Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - nr. 85 - Gennaio 1902)

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CESARE LAURENTI

 

E' la femminilità che si svolge esile come il serpe, energica come acciaio, su dalla guaina delle sue vesti, che pare un' altra pelle della sua carne, portante nella lucentezza verde dei suoi sguardi i lucori delle profondità delle acque, che si svolge eterea, immateriale, compendio della necessità che ci strugge su da una armonia di Wagner, su da una scena dell' Ibsen. E? la Valkirie nel rogo delle passioni, è Sighelinda nel dolce furore dell'incesto, è Isotta nel sommo colloquio d' amore, è Ellida che invoca libertà per seguire lo sconosciuto amante che le verrà dal mare. E? insomma quella sensazione di femminilità più acuta, che qua e là appare, specie presso le razze più avanzate e più capaci di avvenire, nelle metropoli dove la vita batte il suo ritmo più accelerato, nei capolavori in cui l?arte ha fissato la nota culminante della umanità moderna.

E le altre due figure del pannello, meno rilevanti, permettono appunto che tutta l?attenzione si concentri verso questa geniale rivelazione. Tanto che dal pannello nel suo insieme non si ricava già l'impressione limitata di una scena di quella gioconda bellezza della vita che si spandeva nella terra ellenica, bensì si ha l'impressione generale di tutta la eterna e leggiadra giocondità della vita raffigurata nel tipo che proprio per i nostri occhi riassume ora la nota più acuta di bellezza e di gioia. Anzi a mio avviso esprime una maggior somma di modernità ed è più vicino a noi e vive maggiormente nella nostra anima e nella nostra vita la LXXX Olimpiade, in cui si esprime la vera rinascenza della nostra civiltà, del culto della bellezza, e della bellezza del nostro tipo fisico, che non l'altro pannello Secolo XX, in cui forse trovo una raffigurazione, uno stadio di romanticismo da noi oltrepassato, quantunque il tedio mortale che si effonde attorno alle teste delle fanciulle dolenti le illumini con la luce dell' eterna angoscia.


Così l'artefice si dichiara ultima sua opera avendo colto la vibrazione ancora in moto della coscienza contemporanea e intuendone quella futura, come colui al quale è inerente ogni più impalpabile senso di umanità. Come il pittore di una volta (e tutti ricordano gli elogi che a questo riguardo si elevavano al Michetti) poneva il suo studio e misurava la sua abilità immiserita nel cogliere e nel raffigurare il moto dei corpi, così il Laurenti mira sopratutto a intuire e a rivelare il moto non tanto dello spirito individuate, poiché a questo concerto sono ispirate altre sue opere meno recenti, ma dello spirito collettivo, della grande anima sociale. Ecco adunque, come già io aveva avvertito, la ragione per cui mi sono fermato piuttosto a lungo su queste tele del Laurenti; io voleva che in primo luogo si avesse una idea per quanto possibile chiara ed esatta dello sviluppo più ampio cui era pervenuta la personalità dell'artista, degli elementi di cui constava, dell'indirizzo da lui seguito che corrisponde precisamente a quello verso il quale si evolve l'arte, talchè anche questa ne risulta analizzata e chiarita, non solo nelle forme in cui si estrinseca e nell'ideale che persegue, ma anche nei mezzi dei quali si serve e che ora esamineremo.

Già rispetto alle forme assunte dall?arte moderna e agli ideali ancora signoreggianti abbiamo visto nell' opera del Laurenti la prevalente ricerca di una bellezza per molta parte immateriale e l'influenza di un ideale che va oltre la realtà presente e per questo lato poco mi resta da aggiungere. L'annotazione di altri quadri recenti del Laurenti conferma vieppiù le osservazioni già esposte. Ed io ricorderò la desolata Ninfea - Il lago stagnante , donde emerge tra le larghe foglie stupite il corpo della vergine violata, mentre lontano fugge aprendo le acque energicamente il maschio violatore. La tragedia del sesso si a compiuta in quella solitudine oscura, e ormai incombono la tristezza del fato adempiuto, il senso di una cosa finita per sempre; e la forza della vita si allontana indifferente verso altre tragedie imposte dalla legge perenne. Ricorderò la lancinante ossessione del Sogno di una notte d?inverno, le larve del terrore suscitate nell' anima vacillante; è un fantasma, di quelli che sembrano creati della esaltazione dei rimorsi, un fantasma di quelli intravisti della macabra immaginazione di Allan Poe, che getta la luce violenta, spettrale di una lanterna inquisitrice sopra un gatto ispido inarcuato, dagli occhi folgoranti, come quelli che si infiggevano tormentatori nel cervello di Baudelaire.

 

Ricorderò Armonie della sera, ove l'antico tema pastorale viene ripreso in una maniera affatto scevra da ogni romanticheria, da ogni sentimentalità, e assunto ad una grandiosa significazione : e l'immenso invito d?amore col primitivo impeto selvaggio avvampa nell'uomo transumanandolo, facendo di lui il depositario di un fato eterno, al grado di una incorruttibile forza della natura. Nel cielo profondo de l'ultimo splendore del tramonto, l'ora è grave come per un prodigioso evento imminente. Il giovane che si intravede quasi ferino modula sul suo flauto il perenne richiamo. Bella, eroica, come pervasa da una sacra agitazione, si erige innanzi una superba figura che raduna nella sua rigogliosa giovinezza, nella sua intatta nergia tutte le leggiadrie della donna, tutte le vigorie dell'adolescente. Oh è questa una delle più belle, delle più profonde e intense creazioni del Laurenti; la fiera vergine della terra che la musicale rivelazione ha reso conscia della sua divina e universale missione emerge in un magnifico gesto di dominio, ella campeggia forte ed altera, dal busto in su, sopra tutto il quadro; ed ella è invero la vittoriosa e universale signoria, e gli alberi e la terra e quell?orizzonte lontano e quella estrema linea di fuoco e al di là saranno la sua conquista futura poichè ella è l?opra istessa della vita.

Alla fantasia tormentata e macabra si riferisce invece la pessimistica visione di Metamorfosi, ove una fanciulla florida, mentre sembra compiacersi di se medesima, profila accanto al suo scheletro sinistramente chiomato. Ed importa qui subito notare questa distinta duplicità nell' anima creatrice dell? artefice, la quale mentre ascende verso le più illuminate forme, le pile magnifiche espansioni attinte dalla vita nella creatura umana, si riflette poi tragicamente nella negazione suprema, nell'annientamento infinito, nell' incurabile dolore. Quel fondo di mestizia che da taluni fu rilevato nel temperamento artistico del Laurenti sussiste bensì, ma in lui ormai non è più la solita malinconia da cui per un certo eriodo sono stati affetti poeti e pittori, quasi come una foggia di moda, ma è assurto a dignità di pensiero filosofico, è divenuto a sua volta elemento di creazione per l'artista, come serena antitesi della bellezza e della gioia dell' esistere.


Prima di procedere oltre, trasportando la nostra attenzione dalla idea inspiratrice alla forma concreta con cui fu espressa nell'opera d'arte, si deve mettere in maggiore evidenza l'altra precipua caratteristica del Laurenti e cioè la ricerca assidua di una tipica bellezza, di una linea essenzialmente decorativa, di un profondo e solido stile. La pittura è in primo luogo decorativa, l'arte pittorica consiste anzitutto nell'elaborate la realtà materiale o spirituale per ricavarne aspetti di bellezza ed elementi di decorazione sempre più efficace, e questa verità, per tanto tempo malauguratamente obliata, torna ora a risplendere nell'arte moderna ed è fedelmente riconosciuta dal Laurenti. E vediamo quindi nell'opera sua accoppiarsi felicemente i due intenti di giovarsi della realtà (e intendo pure la realtà dell'idea) per conseguire quelle linee e quelle forme più belle, che del resto della realtà costituiscono la più completa e la più attraente rivelazione. Né ciò limita la rappresentazione e tarpa l'inspirazione, al contrario la approfondisce; anche uno spettacolo di disperazione, anche una impressione ripugnante, anche la realtà umile possono venire integralmente espressi, ma non già con un'equivalenza puramente materiale e mediante una raffigurazione per se stessa sgradevole, meschina, buia, bensì con una interpretazione ideale e col contributo di ogni bellezza, di ogni risorsa del colore e della linea.

Via dunque la sciocca convenzione dei colori cupi e sporchi per far sentire la tristezza; via la ostentazione ributtante di ogni volgarità, di ogni deformità, di tutta quella superficiale esposizione di visi e di corpi lerci e insignificanti, di abiti sudici e laceri con le rattoppature e le frittelle ben in vista per commuovere, per impietosire, per esprimere la desolazione, ma via sopratutto ciò che è la superficiale, la banale, la miserevole esteriorità comune e solita degli esseri e delle cose, che in arte nulla conta e di cui la riproduzione nulla ha da vedere con l?arte. Con tutta la luminosità, con tutte le delicatezze e le chiarezze del colore si può manifestare il dolore più atrocce, con la più pura e solenne linea si può assai meglio che altrimenti rappresentare l?essere più umile e più misero.

 

Nella seconda parte del Parallelo, dove il Laurenti ha voluto figurate la disperazione più terribile, quella che induce il pensiero di morte, si è valso di tutta la luminosità della sua tavolozza e di tutta la leggiadria dei lineamenti umani. Egli ha posto feste di luce attorno alle teste delle tre dolenti fanciulle e nei loro volti ha segnati schemi magnifici di bellezza femminile, e il loro corpo ha composto nel più dignitoso disegno, ed e appunto da tutto ciò che più acutamente si effonde lo spasimo mortale di quelle perdute giovinezze. E lo stesso si può ripetere per il Motivo notturno e per la Calera (donna della calle), ove l'artista nella rappresentazione di un tipo basso e comune trova la linea più definitiva e decorativa. E più ancora questa stilizzazione della realtà presente, questa aspirazione altamente decorativa si riscontrano in talune immagini femminili, profonde rivelazioni di commovimenti di anime, che stanno fra le cose più squisite del nostro pittore. Eminente sopra tulle è una soavissima figura che si eleva sopra un paesaggio dai toni smorti e vi trionfa per l?accensione rossa della veste ed il puro fulgore delle carni. La sua bellezza fatta di passione e di dolcezza è così limpida che sembra trasparire il più sottile segreto dell'anima. Non mai attraverso l'involucro corporeo penetrarono i nostri occhi più chiaramente nell'immateriale essenza del sentimento, talché ogni più tenue agitazione ci si rende visibile come l?increspatura di un'acqua lucida e tranquilla. Epperò attorno a quella primaverile soavità, a quello splendore di passione scorgiamo una poetica ombra di mestizia, appena sensibile, in cui sembrano disciolte carezze e delizie! Veramente l'artefice dipinse siccome la natura segna i gigli e le rose di immacolati colori e diffonde sul mare e nelle selve la mitezza pallida e insinuante del raggio lunate, poiché non altrimenti su dalla quadrata veste vermiglia si alza il volto divino come la purità della fiamma.

 

Da questa viva sintesi di purezza e di mestizia divergono due sensazioni piu accentuate : Lilium candidum, ove la creatura è incolume a ogni decadenza; tocca la più completa elevazione e l'anima non ha ancora un solco; è una guerriera dall'armatura intatta e dall' animo incorrotto; e Motivo elegiaco, in cui la mestizia diviene disperazione, in cui la disperazione ha devastato e incurvato l?essere umano ; colei che fu vinta ed orbata si piega verso terra e la capellatura s'inclina pesante, come un denso fascio di lacrime, come il fascio delle sventure. Pure nei ritratti l? intento decorativo si palesa illustrando la persona nella sue più nobile posa, nel suo atteggiamento più maestoso. Ne rammenterò due che rivaleggiano per la dignità dell'espressione con i modelli dei maestri antichi, il ritratto del contino Cavazza e del figlio di Gabriele d' Annunzio.

Sono ervenuto cosi, riandando attraverso alla esplicazione di tutta la presente personalità artistica del Laurenti, al quadro che ne rappresenta l'inizio e che nello stesso tempo segna il memento conclusivo di tutta l'opera precedente. E? la Parabola esposta a Venezia nel 1895, tela decisiva, vera pietra di confine nella attività artistica del Laurenti, ma non opera di separazione, ma di allacciamento, poiché in essa, ripeto, l'artista trae l?ultima conseguenza della formula realistica sentimentale fino allora seguita ed inizia e propone la nuova formula idealista e decorativa, della quale abbiamo già esaminato l?ampio svolgimento.

La Parabola, simbolo delle fasi della vita mortale, dalla infanzia spensierata alla fervida e amorosa giovinezza, dalla maturità feconda alla vecchiaia cadente, ha pertanto una importanza eccezionale non solo per il suo estrinseco valore, non solo perché appare in un momento di rivoluzione nell'arte, ma anche perché ha una cosi decisiva dimostratività rispetto al suo autore.Essa non esisterebbe se non fossero prima esistite tutte quelle opere che la separano dalle Parche, poiché ne è il riassunto, la conclusione, la somma. Le opere che la hanno preceduta, in cui non si mostrano ancora i recenti acquisti della tecnica, la aspirazione decorativa e la tendenza idealistica, si potrebbero definire come esperienze individuali del sentimento.

 

 

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