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(Fonte : Dedalo - Rassegna d'arte, 1925-26)
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Il pittore Giovanni Romagnoli
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C'è stato un tempo, ma non molti anni fa, un conte Malvasia,
appassionato di astronomia; il quale, volendo la notte
seguire il corso delle stelle, si era fatto costruire sulla
sommità del suo palazzo in via Zamboni una specie di
torretta alta e solitaria di dove gli piaceva scrutare i
misteri dell'infinito. Oggi il nobile signore è morto, e in
sua vece si è installato lassù un giovane pittore; e se gli
occhi del nuovo inquilino non indagano le scie luminose
degli astri, non sono meno attenti ed acuti nel ricercare i
più maliosi segreti della bellezza femminile. Luce e colore;
il pittore in questo caso è lontano dall'astronomo men che
non paia.
Il giovane di cui vi parlo è Giovanni Romagnoli. La
torretta in cui egli lavora è un poco angusta; ma, in
compenso, un bel nudo di donna caldo e giovane basta per
illuminarla. ll balconcino di legno non è praticabile; ma
anche dalle vetrate chiuse, che ampia veduta su Bologna,
sUlla folla umile delle case da cui si elevano torri e
campanili e la mole snella di San Giacomo e il dado solido
del palazzo Bentivoglio. mentre laggiù la pianura sfuma in
lontananze cenerognole e cilestrine. All'artista deve far
bene, ogni tanto, un sorso di quest'aria pura e uno sguardo
a tanta ampiezza, mentre la creatura umana solida e definita
posa immobile perchè egli sulla tela ne tragga con la linea
e il colore una cosa più bella e più viva di lei. |
Giovanni Romagnoli e considerato dai bolognesi come un loro
concittadino, benchè sia nato a Faenza il 12 maggio 1893. Ma
ha studiato a Bologna, nel nostro antico Istituto di Belle
Arti, e qui ha avuto maestri Domenico Ferri, un pittore
lontano da ogni novità, legato alle nostre tradizioni, arido
ma solido, e quel sincero, probo, espressivo artista che è
Augusto Maiani. La pittura di Romagnoli non ba molto di
comune con quella dei suoi maestri: ma credo che senza la
loro saggia iniziazione egli non sarebbe giunto così presto
a possedere quella sicurezza tecnica per cui il suo pennello
può concedersi di lavorare ilare, senza fatica, anzi,
evidentemente, con gioia.
Oggi, dopo le avventure del suo inegnamento modenese e i
contrasti con un egregio Direttore per il quale perfino
Raffaello Sanzio sarebbe stato semplicemente Santi Raffaele,
cioè, un cognome e un nome vigilati da un articolo di
regolamento, Giovanni Romagnoli è professore nel nostro
Liceo Artistico, dove insegna figura modellata ai futuri
maestri di disegno. Ma non so s'egli durerà nella sua fatica
scolastica, così aspra e così mal compensata, con le larghe
possibilità di favore e di guadagno che ora gli si scoprono
nel vecchio e nel novo continente. Lo Stato dovrebbe cercare
di trattener nelle sue scuole simili maestri, largheggiando
con loro, non dico negli stipendi ma almeno negli orari.
Invece, la pressione regolamentare e burocratica si è fatta
più stretta che mai. |
Noi incominciammo a notare Giovanni Romagnoli in quelle
nostre modeste mostre annuali della Società "Francesco
Francia" in cui hanno esposto per la prima volta numerosi
artisti che oggi sono saliti in fama; ricordo, a caso,
Protti, Bertelli, Lambertini, Pizzirani, Romagnoli...
Quest'ultimo fin dal 1917, benchè compisse il suo dovere per
la patria in guerra, trovò tempo di colorire qualche tela, e
di aggiudicarsi un nostro non cospiquo premio; non cospiquo,
ma, per un giovanissimo valevole come incitamento e
incoraggiamento. Così fu fino al 1922, quando all'artista,
fatto ormai più ardito e sicuro, e già lodato nel 1921 alla
prima Biennale romana (la sua Figura femminile fu
acquistata per la Galleria d'Arte Moderna), si apersero per
la prima volta le porte della Mostra Internazionale
veneziana, con una tela, Dopo il bagno, che ebbe
molte lodi, ma che dovette poi emigrare in America per
conquistare al suo autore i dollari e la celebrità. Ma io
credo che egli si sarebbe imposto anche senza il clamore del
successo americano; la saletta che quest'anno gli era stata
serbata a Venezia lo avena già messo in prima fila tra i
migliori pittori del nostro tempo.
Giacchè nessuno più contesta che in Romagnoli non vi siano
tutte le possibilità e le qualità che servono a far grande
un artista. Una sola gli mancava fino a ieri, ma ormai egli
sta terminando di conquistarla: ed è, una più sicura e
fidente conoscenza del proprio valore, un'audacia più
consapevole dei limiti, molto più ampi degli attuali. da
poter superare con felicità; insomma, più coraggio, più
ardire: direi quasi, ina più bella superbia, Un più alto
orgoglio di sè! Ma ormai egli vede chiaro in se stesso.
Questo caro, mite, dolce ragazzo parla di sè e della sua
arte con la stessa timorosa umiltà di una volta; ma i suoi
propositi si animano da qualche parola, da qualche frase, da
qualche lampo, e, soprattutto, dai nuovi disegni per
l'avvenire. Un artista anche più vigoroso e cosciente si è
maturato in lui, pur senza turbare la deliziosa ingenuità
delle sue pupille per le quali la figura umana è una
bellezza che bisogna figurare adorando. |
Giovanni Romagnoli ottenne il suo primo importante
successo a Bologna, nel 1921, quando con le Merlettaie
vinse il premio Baruzzi per la pittura. Da questo quadro
d'interno, con le bambine attente a cucire sui tomboli e sui
merletti, non si indovinerebbe la tranquilla audacia del
pittore di tanti nudi femminili; ma il colorista innamorato
dei bei toni caldi e luminosi è già nelle tinte solide dei
rosei volti infantili, nel verde vivace dei tomboli, ripreso
dal verde chiaro del tendaggio, dai riflessi dei capelli e
delle vesti. Vi è ancora qua e là un poco di opacità, di
quelle tinte un po' sorde che piacevano tanto, e di cui
anche il nostro pittore faceva allora sfoggio in certe
piccole nature morte piene di attrattiva. Una ve n'è fra
l'altre, che mi è rimasta impressa, con la sinfonia verde
opaca delle bottiglie, e dei fichi maturi nel vassoio di
cristallo opalino.
Ma l'indole sua era per il colore trionfante e cantante,
senza sordine e senza veli. I suoi primi nudi, come il
Mattino d'estate della Galleria d'Arte Moderna di
Firenze, il quale è del 1921, mostrano già il pittore a cui
le belle, morbide carni femminili sono curiosa ricerca e
delizia; ma si nota in essi un tono un po' basso, come di
perla, con trasparenze mirabili ma con un effetto generale
un poco opaco. Nudi, ad ogni modo, ammirevoli, e armonizzati
sapientemente con il candore delle biancherie, rialzati nei
toni con il contrasto della massa scura dei capelli e con la
nota luminosa di un panno o di una coperta gettata là senza
parere.
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Dello
stesso anno 1921 è anche la Figura femminile della
Galleria d'Arte Moderna di Roma, dove il contrasto dei
chiaroscuri nella leggerezza trasparente delle tinte e
davvero incantevole. E del 1921 sono pure alcuni grandi
disegni, taluni al naturale, che si vedono qui riprodotti e
che dimostrano come il Romagnoli sappia anche essere un
disegnatore ardito e sicuro e così possa poi con piena
sicurezza distribuire le masse dei colori e dominare la
difficile materia delle luci e delle ombre. Il nudo a
sanguigna in cui la modella giace allungata, con il braccio
che le sale oltre le masse dei capelli scuri, e con
l'arditissimo scorcio della gamba sinistra, ci fa vedere un
disegnatore che non fugge le difficoltà, ma anzi le cerca,
fino a riuscire qualche volta meno piacevole, non perché lo
scorcio non sia esatto ma perchè sembra contrastare con la
mollezza sensuale del bel nudo. Così pure è notevole l'altro
disegno, che rappresenta una testa di donna dormiente, per
la ricerca appassionata di un pensiero pur dietro le pupille
chiuse della bella, su cui pesa dolcissima l'impressione
delle delizie recenti. La stessa ricerca dell'espressione si
può notare nell'altro disegno a sanguigna, di dove un bel
volto malinconico ci volge gli occhi, socchiusi non sappiamo
se per voluttà o per pianto. |
Al 1922 appartengono alcuni studi di teste femminili, in cui
sono da notare certi tentativi di una ricerca tecnica a
masse, che non mi pare la più confacente all'indole del
nostro pittore, e che più avanti non troviamo più.
Notevolissimo, di quello stesso anno, un disegno di nitido
trattato con un verismo ricco d'espressione nel volto non
bello, un po' sommario nel torso, ma segnato potentemente
nel difficile incontro delle gambe incrociate. Ormai,
attraverso a spontanei abbandoni e a ricerche varie ma non
tormentose, l'artista era giunto al pieno possesso dei suoi
mezzi pittorici, e a quella calda ricchezza del colore che è
la sua più bella virtù. Dopo il bagno, che trionfò a
Venezia nel 1922, è la prima opera in cui Romagnoli ha
affermato solidamente la propria originalità. Due anni dopo,
questo stesso quadro, esposto nella ventesimaterza Mostra di
pittura dell'Istituto Carnegie di Pittsburg (1921), vi
otteneva il secondo premio di mille dollari e le più
entusiastiche lodi della grande critica americana.
L'esposizione comprendeva circa trecento quadri dei migliori
artisti europei e circa centocinquanta tele di artisti
americani. Il primo premio toccò all'inglese Augustus E.
John per un grande ritratto della violoncellista Madama
Suggia, che, dalle fotografie e dagli elogi della critica,
sembra davvero una cosa miralide: qualcuno ha parlato di
Gainsborough.
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