|   L'idea di rapprèsentare l'Imperatrice Maria Luigia sotto 
					l'immagine della Dea Concordia, si troverà certamente la più 
					felice allora quando si voglia col pensiero trasportarsi 
					all'epoca, che fu immaginata e scolpita questa magnifica 
					statua. Sedente sopra bene ornata sedia, essa tiene i piedi 
					sopra uno sgabello, ed ampj lini con maestria ripiegati 
					maestosamente le vestono tutta la persona. Un sottile, e 
					pieghevole lino le scende dalla coronata testa giù per le 
					spalle, con una sì grande naturalezza di pieghe, che meglio 
					non si potrebbe, e un ricco monile adornale il ben tornito 
					collo. Questa venerabile Dea tiene nella destra mano lo 
					scettro, e nella sinistra la sacra Patera. Quanta maestà in 
					quel volto soavissimo! quanta dolcezza di sguardo, e quanta 
					divinità non rifulge in tutta la sua persona! Si crederebbe, 
					che prese le dolci sembianze di Maria Luigia, fosse dessa 
					quella medesima Dea Concordia, che si ammirava in Olimpia, e 
					ritornati quasi si crederebbero que' fortunati tempi della 
					Grecia, ne' quali Minerva, e Giunone, come ci vengono 
					descritte da Pausania, sedenti sui ricchi loro troni, 
					venivano ammirate dai cittadini di Argo, e di Tegea. 
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					|   Se non che Canova renduto ha pure l'età nostra famigliare 
					a simili prodigi. Una semplice cintura raccoglie alquanto 
					sotto il colmo petto le larghe pieghe della tunica, e le 
					maniche scendono sino al gomito chiuse a riprese, all'uso 
					de' greci. Questo lavoro è uno de' più difficili, e ad un 
					tempo de' più felici del nostro Scultore. Il suo valore 
					gareggiar sempre si vede con l'altezza del soggetto, che gli 
					è dato trattare: nè mai gli accade di rimanerne vinto. E 
					qual altro poteva in vero la Fortuna presentargli, che fosse 
					più per sè stesso grandioso, e qual altro in più eminente 
					luogo collocato?
					
 
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