Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Bollettino d'Arte - 1909 Anno III fascicolo XI)

Nuovi acquisti della Galleria d'Arte Moderna

Alla Galleria Nazionale di ante moderna dall'esposizione degli Amatori e Cultori di Belle Arti in Roma, chiusa alla fine della scorsa estate, son pervenuti molti lavori. Cominciamo dal noverar quelli di pittura:


  Giacomo Grosso - Ritratto di Signora, tela di magnifico effetto, eseguita con larghezza e facilità, se non con profondità.
  Charles Cottet - Fuochi di San Giovanni, quadro già rinomato, da lunghi anni esposto fuori d'Italia, il quale con fattura povera, per la sommarietà del disegno e la cupa e secca monotonia del colore, svolge in una composizione assai caratteristica un terra universalmente caro al nord dell'Europa e particolarmente al nord-ovest della Francia, l'inizio della primavera nella notte del 24 giugno. E' interessante paragonare questo quadro del Cottet con l'altro, di ugual soggetto e anch'esso molto noto, dipinto da Peter Severin Kroyer: tanto il primo e tetro, quarto e gajo il secondo.
  Igor Grabar — II the del mattino, capriccio pittorico, notevole per insolita ricerca di luce. Un samovar d'argento su una mensa bianca e sotto un pergolato che cerne soavemente i raggi del sole: tutto ciò si distingue a poco a poco e da lontano, con effetto piuttosto elegante che sicuro.
  Paride PascucciGli Apostoli, rappresentazione d'una cerimonia chiesastica, in cui la diligenza dell'autore non può eliminare la trivialità della scena.


Seguono due pregevoli bozzetti, Variazioni sulla mezzanotte, dipinto a olio di Luigi Conconi, e I pagliai, pastello di Maurizio Baricelli.
Più numeroso è il gruppo delle stampe, italiane o straniere, colorate o monocrome, talune ottime, altre mediocri, ma tutte concorrenti a riassumere la produzione detta del "Bianco e Nero", oggi in straordinario favore. Eccone la nota, alla quale si devono aggiungere due placchette di bronzo sbalzato, Vacche, Daini, graziosi lavorini di Renato Brogi :


  William Nicholson - Ritratto di R. Kipling, schizzo ampio e robusto;

  Carl Larsson - Mio padre, mia Madre, Mia moglie e mia figlia, lavoro di cara ingenuità, vero e affettuosamente studiato;
  Pieter Dupont - II cavallo caduto, disegno accuratissimo, non senza qualcosa di calligrafico;
  Felicien Rops - In attesa;
  Storm van's Gravesand - Amburgo;
  Max Klinger - Peste, disegno acuto, secco, gracile; composizione originale grandemente espressiva, indimenticabile;
  Albert Besnard - La donna;
  Eugene Carriere - L'appello;

  Anders Zorn - Ernesto Renan, buon disegno, alquanto comune; si capisce che l'autore non lascia impunemente il magnifico pennello per l'esile penna;
  Edgar Chahine - Lavoro, stampa di bel carattere, energica e personale;
  Joseph Israels - Fanciulli in riva al mare,.disegno semplice e grazioso;
  Felix Bracquemod - Ritratto di Emond de Goncourt;
  Philip Zilcken - Riva di palazzo ;
  Alfred Delaunois - Ritratto;
  Max Liebermann - Strada in Landvoort;
  Jean-Francois Raffaelli - Boulevard des Itallens, stampa a colori;
  Francois Marechal - Fine d'inverno ;
  Olaf Lange - L'appello, Salammbò, due stampe a colon
  Charles Cottet - Lutto nel paese del mare, una stampa a colori.

Seguono quattro buoni lavori
  Carlo Casanova - Piazza delle erbe;
  Giuseppe Miti-Zanetti - Pesca;
  Vico VicanePassa il treno;
  Angelo RossiniI vasconi di Villa d'Este.

Maggior valore nell'insieme ha il gruppo di tredici opere acquistate all'esposizione di Venezia, chiusa nella prima meta di novembre, gruppo in cui, come nel precedente, la scultura ha pochissima parte; e, del resto, come dalla mostra di Roma è venuto soltanto un pajo di bronzetti con rappresentazioni d'animali, cosi dalla mostra di Venezia verrà un bronzetto che figura un elefante, buon lavorino di Rembrandt Bugatti. Quando avremo aggiunto una testa di giovinetta addormentata che s'intitola Testa dell'Autunno, ed e dello scultore belga Victor Rousseau, questa parte, la minima, sar:1 terminata. E parliamo ora di ciò che v'ha di meglio: i quadri.

  Camillo Innocenti - La visita, pittura elegante, in cui la preoccupazione di rendere l'ariosità dell'ambiente straripa in un effetto un po' troppo leggero e vaporoso; effetto del quale forse non ci sapremmo render conto, se la stessa lieve inconsistenza non si facesse notare in altri lavori della medesima raccolta. Non in quello, a ogni modo, che s'intitola Il giardino, o in quello che s'intitola Bimba che dorme, ove l'Innocenti si libera dal preconcetto onde penso derivi la soverchia
  Guglielmo Ciardi - Canal Grande, ancora una felice visione veneziana, che nella Galleria compirà armoniosamente la rappresentanza del pittore, di cui abbiamo già una non meno felice visione campestre.
  Emma Ciardi - Rondini e farfalle, gradevole quadretto, di carattere veramente femminile, ciò che è motto raro in genere, affatto nuovo per la Galleria.
  Giuseppe Pellizza da Volpedo - Prato Fiorito, tela pregevole per la buona luce ottenuta per mezzo d'una pazientissima tecnica, ormai alquanto screditata.
  Giovanni Giani - Nostalgia, quadro cheto e soave, similissimo all'altro che gli stava accanto, dello stesso, e delle stesse dimensioni, e che mi pare più spontaneo e quindi più delizioso. Credo infatti che il secondo, L'armonia dei ricordi, sia dipinto prima, e il quadretto Nostalgia sia suggerito da esso per raffronto. Ciò fa pensare il vedervi più che la diretta espressione del sentimento, i mezzi di esso, come un ramo di pesco fiorito ed altri accessori.
  Trajano Chitarin - Autunno.
  Felice Casorati - Le vecchie.
  Marius De Maria - La luna sulle tavole d'un'osteria ai Prati di Castello, semplicissimo bello e personale bozzettino, al quale diamo assai volentieri ii bentornato, giacchè lo rammentiamo quando fu esposto la prima volta, in Roma, da venti e venticinque auni or sono.
  Ettore Tito - La gomena, è il maggiore, non il miglior quadro della splendida mostra individuale del valoroso pittore, la cui arte e ora di sentimento e di sensazione così intimi e fugaci, direi così trepidi, da non potersi esprimere, senza perder qualcosa, in dimensioni vaste. Avremmo preferito una delle tele minori, ove la squisitezza pittorica raggiunge il culmine, come La vite, Pagine d'amore, Il bagno, Vecchie case a San Piero in Volta, e cosi via; ma in fondo non possiamo non rallegrarci dell'acquisto dell'ampia tela, ove si ammirano i medesimi pregi, soltanto meno accentrati e perciò di meno evidente armonia.

Per ultimo nominiamo i due quadri stranieri. Il primo, Pascalo, di Heinrich von Zugel, è la solita figurazione di buoi o vitelli in campagna al sole, su cui l'autore da lungo tempo insiste; il secondo è un ritratto muliebre, Polymnia, di John Lavery, un capolavoro. La nobilissima figura di donna alla quale il pittore volle dare il nome d'una Musa, alta, in nero, s'appoggia a un pianoforte, tenendo in mano due rose rosse, e nulla può ridire quel che dice lo sguardo di quegli occhi grigio azzurri, in tutto 'uel nero d'ambiente e di vestiario, ove spiccano le rose rosse e le rosse labbra.

Ugo Fleres