E' la femminilità che si svolge esile come il serpe,
energica come acciaio, su dalla guaina delle sue vesti, che
pare un' altra pelle della sua carne, portante nella
lucentezza verde dei suoi sguardi i lucori delle profondità
delle acque, che si svolge eterea, immateriale, compendio
della necessità che ci strugge su da una armonia di Wagner,
su da una scena dell' Ibsen. E? la Valkirie nel rogo delle
passioni, è Sighelinda nel dolce furore dell'incesto, è
Isotta nel sommo colloquio d' amore, è Ellida che invoca
libertà per seguire lo sconosciuto amante che le verrà dal
mare. E? insomma quella sensazione di femminilità più acuta,
che qua e là appare, specie presso le razze più avanzate e
più capaci di avvenire, nelle metropoli dove la vita batte
il suo ritmo più accelerato, nei capolavori in cui l?arte ha
fissato la nota culminante della umanità moderna.
E le altre due figure del pannello, meno rilevanti,
permettono appunto che tutta l?attenzione si concentri verso
questa geniale rivelazione. Tanto che dal pannello nel suo
insieme non si ricava già l'impressione limitata di una
scena di quella gioconda bellezza della vita che si spandeva
nella terra ellenica, bensì si ha l'impressione generale di
tutta la eterna e leggiadra giocondità della vita
raffigurata nel tipo che proprio per i nostri occhi riassume
ora la nota più acuta di bellezza e di gioia. Anzi a mio
avviso esprime una maggior somma di modernità ed è più
vicino a noi e vive maggiormente nella nostra anima e nella
nostra vita la
LXXX Olimpiade, in cui si esprime la vera rinascenza
della nostra civiltà, del culto della bellezza, e della
bellezza del nostro tipo fisico, che non l'altro pannello
Secolo XX, in cui forse trovo una raffigurazione, uno
stadio di romanticismo da noi oltrepassato, quantunque il
tedio mortale che si effonde attorno alle teste delle
fanciulle dolenti le illumini con la luce dell' eterna
angoscia.
|
Così l'artefice si dichiara ultima sua opera avendo colto
la vibrazione ancora in moto della coscienza contemporanea e
intuendone quella futura, come colui al quale è inerente
ogni più impalpabile senso di umanità. Come il pittore di
una volta (e tutti ricordano gli elogi che a questo riguardo
si elevavano al Michetti) poneva il suo studio e misurava la
sua abilità immiserita nel cogliere e nel raffigurare il
moto dei corpi, così il Laurenti mira sopratutto a intuire e
a rivelare il moto non tanto dello spirito individuate,
poiché a questo concerto sono ispirate altre sue opere meno
recenti, ma dello spirito collettivo, della grande anima
sociale. Ecco adunque, come già io aveva avvertito, la
ragione per cui mi sono fermato piuttosto a lungo su queste
tele del Laurenti; io voleva che in primo luogo si avesse
una idea per quanto possibile chiara ed esatta dello
sviluppo più ampio cui era pervenuta la personalità
dell'artista, degli elementi di cui constava, dell'indirizzo
da lui seguito che corrisponde precisamente a quello verso
il quale si evolve l'arte, talchè anche questa ne risulta
analizzata e chiarita, non solo nelle forme in cui si
estrinseca e nell'ideale che persegue, ma anche nei mezzi
dei quali si serve e che ora esamineremo.
Già rispetto alle forme assunte dall?arte moderna e agli
ideali ancora signoreggianti abbiamo visto nell' opera del
Laurenti la prevalente ricerca di una bellezza per molta
parte immateriale e l'influenza di un ideale che va oltre la
realtà presente e per questo lato poco mi resta da
aggiungere. L'annotazione di altri quadri recenti del
Laurenti conferma vieppiù le osservazioni già esposte. Ed io
ricorderò la desolata Ninfea - Il lago stagnante ,
donde emerge tra le larghe foglie stupite il corpo della
vergine violata, mentre lontano fugge aprendo le acque
energicamente il maschio violatore. La tragedia del sesso si
a compiuta in quella solitudine oscura, e ormai incombono la
tristezza del fato adempiuto, il senso di una cosa finita
per sempre; e la forza della vita si allontana indifferente
verso altre tragedie imposte dalla legge perenne. Ricorderò
la lancinante ossessione del Sogno di una notte
d?inverno,
le larve del terrore suscitate nell' anima vacillante; è un
fantasma, di quelli che sembrano creati della esaltazione
dei rimorsi, un fantasma di quelli intravisti della macabra
immaginazione di Allan Poe, che getta la luce violenta,
spettrale di una lanterna inquisitrice sopra un gatto ispido
inarcuato, dagli occhi folgoranti, come quelli che si
infiggevano tormentatori nel cervello di Baudelaire.
|
Ricorderò Armonie della sera, ove l'antico tema
pastorale viene ripreso in una maniera affatto scevra da
ogni romanticheria, da ogni sentimentalità, e assunto ad una
grandiosa significazione : e l'immenso invito d?amore col
primitivo impeto selvaggio avvampa nell'uomo
transumanandolo, facendo di lui il depositario di un fato
eterno, al grado di una incorruttibile forza della natura.
Nel cielo profondo de l'ultimo splendore del tramonto, l'ora
è grave come per un prodigioso evento imminente. Il giovane
che si intravede quasi ferino modula sul suo flauto il
perenne richiamo. Bella, eroica, come pervasa da una sacra
agitazione, si erige innanzi una superba figura che raduna
nella sua rigogliosa giovinezza, nella sua intatta nergia
tutte le leggiadrie della donna, tutte le vigorie
dell'adolescente. Oh è questa una delle più belle, delle più
profonde e intense creazioni del Laurenti; la fiera vergine
della terra che la musicale rivelazione ha reso conscia
della sua divina e universale missione emerge in un
magnifico gesto di dominio, ella campeggia forte ed altera,
dal busto in su, sopra tutto il quadro; ed ella è invero la
vittoriosa e universale signoria, e gli alberi e la terra e
quell?orizzonte lontano e quella estrema linea di fuoco e al
di là saranno la sua conquista futura poichè ella è l?opra
istessa della vita.
Alla fantasia tormentata e macabra si riferisce invece la
pessimistica visione di
Metamorfosi, ove una fanciulla florida, mentre sembra
compiacersi di se medesima, profila accanto al suo scheletro
sinistramente chiomato. Ed importa qui subito notare questa
distinta duplicità nell' anima creatrice dell? artefice, la
quale mentre ascende verso le più illuminate forme, le pile
magnifiche espansioni attinte dalla vita nella creatura
umana, si riflette poi tragicamente nella negazione suprema,
nell'annientamento infinito, nell' incurabile dolore. Quel
fondo di mestizia che da taluni fu rilevato nel temperamento
artistico del Laurenti sussiste bensì, ma in lui ormai non è
più la solita malinconia da cui per un certo eriodo sono
stati affetti poeti e pittori, quasi come una foggia di
moda, ma è assurto a dignità di pensiero filosofico, è
divenuto a sua volta elemento di creazione per l'artista,
come serena antitesi della bellezza e della gioia dell'
esistere.
|
Prima di procedere oltre, trasportando la nostra
attenzione dalla idea inspiratrice alla forma concreta con
cui fu espressa nell'opera d'arte, si deve mettere in
maggiore evidenza l'altra precipua caratteristica del
Laurenti e cioè la ricerca assidua di una tipica bellezza,
di una linea essenzialmente decorativa, di un profondo e
solido stile. La pittura è in primo luogo decorativa, l'arte
pittorica consiste anzitutto nell'elaborate la realtà
materiale o spirituale per ricavarne aspetti di bellezza ed
elementi di decorazione sempre più efficace, e questa
verità, per tanto tempo malauguratamente obliata, torna ora
a risplendere nell'arte moderna ed è fedelmente riconosciuta
dal Laurenti. E vediamo quindi nell'opera sua accoppiarsi
felicemente i due intenti di giovarsi della realtà (e
intendo pure la realtà dell'idea) per conseguire quelle
linee e quelle forme più belle, che del resto della realtà
costituiscono la più completa e la più attraente
rivelazione. Né ciò limita la rappresentazione e tarpa
l'inspirazione, al contrario la approfondisce; anche uno
spettacolo di disperazione, anche una impressione
ripugnante, anche la realtà umile possono venire
integralmente espressi, ma non già con un'equivalenza
puramente materiale e mediante una raffigurazione per se
stessa sgradevole, meschina, buia, bensì con una
interpretazione ideale e col contributo di ogni bellezza, di
ogni risorsa del colore e della linea.
Via dunque la sciocca convenzione dei colori cupi e
sporchi per far sentire la tristezza; via la ostentazione
ributtante di ogni volgarità, di ogni deformità, di tutta
quella superficiale esposizione di visi e di corpi lerci e
insignificanti, di abiti sudici e laceri con le rattoppature
e le frittelle ben in vista per commuovere, per impietosire,
per esprimere la desolazione, ma via sopratutto ciò che è la
superficiale, la banale, la miserevole esteriorità comune e
solita degli esseri e delle cose, che in arte nulla conta e
di cui la riproduzione nulla ha da vedere con l?arte. Con
tutta la luminosità, con tutte le delicatezze e le chiarezze
del colore si può manifestare il dolore più atrocce, con la
più pura e solenne linea si può assai meglio che altrimenti
rappresentare l?essere più umile e più misero.
|
Nella seconda parte del Parallelo, dove il Laurenti ha
voluto figurate la disperazione più terribile, quella che
induce il pensiero di morte, si è valso di tutta la
luminosità della sua tavolozza e di tutta la leggiadria dei
lineamenti umani. Egli ha posto feste di luce attorno alle
teste delle tre dolenti fanciulle e nei loro volti ha
segnati schemi magnifici di bellezza femminile, e il loro
corpo ha composto nel più dignitoso disegno, ed e appunto da
tutto ciò che più acutamente si effonde lo spasimo mortale
di quelle perdute giovinezze. E lo stesso si può ripetere
per il
Motivo notturno e per la Calera (donna della
calle), ove l'artista nella rappresentazione di un tipo
basso e comune trova la linea più definitiva e decorativa. E
più ancora questa stilizzazione della realtà presente,
questa aspirazione altamente decorativa si riscontrano in
talune immagini femminili, profonde rivelazioni di
commovimenti di anime, che stanno fra le cose più squisite
del nostro pittore. Eminente sopra tulle è una soavissima
figura che si eleva sopra un paesaggio dai toni smorti e vi
trionfa per l?accensione rossa della veste ed il puro
fulgore delle carni. La sua bellezza fatta di passione e di
dolcezza è così limpida che sembra trasparire il più sottile
segreto dell'anima. Non mai attraverso l'involucro corporeo
penetrarono i nostri occhi più chiaramente nell'immateriale
essenza del sentimento, talché ogni più tenue agitazione ci
si rende visibile come l?increspatura di un'acqua lucida e
tranquilla. Epperò attorno a quella primaverile soavità, a
quello splendore di passione scorgiamo una poetica ombra di
mestizia, appena sensibile, in cui sembrano disciolte
carezze e delizie! Veramente l'artefice dipinse siccome la
natura segna i gigli e le rose di immacolati colori e
diffonde sul mare e nelle selve la mitezza pallida e
insinuante del raggio lunate, poiché non altrimenti su dalla
quadrata veste vermiglia si alza il volto divino come la
purità della fiamma.
|
Da questa viva sintesi di purezza e di mestizia divergono
due sensazioni piu accentuate : Lilium candidum, ove
la creatura è incolume a ogni decadenza; tocca la più
completa elevazione e l'anima non ha ancora un solco; è una
guerriera dall'armatura intatta e dall' animo incorrotto; e
Motivo elegiaco, in cui la mestizia diviene
disperazione, in cui la disperazione ha devastato e
incurvato l?essere umano ; colei che fu vinta ed orbata si
piega verso terra e la capellatura s'inclina pesante, come
un denso fascio di lacrime, come il fascio delle sventure.
Pure nei ritratti l? intento decorativo si palesa
illustrando la persona nella sue più nobile posa, nel suo
atteggiamento più maestoso. Ne rammenterò due che
rivaleggiano per la dignità dell'espressione con i modelli
dei maestri antichi, il ritratto del contino Cavazza e del
figlio di Gabriele d' Annunzio.
Sono ervenuto cosi, riandando attraverso alla
esplicazione di tutta la presente personalità artistica del
Laurenti, al quadro che ne rappresenta l'inizio e che nello
stesso tempo segna il memento conclusivo di tutta l'opera
precedente. E? la Parabola esposta a Venezia nel
1895, tela decisiva, vera pietra di confine nella attività
artistica del Laurenti, ma non opera di separazione, ma di
allacciamento, poiché in essa, ripeto, l'artista trae
l?ultima conseguenza della formula realistica sentimentale
fino allora seguita ed inizia e propone la nuova formula
idealista e decorativa, della quale abbiamo già esaminato
l?ampio svolgimento.
La Parabola, simbolo delle fasi della vita
mortale, dalla infanzia spensierata alla fervida e amorosa
giovinezza, dalla maturità feconda alla vecchiaia cadente,
ha pertanto una importanza eccezionale non solo per il suo
estrinseco valore, non solo perché appare in un momento di
rivoluzione nell'arte, ma anche perché ha una cosi decisiva
dimostratività rispetto al suo autore.Essa non esisterebbe
se non fossero prima esistite tutte quelle opere che la
separano dalle Parche, poiché ne è il riassunto, la
conclusione, la somma. Le opere che la hanno preceduta, in
cui non si mostrano ancora i recenti acquisti della tecnica,
la aspirazione decorativa e la tendenza idealistica, si
potrebbero definire come esperienze individuali del
sentimento.
|
Pagina
1 |
2 |
3
|
|
|