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		(Fonte : Dedalo - Rassegna d'arte diretta da Ugo Ojetti, 1926-27)
			 
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			 LA RACCOLTA FIANO 
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					Visitai, anni fa, la «quadreria» dell'avvocato Emanuele 
					
					Fiano a Roma, nell'intento, sopratutto, di conoscere la 
					
					produzione che Armando Spadini, dal 1911, v'era andato 
					
					«depositando». A non voler dire, addirittura, «nascondendo», 
					
					è questa la parola esatta; ché se Spadini aveva bisogno di 
					
					vendere, era però ansiosissimo che le sue pitture fossero il 
					
					meno possibile viste. Di qui la sua repugnanza ad affidarle 
					
					a negozianti; il suo rifuggire dalle esposizioni, nel dubbio 
					
					d'esser ancor giunto ad offrire una degna testimonianza di 
					
					sè. L'avvocato Ilo Nunes e il dott. Angelo Signorelli, 
					
					l'avvocato Fiano e il senatore Olindo Malagodi, offrivano 
					
					alle sue opere un asilo famigliare, aperto alla curiosità di 
					
					pochi. E si può credere che, allo Spadini, il numero di 
					
					questi pochi non sembrò mai abbastanza ristretto.  
 
					Fu una fortuna che cotesti amatori provvedessero a diminuire 
					
					la dispersione che l'opera dell'artista avrebbe subita, se, 
					
					impaziente come egli era, ed incapace agli affari, egli 
					
					avesse dovuto totalmente affidarsi al gusto di acquirenti 
					
					d'avventura e al commercio. Un largo disperdimento non fu, 
					
					tuttavia, ovviato; ed ogni giorno me ne persuado, cercando 
					
					di ricostruire un completo catalogo delle pitture e disegni 
					
					dello Spadini. Pezzi assai importanti andarono ad annidarsi 
					
					in sedi impervie. Comunque, la parte più numerosa ed eletta 
					
					è suddivisa fra le quattro raccolte suddette; e, per numero 
					
					e varietà, la raccolta Fiano certamente primeggia.  
 
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					Questo materiale fu già, parzialmente, illustrato, nelle 
					
					pubblicazioni che allo Spadini dedicarono l'Ojetti, l'Oppo, 
					
					il Colasanti, il Soffici e il Mariani 
					
					(1); e forma il nucleo della «quadreria» 
					
					che, frattanto, vorremmo considerare nelle altre opere 
					
					ch'essa aduna: di italiani e stranieri; in special modo, 
					
					pittori della nostra seconda metà dell'Ottocento. E quando 
					
					avremo ricordato Spadini nel Mosè salvato dalle acque 
					(m. 2,67 X2,13), che rappresenta il suo massimo sforzo di 
					
					composizione, cui egli era venuto, dal 1911, preparandosi 
					
					con il primo Mosè (ora nella raccolta Bastianelli): 
					
					con un altro, pure di gran superficie, distrutto; e, al 
					Mosè (pagg. 705-707), avremo aggiunto: Bimbi al sole
					(pag. 709), una delle sue tele di luminosità più robusta ed 
					
					equilibrata; e, con qualche altro saggio delle cose 
					
					«minori», la magica Bambina tra le corolle (pag. 
					
					706); non sarà che un minimo omaggio ad un'arte ch'è vanto 
					
					di scrittori di Dedalo avere, da anni lontani, 
					
					esaltata; e che questa collezione documenta in ogni periodo 
					
					del suo sviluppo: dallo spagnuolesco ritratto della 
					Fidanzata a quello della Madre (1907); alle 
					Tre età e all'Autoritratto con la moglie (1910); 
					
					alle «conversazioni», d'intorno al 1913-14, e alla 
					Signora in giardino (ora nella Galleria Fiorentina 
					
					d'Arte Moderna); alla Cucitrice, ai due piccoli 
					
					capolavori: Anna che legge e Maria (1921); al 
					
					grande Nudo disteso (1922), e alla Colazione in 
					
					campagna, dipinta l'estate del 1924, nella Villa 
					
					Torlonia a Poli, e ormai sotto l'ombra della morte. 
					  
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					Da circa un ventennio il Fiano raccoglie pitture e qualche 
					
					scultura. E la sua collezione è stata creata di pianta; 
					
					intendo che non cresce sopra un vecchio fondo ereditario. 
					
					Non si mancano al tutto gli antichi (senesi, Guercino, 
					
					Baroccio, Piazzetta, alcuni fiamminghi, ecc.); ma, come s'è 
					
					notato, il principale interesse le proviene dalla nostra 
					
					arte ottocentesca. L'aspetto della raccolta ritiene del modo 
					
					con il quale essa è venuta formandosi; e, fra il migliaio di 
					
					pezzi che a tutt'oggi la costituiscono, un'indagine 
					
					rigorosa, intralciata per ora dall'ammassamento, è probabile 
					
					che darebbe risalto ad altre opere, oltre a quelle sulle 
					
					quali, in una frequenza ormai abbastanza lunga, si fissò la 
					
					nostra attenzione. Alcune di queste ultime ci hanno già 
					
					servito, su queste stesse pagine e altrove 
					
					(2), trattando di pittura 
					
					dell'Ottocento. E riferendoci, quando non occorra di più, a 
					
					cotesti scritti, tocchiamo, brevemente, di altri dipinti; 
					
					che raduneremo, per comodo d'esame, sotto i tre canoni: 
					
					toscano, napoletano e lombardo.
 
 
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					Al lettore che ricorda un doppio ritratto I fidanzati, 
					
					eseguito da Giovanni Fattori intorno al 1864, e la prima 
					
					volta pubblicato qui sopra 
					
					(3), questa testa di Giuseppe Bezzuoli 
					
					(pag. 710) si presenta con un'aria di conoscenza; tant'è 
					
					simile l'artifizio chiaroscurale, inteso a risolvere 
					
					geometricamente la forma. Il Bezzuoli è più sfumato e molle; 
					
					ma nella crudezza fattoriana, che annuncia tutt'altra stoffa 
					
					di pittore, è la traccia d'un tirocinio che, se non deve 
					
					sopravalutarsi, neppure deve essere del tutto trascurato. E 
					
					un'altra vecchia conoscenza è il buttero o «trainiero» col 
					
					pastrano, nella tavoletta fattoriana (già della Galleria 
					
					Pisani): In Ciociarìa (pag. 711). Forse si tratta 
					
					della prima notazione d'un personaggio che l'artista mise, 
					
					più in grande, a muro della Sosta (raccolta 
					
					Checcucci). E il carretto col cavallo bianco, su uno sfondo 
					
					di straducce campestri lavate dall'acquazzone, sta a 
					
					confronto con quelli del Riposo 
					nella Galleria Fiorentina.
 
					  
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					Per ragioni che varrebbe la pena di definire, l'afflusso a 
					
					Roma d'opere di «macchiajuoli», e, in genere, toscani 
					
					dell'ultimo secolo, fu, e si mantiene, minore di quello 
					
					d'opere napoletane, ed anche venete e lombarde. Comunque, 
					
					nella raccolta Fiano, Cristiano Banti è squisitamente 
					
					rappresentato (pag. 712). Vito d'Ancona, fra l'altro, ha un 
					
					acre ritrattino 
					
					(4); e un abbozzo di figura muliebre 
					
					che, insieme alla Signora con l'ombrellino della 
					
					raccolta Checcucci, sembra, con la sua pennellata verticale, 
					
					e l'allungamento delle forme, prestar buoni argomenti per la 
					
					sicura attribuzione di quell'importantissitlio bozzetto: 
					Le corse alle Cascine, esposto ultimamente alla 
					
					«Fontanesi» di Torino, e supposto del d'Ancoia, ma con 
					
					alquanti dubbi e reticenze. V'è poi insieme ad altri piccoli 
					
					paesi, e a un delicatissitmo ritrattino della Nenè, 
					
					lo studietto: Pietramala di Telemaco Signorini (pag. 
					
					714). È dedicato ad Helen Zimmern, uno dei più strani tipi 
					
					di intellettuali stranieri, fattisi quasi fiorentini 
					
					d'elezione e residenza; conoscente e corrispondente di 
					
					Nietzsche, Wagner, Boeklin, Liszt; ed oltre alla freschezza 
					
					pittorica, ha la piccola curiosità d'un documento delle 
					
					amicizie che il Signorini coltivava sulle zone di frontiera 
					
					internazionale, donde potesse giungere qualche accenno di 
					
					cultura 
					
					(5).  
 
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					Di Silvestro Lega, insieme ad una delle Bandini che legge 
					
					(pag. 713; 1887) e, all'incirca della stessa epoca, la 
					Signora che ricama in giardino, è l'ovale d'una testa 
					
					femminile del periodo, invece, formativo. E non ripeteremo 
					
					qui l'illustrazione d'un bozzetto, Posa in studio, il 
					
					quale comprova il vivace influsso della pittura veneta su 
					
					Antonio Puccinelli, e il culto di questi per l'arte del 
					
					Morelli; mentre un paesaggio su tavola, Villa Petrocchi 
					
					(detto anche: Spedaletto) d'intorno al 1870, proveniente 
					
					dalla raccolta Ruffino, esprime come meglio non si potrebbe, 
					
					il Puccinelli che risolve il proprio eclettismo nella 
					
					riforma toscana: in parte preparandone alcuni aspetti, in 
					
					parte derivandone. La qualità dei verdi, osservò già il 
					
					Panichi 
					
					(6), fa pensare al Cannicci. 
					 
					Ma né il Cannicci, né forse lo stesso Lega, ebbero mai 
					
					visione paesistica di così tranquilla ed ariosa robustezza. 
					
					E includendo, almeno per il periodo che nella sua produzione 
					
					più ci interessa, fra i toscani, il Boldini, con una scena 
					
					di fanciulli, che risente del Banti, ma più irritata; ecco 
					
					la testina di Signora col cane (pag. 716), d'una 
					
					definizione stridula e pungente. Un Boldini già in parte 
					
					uscito dall'assetto macchiaiolo; ma ancor lontano dal 
					
					mirabile monstrum 
					che doveva dar tanto filo da torcere ai più indiavolati 
					
					prestigiatori della ritrattistica mondiale.
					 
 
					Tutto il contorno d'opere e opericciuole di minori, che, in 
					
					ogni raccolta, completa il quadro d'una scuola pittorica, 
					
					come i ninnoli e i piccoli bronzi sui mobili completano 
					
					l'arredo d'un salotto, sfugge, necessariamente, a un 
					
					resoconto che non ha pretese di catalogo. E il Corcos, pur 
					
					con un ritratto, del 1882, da far ricredere quanti giudicano 
					
					di lui troppo sbrigatamente; l'Ussi, Francesco Gioli, Tito 
					
					Conti, il Focardi, il Cannicci, Plinio Nomellini, ecc., 
					
					ecc., ci convien lasciarli con quei napoletani, ed altri 
					
					meridionali: Ponticelli, Cammarano, Tofano, Dalbono, De 
					
					Nittis, Lojacono, ecc. che, offerti in modo assai brillante, 
					
					fanno da accompagno ad alcuni fra i massimi pittori 
					
					dell'Ottocento partenopeo.
					
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