acne clegli Impressionist. \par Cosimo Ceccuti ci regala, come di con \par sueto, un prezioso intervento storico che \par tratteggia l'impegno patriottico dell'artista. \par Amico intimo di Diego Martelli, Zando \par meneghi maturb nella villa che ii critico \par possecieva a Castiglioncello l'idea di recar \par si a Parigi e fu ancora grazie al sostegno \par che riusci a mitigare le asperity \par del suo carattere e ad aprirsi, con intelli \par genza e sensibility artistica, alle tendenze pit]. avanzate della pittura. francese. \par La mostra ci consente di documentare la vicenda umana ed artistica che portb Zandomeneghi a coniugare i toni caldi del- la grande pittura veneta (che ebbe, come noto, un ruolo rilevante anche nella for\'acmazione di altri importanti pittori mac\'acchiaioli, tra i quail Abbati, Cabianca, D'An\'accona e Signorini), con il rigore formale del- la tradizione toscana, apprezzato attraver\'acso il sodalizio con gli amici macchiaioli ed ii grande Degas. La mostra cerca anche di rendere conto del modo con cui Zando\'acmeneghi, introverso e solitario, costante\'acmente tormentato dalla paura che il suo lavoro non venisse apprezzato dai con\'actemporanei, riusci a far suo il cromatismo vibrante e spregiudicato dell'impressioni\'acsmo francese e, successivamente, a essere costantemente aggiornato su quanto di piti nuovo Si muoveva nella capitale interna\'aczionale dell'arte. \par Un pieno apprezzarnento del lavoro del\'acl'artista avvenne solo nel 1952, con l'espo\'acsizione personale che gli fu dedicata dalla Biennale veneziana. Questa e la prima mo\'acstra che la Toscana dedica ad un artista au\'actentico e originale, che anche a Firenze e a Castiglioncello trovb nutrimento insostitui\'acbile per la sua arte. \par 7 \par \par FPANCESG. \par II mondo dl Zandomeneglo \par ;raw., \par geldtltrset'sr'::s=ste \par strepredare dellarequeamfrm'm=' r'-re ques'\tab b.1,-.7 \par MD dlVe (57,0,311M \par e?.,Inse,s, dans lea.eggata ate, alla scestesnal ...els beep] vas, me- \par 'at lelusa mamas, tuom\tab 3,07erj-mgm'rer sZ. \par te de gest, del= ?\tab parquenb cdts mtlffsastessIde de Me solyseltsee \par tl.sse Otlset,s,:s=7:1 se ?Ipsgq7eres=d;r=ree''' \par muvers'e rarnd'' \par .edeenerernol essae mqualche mes"\tab del*Lamjeaset?sta \bullet qou:- \par tlosaardste esenkee Querns.- na ea.zonasonsseale see, \par tl.stleunpaveissluxessesahernrne \par =Me Z.'run"''ZeLe 7e="11er*f: g'd=e127=cr'n3.'dlee: r"'D de'll'tamtche ru '4; ch===s"'''s \par 2:11`L-Lenerq=,ftv't= \par netslernnuesernern sseetbas dens., dela sesteme..d.s. sua rem?rn de tele., scuhse? Imes \par rYm.erP?etes \par \'842== \par Ilee's=t7preT=IT: \par Les=seemesursliestael \par tle'rluMgm,arald:tls" \par mat' rnqu''' rnst'sda'r \par \par FEDERICO ZANDOMENECI-II\tab IL MONDO DI ZANDOMENECI-II \par 10 \par Cfr. GIULIANO MATTEUCCI, Cristiano Banti, Firenze 1982, p. 99. La lettera e riproclotta nel\'acl'epistolario di Zandomeneghi, raccolto e ordinato in appencli\'acce al volume FRANCESCA DINT, Federico Zandomeneghi, la vita e le opere, IlTorchio, Firenze 1989 (p. 541). \par 2 L'articolo apparve sul gior\'acnale veneziano "Il Rinnova\'acmento"nel 1870 ed e riprodot\'acto integralmente nella citata monografia (cfr. F. DINT, cit., 1989, pp. 549-550). \par d'adozione, non deve apparire come la pre\'acsa di posizione personale di una storica del\'acl'arte toscana"radicalizzata" nei IVIacchiaio\'acli: ne tanto meno una presa di posizione - me ne guardo bene - nei confronti di quanti, conoscitori, studiosi, mercanti, si so- no resi meritevoli, nel corso di quasi un se- col\'b0, della riscoperta di questo grande arti\'acsta morto in totale solitudine a Parigi al tempo del primo conflitto mondiale e che in ragione di cib non ebbe nemmeno l'onore di una degna sepoltura. \par Vorrei semmai contribuire a trovare un piu equo criterio per valutare l'operato di Zandomeneghi, insistendo proprio sulla originalita e individuality del suo percorso piuttosto che sulla somma valorizzazione di un momento particolare della produzio\'acne dell'artista. II criterio della "riconoscibi\'aclita" e la principale regola del mercato del\'acl'arte e questa regola per Zandomeneghi ha significato l'identificazione con la serialita delle mezze figure della sua tarda attivita. Ben inteso, non mancano nella produzione novecentesca di Federico opere di grande interesse e persino qualche quadro magi\'acstrale come " Hommage a Toulouse Lautrec" o "Place Blanche le matin". \par Ma il criterio che definisce l'ultima atti\'acvita come un punto di arrivo del percorso del pittore, come il conseguimento di una cifra finalmente individuata e individuale, sottovaluta - mi pare - la validity del ruolo storico che Zandomeneghi ebbe a coprire, vera e propria liaison tra i Macchiaioli e la piu avanzata scuola Veneta, quella di Ciardi e di Favretto, ponte (e come tale lo indivi\'acdub Diego IVIartelli) tra i Macchiaioli e gli Impressionisti francesi e, all'intemo di que\'acsto secondo movimento, tra i " dessinateurs" di Degas e i cosiddetti" coloristes" (Pissarro, Gauguin, Monet...); sensibile a taluni esiti non programmatici del Neo-impressioni\'acsmo, Bette spazio nella sua opera alla sensi\'acblerie puntinista, mediatagli in parte anche da Guillaumin e da Pissarro suoi abituali compagni di lavoro, per poi assistere con i propri insegnamenti l'astro nascente del piti giovane Toulouse- Lautrec. \par Ricontestualizzare la vicenda di Zando\'acmeneghi diventa dunque una necessity ed un piacere immenso per me e per quanti sapranno percepire it motore interiore del ragionare finissimo, lo spirito fortemente individuale dell'artista che lotta per rinno\'acvarsi con coerenza, assecondando l'istinto alla modernity e al tempo stesso preservan\'acdo la propria forte identity culturale. \par Venezia per i Macchiaioli,1 Macchiaioli per Venezia. Le origini culturali dl Zandomeneghi \par Alle premesse culturali da cui Zandome\'acneghi muove, e stato dato fin'ora un peso re\'aclativo. L'arte scultorea praticata da Luigi Zan\'acdomeneghi, seguace di Antonio Canova, e sempre apparsa come un precedente troppo remoto per aver potuto esercitare una qual\'acche influenza sulla formazione del pittore; quale, ancor giovanissimo, volse comunque be spalle a tali premesse, non solo scegliendo di far pittura e dunque ponendo fine alla tradi\'aczione familiare che aveva avuto nei fratelli Pietro (padre di Federico) e Andrea degna prosecuzione, ma anche assumendo senza esitazione l'indirizzo anti-accademico che i tempi nuovi venivano suggerendo. \par Un solo cenno si rinviene negli scritti di Federico relativamente a tali precedenti fa\'acmiliari ed e formulato in una lettera a Vitto\'acrio Pica del 1914 in questi termini: \'ab... Mio Nonno e mio padre erano scultori di gran- de merito e godettero di una grande repu\'actazione ai loro tempi. Furono naturalmente accademici come tutti gli artisti della loro epoca, come ce ne sono ancora e come ce ne sara sino alla fine del mondo. [... Fui iniziato all'arte nella vita di famiglia nello studio di mio padre e poi all'Accademia di Venezia e poi guardando intorno di me... \'bb1. In epoca successiva, neppure la vicinanza con Degas che esercitO la scultura con esiti notevolissimi ebbe mai il potere di sveglia\'acre in Federico l'interesse per quella discipli\'acna, per quanto uno dei rari scritti pervenu\'actici, avente a oggetto lo scultore Vincenzo Vela2 lo riveli capace di giudizio in materia. Detto questo, non possiamo oggi continua- re a sottovalutare quanto del resto afferma\'acto dal pittore circa be sue origini artistiche e il peso che per lui ebbe la tradizione di fa\'acmiglia. Tradizione che si fondava natural\'acmente sul disegno; ed e infatti nella grafica copiosamente esercitata sia dal nonno sia dal padre che Federico affonda be radici del \par IL MONDO DI ZANDOMENEGHI\tab FRANCESCA DINT \par suo apprendistato artistico. Il rinvenimento di una rarissima raccolta di incisioni di Lui\'acgi Zandomeneghi, edita a Venezia nel 1817 consente forse per la prima volta una rifles\'acsione concreta sulle implicazioni culturali di cui quel tessuto familiare fu intriso: quel\'aclo che con piti difficolta si evince dalle pro\'acve scultoree, sempre legate a ragioni di comrnittenza e di ufficialita e che qualifica\'acno gli Zandomeneghi come scultori "cano\'acviani", ci viene agevolmente offerto dalle incisioni di Luigi a illustrazione dei"Canti di Ossian", nelle quali subito si coglie lo spes\'acsore di un gusto internazionale che richia\'acma prontamente John Flaxman e Luigi Sa\'acbatelli. \par I canali privilegiati lunge) i quali si muo\'acveva la cultura in epoca pre-unitaria, ga\'acrantivano del resto lo scambio tra i mag\'acgiori centri artistici della penisola e perso\'acnaggi di spessore internazionale come An\'actonio Canova - che fu intimo di casa Zan\'acdomeneghi (si veda in appendice la testi\'acmonianza di Anna Toniolo) - erano it perno di questo sistema estremamente funziona\'acle di relazioni. Sul valore internazionale del\'acl'arte canoviana si e soffermato a suo tem\'acpo Luigi Coletti3: sottolineando la posizio\'acne del tutto indipendente che Canova avrebbe avuto all'interno del neoclassici\'acsmo, lo studioso coglieva nei "Pensieri sul\'acl'arte" dello scultore la codificazione della necessita per l'artista di sentirsi libero da regole e canoni e \'abdell'intensita dell'e\'acspressione sentimentale come raggiungi\'acmento d'arte\'bb in opposizione alla \'abimpas\'acsibilita dell'espressione proclamata come la suprema aspirazione dell'arte dal Winckel\'acmann\'bb. Tali " intemperanze" canoviane tro - verebbero una ragione nell'amicizia e nella stima che notoriamente legarono Canova al pittore purista Tommaso Minarcli. Pietro Zandomeneghi, padre di Federico, si ap\'acplicb alla scultura nella convinzione che fos\'acse \'abufficio della scultura la manifestazione dell'affetto, piu che it soverchio accarezza\'acmento della forma\'bb4, ma fu anche letterato colto, appassionato di filosofia, di estetica, di poesia e coltivO rapporti amichevoli con il collega fiorentino Giovanni Dupre che sara personaggio di riferimento per la famiglia all'epoca del prime) soggiorno di Federico in Toscana. Filippo Draghi ricorda come per un lunge) periodo, la mancanza di commis\'acsioni, inducesse Piretro a dedicarsi preva\'aclentemente all'attivita grafica, lavorando \'abin questo ramo dell'arte per molto tempo con lode e vantaggio, manifestando facility di comporre, sentimento e grazia ne' tipi\'bb. An\'actefatto che induce a riflettere come la scel\'acta di Federico di dedicarsi nel corso dei suoi anni francesi all'attivita di figurinista, po\'actesse essere suggerita e confortata da pre\'accedenti familiari di tutto rispetto. \par Il disegno, inteso non come esercizio re\'actorico, ma come strumento per indagare \'able reali e svariate bellezze nelle piccole e nel\'acle grandi cose in ogni suo aspetto\'bb5 e dun\'acque per il giovane Federico eredita impre\'acscindibile e tale da condizionare anche in seguito le sue scelte artistiche. Si capisce ad esempio perche egli abbia condiviso, all'in\'acterno del movimento impressionista, le po\'acsizioni di Degas (il cui rigore disegnativo e di ascendenza italiana) rispetto per esempio a quelle di un Monet. \par Vorremmo proseguire, con l'ausilio di pochi dati cronologici, lungo it percorso che porta il giovane Zandomeneghi a congiun\'acgersi con le posizioni ideologiche e cultura\'acli dei suoi primi compagni di strada, i Mac\'acchiaioli. E vorremmo sottolineare le ragioni per cui tale congiungimento sia avvenuto e come e dove. \par Luigi Zandomeneghi fu professore di scultura all'Accaciemia di Venezia dal 1819 fino alla morte avvenuta nel 1850; quello stesso anno Pietro Selvatico, docente di Estetica, divenne Presidente dell'Istituto e dette inizio alla moderata riforma del siste\'acma d'insegnamento che tra le altre cose prevedeva lo studio del paesaggio dal vero e lo studio dei panneggi su modelli vivi illu\'acminati da luce naturale. \'abSelvatico, di ritor\'acno dalla Francia dove prosperava in pieno romanticismo P. Delaroche, venne a presie\'acdere l'Accademia di Venezia; qui egli trove) dei sostenitori, rinnovb l'insegnamento da cima a fondo, ma non durb che poco tempo e quando, sei o sette anni piu tardi, lascib l'Accademia, niente resto dietro di lui che potesse ricordare it suo passaggio\'bb6, scrive Federico. In realta la riforma di Selvatico, avversa sia alla tradizione neoclassica, che a quella romantica, poneva come primaria la necessita di ritessere in modo nuovo il le- \par 11 \par 3 LUIGI COLETTI, L'arte dal Neoclassicism\'b0 al Romanticism\'b0, in La civilta veneziana nell'eta romantica, Firenze 1961, pp. 142-147. \par 4 Cfr. II Professore Pietro Zan\'acdomeneghi scultore. IN/fermi-la di Filippo Draghi, socio d'arte della Reale A ecaderr2ia di Venezia, Tip. Roberti, Bassano 1867, p. 5 e passim. \par 5 Ivi, p. 4. \par 6 Il bran e tratto \par lo manoscritto in lingua fran\'accese - perche destinato a un giornale parigino - che Federi\'acco sottoponeva al giudizio di Diego Martelli, allegandolo al- la lettera del 29 maggio 1877. Lettera e manoscritto, conser\'acvati tra le carte Martelli della Marucelliana, sono state rese note in PIERO DINT, Lettere ine\'acdite dei Macchiaioli, Firenze 1975, pp. 312-313. Si veda an\'acche F. DINT, cit.. 1989, p. 551. \par FEDERICO ZANDONIENECI-11\tab IL MONDO DI ZANDOIvIENECHI \par \par Barad \par copia da \par Marco Libera uno schiavo di Tintoretto \par (olio su tela, cm 34x46, propriety Eredi Banti) \par ?Cfr. Sulla convenzione di trat\'actare in pittura soggetti tolti alla vita contemporanea. Discorso di Pietro Estense Selvatico segretario e professore di Estetica nell'I.R. Accademia in Atti dell'Imp. Reg. Accademia di Belle Arti in Vene\'aczia per la distribuzione dei premi fatta nel giorno 4 agosto 1850, Venezia 1850. \par 8 Cfr. GIUSEPPE MARIA PILO; \par Michelangelo Grigoletti e it suo tempo in Michelangelo Grigoletti, Venezia 1971, p. 45. \par 9 Cfr. F. DINT, cit., 1989, pp. 550-551. Si tratta del gia citato articolo manoscritto (nota 6). ,ame tra arte e societa, it la luce dei dram \par latici del '48; la societa contempora \par lea doveva essere fonte d'ispirazione per l'artista, it cui credo doveva consistere negli ideali di "verita, vita, espressione". I con\'acvincimenti estetici di Selvatico portavano in direzione di un'arte che per esser degna do\'acveva avere la forza di far sentire e compren\'acdere "il bello morale", it quale \'abben pit' s'impara entro la vita fervida dei fratelli, che non sul cadavere, per quanto gigantesco, degli avi\'bb7. Echi del riformismo di Selvatico giunsero certamente a Firenze, mall come a Venezia furono in pochi a cogliere it signifi\'accato dell'esortazione a entrare \'abnelle chiese, negli ospedali, nelle officine\'bb per ammirar\'acvi \'abil vero nella nobile semplicita sua\'bb. Gli sforzi delle nuove generazioni in Toscana, come aVenezia, erano infatti volti al rinno\'acvamento del quadro di storia, in direzione di una maggiore veridicita del soggetto tratta\'acto. A quest'altezza si verifica un nodo intri\'accatissimo di dati biografici, di rapport, di suggestioni, di influenze. \par Mi sono sempre domandata quale signi\'acficato avessero i festeggiamenti che al Caffe IVIichelangiolo salutarono la partenza di Si\'acgnorini e D'Ancona nel 1856 per Venezia. Che cosa ci si attendesse dal soggiorno ve\'acneziano di questi artisti. Infine perche pro\'acprio la citta lagunare it cui secolare splen\'acdore avrebbe dovuto piuttosto inibire che indurre moderni approdi artistici facesse produrre al Signorini quelle suggestive ve\'acdute che storicamente segnano l'inizio del- la prima " macchia" . \par Un ultimo, remoto antefatto vogliamo evocare, riportando it nostro excursus, al 1809 e alla visita a Firenze dei veneziani Francesco Hayez e Odorico Politi che nello studio di Pietro Benvenuti si trovarono di fronte all'abbozzo della "Monte di Priamo" tutto a chiaroscuro: fu uno choc per loro abi\'actuati al " bel colore" e altri ne avrebbero su\'acbiti una volta a Roma, dinnanzi alle opere lei "maestri del disegno", accreditati dalla precettistica neoclassica8. Da sempre, infat\'acti Firenze era la patria del "disegno", come Venezia lo era del "colore". \par Ebbene la vicenda dei IVIacchiaioli parte dal " colore" ; it colore che dietro l'esempio di Domenico Morelli si viene scoprendo ca- pace di conferire sostanza di verita. Dunque applicato ai soggetti storici e religiosi, con\'acferisce loro verosimiglianza e pregnanza di contenuti. \par \'abTutto i1 movimento\'bb scriveva Federico Zandomeneghi, disegnando le origini della pittura italiana moderna \'absi concentrb inte\'acramente sul Morelli, it quale, dotato di un potente temperamento di giovane pittore e colpito dalle bellezze della scuola veneziana del XVI secolo in generale e da Delacroix, forse particolarmente, in quest'epoca si trovb ad avere una superiorita artistica che tutti questi pittori, o per meglio dire, i giovani pit\'actori gli riconobbero senza contestazione. [.. .] Morelli rivelb coi suoi quadri it colore e la lu\'acce che i cattivi insegnamenti accademici del suo tempo avevano fatto dimenticare... \'bb9. \par Domenico Morelli napoletano fu dunque it motore di quello spirito riformista da cui trarra origin la vicenda dei realist toscani. Egli si muove tra le maglie del tessuto con\'acnettivo che in epoca pre-unitaria congiunge culturalmente e artisticamente Napoli a Fi\'acrenze e poi a Milano e aVenezia, alimentan\'acdo quel filone del quadro storico rinnovato destinato a trionfare all'esposizione nazio\'acnale italiana del 1861. Il riferimento di Fede\'acrico al recupero morelliano della pittura ve\'acneziana del Cinquecento e fondamentale e tun' altro che scontato se si valuta ad esempio come un Paolo Veronese fosse stato bistrat\'actato dal Neoclassicismo per la presunta su\'acperficialita nella resa storica delle figurazioni. \par 12 \par \par }